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Cappuccetto Nero

Ugolino
Lingua: Italiano


Ugolino

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Ma che bella giornata
(Ugolino)
Kapò
(Ugolino)


[1972]
Dall’album d’esordio “Ugolino”



Una cupa favola fantascientifica - con quartetto d’archi in stile “Eleanor Rigby” - dove Cappuccetto è un triste sopravvissuto alla guerra che ha distrutto l’umanità...
Sfido io che Ugolino ebbe scarso successo al di là di Ma che bella giornata e poco altro!
Troppo originale, troppo avanti, troppo amaro, troppo sarcastico... troppo scomodo.
Guarda quella palla
che rotola lassù
C’eran prati verdi
e c’era un mare blu

Sognavano i bambini
come ora sogni tu
C’era tanta gente
che adesso non c’è più

Il Cappuccetto Nero
ascolta quella storia
la nonna gli racconta
la favola del mondo

Rinchiuso in quella tana
scavata sulla Luna
si accorge che alla nonna
il pianto viene giù

La nonna gli racconta
che un dì scoppiò la guerra
e l’odio e l’ignoranza
distrussero la terra

In un cappuccio nero
un bimbo lei trovò
lo tolse alle macerie
e via se lo portò

Nel gran silenzio immenso
si ode spesso un pianto
Un bimbo piange sempre
su ciò che amava tanto

Un giorno aveva l’aria
ma non può respirare
Ripensa ai prati verdi
ma lui non può giuocare

Il Cappuccetto Nero
non ha mai compagnia
La vita nello Spazio
conduce alla follia

Ha sempre avanti agli occhi
un incubo tremendo
Rivive notte e giorno
la fine del suo mondo

Nel freddo dello spazio
si ode un grido umano

“Aaaargh!!!!”

Nel buio della grotta
il tempo si è fermato
A un ramo di pazzia
un bimbo si è impiccato...

inviata da Bartleby - 2/5/2012 - 21:55


Superlativa e Ugolino genio vero.

Alberto Scotti - 6/9/2020 - 03:06




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