Il fascista reprime e il borghese amministra,
Poi dice che uno si butta a sinistra.
Il figlio del borghese
Riempie le piazze del paese,
Ingrato contestatore
D’un benessere palese.
Da Passannante a Pinelli
Le vite degli anarchici hanno epiloghi un po’ strani
Se pensiamo a Sacco, a Vanzetti o a Carlo Giuliani.
E la lotta si fa più radicale
Una volta passato il ’68
C’è chi entra nella P2
E chi esce con le P38.
Qualcuno combatte con le idee e con la voce,
Radio Aut in sicilia e a Bologna Radio Alice.
Poi dice che uno si butta a sinistra.
Il figlio del borghese
Riempie le piazze del paese,
Ingrato contestatore
D’un benessere palese.
Da Passannante a Pinelli
Le vite degli anarchici hanno epiloghi un po’ strani
Se pensiamo a Sacco, a Vanzetti o a Carlo Giuliani.
E la lotta si fa più radicale
Una volta passato il ’68
C’è chi entra nella P2
E chi esce con le P38.
Qualcuno combatte con le idee e con la voce,
Radio Aut in sicilia e a Bologna Radio Alice.
inviata da DonQuijote82 - 28/12/2011 - 16:39
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Poi dice che U.N.O. si butta a sinistra
Poi dice che U.N.O. si butta a sinistra (ovvero il declino del capitalismo reale) è un disco marxista, ma in un duplice senso: risente delle teorie del filosofo tedesco, ma anche dell’ironia dei fratelli Marx; l’ironia è fondamentale quando si vuole trattare certi temi in una sede poco adeguata come la canzone. Non è un disco politico, nel senso che non prende alcuna posizione politica, anche perché la politica ha smesso già da un pezzo di dare risposte agli interrogativi che il mondo attuale pone all’uomo. «Poi dice che uno si butta a sinistra» è una battuta che il grande Antonio De Curtis in “Totò e i re di Roma” ripete molte volte. Una battuta per gente battuta. Buttarsi a sinistra significa qui, per noi, riconoscersi in tutte quelle realtà storiche (uomini, movimenti o partiti) che hanno lottato affinché la “ragione” dei pochi non prevalesse sui diritti dei tanti. È un disco nel quale a parlare, da posti e tempi diversi, sono gli sconfitti: Geronimo che torna a riprendersi il suo teschio, uno degli 81 passeggeri che persero la vita sul cielo di Ustica, un reduce degli anni di piombo, un noto dottore argentino che, diventato soldato, dimostrò al mondo come non si debba sempre chinare la testa davanti ai potenti e poi un contadino boliviano che ha lottato nella “prima guerra dell’acqua” a Cochabamba. Al centro di ogni discorso però c’è sempre il punto di vista degli emarginati: di chi nelle storia non rientra, in quanto irriducibilmente diverso; il punto di vista dei popoli che abitano le “Repubbliche senza storia”, come direbbe Rimbaud. La storia è protagonista anche nella suite finale. La storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi, che viene riletta – per quanto sia possibile farlo nello spazio sintetico di un disco – dal punto di vista di queste sensibilità emarginate.
Prefazione
Ma(t)rx
Silenzio
Teschi e ossa
Geronimo
Il dottor Ernesto
Cochabamba (la prima guerra dell'acqua)
Gli anni di pongo
Verità elastica
CCCP (Cresci Consuma Crepa Porco)
Sentieri di versi
(Piccola storia d'Italia dal dopoguerra a oggi: racconti e ricordi)
Sentieri di versi (pt. 1): La guerra è finita (?)
Sentieri di versi (pt. 2): 10Q
Sentieri di versi (pt. 3): Il boom
Sentieri di versi (pt. 4): La contestazione
Sentieri di versi (pt. 5): Una mattina di Novembre
Sentieri di versi (pt. 6): M.o.n.d.o. Bazar
parte 7: Il potere si rinnova
Sentieri di versi (pt. 8): Come gli uccelli nel cielo
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