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Τι άλλο φοβάσαι;

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[2005]
Στίχοι: B.D Foxmoor, Μιχάλης Μυτακίδης
Μουσική: B.D Foxmoοr, Μιχάλης Μυτακίδης
'Αλμπουμ: Blah Blasphemy

Testo: B.D Foxmoor (Mihalis Mytakidis)
Musica: B.D Foxmoor (Mihalis Mytakidis)
Album: Blah Blasphemy

blah


Come è noto, non di rado mi getto a capofitto nel rap greco; in questo caso, addirittura in una sua variante prettamente ellenica, inventata dal gruppo Active Member, detta Low Bap. Credo che, in una situazione come quella della Grecia di oggi, scandagliare la musica giovanile (dato che i giovani sono le principali vittime di tutto quanto) sia importantissimo; cosa che faccio affrontando volentieri i lunghissimi testi dei pezzi rap. Peraltro, questo brano non è recentissimo (è del 2005) ma merita a mio parere di essere conosciuto; è un testo che parla delle paure fomentate ad arte nel mondo d'oggi, e su queste paure si è fabbricato il controllo e il "nuovo ordine" che ora sta crollando inesorabilmente sotto i colpi della crisi sistemica del capitalismo e fa apparire per quello che realmente sono le "crociate dei sazi". [RV]
Τι άλλο φοβάσαι, πες μου, και θα γίνω
κι ας έχω τόσα πολλά κι ωραία να χάσω.
Κι ούτε στιγμή μη ρωτάς τι θα απογίνω,
μου φτάνει που δε γουστάρω να ησυχάσω...

Κάποτε σ’ είδα στο πέρασμα του αιώνιου κόμβου,
στο καιρό του τρόμου και του αλλόκοτου φόβου,
να διπλώνεσαι, ν’ ανησυχείς και να τρομάζεις
και πριν καλάρουν οι μέρες το σκασμό να βγάζεις.

Να μι' άπ' τα ίδια, ίδιοι δρόμοι, ίδιοι κύκλοι
γαβγίζουν οι άνθρωποι σκιάζονται οι σκύλοι
θρηνούν μανάδες και που να ξαποστάσεις
οταν στη μνήμη σου μακραίνουν οι αποστάσεις
έτσι σκηνοθετούν το σήμερα άκριτοι κοσμοκράτορες
βαρέθηκα τα έγκυρα -είναι ολοι προβοκάτορες!

Που πιάνονται απ'το φόβο σου και φτιάχνουν ιστορίες
κι ενάντια στους άπιστους στήνουν σταυροφορίες
από χορτασμένους με το ίδιο ήθος και παράστημα
που θα εξοντώνουν όσα τους μοιάζουν άσχημα
έτσι κι εγώ αφού σκιάζεσαι ξανά σε φτύνω
ψάχνω λοιπόν ότι φοβάσαι για να γίνω

Γίνομαι τάφος αντάρτη στο Ιράκ
και μοιρολόι στην Παλαιστίνη
τυφλός στη Βοσνία-Ερζεγοβίνη
πεινασμένος ιθαγενής στο Μεξικό
- χίλιες επεξηγήσεις για το φόβο σου στο λεξικό -
μοναχός στο Θιβέτ κι aboriginal στην Αυστραλία,
τζαμί καμένο από φασίστες στην Ιταλία·
εθελοντής γιατρός απ’ την Αβάνα
και παιδί στην Τεχεράνη απ’ ανύπαντρη μάνα·
νεκρός κι άταφος δάσκαλος στη Σομαλία,
κυνηγημένος τούρκος συγγραφέας στη Γαλλία,
εργάτης στα πετρέλαια στη Βενεζουέλα
και στο Μπέλφαστ μια ματωμένη φανέλα·
βραζιλιάνος με 8 σφαίρες στο κεφάλι στο Λονδίνο
- τι άλλο φοβάσαι, πες μου, και θα γίνω

Εγώ που κάνω όνειρα κι έχω πολλά ωραία να χάσω
κάνω και την αρχή – δε γουστάρω να ησυχάσω!

Τι άλλο (τί άλλο;) φοβάσαι, πες μου, και θα γίνω
(τι άλλο φοβάσαι, πες μου, και θα γίνω)
κι ας έχω (τα πιο ωραία εγώ να χάσω)
τόσα πολλά κι ωραία να χάσω
(έχω τόσα πολλά και ωραία να χάσω;)

Κι ούτε στιγμή (κι ούτε στιγμή σου λέω! ούτε στιγμή!)
μη ρωτάς τι θα απογίνω (μη ρωτάς για μένα φοβισμένε! μη ρωτάς!),
μου φτάνει (αλήθεια μου φτάνει!)
που δε γουστάρω να ησυχάσω
(που είμαι εδώ και θέλω τη βολή σου να χαλάσω
– πες μου, τι άλλο φοβάσαι!)

Τι άλλο (τί άλλο;) φοβάσαι, πες μου, και θα γίνω
Θα γίνω χρήστης που παλεύει για τη σωτηρία,
διψασμένος πρόσφυγας από τη Νιγηρία,
σαρίκι τυλιγμένο σε περήφανο κεφάλι
και μασάτι από αφρικάνικο ατσάλι.
Σφαγμένο θηλυκό απ’ τους γονείς του στην Κίνα
κι ορφανό σε φαβέλα που πεθαίνει απ’ την πείνα.

Τι άλλο (τί άλλο;) φοβάσαι, πες μου, και θα γίνω
Αλγερινός που ξημερώνεται σε γαλλικά λιμάνια
και μάτια που κοιτούν από πασαμοντάνια·
τούρκος αναλφάβητος που ζει στο Γκάζι
και μορφωμένος Αλβανός που σε τρομάζει·
στο τοίχος της ντροπής stencil απ’ τον Banksy
κι ο εφιάλτης σου πριν να χαράξει.

Πες μου, τι άλλο φοβάσαι και θα γίνω…

inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ - 29/10/2012 - 10:04



Lingua: Italiano

Tradotta in italiano da Riccardo Venturi
il 31 ottobre 2012

Si vedano le Note alla traduzione

Due parole dal traduttore. Il linguaggio del rap è difficile non solo perché ancorato nella realtà metropolitana attuale di ogni luogo, ma anche perché ha, spesso, una sua intrinseca difficoltà concettuale e, direi, addirittura filosofica. In questo, ad esempio, termini propri della filosofia (ήθος, παράστημα...) non sono infrequenti. Comunque la si pensi sul rap, non è raro che sia scrittura colta, e questo è un aspetto che deve essere considerato. [RV]
DI COS'ALTRO HAI PAURA?

Di cos'altro hai paura, dimmi, e lo diventerò
anche se ho così tante belle cose da perdere.
Non chiedermi nemmeno un attimo che ne sarà di me,
mi basta non aver voglia di tranquillità...

Una volta t'ho visto mentre passava il nodo eterno
al tempo del terrore e della bizzarra paura,
che ti torcevi e ti agitavi spaventato
e poi tacere prima che affondassero i giorni.

Eccone una delle stesse; stesse strade, stessi giri,
la gente abbaia e i cani si spaventano
piangono madri, e dove mai riprender fiato
quando nella tua mente aumentano le distanze
e così l'oggi è messo in scena da stupidi padroni del mondo,
mi sono rotto dell'autorevolezza, sono tutti provocatori!

Che si aggrappano alla tua paura e fabbricano storie,
e contro gli infedeli chiamano a crociate fatte
di chi si sazia della propria morale e del proprio apparire
che annienteranno tutto ciò che gli sembra brutto.
Quindi anch'io, dato che ti spaventi, ti risputo addosso
e cerco allora che tu abbia paura che io diventi

Che io diventi la tomba di un resistente in Iraq
e un lamento funebre in Palestina,
un cieco in Bosnia Erzegovina,
un nativo affamato in Messico,
(ci son migliaia di spiegazioni per la sua paura, nel dizionario)
un monaco in Tibet e un aborigeno in Australia,
una moschea bruciata dai fascisti in Italia, 1
un medico volontario dell'Avana,
un bambino a Teheran, figlio di una ragazza madre,
un insegnante morto e insepolto in Somalia,
uno scrittore turco perseguitato in Francia, 2
un operaio petrolifero in Venezuela,
una maglietta insanguinata a Belfast,
un brasiliano con otto pallottole in testa a Londra, 3
di cos'altro hai paura, dimmi e lo diventerò

Io che faccio sogni e ho tante belle cose da perdere,
farò anche l'inizio, non ho voglia di stare tranquillo!

Di cos'altro (di cos'altro?) hai paura, dimmi, e lo diventerò
(di cos'altro hai paura, dimmi, e lo diventerò)
anche se ho (da perdere le più belle cose)
così tante belle cose da perdere
(ho così tante belle cose da perdere?)

Non chiedermi nemmeno un attimo
(nemmeno un attimo, ti dico! Nemmeno un attimo!)
che ne sarà di me (non chiedermelo, impaurito! Non chiedermelo!)
mi basta (sì, mi basta per davvero)
non aver voglia di tranquillità
(ché sono qui e voglio distruggere la tua comodità,
dimmi, di cos'altro hai paura!)

Di cos'altro hai paura, dimmi, e lo diventerò,
diventerò un utente che lotta per salvarsi,
un profugo nigeriano assetato,
un turbante avvolto su una testa orgogliosa,
e un masati 4 di acciaio africano.
Una donna massacrata dai genitori in Cina,
e un orfano in una favela, che muore di fame.

Di cos'altro (di cos'altro?) hai paura, dimmi, e lo diventerò,
un algerino che non dorme la notte nei porti francesi,
occhi che guardano da un passamontagna,
un turco analfabeta che vive a Gazi 5,
un albanese istruito che ha paura di te...
Sul muro della vergogna uno stencil di Banksy 6
e il tuo incubo prima che tracci qualcosa.

Dimmi, di cos'altro hai paura, e lo diventerò...
NOTE alla traduzione

[1] A dire il vero, non mi ricordo di moschee date alle fiamme in Italia. Casomai, esistono casi (un po' ovunque) di “opposizioni alla costruzione” di moschee, promosse regolarmente e specialmente dalla “Lega Nord”, partito di cerchi magici e lauree albanesi. Famoso anche il caso della moschea di Colle Val d'Elsa (Siena), contro la cui costruzione scese in campo addirittura la defunta Oriana Fallaci. In Italia, casomai, siamo specialisti nel dar fuoco a campi Rom (Ponticelli, Torino...)

[2] Potrei sbagliarmi, ma mi sembra che il riferimento sia a Orhan Pamuk, lo scrittore turco premio Nobel per la letteratura nel 2006 e autore del famoso Kar (“Neve”). Non mi risulta però che sia stato perseguitato in Francia; perseguitato lo è stato però, sicuramente, dal governo del suo paese per le sue dichiarazioni sul genocidio armeno (rilasciate in un'intervista a una rivista svizzera). Tali dichiarazioni risalgono al 2005, vale a dire lo stesso anno di composizione del presente rap greco. Per inciso: nulla che giustifichi persecuzioni e quant'altro, però considero “Neve” uno dei romanzi più mortalmente pallosi che abbia mai letto. Ma è un'opinione mia.

[3] L'elettricista brasiliano Jean Charles de Menezes, di 27 anni, fu scambiato dalla polizia per un “terrorista” il 22 luglio 2007 nella Metropolitana londinese. E ammazzato come un cane. La sua colpa era quella di “sembrare sospetto” ad alcuni agenti, un paio di settimane dopo gli attentati che avevano sconvolto il metrò di Londra (52 morti).

[4] Si tratta di una specie di coltello a punteruolo:

[5] Gazi (Γκάζι) è un sobborgo industriale del Pireo, precedentemente chiamato Gazohori (Γκαζοχώρι) o Fotaério (Φωταέριο). Come zona industriale, nacque con un grosso stabilimento per la produzione del gas per l'illuminazione stradale (detto appunto, in greco, φωταέριο. Attualmente è una delle zone più degradate della metropoli ateniese, ed anche uno dei principali luoghi della comunità gay.

[6] Banksy, artista è writer inglese, è forse il principale e più noto rappresentante della street art. Nato a Bristol nel '74 o '75, non si sa chi sia esattamente. Anonimo (“Banksy” è ovviamente il suo pseudonimo di writer). Ha diverse specialità, tra le quali quella di appendere le sue opere in importanti musei senza farsene accorgere; spesso passano giorni prima che qualcuno si accorga dell'intrusione. I suoi temi preferiti in questi casi, sono quadri dipinti in perfetto stile settecentesco, con l'aggiunta di alcuni particolari completamente anacronistici (nobili del Settecento con bombolette spray, dame di corte con maschere antigas, ecc.). Famosi i suoi stencil di topi (“rat” è l'anagramma di “art”). Nel 2007, fatto precisamente riportato nel rap greco, ha realizzato dei murales sul “muro della vergogna” fatto costruire dai sionisti israeliani come separazione fisica coi territori palestinesi; tali murales sono realizzati con la tecnica del “trompe-l' œil”, di modo che sembrino degli squarci nel muro dai quali si vede ciò che c'è dietro.

bansky

31/10/2012 - 18:35


Mi si perdoni la paranoia, però vorrei pregare di non togliere il punto e virgola dal titolo credendo che sia un errore o qualcosa di tralasciato nel titolo; in greco, il punto e virgola ha il valore del nostro punto interrogativo. Scusate.

Riccardo Venturi - 29/10/2012 - 10:07


Mai critica più dolce e garbata all'insipienza altrui si poteva ascoltare da persona abitualmente pedante e pignola. 8-)
Riccardone, sei veramente risuscitato a nuova vita! ;-))

giorgio - 30/10/2012 - 08:40


E' senz'altro vero, ohimé, che davanti a certe cose sono letteralmente odioso; in questo, la mia "nuova vita" cui sono risuscitato è del tutto identica a quella vecchia. Tal ero, e tale sono, insomma...però ho cercato di fare di tutto perché questo sito si distinguesse da tutti gli altri per la sua esattezza testuale; inorridisco di fronte alla sciatteria internettara, che purtroppo è la regola ovunque. Certo, mi rendo conto che, a volte, esagero; questa dev'essere una di quelle volte. Sono stato preso dal terrore che qualcuno mi cancellasse il punto e virgola, non a caso sto rileggendo per l'ennesima volta "La coscienza di Zeno"....

Riccardo Venturi - 31/10/2012 - 18:46


Bellissima traduzione, potreste tradurre in italiano quella famosa canzone τι να πούμε τι
Τι να τραγουδήσουμε ;
Εcc.
Il resto si trova in internet.
Grazie

Luciano cassia - 31/8/2014 - 19:13


Per Luciano C.:



Testo di Yannis Logothetis, musica di Yorgos Hatzinasios. Prima interpretazione di Manolis Mitsias. Disco "Έχει ο Θεός" (Grazie a Dio) 1973

Τινα πούμε τι,
τι να τραγουδήσουμε;
Μέσα στη βροχή
σαν κεριά θα σβήσουμε.

Σε παρακαλώ πες μου αν θέλεις κάτι,
πέρασες εσύ ποτέ με ψωμί κι αλάτι;
Σε παρακαλώ πες μου κάτι ακόμα,
έγειρες να κοιμηθείς σε βρεγμένο χώμα;

Τι να πούμε τι,
τι να τραγουδήσουμε.
Πού να πάμε πού,
να ξεχειμωνιάσουμε;
Με μισή καρδιά,
τι να πρωτοφτιάξουμε;

Σε παρακαλώ...

Cosa possiamo dire,
cosa possiam cantare?
Sotto la pioggia
ci spegniamo
come candele.

Ti prego dimmi se vuoi qualcosa
sei mai venuta tu con pane e sale?
Ti prego dimmi qualcosa ancora,
ti sei svegliata per coricarti su una terra fradicia?

Cosa possiamo dire,
cosa possiam cantare.
Dove andiamo dove,
a svernare?
Con un cuore a metà
con cosa incominciare?

Gian Piero Testa - 1/9/2014 - 11:32


Grazie infinite, sei stato estremamente gentile . Complimenti ancora per il sito che seguirò attentamente.
Luciano

Luciano - 3/9/2014 - 15:14


Ringrazio te, Luciano, per l'attenzione al nostro lavoro. Approfitto per due rettifiche: una (ultimo verso della seconda strofa): non "sei tornata per...", ma "ti sei svegliata per coricarti su una terra fradicia?". Il secondo è solo un errore di digitazione nel terzultimo verso, ma con un risultato un po' ridicolo: non "svenare" ma, ovviamente" "svernare".
Chiedo scusa di queste imprecisioni.

Gian Piero Testa - 4/9/2014 - 00:25


Volevo segnalarti questa canzone che mi sembra in tema.
O δρόμος
Στίχοι: Κωστούλα Μητροπούλου
Μουσική: Μάνος Λοΐζος
1. Σούλα Μπιρμπίλη
2. Μάνος Λοΐζος
3. Χαρούλα Αλεξίου & Δήμητρα Γαλάνη

Ο δρόμος είχε τη δική του ιστορία
κάποιος την έγραψε στον τοίχο με μπογιά
ήταν μια λέξη μοναχά ελευθερία
κι ύστερα είπαν πως την έγραψαν παιδιά

Κι ύστερα πέρασε ο καιρός κι η ιστορία
πέρασε εύκολα απ’ τη μνήμη στην καρδιά
ο τοίχος έγραφε μοναδική ευκαιρία
εντός πωλούνται πάσης φύσεως υλικά

Τις Κυριακές από νωρίς στα καφενεία
κι ύστερα γήπεδο στοιχήματα καυγάς
ο δρόμος είχε τη δική του ιστορία
είπανε όμως πως την έγραψαν παιδιά

Luciano Cassia - 22/7/2015 - 15:37




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