E prima di canta' chiedo permesso / La Valnerina è il centro della lotta / E io dormo tra le pecore e li cani
anonimo
Lingua: Italiano (Umbro ternano)
E prima di canta' chiedo permesso
E prima di canta' chiedo permesso
se in questo lòco se ci può cantare
se in questo lòco se ci può cantare
dormo tra le pecure e li cani
pe' fa' magna' l'agnelli a 'sti padroni
pe' fa' magna' l'agnelli a 'sti padroni
e li padroni a so' tanto gentile
come la scorza lo mese d'aprile
come la scorza lo mese d'aprile
se magnano la carne li padroni
e a noi ci danno l'ossa come cani
e a noi ci danno l'ossa come cani
vònno li meglio frutti di stagione
e vònno lu cappone anche a Natale
e vònno lu cappone anche a Natale
vònno li nostri figli a fa' il garzone
e perché i loro faccia' il professore
e perché i loro faccia' il professore
i figli 'e i lavoratori più intelligenti
ecco perché loro non so' contenti
ecco perché loro non so' contenti
speriamo finirà questa cuccagna
e se non si lavora non si magna
e se non si lavora non si magna
e qaundo la cambieremo quest'usanza
allora tornerà la fratellanza
allora tornerà la fratellanza.
La Valnerina è il centro della lotta
La Valnerina è il centro della lotta
che al nemico gli fa strada interrotta
che al nemico gli fa strada interrotta
il nemico troverà strada interrotta
pe' i traditori ci sarà la forca
pe' i traditori ci sarà la forca
e caro compagno te lo voglio dire
l'errore fu la gente perdonare
l'errore fu la gente perdonare
e che condannato sì va il traditore
se bene vòi ave' all'umanitane
se bene vòi ave' all'umanitane
e scusate amici mia se sto a sbagliare
io sono sempre a la rivoluzione
io sono sempre a la rivoluzione.
E io dormo tra le pecore e li cani
E io dormo tra le pecore e li cani
pe' fa' mangia' l'agnelli a li signori
pe' fa' mangia' l'agnelli a li signori
e li signori so' tanto gentile
e come la scorza lo mese d'aprile
come la scorza lo mese d'aprile
e si parla d'Andreotti quel gobbetto
certo l'aspetta lì un angoletto
certo l'aspetta lì un angoletto
e certo l'aspetta lì un angoletto
ché quel che ha fatto ha fatto per dispetto
ché quel che ha fatto ha fatto per dispetto
e se ti metti ti metti a guardare
guarda che ci governa anche un leone
guarda che ci governa anche un leone
un leone selvaggio che ci fa soffrire
che vuole il sangue del lavoratore
che vuole il sangue del lavoratore
e bella che siete nata per rubare
gliel'hai rubati li raggi a lo sole
gliel'hai rubati li raggi a lo sole
e gliel'hai rubati li raggi a lo sole
e all'uccellino gli hai rubato l'ale
e all'uccellino gli hai rubato l'ale
..... fate giostizia
e ditel'a l'amor mio che torni in grazia
e ditel'a l'amor mio che torni in grazia
E prima di canta' chiedo permesso
se in questo lòco se ci può cantare
se in questo lòco se ci può cantare
dormo tra le pecure e li cani
pe' fa' magna' l'agnelli a 'sti padroni
pe' fa' magna' l'agnelli a 'sti padroni
e li padroni a so' tanto gentile
come la scorza lo mese d'aprile
come la scorza lo mese d'aprile
se magnano la carne li padroni
e a noi ci danno l'ossa come cani
e a noi ci danno l'ossa come cani
vònno li meglio frutti di stagione
e vònno lu cappone anche a Natale
e vònno lu cappone anche a Natale
vònno li nostri figli a fa' il garzone
e perché i loro faccia' il professore
e perché i loro faccia' il professore
i figli 'e i lavoratori più intelligenti
ecco perché loro non so' contenti
ecco perché loro non so' contenti
speriamo finirà questa cuccagna
e se non si lavora non si magna
e se non si lavora non si magna
e qaundo la cambieremo quest'usanza
allora tornerà la fratellanza
allora tornerà la fratellanza.
La Valnerina è il centro della lotta
La Valnerina è il centro della lotta
che al nemico gli fa strada interrotta
che al nemico gli fa strada interrotta
il nemico troverà strada interrotta
pe' i traditori ci sarà la forca
pe' i traditori ci sarà la forca
e caro compagno te lo voglio dire
l'errore fu la gente perdonare
l'errore fu la gente perdonare
e che condannato sì va il traditore
se bene vòi ave' all'umanitane
se bene vòi ave' all'umanitane
e scusate amici mia se sto a sbagliare
io sono sempre a la rivoluzione
io sono sempre a la rivoluzione.
E io dormo tra le pecore e li cani
E io dormo tra le pecore e li cani
pe' fa' mangia' l'agnelli a li signori
pe' fa' mangia' l'agnelli a li signori
e li signori so' tanto gentile
e come la scorza lo mese d'aprile
come la scorza lo mese d'aprile
e si parla d'Andreotti quel gobbetto
certo l'aspetta lì un angoletto
certo l'aspetta lì un angoletto
e certo l'aspetta lì un angoletto
ché quel che ha fatto ha fatto per dispetto
ché quel che ha fatto ha fatto per dispetto
e se ti metti ti metti a guardare
guarda che ci governa anche un leone
guarda che ci governa anche un leone
un leone selvaggio che ci fa soffrire
che vuole il sangue del lavoratore
che vuole il sangue del lavoratore
e bella che siete nata per rubare
gliel'hai rubati li raggi a lo sole
gliel'hai rubati li raggi a lo sole
e gliel'hai rubati li raggi a lo sole
e all'uccellino gli hai rubato l'ale
e all'uccellino gli hai rubato l'ale
..... fate giostizia
e ditel'a l'amor mio che torni in grazia
e ditel'a l'amor mio che torni in grazia
inviata da Dead End - 27/7/2012 - 09:37
"... C’è di più. Il pezzo forte di Pompilio Pileri era un componimento in ottave (che poi entrò anche nel repertorio di Giovanna Marini, che lo incise in disco) intitolato «Carbognano». Carbognano è un paese del Viterbese, e proprio a Carbognano io avevo registrato questo componimento, opera di un poeta popolare locale di nome Giuseppe Paoleschi, un paio d’anni prima. Come erano arrivate queste ottave, dalla piana di Carbognano fino a Polino, in cima ai monti della Valnerina? Semplice: i pastori umbri, come Pompilio Pileri, andavano a fare la transumanza da quelle parti, e ne ritornavano riportando a casa le pecore e portandosi dietro le canzoni. Ecco, intanto, da dove veniva il primo verso dello stornello – «fra le pecore e li cani» dorme il pastore transumante, che trascorre le notti all’aperto in mezzo al gregge.
Dentro allo stornello dunque c’era anche la memoria di un altro modo di produzione, quello pastorale, accanto alla memoria del bracciantato («li signori») e della fabbrica («li padroni»). E infatti a Carbognano (ma poi lo ricordò anche Pompilio Pileri) lo stornello era ancora diverso: «Io dormo fra le pecore e li cani \ pe’ fa’ magna’ l’agnelli a li romani». La versione pastorale originaria, dunque, aggiunge tutta un’altra fetta di storia sociale: l’opposizione fra città e campagna, che solo indirettamente (gli agnelli se li mangiano i romani che se li possono permettere) implica una tensione di classe...."
(Alessandro Portelli, “I giorni cantati”)
Dentro allo stornello dunque c’era anche la memoria di un altro modo di produzione, quello pastorale, accanto alla memoria del bracciantato («li signori») e della fabbrica («li padroni»). E infatti a Carbognano (ma poi lo ricordò anche Pompilio Pileri) lo stornello era ancora diverso: «Io dormo fra le pecore e li cani \ pe’ fa’ magna’ l’agnelli a li romani». La versione pastorale originaria, dunque, aggiunge tutta un’altra fetta di storia sociale: l’opposizione fra città e campagna, che solo indirettamente (gli agnelli se li mangiano i romani che se li possono permettere) implica una tensione di classe...."
(Alessandro Portelli, “I giorni cantati”)
Dead End - 27/7/2012 - 09:49
Salve, sono l'autore e del post del blog, e (caricatore) dei video di YouTube con gli audio del disco "La Valnerina Ternana", tratto da registrazioni effettuate da Valentino Paparelli e Sandro Portelli in Valnerina nei primi anni '70. All'epoca sì, avevo provato a sbobinare alla meglio, da una copia di non grande qualità del disco, le tracce E prima di canta' chiedo permesso, La Valnerina è il centro della lotta e E io dormo tra le pecore e li cani, unendole tra di loro.
Questi sono i testi precisi, tratti dal libretto del disco originale, che ho ritrovato scansionato a questo indirizzo, nonché dalla riedizione del disco, avvenuta nel 2011.
Questi i link aggiornati delle varie canzoni, con dati aggiuntivi aggiornati.
(vedere nella sezione video)
il libretto del disco "La Valnerina ternana" scansionato.
Questi sono i testi precisi, tratti dal libretto del disco originale, che ho ritrovato scansionato a questo indirizzo, nonché dalla riedizione del disco, avvenuta nel 2011.
Questi i link aggiornati delle varie canzoni, con dati aggiuntivi aggiornati.
(vedere nella sezione video)
il libretto del disco "La Valnerina ternana" scansionato.
nicola_ds (Nicola Zingarelli) - 30/1/2013 - 12:47
Grazie Nicola, abbiamo aggiustato il testo (e i titoli) e inserito i nuovi video.
CCG Staff - 30/1/2013 - 13:15
×
Dall’album “La Valnerina ternana”, Dischi del Sole, 1976. Poi anche in “L’Umbria cantata” (Squilibri, 2009)
Testo trovato qua e là, precisamente qui, qui e qui e aggiustato un po’ alla brutto Dio poi corretto da Nicola.
Probabilmente sono diversi, almeno due, i canti associati in questo testo, il primo, il più antico, è uno stornello che ha origine tra i pastori transumanti dell’appennino umbro, in seguito modificato dagli operai delle acciaierie di Terni; il secondo – corrispondente alle ultime cinque strofe – risale alla Resistenza partigiana e forse era una delle canzoni della Brigata Garibaldina “Antonio Gramsci”, che operò dal settembre del 1943 al giugno del 1944 tra la Valnerina, la zona di Cascia in Umbria, e quella di Leonessa e Poggio Bustone nel Lazio.
“…Fra le canzoni che mi cantarono Dante Bartolini e gli altri compagni della Valnerina all’inizio degli anni Settanta, c’era uno stornello che diceva: «Io dormo fra le pecore e li cani \ pe’ fa’ magna’ l’agnelli a li padroni». Bartolini e l’altro grande cantore Amerigo Matteucci erano operai (rispettivamente, metallurgico ed edile). Ma insieme con loro suonava l’organetto Pompilio Pileri, un personaggio più anziano, che per tutta la vita aveva fatto il pastore. Pileri aveva un’altra versione dello stornello: «Io dormo fra le pecore e il cani \ pe’ fa’ magna’ l’agnelli a li signori».
Ora, c’è mezza storia delle classi popolari italiane, in quel passaggio da «signori» a «padroni»: l’arrivo calato dall’alto della grande fabbrica siderurgica in un territorio essenzialmente rurale come era a fine Ottocento l’Umbria del Sud; quindi la trasformazione di contadini e pastori in operai; la memoria dei rapporti feudali (nelle fiabe e nelle storie orali di quei posti spicca una mitica figura di signorotto) che non spariscono di colpo solo perché è arrivata la fabbrica. Perciò lo stornello ha due dimensioni: la sostituzione e l’intertestualità.
La sostituzione di una parola invece di un’altra (padroni al posto di signori) accompagna la storia; l’intertestualità – la relazione fra le due varianti, entrambe contemporaneamente presenti alla memoria e ancora cantate – la storia la contiene….” (Alessandro Portelli, “I giorni cantati”)
“…C'è un esempio che faccio spesso, perché è assai chiaro, anche se ha a che fare prevalentemente con la materia testuale. C'è uno stornello che nasce nella campagna romana "Io dormo fra le pecore e li cani per fa' magna' l'agnello alli romani" ed esprime proprio il conflitto campagna/città. I pastori transumanti dell'appennino umbro lo riportano indietro e lo trasformano: "Io dormo fra le pecore e li cani per fa' magna' l'agnello alli signori", che esprime invece un conflitto già di classe; dopodiché, siccome da questa parte della Val Nerina molta popolazione di origine rurale va a lavorare alle acciaierie di Terni, lo stornello diventa:"io dormo fra li pecori e li cani per fa' magna' l'agnello alli padroni". In queste trasformazioni l'antagonista cambia a seconda del contesto storico sociale!...”
(Alessandro Portelli, “La Storia salvata dalle canzoni”)