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Ma France

Jean Ferrat
Lingua: Francese


Jean Ferrat

Lista delle versioni e commenti


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La Guerre de Cent mille ans
(Marco Valdo M.I.)
Au printemps de quoi rêvais-tu?‎
(Jean Ferrat)
Dans la jungle ou dans le zoo
(Jean Ferrat)


‎[1969]‎
Dall’album omonimo, conosciuto anche con il titolo alternativo “Au printemps de quoi rêvais-tu ?”‎
Parole di Jean Ferrat
Musica di Jean Ferrat e Alain Goraguer.‎

Ma France

Canzone d’amore per la Francia che all’epoca fu stracensurata perché chiaramente diretta contro la ‎classe dirigente francese di allora (siamo all’inizio della “restaurazione” operata da Georges ‎Pompidou) e di sempre (il riferimento alla sanguinosa repressione della Comune di Parigi del 1871 ‎diretta da Adolphe Thiers), contro la “grandeur militaire et atomique” contrapposta alle colombe di ‎Picasso, di Éluard e del movimento pacifista contro la centrale nucleare di Marcoule e la base ‎militare nel Larzac, guidato dalla carismatica figura di ‎‎Lanza Del Vasto, ed in genere – per dirla con il ‎nostro Marco Valdo M.I. - contro la “la Guerre de Cent mille ans que les riches mènent ‎contre les pauvres”, in Francia come in ogni altro angolo della Terra…‎
De plaines en forêts, de vallons en collines
Du printemps qui va naître à tes mortes saisons
De ce que j'ai vécu à ce que j'imagine
Je n'en finirai pas d'écrire ta chanson
Ma France

Au grand soleil d'été qui courbe la Provence
Des genêts de Bretagne aux bruyères d'Ardèche
Quelque chose dans l'air a cette transparence
Et ce goût du bonheur qui rend ma lèvre sèche
Ma France

Cet air de liberté au-delà des frontières
Aux peuples étrangers qui donnaient le vertige
Et dont vous usurpez aujourd'hui le prestige
Elle répond toujours du nom de Robespierre
Ma France

Celle du vieil Hugo tenant de son exil
Des enfants de cinq ans travaillant dans les mines
Celle qui construisit de ses mains vos usines
Celle dont Monsieur Thiers a dit: qu'on la fusille
Ma France

Picasso tient le monde au bout de sa palette
Des lèvres d'Éluard s'envolent des colombes
Ils n'en finissent pas tes artistes-prophètes
De dire qu'il est temps que le malheur succombe
Ma France

Leurs voix se multiplient à n'en plus faire qu'une
Celle qui paie toujours vos crimes, vos erreurs
En remplissant l'histoire et ses fosses communes
Que je chante à jamais celle des travailleurs
Ma France

Celle qui ne possède en or que ses nuits blanches
Pour la lutte obstiné de ce temps quotidien
Du journal que l'on vend le matin d'un dimanche
A l'affiche qu'on colle au mur du lendemain
Ma France

Qu'elle monte des mines, descende des collines
Celle qui chante en moi, la belle, la rebelle
Elle tient l'avenir inséré dans ses mains fines
Celle de trente-six à soixante-huit chandelles
Ma France

inviata da Bartleby - 26/1/2012 - 13:28



Lingua: Italiano

Versione italiana di Brigitte Lovichi
LA MIA FRANCIA

Dalle pianure alle foreste, dalle valli alle colline
Dalla Primavera che nascerà alle morte stagioni
Da cio' che ho vissuto a quello che immagino
Non smetterò mai di scrivere la tua canzone.
Francia mia

Nel grande sole d'estate che avvolge la Provenza
Dalle ginestre della Bretagne all'erica dell'Ardèche
Qualcosa nell'aria ha quella trasparenza
E quel sapore di felicità che secca le mie labbra
Francia mia

Quest'aria di libertà che va oltre i confini
I popoli stranieri ha fatto sognare
Voi oggi ne usurpate il prestigio
Ma sempre risponde al nome di Robespierre
Francia mia

Quella del vecchio Hugo che tuonava dal suo esilio
Bambini di cinque anni che lavoravano nelle miniere
Colei che ha costruito le vostre fabbriche con le sue mani
Colei di cui il signor Thiers ha detto che è sia fucilata.
Questa la mia Francia

Picasso tiene il mondo sulla sua tavolozza
Dalle labbra di Éluard volano le colombe
Non smettono i tuoi artisti profeti
Di ripetere che è tempo che muoia l’infelicità
Questa la mia Francia

Le loro voci si moltiplicano fino a farne una sola
Colei che paga sempre per i vostri crimini, i vostri errori
Riempiendo la Storia e le sue fosse comuni
Possa io cantare per sempre quella dei lavoratori
Questa la mia Francia

Colei che di oro possiede solo quello delle sue notti insonni
Per la lotta ostinata di ogni giorno
Dal giornale che si vende la domenica mattina.
Al manifesto che si attacca sul muro dell'indomani
Questa la mia Francia

Che salga dalle miniere, scenda dalle colline
Colei che canta in me, la bella, la ribelle
Stringe stretto nelle sue mani il nostro futuro
Colei dalle trentasei alle sessantotto candele
La mia Francia

inviata da Brigitte Lovichi - 20/1/2020 - 00:09


la canzone perfetta per oggi
bravi

Paolo Rizzi - 8/7/2024 - 10:36




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