Ignoranti, senza scuole,
Calpestate dal padron,
Noi eravam la plebe della terra
In risaia come in una prigion.
Ci dicevano questa vita
La dovrete sempre far
I padroni ci son sempre stati
E per sempre ci dovran restar.
Ma un bel giorno abbiam risposto
Siete i servi dei padron
Se lottiamo avremo più giustizia,
Nella pace la gloria del lavor.
Ma i nemici hanno armi
Di menzogna e corruzion
Hanno i giornali il cinema e la radio
Che difendono i profitti dei padron.
Ma ”noi donne” è un gran faro
Che c’illumina il cammin
Per noi donne è arma di progresso
E’ la voce di tutte noi mondin
Calpestate dal padron,
Noi eravam la plebe della terra
In risaia come in una prigion.
Ci dicevano questa vita
La dovrete sempre far
I padroni ci son sempre stati
E per sempre ci dovran restar.
Ma un bel giorno abbiam risposto
Siete i servi dei padron
Se lottiamo avremo più giustizia,
Nella pace la gloria del lavor.
Ma i nemici hanno armi
Di menzogna e corruzion
Hanno i giornali il cinema e la radio
Che difendono i profitti dei padron.
Ma ”noi donne” è un gran faro
Che c’illumina il cammin
Per noi donne è arma di progresso
E’ la voce di tutte noi mondin
inviata da DonQuijote82 - 30/7/2011 - 19:27
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vocidimezzo.it
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Canzone facente parte del repertorio del coro di mondine della Cooperativa dei Cappuccini di Vercelli, che la eseguì nel settembre del 1965 al 1° Folk Festival di Torino, organizzato da Franco Coggiola e Michele Straniero. La registrazione di quell’evento fu poi pubblicata da I Dischi del Sole nel 1966.