Eravamo asola e bottone
eravamo piede e mocassino
lui Ciccio Paolo il poeta ciabattino
io calandra sua unica passione
c’incontrammo un giorno settembre
che lottavo con la tramontana
lui apri per me la sua bottega
e così non ci lasciammo più
Tacco suola giorno dopo giorno
il mio padrone mi addestrava al canto
diligentemente ripetevo
“ Urla il vento soffia la bufera ”
mentre la bottega si affollava
che pareva un covo bolscevico
amici miei venite ad ascoltare
questo è il cinguettio dell’anarchia
Cicce Paule u capone ha perdute u calandrone
kiù non sape ce fe cicce pe cicce pe
Tra una rima e un colpo di martello
passavamo lieti le mattine
lavorava declamando versi
dedicate a gente d’ogni tipo
dritti storti vecchi vanitosi
maschi loschi femmine leggere
e per il curato del paese
recita un rosario di sfottò
Cicce Paule u capone ha perdute u calandrone
kiù non sape ce fe cicce pe cicce pe
Eravamo asola e bottone
eravamo piede e mocassino
la mattina che rimasi muta
vide scomparire l’utopia
vide ammutolire la speranza
tramontare il sol dell’avvenir
e per darmi l’ultimo saluto
pianse la sua ultima poesia
eravamo piede e mocassino
lui Ciccio Paolo il poeta ciabattino
io calandra sua unica passione
c’incontrammo un giorno settembre
che lottavo con la tramontana
lui apri per me la sua bottega
e così non ci lasciammo più
Tacco suola giorno dopo giorno
il mio padrone mi addestrava al canto
diligentemente ripetevo
“ Urla il vento soffia la bufera ”
mentre la bottega si affollava
che pareva un covo bolscevico
amici miei venite ad ascoltare
questo è il cinguettio dell’anarchia
Cicce Paule u capone ha perdute u calandrone
kiù non sape ce fe cicce pe cicce pe
Tra una rima e un colpo di martello
passavamo lieti le mattine
lavorava declamando versi
dedicate a gente d’ogni tipo
dritti storti vecchi vanitosi
maschi loschi femmine leggere
e per il curato del paese
recita un rosario di sfottò
Cicce Paule u capone ha perdute u calandrone
kiù non sape ce fe cicce pe cicce pe
Eravamo asola e bottone
eravamo piede e mocassino
la mattina che rimasi muta
vide scomparire l’utopia
vide ammutolire la speranza
tramontare il sol dell’avvenir
e per darmi l’ultimo saluto
pianse la sua ultima poesia
inviata da DoNQuijote82 - 23/2/2012 - 19:00
×
Pérche (44 date in fila per tre col resto di due)
(G. L. Basso, O. Mannarini, V. Curci / O. Mannarini, F. Losito)
Certo fu un uomo intelligente (ecco perchè "u capone"), e fu pure un onesto socialista, socialista come lo si poteva essere allora, vale a dire mezzo anarchico, fortemente libertario, soprattutto anticlericale.
A tutt'oggi lo si ricorda per le sue straordinarie capacità di improvvisatore.
Una sera, la guardia municipale Ciccille Nùsce adocchiò a Largo Garibaldi una figura maschile nel mentre si avvicinava a un albero con aria circospetta... L'indomani mattina a Ciccepàvele veniva recapitato un verbale di contravvenzione, egli non fece altro che rivoltare il foglio accusatore, scriverci sopra qualcosa e rispedire al Municipio. Ecco il messaggio: "Uè ciccille Nùsce, tu u tine nànze e n'o canùsce ci minz'a ville pisce. Anze minz'a folle a pigghjète cazze che Cazzolle?!" (trad. Caro Ciccille Nusce, tu ce l'hai davanti e non conosci chi piscia in mezzo alla piazza, anzi in mezzo alla folla hai scambiato un cazzo per Cazzolla?!)
E la cartolina che mandò dal manicomio di Nocera Inferiore dove venne rinchiuso per qualche tempo? "Ero di Noci or son di Nocera; non ero pazzo, or lo son davvero. Vi saluto e sono Ciccepàvule u capone".
Si dice che Ciccepavule educasse al canto una calandra. Un bel giorno però: "Ciccepavele u capone ò perdute u calandrone, n'a sèpe com' ò fè Ciccepe Ciccepe!" (trad. Cuccio Paolo il testone ha perduto il calandrone, più non sa cosa fare, ciccepe ciccepe).
Qui, se permettete, devo dire che siamo di fronte ad una delle sue trovate più geniali. Si tratta di quel "ciccepe, ciccepe!"... una cosi abile congiunzione del lamento di autocommiserazione alla vera e propria onomatopea...
"Pò se ne sci che tutt' u' calandròne!" (trad. poi se ne andò con il calandrone)
Giugno 1978 - Vittorino Curci
testo e introduzione da folkabbestia.com