Prepare o seu coração
Prás coisas
Que eu vou contar
Eu venho lá do sertão
Eu venho lá do sertão
Eu venho lá do sertão
E posso não lhe agradar...
Aprendi a dizer não
Ver a morte sem chorar
E a morte, o destino, tudo
A morte e o destino, tudo
Estava fora do lugar
Eu vivo prá consertar...
Na boiada já fui boi
Mas um dia me montei
Não por um motivo meu
Ou de quem comigo houvesse
Que qualquer querer tivesse
Porém por necessidade
Do dono de uma boiada
Cujo vaqueiro morreu...
Boiadeiro muito tempo
Laço firme e braço forte
Muito gado, muita gente
Pela vida segurei
Seguia como num sonho
E boiadeiro era um rei...
Mas o mundo foi rodando
Nas patas do meu cavalo
E nos sonhos
Que fui sonhando
As visões se clareando
As visões se clareando
Até que um dia acordei...
Então não pude seguir
Valente em lugar tenente
E dono de gado e gente
Porque gado a gente marca
Tange, ferra, engorda e mata
Mas com gente é diferente...
Se você não concordar
Não posso me desculpar
Não canto prá enganar
Vou pegar minha viola
Vou deixar você de lado
Vou cantar noutro lugar
Na boiada já fui boi
Boiadeiro já fui rei
Não por mim nem por ninguém
Que junto comigo houvesse
Que quisesse ou que pudesse
Por qualquer coisa de seu
Por qualquer coisa de seu
Querer ir mais longe
Do que eu...
Mas o mundo foi rodando
Nas patas do meu cavalo
E já que um dia montei
Agora sou cavaleiro
Laço firme e braço forte
Num reino que não tem rei
Prás coisas
Que eu vou contar
Eu venho lá do sertão
Eu venho lá do sertão
Eu venho lá do sertão
E posso não lhe agradar...
Aprendi a dizer não
Ver a morte sem chorar
E a morte, o destino, tudo
A morte e o destino, tudo
Estava fora do lugar
Eu vivo prá consertar...
Na boiada já fui boi
Mas um dia me montei
Não por um motivo meu
Ou de quem comigo houvesse
Que qualquer querer tivesse
Porém por necessidade
Do dono de uma boiada
Cujo vaqueiro morreu...
Boiadeiro muito tempo
Laço firme e braço forte
Muito gado, muita gente
Pela vida segurei
Seguia como num sonho
E boiadeiro era um rei...
Mas o mundo foi rodando
Nas patas do meu cavalo
E nos sonhos
Que fui sonhando
As visões se clareando
As visões se clareando
Até que um dia acordei...
Então não pude seguir
Valente em lugar tenente
E dono de gado e gente
Porque gado a gente marca
Tange, ferra, engorda e mata
Mas com gente é diferente...
Se você não concordar
Não posso me desculpar
Não canto prá enganar
Vou pegar minha viola
Vou deixar você de lado
Vou cantar noutro lugar
Na boiada já fui boi
Boiadeiro já fui rei
Não por mim nem por ninguém
Que junto comigo houvesse
Que quisesse ou que pudesse
Por qualquer coisa de seu
Por qualquer coisa de seu
Querer ir mais longe
Do que eu...
Mas o mundo foi rodando
Nas patas do meu cavalo
E já que um dia montei
Agora sou cavaleiro
Laço firme e braço forte
Num reino que não tem rei
inviata da Bartleby - 14/2/2012 - 09:06
Lingua: Italiano
Traduzione italiana Meri Lao da “Basta: storia rivoluzionaria dell'America Latina attraverso la canzone”.
DI GRAN CARRIERA
Prepara il tuo cuore
alle cose
che racconterò.
Vengo dal sertào
e posso non piacerti.
Imparai a dire no,
a veder la morte senza piangere
e la morte, il destino, ogni cosa
era fuori luogo.
Io vivo per conciliare tutto.
Nella mandria ero un bue
ma un giorno montai a cavallo,
non per merito personale
né per l'appoggio di qualcuno
chissà per quale suo scopo,
ma per necessità
del padrone di una mandria
cui era morto il vaccaro
Mandriano per molto tempo,
braccio fermo, laccio forte,
tanto bestiame e tanta gente
tenevo per le briglie.
Continuavo a credere
che il mandriano era un re
Ma il mondo girava
fra le zampe del mio cavallo
e i sogni che facevo
e chiariva le mie visioni
finché un giorno mi svegliai….
Allora non ho potuto continuare a fare
il bravo luogotenente del padrone
di bestiame e di gente,
perché il bestiame si marchia,
si acchiappa, si ferra, si ingrassa e si uccide
ma con la gente e tutta un’altra cosa…
Se non sei d’accordo
non devo chiederti scusa
io non canto per ingannare.
Prendo la mia chitarra,
ti lascio in disparte,
vado a cantare altrove.
Nella mandria ero un bue
da mandriano ero un re,
non per me né per nessuno
che mi appoggiasse,
o che volesse o potesse
per un suo qualche scopo
che supera il mio
Ma il mondo girava
fra le zampe del mio cavallo
e dato che un giorno montai a cavallo
adesso sono un cavaliere,
braccio fermo, laccio forte,
di un regno senza re
Prepara il tuo cuore
alle cose
che racconterò.
Vengo dal sertào
e posso non piacerti.
Imparai a dire no,
a veder la morte senza piangere
e la morte, il destino, ogni cosa
era fuori luogo.
Io vivo per conciliare tutto.
Nella mandria ero un bue
ma un giorno montai a cavallo,
non per merito personale
né per l'appoggio di qualcuno
chissà per quale suo scopo,
ma per necessità
del padrone di una mandria
cui era morto il vaccaro
Mandriano per molto tempo,
braccio fermo, laccio forte,
tanto bestiame e tanta gente
tenevo per le briglie.
Continuavo a credere
che il mandriano era un re
Ma il mondo girava
fra le zampe del mio cavallo
e i sogni che facevo
e chiariva le mie visioni
finché un giorno mi svegliai….
Allora non ho potuto continuare a fare
il bravo luogotenente del padrone
di bestiame e di gente,
perché il bestiame si marchia,
si acchiappa, si ferra, si ingrassa e si uccide
ma con la gente e tutta un’altra cosa…
Se non sei d’accordo
non devo chiederti scusa
io non canto per ingannare.
Prendo la mia chitarra,
ti lascio in disparte,
vado a cantare altrove.
Nella mandria ero un bue
da mandriano ero un re,
non per me né per nessuno
che mi appoggiasse,
o che volesse o potesse
per un suo qualche scopo
che supera il mio
Ma il mondo girava
fra le zampe del mio cavallo
e dato che un giorno montai a cavallo
adesso sono un cavaliere,
braccio fermo, laccio forte,
di un regno senza re
inviata da Bernart - 9/5/2013 - 14:42
Lingua: Italiano
Bellissima versione di Ornella Vanoni contenuta in "Un gioco senza età" del 1972. L'autore del testo è Giorgio Calabrese.
TEMPI DURI
Imparare a dire no
Crea delle difficoltà
Specie oggi quando è normale
L'arrampicata sociale
Che tu sai bene quanto me
È figlia dei signorsì
Per la gente come noi
Tempi duri, caro te
Ti arrabatti come puoi
In un sistema sbagliato
Cavaliere di avventura
Senza armi né bandiera
In cerca del mondo nuovo
Che non raggiungerai mai
Meno fiumi di parole
Meno morti sui giornali
Meno sesso in ogni dove
Tranne dove dici tu
E dove è giusto che sia
Se no io non gioco più
Meno gente che comanda
Che esige, vuole e pretende
Siamo tutti figli di Dio
Niente "badi a come parla
Lei non sa chi sono io
E un po’ più di serietà"
Per la gente come noi
Tempi duri, caro te
Ti arrabatti come puoi
In un sistema sbagliato
Cavaliere di avventura
Senza armi né bandiera
Sulla via del mondo nuovo
Che non raggiungerai mai
Nessuna pubblicità
Su ogni amore che è nato
L’amore è un fatto privato
Da non esser sbandierato
Ai lettori incuriositi
Come corpo di reato
Non parlar di verità
E nemmeno di libertà
Giusto per la rima in a
Ogni termine abusato
È svilito e diminuito
Ed in niente se ne va
Per la gente come noi
Tempi duri, caro te
Ti arrabatti come puoi
In un sistema sbagliato
Cavaliere di avventura
Senza armi né bandiera
Sulla via del mondo nuovo
Che non raggiungerai mai
Imparare a dire no
Crea delle difficoltà
Specie oggi quando è normale
L'arrampicata sociale
Che tu sai bene quanto me
È figlia dei signorsì
Per la gente come noi
Tempi duri, caro te
Ti arrabatti come puoi
In un sistema sbagliato
Cavaliere di avventura
Senza armi né bandiera
In cerca del mondo nuovo
Che non raggiungerai mai
Meno fiumi di parole
Meno morti sui giornali
Meno sesso in ogni dove
Tranne dove dici tu
E dove è giusto che sia
Se no io non gioco più
Meno gente che comanda
Che esige, vuole e pretende
Siamo tutti figli di Dio
Niente "badi a come parla
Lei non sa chi sono io
E un po’ più di serietà"
Per la gente come noi
Tempi duri, caro te
Ti arrabatti come puoi
In un sistema sbagliato
Cavaliere di avventura
Senza armi né bandiera
Sulla via del mondo nuovo
Che non raggiungerai mai
Nessuna pubblicità
Su ogni amore che è nato
L’amore è un fatto privato
Da non esser sbandierato
Ai lettori incuriositi
Come corpo di reato
Non parlar di verità
E nemmeno di libertà
Giusto per la rima in a
Ogni termine abusato
È svilito e diminuito
Ed in niente se ne va
Per la gente come noi
Tempi duri, caro te
Ti arrabatti come puoi
In un sistema sbagliato
Cavaliere di avventura
Senza armi né bandiera
Sulla via del mondo nuovo
Che non raggiungerai mai
inviata da Alberto Scotti - 7/10/2020 - 15:10
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Parole di Geraldo Vandré
Musica di Theo de Barros
Due anni prima di Pra não dizer que não falei das flores, la canzone che gli valse la censura da parte della dittatura e lo costrinse quindi all’esilio, Geraldo Vandré vinse il Festival de Música Popular Brasileira con questa canzone, interpretata da Jair Rodrigues, nella quale il sistema repressivo della dittatura militare e della classe dominante era descritto metaforicamente come il duro trattamento riservato dai mandriani al bestiame. “Mas com gente é diferente” che col bestiame, secondo Vandré, perché la gente stava maturando giorno dopo giorno una nuova consapevolezza politica ed il risveglio della “mandria” sarebbe stato inevitabile, fino al giorno in cui il Brasile sarebbe giunto alla liberazione, a “num reino que não tem rei”…
In realtà “Disparada” si sarebbe classificata al secondo posto ma Chico Buarque de Hollanda, che aveva vinto con il brano “A banda”, chiese ed ottenne che le due canzoni fossero proclamate vincitrici a pari merito.