Devant le casernement, il y a un petit café
Tous les gars du régiment viennent s'y réconforter
Mais ce qui fait rêver le bidasse au comptoir du bistrot
Devant un verre de Vittel-casse ou un canon de bordeaux
C'est le cul le cul le cul le cul de la patronne
Un cul solide et bien charnu
On peut vraiment s'asseoir dessus
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
C'est le plus beau de la garnison
C'est la joie du troufion
Pour le voir, tous les soldats – chaque jour – font la queue
Depuis la grosse Bertha, on n'a jamais fait mieux
Pourtant , les hommes n'osent pas toucher un aussi beau morceau
C'est comme un vase dans un musée, on tourne autour du pot
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Un cul solide et bien charnu
Tout le monde voudrait s'asseoir dessus
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Il ne lui manque que deux étoiles
Pour être général
Mais un cul aussi parfait
C'est la cathédrale de Strasbourg
Ça inspire le respect
Plutôt qu'un grand amour
Bien sûr, un pareil engin donne envie de consommer
Celui qui l'aura dans ses mains sera sûrement pas volé
Mais si devant cette chapelle, on vient en procession
Jamais n'est entré un fidèle pour faire ses dévotions
Il est bien trop beau le cul le cul de la patronne
Elle peut tout de même pas changer de fesses
Ça ferait du tort à son commerce
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Pour faire marcher tous les poilus, rien ne vaut un beau cul
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Un cul pareil à Waterloo
Et les Anglais l'avaient dans le dos
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Si on l'avait comme drapeau
On serait tous des héros !!
Taratatatata !!!
Tous les gars du régiment viennent s'y réconforter
Mais ce qui fait rêver le bidasse au comptoir du bistrot
Devant un verre de Vittel-casse ou un canon de bordeaux
C'est le cul le cul le cul le cul de la patronne
Un cul solide et bien charnu
On peut vraiment s'asseoir dessus
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
C'est le plus beau de la garnison
C'est la joie du troufion
Pour le voir, tous les soldats – chaque jour – font la queue
Depuis la grosse Bertha, on n'a jamais fait mieux
Pourtant , les hommes n'osent pas toucher un aussi beau morceau
C'est comme un vase dans un musée, on tourne autour du pot
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Un cul solide et bien charnu
Tout le monde voudrait s'asseoir dessus
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Il ne lui manque que deux étoiles
Pour être général
Mais un cul aussi parfait
C'est la cathédrale de Strasbourg
Ça inspire le respect
Plutôt qu'un grand amour
Bien sûr, un pareil engin donne envie de consommer
Celui qui l'aura dans ses mains sera sûrement pas volé
Mais si devant cette chapelle, on vient en procession
Jamais n'est entré un fidèle pour faire ses dévotions
Il est bien trop beau le cul le cul de la patronne
Elle peut tout de même pas changer de fesses
Ça ferait du tort à son commerce
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Pour faire marcher tous les poilus, rien ne vaut un beau cul
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Un cul pareil à Waterloo
Et les Anglais l'avaient dans le dos
Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Si on l'avait comme drapeau
On serait tous des héros !!
Taratatatata !!!
inviata da Marco Valdo M.I. - 25/12/2011 - 13:25
Lingua: Italiano
Versione italiana di Riccardo Venturi
26 dicembre 2011
26 dicembre 2011
Beh...ecco una canzone che...si direbbe una canzonaccia da caserma...evidentemente, deve avere a che fare qualcosa con la guerra...
Non ti sbagli per nulla, mio buon Luciano, amico mio asino dagli occhi neri come la bocca d'un pezzo da settantacinque. Ci sono mille modi di trattare la guerra...a cominciare dal disprezzo ma, subito dopo, io ci metto l'humour e l'ironia. Cioè esattamente l'intento di questa canzone...che parla al contempo della realtà militare e della miseria morale della vita del soldato. E, poi, mi permette di far entrare Ricet Barrier nelle CCG.
Beh, d'accordo, ma a parte 'sta storia del culo (*), che ha di così degno d'essere conosciuto, questa canzone...?
In primis, il testo è una piccola meraviglia....un brano di poesia quotidiana che non sarebbe dispiaciuto a un Prévert, a un Brecht, a un Majakovskij...per esempio, se mai un amico italiano, anch'egli poeta, avesse un giorno l'idea di cantarla, in una versione italiana...farebbe certamente ridere il suo pubblico, il che è cosa buona e giusta. In questo modo, si scenderebbe rapidamente assai dalle rodomontate e dalle fanfare ufficiali, e la questione militare sarebbe posta al livello dove sta veramente. La vita militare viene sottoposta -nella sua dimensione diciamo “sentimentale”- a un bagno d'acido ironico...e non ne esce molto gloriosamente. Fino al "Generale" (qui l'allusione a De Gaulle è chiara...), che assume l'aria d'un posteriore. Tutto l'establishment militare e quel pezzo di merda di Wellington vengono fatti rotolare nella presa per il culo. Gloria a Cambronne e alla sua parola che colpisce ben più forte delle pallottole! Gli sarebbe piaciuto, quel pezzo della canzone su Waterloo...e la sua conclusione è magistrale:
« Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Si on l'avait comme drapeau
On serait tous des héros !!
Taratatatata !!! ».
Beh, non è molto serio...dice l'asino Luciano divertendosi come un matto.
Certamente non mancherebbe poi così tanto. Ma che bella bandiera, in ogni caso! In effetti la si canta, questa canzone... qui, per Natale, assieme a tutta la famiglia per accogliere una qualche amica la cui prestanza giustifichi un'amabile accoglienza del genere. Insomma, è l'irruzione della vita reale tra le zampacce della bestia disciplinare.
Su, dice l'asino Luciano ridendo a crepapelle, voglio proprio cantarla mentre sto tessendo il sudario di questo vecchio mondo serio, inacidito, pornografico, protocollare, militarista e malaticcio.
Also sprachen Marco Valdo M.I. e l'asino Luciano.
(*) Da notare che, in francese, “histoire de cul” (e anche “film de cul” e qualsiasi altra cosa “de cul”) significano tout court “barzelletta pornografica” (film porno ecc.)
”Les chansons de salle de garde / ont été toujours de mon goût”; chi ha espresso in versi questa sua predilezione per le canzoni da caserma mentre a sua volta ne stava scrivendo una, e delle migliori, è un tipo di cui ci si può fidare parecchio, Georges Brassens. Scrutare nel vasto repertorio delle canzoni da caserma, in ogni lingua, potrebbe davvero riservare delle sorprese come questa offertaci da Marco Valdo M.I. e dall'asino Luciano; così come, prima o poi, bisognerà fare un'incursione (a costo di ricorrere agli “Extra”, se necessario), nelle “chansons paillardes”, che sono -mi viene da dire- antiche quanto la lingua francese (ed anche italiana). Nel frattempo, pur non essendo certamente un “poeta”, accolgo volentieri l'invito fatto da Marco Valdo e da Luciano, e propongo questa versione italiana un po' adattata alle nostre parti, dove il “Vittel-casse” (il bicchiere di sciroppo di cassis allungato con l'acqua minerale “déclarée d'interêt national”) è sostituito da un'acqua e menta, e la cattedrale di Strasburgo con quella di Santa Maria del Fiore. Insomma, le CCG si passano un bel natale a base del culo della padrona, e la cosa garba parecchio anche al sottoscritto! [RV]
Non ti sbagli per nulla, mio buon Luciano, amico mio asino dagli occhi neri come la bocca d'un pezzo da settantacinque. Ci sono mille modi di trattare la guerra...a cominciare dal disprezzo ma, subito dopo, io ci metto l'humour e l'ironia. Cioè esattamente l'intento di questa canzone...che parla al contempo della realtà militare e della miseria morale della vita del soldato. E, poi, mi permette di far entrare Ricet Barrier nelle CCG.
Beh, d'accordo, ma a parte 'sta storia del culo (*), che ha di così degno d'essere conosciuto, questa canzone...?
In primis, il testo è una piccola meraviglia....un brano di poesia quotidiana che non sarebbe dispiaciuto a un Prévert, a un Brecht, a un Majakovskij...per esempio, se mai un amico italiano, anch'egli poeta, avesse un giorno l'idea di cantarla, in una versione italiana...farebbe certamente ridere il suo pubblico, il che è cosa buona e giusta. In questo modo, si scenderebbe rapidamente assai dalle rodomontate e dalle fanfare ufficiali, e la questione militare sarebbe posta al livello dove sta veramente. La vita militare viene sottoposta -nella sua dimensione diciamo “sentimentale”- a un bagno d'acido ironico...e non ne esce molto gloriosamente. Fino al "Generale" (qui l'allusione a De Gaulle è chiara...), che assume l'aria d'un posteriore. Tutto l'establishment militare e quel pezzo di merda di Wellington vengono fatti rotolare nella presa per il culo. Gloria a Cambronne e alla sua parola che colpisce ben più forte delle pallottole! Gli sarebbe piaciuto, quel pezzo della canzone su Waterloo...e la sua conclusione è magistrale:
« Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Si on l'avait comme drapeau
On serait tous des héros !!
Taratatatata !!! ».
Beh, non è molto serio...dice l'asino Luciano divertendosi come un matto.
Certamente non mancherebbe poi così tanto. Ma che bella bandiera, in ogni caso! In effetti la si canta, questa canzone... qui, per Natale, assieme a tutta la famiglia per accogliere una qualche amica la cui prestanza giustifichi un'amabile accoglienza del genere. Insomma, è l'irruzione della vita reale tra le zampacce della bestia disciplinare.
Su, dice l'asino Luciano ridendo a crepapelle, voglio proprio cantarla mentre sto tessendo il sudario di questo vecchio mondo serio, inacidito, pornografico, protocollare, militarista e malaticcio.
Also sprachen Marco Valdo M.I. e l'asino Luciano.
(*) Da notare che, in francese, “histoire de cul” (e anche “film de cul” e qualsiasi altra cosa “de cul”) significano tout court “barzelletta pornografica” (film porno ecc.)
”Les chansons de salle de garde / ont été toujours de mon goût”; chi ha espresso in versi questa sua predilezione per le canzoni da caserma mentre a sua volta ne stava scrivendo una, e delle migliori, è un tipo di cui ci si può fidare parecchio, Georges Brassens. Scrutare nel vasto repertorio delle canzoni da caserma, in ogni lingua, potrebbe davvero riservare delle sorprese come questa offertaci da Marco Valdo M.I. e dall'asino Luciano; così come, prima o poi, bisognerà fare un'incursione (a costo di ricorrere agli “Extra”, se necessario), nelle “chansons paillardes”, che sono -mi viene da dire- antiche quanto la lingua francese (ed anche italiana). Nel frattempo, pur non essendo certamente un “poeta”, accolgo volentieri l'invito fatto da Marco Valdo e da Luciano, e propongo questa versione italiana un po' adattata alle nostre parti, dove il “Vittel-casse” (il bicchiere di sciroppo di cassis allungato con l'acqua minerale “déclarée d'interêt national”) è sostituito da un'acqua e menta, e la cattedrale di Strasburgo con quella di Santa Maria del Fiore. Insomma, le CCG si passano un bel natale a base del culo della padrona, e la cosa garba parecchio anche al sottoscritto! [RV]
IL CULO DELLA PADRONA
Davanti alla caserma ci sta un bel barrettino,
tutti i marmittoni ci vanno a svagarsi un pochino
ma quel che fa sognare al bancone il bravo soldatino
davanti a un'acqua e menta o a un bicchiere di vino
E' il culo, il culo, il culo, il culo della padrona
un culo bello sodo, un bel vedere
ci si potrebbe mettercisi a sedere
Ma quant'è bello il culo, il culo della padrona
è il più bello della guarnigione,
è la delizia del marmittone
Per vederlo tutti i giorni i soldati fanno uno sfracello
dal tempo della gran Berta nulla di così eccellente
però i ragazzi non osano toccare un pezzo tanto bello,
è come un'anfora al museo, si gira attorno al recipiente
Ma quant'è bello il culo, il culo della padrona,
un culo bello sodo, un bel vedere
tutti vorrebbero mettercisi a sedere
Ma quant'è bello il culo, il culo della padrona
due stelle e da ufficiale
diventa generale
Ma un culo così perfetto
è come Santa Maria del Fiore:
ispira un senso di rispetto
piuttosto che un grande amore
Certo, un arnese simile fa venir voglia di consumare
chi lo prenderà nelle mani non sarà certo da biasimare
ma se in codesto tempio si viene a far processioni
mai ci è entrato un fedele per fare le sue orazioni
E' troppo bello il culo, il culo della padrona,
insomma, le chiappe mica se le può cambiare,
sarebbe un suicidio commerciale
ma quant'è bello il culo, il culo della padrona,
per fare marciar lontano nulla è meglio d'un bel deretano
Ma quant'è bello il culo, il culo della padrona,
se a Caporetto ci s'aveva 'sto culo
i crucchi l'avrebbero preso in culo
ma quant'è bello il culo, il culo della padrona
a avercelo come bandiera
eroi tutti quanti s'era
tattarattarattà!
Davanti alla caserma ci sta un bel barrettino,
tutti i marmittoni ci vanno a svagarsi un pochino
ma quel che fa sognare al bancone il bravo soldatino
davanti a un'acqua e menta o a un bicchiere di vino
E' il culo, il culo, il culo, il culo della padrona
un culo bello sodo, un bel vedere
ci si potrebbe mettercisi a sedere
Ma quant'è bello il culo, il culo della padrona
è il più bello della guarnigione,
è la delizia del marmittone
Per vederlo tutti i giorni i soldati fanno uno sfracello
dal tempo della gran Berta nulla di così eccellente
però i ragazzi non osano toccare un pezzo tanto bello,
è come un'anfora al museo, si gira attorno al recipiente
Ma quant'è bello il culo, il culo della padrona,
un culo bello sodo, un bel vedere
tutti vorrebbero mettercisi a sedere
Ma quant'è bello il culo, il culo della padrona
due stelle e da ufficiale
diventa generale
Ma un culo così perfetto
è come Santa Maria del Fiore:
ispira un senso di rispetto
piuttosto che un grande amore
Certo, un arnese simile fa venir voglia di consumare
chi lo prenderà nelle mani non sarà certo da biasimare
ma se in codesto tempio si viene a far processioni
mai ci è entrato un fedele per fare le sue orazioni
E' troppo bello il culo, il culo della padrona,
insomma, le chiappe mica se le può cambiare,
sarebbe un suicidio commerciale
ma quant'è bello il culo, il culo della padrona,
per fare marciar lontano nulla è meglio d'un bel deretano
Ma quant'è bello il culo, il culo della padrona,
se a Caporetto ci s'aveva 'sto culo
i crucchi l'avrebbero preso in culo
ma quant'è bello il culo, il culo della padrona
a avercelo come bandiera
eroi tutti quanti s'era
tattarattarattà!
IL EST BEAU LE CUL, LE CUL, LE CUL, LE CUL DE LA PATRONNE
UN CUL SOLIDE ET BIEN CHARNU
TOUT LE MONDE VOUDRAIT S'ASSEOIR DESSUS
IL EST BEAU LE CUL, LE CUL, LE CUL, LE CUL, LE CUL DE LA PATROOONNE
C'EST LE PLUS BEAU DE LA GARNISON
C'EST LA JOIE DU TROUFION
UN CUL SOLIDE ET BIEN CHARNU
TOUT LE MONDE VOUDRAIT S'ASSEOIR DESSUS
IL EST BEAU LE CUL, LE CUL, LE CUL, LE CUL, LE CUL DE LA PATROOONNE
C'EST LE PLUS BEAU DE LA GARNISON
C'EST LA JOIE DU TROUFION
VIVA LE CUL - 18/1/2012 - 21:27
Ici, in Belgio, on n'arrête pas de nous casser les noix avec la commémoration de la bataille de Waterloo... Nous proposons donc de diffuser dans tous les reportages, vidéos, commentaires, articles... relatifs à cette grande boucherie chevaline et humaine, ce Cul de la Patronne, immortel et impérissable barrage contre la guerre.
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
Marco Valdo M.I. - 18/6/2015 - 12:55
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Chanson française – Le Cul de la Patronne - Ricet Barrier – 1987
Paroles et musique : Ricet Barrier et Bernard Lelou.
Tu ne te trompes en rien, mon bon Lucien, mon ami l'âne aux yeux noirs comme la bouche d'un soixante-quinze. Il est mille façons de traiter la guerre... à commencer par le mépris, mais immédiatement après, moi, je place l'humour et l'ironie. Ce qui est précisément le propos de cette chanson... En même temps, elle parle de la réalité militaire et de la misère morale de vie du soldat. Et puis, elle me permet de faire entrer Ricet Barrier dans les CCG – Chansons contre la Guerre.
Bon d'accord, mais à part cette histoire de cul, qu'a-t-elle de si fameux cette chanson...
D'abord, le texte est une petite merveille... Un morceau de poésie quotidienne que n'auraient désavoué ni Prévert, ni Brecht, ni Maïakowski... Par exemple, si jamais un ami Italien, poète lui aussi, avait un jour l'idée de la chanter, dans une version italienne... Il ferait certainement rire son public, ce qui est une bonne chose. On descendrait ainsi bien vite des rodomontades et des fanfares officielles et on poserait la question militaire au niveau où elle se pose vraiment. La vie militaire est exposée – dans sa dimension disons « sentimentale » a – à un bain d'acide ironique... et elle ne s'en sort pas très glorieuse. Jusqu'au Général (ici, l'allusion à De Gaulle est évidente) qui prend des allures de postérieur. Tout l'establishment militaire et cet enfoiré de Wellington est roulé dans la rigolade. Gloire à Cambronne et à son mot qui frappe encore plus fort que les boulets ! Il aurait aimé ce passage sur Waterloo... Et sa conclusion est magistrale :
« Il est beau le cul le cul le cul de la patronne
Si on l'avait comme drapeau
On serait tous des héros !!
Taratatatata !!! ».
Ça fait pas très sérieux..., dit l'âne Lucien tout rigolard.
Évidemment, il ne manquerait plus que ça. Mais quel beau drapeau quand même ! Au fait, on la chante, cette chanson... Ici, pour Noël, avec toute la famille pour accueillir certaine amie dont la prestance justifie cette aimable réception. En somme, c'est l'irruption de la vie réelle dans les pattes de la bête disciplinaire.
Allons, dit Lucien l'âne en riant de plus belle, je veux bien la chanter aussi tout en tissant le linceul de ce vieux monde sérieux, pisse-vinaigre, pornographique, protocolaire, militariste et cacochyme.
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane.