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The Colliers March

John Freeth
Lingua: Inglese


Lista delle versioni e commenti


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[1782]
Written by John Freeth
Scritta da John Freeth
Da / From:
The Political Songster or, A Touch on the Times
on various Subjects, and adapted to common Tunes

by John Freeth
Birmingham, Printed by Thomas Pearson for the Author
and sold by all the Booksellers
MDCCXC
Musica: Sull'aria di The Staffordshire Fox-chase
Music: To the tune of The Staffordshire Fox-chase






“La marcia dei minatori del carbone” è un canto ispirato dagli eventi dell’ottobre 1782, quando i lavoratori marciarono su Birmingham esigendo la regolamentazione dei prezzi dei prodotti alimentari. La marcia fu talmente minacciosa che le autorità promisero subito di abbassare i prezzi di malto, farina, burro e formaggio, ben sapendo che il rifiuto avrebbe portato a rivolte per il cibo, incendi e saccheggi. The Gentry Black era il nome dato ai minatori del carbone del bacino della Black Country, nelle West Midlands inglesi.



”Siate fieri, tutti voi amici della libertà impegnati nella sua difesa! I tempi sono di buon auspicio. Non avete lavorato invano. Tremate voi tutti, oppressori del mondo! Fate attenzione voi tutti, sostenitori di governi e gerarchie schiaviste! Restituire all'umanità i suoi diritti, e procedere alla punizioni di quanti li hanno abusati, prima che voi e loro siate distrutti entrambi”. Richard Price, 1789 [Bernart Bartleby, 20/4/2015]


Dalla pagina è stato eliminato il testo, scorrettissimo e incompleto, inserito originariamente: probabilmente una trascrizione “a orecchio” fatta da qualcuno e inserita in rete, con evidenti (ancorché giustificati) problemi di comprensione del difficile inglese settecentesco della canzone scritta da John Freeth. Avendo reperito in rete l'intero “Political Songster” di John Freeth (nella sua 6a edizione pubblicata a Birmingham nel 1790), è stato qui inserito l'autentico testo originale, qui riportato tentando di riprodurre fedelmente anche le sue caratteristiche grafiche dell'epoca. John Freeth fu autore di questo vero e proprio canzoniere politico (il titolo stesso è quanto meno equivocabile possa esistere...) con l'utilizzo di melodie generalmente conosciute: una consuetudine antica che è fiorita fino a tutto il XX secolo, e che ha trovato espressione anche nei Broadsides, le “ballate su volantino” le quali peraltro, non di rado, venivano raccolte in volume. La breve ma esauriente introduzione che Bernart Bartleby aveva scritto per la versione modernizzata della canzone (che è stata comunque mantenuta) è stata spostata nell'introduzione generale; come si può osservare ad un confronto, la versione modernizzata ha una diversa suddivisione in strofe rispetto all'originale (che è in ottave), ed anche qualche verso in meno (quelli iniziali, ad esempio). Un'ultimo appunto sulla parola collier: non può essere separata da coalier, e la cosa sarebbe senz'altro interessata a Gian Piero Testa, che a suo tempo si era addannato sui Coaliers del “suo” Nikos Kavvadias. [RV]


Interpretata (in quartine) dai Broom Bezzums



English Rebel Songs

''English Rebel Songs 1381–1914'' by Chumbawamba.


The Cutty Wren - The Diggers' Song [Levellers and Diggers] - The Colliers March - The Triumph Of General Ludd - Chartists Anthem - Song on the Times - Smashing Of The Van - The World Turned Upside Down [Digger's Song] - Poverty Knock - Idris Strike Song - Hanging On The Old Barbed Wire

Nel 2003 i Chumbawamba hanno ripubblicato l'album aggiungendo alcune canzoni con il titolo ''English Rebel Songs 1381–1984'':

The Bad Squires - Coal Not Dole


The COLLIERS MARCH
Tune - - - The Staffordſhire Fox-chace


BRITONS for news upon tip-toe were got
Longing to hear from OLD GIB – or what not;
The ſummer was over, the ſeaſon unkind,
In harvest a ʃnow how uncommon to find;
The times were oppreſſive, -and well be it known,
Hunger will ſtrongeſt of fences break down;
'Twas then from their cells the black gentry ſtept out,
With bludgeons, determin'd to ſtir up a rout.

The Prince of the party, who revel'd from home,
Was a terrible fellow, and call'd IRISH TOM;
He brandiſh'd his bludgeon with dexterous ſkill,
And cloſe to his elbow was plac'd BARLEY WILL;
Inſtantly follow'd a numerous train,
Chearful as bold Robin Hood's merry men;
Sworn to remedy a capital fault,
And bring down th' exorbitant price of the MALT.

From Dudley to Walʃall they trip it along,
And 'Hampton was truly alarm'd at the throng;
Women and children, wherever they go,
Shouting out, ”O the brave Dudley Boys, O !”
Nailors and ſpinners, the cavalcade join,
The markets to lower their flatt'ring deſign;
Regulation of Conſciences holding in view, - - -
But MALTSTERS with Conʃcience have nothing to do.

Six days out of ſeven poor nailing boys get,
Little elſe at their meals but potatoes to eat;
For bread hard they labour, good things never carve,
And ſwore, 'twere as well to be hang'd as to ſtarve:
Such are the feelings in every land,
Nothing Neceſſity's call can withstand;
And RIOTS are certain to ſadden the year,
When Six-penny Loaves but Three-pounders appear.

inviata da DonQuijote82 + RV - 20/3/2012 - 09:40




Lingua: Inglese

Testo modernizzato, con suddivisione in quartine, trovato su questo sito dedicato al Little Red Songbook, il libretto di canti dell’Industrial Workers of the World (IWW).

THE COLLIER'S MARCH

The summer was over, the season unkind,
In harvest a snow how uncommon to find
The times were oppressive and well be it known
That hunger will strongest of fences break down

‘Twas then from their cells the Black Gentry stepped out
With bludgeons determined to stir up a rout
The prince of the party who reveled from home
Was a terrible fellow and called Irish Tom.

He brandished his bludgeon with dexterous skill
And close to his elbow was placed Barley Will
There instantly followed a numerous train
As cheerful as bold Robin Hood’s Merry Men.

Sworn to remedy a capital fault
And bring down th’exorbitant price of the malt
From Dudley to Wolsol they trippéd along
And Hampshire was truly alarmed at the throng.

Women and children wherever they go,
Shouting out: “Oh, the brave Dudley boys, Oh”
With Nailers and Spinners the cavalcade joined,
The markets to lower their flattering design.

Six days out of seven poor Nailing boys get,
Little else at their meals but potatoes to eat
For bread hard they labour, good things never carve,
And swore ‘twas as well as to hang as to starve

Such are the feelings in every land
Nothing necessity’s call can withstand,
And riots are certain to sadden the year
When six-penny loaves as three pounders appear.

inviata da Bernart Bartleby - 20/4/2015 - 11:36




Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
17-4-2017 00:04

IL CORTEO DEI MINATORI [1]

I Britannici erano ansiosi di avere notizie,
Anelando di sapere che accadesse o meno all'Old Gib; [2]
L'estate era finita, la stagione era brutta,
Nevicava in autunno, cosa poco comune;
Tempi d'oppressione, e lo si sappia bene,
La fame vuole abbattere la più forte delle barriere;
Fu allora che i neri minatori uscirono dalle loro fosse, [3]
Coi randelli in mano, decisi a agitar sommossa.

Il capo della masnada, che si ribellò da casa, [4]
Era un tipo terribile, chiamato Tom l'Irlandese;
Brandiva il suo randello con destra maestria,
E presso al suo fianco stava Will il Briaco: [5]
Immediatamente tanti si misero a seguirli,
Felici come gli allegri compari dell'ardito Robin Hood; [6]
Avevano giurato di rimediare a uno sbaglio capitale,
E di far diminuire l'esorbitante prezzo del malto.

Da Dudley a Walsall fanno scorribande,
E Hampton era davvero allarmata dalla folla;
Donne e bambini, ovunque andassero,
Urlavano, “Oh, i bravi ragazzi di Dudley, oh!”
Fabbricanti di chiodi e filatori si uniscono al corteo
Per abbassare i prezzi di mercato, il loro attraente intento;
Avevan l'idea di dare una regolata alle coscienze,
Ma la coscienza non è cosa per i maltatori.

Per sei giorni su sette, ai poveri garzoni delle chioderie
Non vengon date altro che patate da mangiare;
Per il pane lavoran duro, non addentan mai cose buone,
E giuravano fosse uguale morir di fame o essere impiccati:
Questo è quel che si prova in ogni paese,
Niente può resistere al richiamo del bisogno;
E le rivolte certamente renderanno triste quest'anno
In cui i pani da sei pennies sembran solo pagnotte di tre libbre. [7]

[1] Si è rinunciato fin dall'inizio a tradurre “minatori di carbone”; che lo fossero, è noto.

[2] L'Old Gib Pit Coal Mine è un'antica miniera di carbone presso la quale evidentemente lavoravano i minatori in rivolta. E' ancora in attività: si trova nella regione carbonifera dei Manchester and Poynton Coalfields.

[3] Il termine cells ha un'antico significato metaforico di “tombe”, che forse sarebbe stato suggestivo mantenere nella traduzione; ho poi optato per “fosse”, sia perché ricorda bene una tomba, sia perché è preciso e antico termine minerario (descendre à la fosse, così si dice ancora oggi in francese per “scendere in miniera”).

[4] Il verbo revel significa modernamente “fare baldoria”, “gozzovigliare”, persino “darsi a un'orgia”; e anche “divertirsi”, “fare chiasso” e roba del genere. Ma deriva dal latino rebellare , e l'accessione di “ribellarsi”, “tumultuare”, “scendere in rivolta” è attestato perlomeno fino al XIX secolo (e a partire dal XIV). Vi è comunque anche un'accezione di scoppio tremendo di allegria nella rivolta, come si vede dal testo della canzone.

[5] Per uno che viene chiamato “Barley Will” (“Will Orzo”) è quantomeno da ipotizzare una sua predilezione per l'alcool. Non c'è da scordarsi che questa rivolta avviene a causa dell' “esorbitante prezzo del malto”, e a cosa serva generalmente il malto d'orzo si sa bene...

[6] Vedasi quanto sopra. Robin Hood stories are good for fools, dice un vecchio detto inglese, e le (spesso antiche) ballate e storie di Robin Hood non sono mai state tenute in grande considerazione, sebbene amatissime dal popolino. Tant'è che, qui, John Freeth paragona subito l'allegro corteo dei minatori randellatori agli “allegri compari” di Robin Hood. Le ballate e le storie di Robin Hood sono responsabili della diffusione dell'espressione merry men, che è poi passata a indicare gli “scagnozzi”, i “bravi” e quant'altro.

[7] I pani da sei pennies dovevano pesare almeno il doppio di tre libbre. In pratica: pagnottelle da tre libbre costavano quanto sarebbe dovuto costare un filone da un chilo e passa.

17/4/2017 - 00:04




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