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Pastures of Plenty

Woody Guthrie
Lingua: Inglese


Woody Guthrie

Lista delle versioni e commenti


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Immigrati in California, 1936. Foto di Dorothea Lange
Immigrati in California, 1936. Foto di Dorothea Lange



Describing the travails and dignity of migrant workers in North America, it is evocative of the world described in John Steinbeck's The Grapes of Wrath. The tune is based on the ballad "Pretty Polly," a traditional English-language folk song from the British Isles that was also well known in the Appalachian region of North America.

Recorded by Pete Seeger, Harry Belafonte, Bob Dylan, Tom Paxton, Jesse Colin Young, Peter Tevis, Peter, Paul and Mary, Dave Van Ronk, Ramblin' Jack Elliot, Flatt and Scruggs, Will Geer, Kingston Trio, Country Joe McDonald, Odetta, The Alarm, Solas, Alison Krauss & Union Station, Paul Kelly, Lila Downs, Cisco Houston, Karl Denver, Scott H. Biram, The Travellers, Judy Collins, Jefferson Starship


Il pezzo fu arrangiato da Ennio Morricone e cantato da Peter Tevis per il film "Per un pugno di dollari" di Sergio Leone. (Ma Si veda qui questa osservazione di Cristian Veronesi)
It's a mighty hard row that my poor hands have hoed
My poor feet have travelled a hot dusty road
Out of your Dust Bowl and Westward we rolled
And your desert was hot and your mountain was cold

I worked in your orchards of peaches and prunes
I slept on the ground in the light of your moon
On the edge of your city you'll see us and then
We come with the dust and we go with the wind

California, Arizona, I make all your crops
Well it's North up to Oregon to gather your hops
Dig the beets from your ground, cut the grapes from your vine
To set on your table your light sparkling wine

Green pastures of plenty from dry desert ground
From the Grand Coulee Dam where the water runs down
Every state in this Union us migrants have been
We'll work in this fight and we'll fight till we win

Well, it's always we rambled, that river and I
All along your green valley, I'll work till I die
My land I'll defend with my life if it be
Cause my pastures of plenty must always be free

1/9/2011 - 21:45




Lingua: Italiano

Versione italiana
in parte di Alessandro Portelli
PASCOLI D'ABBONDANZA

È un duro solco che le mie mani hanno arato,
i miei poveri piedi hanno percorso una calda strada polverosa
Via dalla terra della polvere ci siamo diretti a ovest
e il vostro deserto era caldo e le vostra montagna era fredda

Ho lavorato nei vostri frutteti di pesche e di prugne
ho dormito nelle vostre valli alla luce della vostra luna
sull'orlo delle vostre città ci vedrete e poi
veniamo con la polvere e andiamo via col vento.

California, Arizona, ho mietuto i vostri raccolti
e al Nord su nell'Oregon ho raccolto il vostro luppolo
sradicato le barbabietole dalla vostra terra, vendemmiato l'uva dalle vostre vigne
per servire sulle vostre tavole il vostro vino leggero e frizzante

Verdi pascoli d'abbondanza da terre secche e deserte
Dalla diga della Grand Coulee dove l'acqua scendeva
In ogni stato di questa Unione siamo stati migranti
Continueremo questa lotta, e lotteremo fino alla vittoria

Abbiamo sempre vagabondato, quel fiume ed io
Lungo la vostra valle verde, lavorerò fino alla morte
La mia terra la difenderò con la vita se sarà destino
Perché i miei pascoli d'abbondanza devono sempre essere liberi

28/3/2013 - 22:45




Lingua: Inglese

Le parole nella versione di Peter Tevis arrangiata da Morricone

PASTURES OF PLENTY

It's a mighty hard row that these poor hands have hoed
My poor feet has traveled the hot dusty road
Out of your dustbowl and westward we rolled
Through deserts so hot and mountains so cold

Well I've wandered all over your green growing land
And wherever your crops are, I'll lend you my hand
On the edge of your cities you'll see me and then
I come with the dust and I'm gone with the wind

California, Arizona, I've worked on your crops
Then northward up to Oregon I gather your hops
I've dug beets from your ground, and I've cut grapes from your vine
To set on your table that light, sparkling wine

It's green pastures of plenty from dry desert ground
From the Grand Coulee Dam where the waters run down
Every state of this Union as migrants have been
We come with the dust and we're gone with the wind

I come with the dust and I'm gone, I'm gone, I'm gone
with the wind, with the wind, with the wind, with the wind

21/6/2015 - 00:14




Lingua: Italiano

La versione italiana del brano di Franco Migliacci cantata da Peter Tevis in Un pugno di Dollari (come si nota, come abitudine all'epoca, la traduzione non c'entra niente con il testo originale)
NOTTE INFINITA

Io canto guardando le onde del mar
io penso all'amore lontano da me
stanotte io cerco ma senza trovar
le tracce di gioia fuggita con te.

Lo grida il vento lo urla il mar
l'amore perduto mai più tornerà
e mille gabbiani volando lassù
ripetono ancora non tornerà più.

La sabbia che vola muovendo il mar
somiglia alle frasi che canto per te
io piango un amor che domani non ha
è questa la notte che mai finirà.

Io canto guardando le onde del mar
io penso all'amore lontano da me
stanotte io cerco ma senza trovar
le tracce di gioia fuggita con te.

Lo grida il vento lo urla il mar
l'amore perduto mai più tornerà
e mille gabbiani volando lassù
ripetono ancora non tornerà più.

La sabbia che vola muovendo il mar
somiglia alle frasi che canto per te
io piango un amor che domani non ha
è questa la notte che mai finirà.

inviata da dq82 - 21/6/2015 - 16:22


Ciao, vi segnalo che questa frase contiene un errore:

'Il pezzo fu arrangiato da Ennio Morricone e cantato da Peter Tevis per il film "Per un pugno di dollari" di Sergio Leone.'

In realtà Morricone arrangiò per la prima volta il pezzo per un 45 giri di Peter Tavis pubblicato nel 1962. La base del brano fu poi utilizzata come base per la musica dei titoli di testa di "Per un pugno di dollari" ma la voce di Peter Tavis fu sostituita dal celebre fischio di Alessandro Alessandroni, che tra l'altro fischia una melodia completamente diversa dal cantato di Peter Tavis.

/Cristian Veronesi/

15/4/2017 - 10:37


Ciao, devo segnalare un altro errore:

"La versione italiana del brano di Franco Migliacci cantata da Peter Tevis in Un pugno di Dollari (come si nota, come abitudine all'epoca, la traduzione non c'entra niente con il testo originale)" "NOTTE INFINITA"

NOTTE INFINITA, oltre a non essere stata cantata da Peter Tevis nel film "Per un pugno di dollari" – come già specificato da Cristian Veronesi nel commento precedente – NON É nemmeno la versione italiana di Pastures of Plenty di Woody Guthrie, ma molto più prosaicamente e commercialmente, non è altro che un'altra canzone inserita come LATO B del 45 giri di Peter Tavis che al LATO A aveva Pastrures of Plenty, di Woody Guthrie, cantata da Tavis in Inglese ed arrangiata da Morricone.

NOTTE INFINITA, la cui musica è diversa da Pastures of Plenty, anche se vagamente somiglia, ha come autori: musica dello stesso Tavis e di un certo Cravero (forse uno pseudonimo, forse dello stesso Moricone che non voleva firmare una "marchetta" col suo nome), parole di Franco Migliacci e orchestrazione di Morricone. Ma non credita Woody Guthrie come autore.

Invece il LATO A Pastures of Plenty, credita Woody Guthrie come autore del testo – mentre la musica, come spesso accade nel folk, è un motivo tradizionale britannico noto nella regione degli Appalachi (Pretty Polly, ma questo l'avete detto) – Peter Tavis come interprete e Morricone per l'arrangiamento e l'orchestrazione.

La cosa andò così: dopo aver composto la colonna sonora, Sergio Leone voleva ancora un brano, molto musicale, per i titoli. Morricone gli fece ascoltare l'arrangiamento che aveva fatto uno o due anni prima per un brano folk americano. Il pezzo in questione è proprio Pastures of Plenty, di Woody Guthrie, composta nel 1941 e successivamente arrangiata da Morricone nel 1962 con l'aggiunta di una linea vocale (un po' diversa da quella originale di Guthrie) cantata da Peter Tavis, un cantante americano che cercava l'America in Italia (come molti altri all'epoca…).
Al primo ascolto del pezzo, il regista rimase affascinato. Leone voleva quell'esatto arrangiamento, con sopra una diversa melodia. La linea vocale doveva essere pertanto eliminata e sostituita da un melodia fischiata. Leone gli disse: "Hai fatto il film. Vattene in spiaggia. Il tuo lavoro è finito. È questo che voglio. Ora devi solo procurarti qualcuno che sappia fischiare".
Quel "qualcuno" fu il direttore di coro Alessandro Alessandroni e il suo modo di fischiare le melodie delle colonne sonore di Morricone divenne mitico negli anni a venire.

Fu così che una sconosciuta cover italiana (anche se cantata in inglese da un cantante americano) di Pastures of Plenty di Woody Guthrie, perse le parole e il canto, sostituito da una diversa melodia fischiata, mantenendo intatto tutto l'arrangiamento di Morricone e diventò la più famosa colonna sonora di western di tutti i tempi.

Roberto Romano - 29/5/2020 - 19:45




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