brano tradizionale del lavoro in filanda, presente anche ne "Il tempo e oltre Cantando" con i Gang
Oggi è l’ultimo giorno,
O che festa, che allegria!
El padró ce manna via, perchè bozzi non c’è più!
E’ finidi i bozzi boni,
c’è rimasti li doppioni;
Venga avanti ’sti padroni, li volemo saludà .
E’ finidi i bozzi boni,
c’è rimasti quelli tristi;
venga avanti ’sti ministri, li volemo saludà .
E alla giratora poi,
che la gira la filandra,
el padrone je domanda: e la seta come va?
E la seta la va bene,
a ’ste povere sottiere,
a ’ste povere sottiere, no’ le manna mai da ca’.
La provinatora poi,
che ne viene da Milano,
coi provini sulle mano, alle donne fa tremà .
E la piegatora poi,
che li piega li mazzetti,
e li piega stretti stretti, pe’ non falli comparì.
Il padrone a noi ci grida,
troppo tardi je venimo,
con maniere je lo dimo: ce sentimo poco be’!
E non giova medicine,
nostra bocca è tanto amara,
el calor de la caldara ce consuma notte e dì.
O che festa, che allegria!
El padró ce manna via, perchè bozzi non c’è più!
E’ finidi i bozzi boni,
c’è rimasti li doppioni;
Venga avanti ’sti padroni, li volemo saludà .
E’ finidi i bozzi boni,
c’è rimasti quelli tristi;
venga avanti ’sti ministri, li volemo saludà .
E alla giratora poi,
che la gira la filandra,
el padrone je domanda: e la seta come va?
E la seta la va bene,
a ’ste povere sottiere,
a ’ste povere sottiere, no’ le manna mai da ca’.
La provinatora poi,
che ne viene da Milano,
coi provini sulle mano, alle donne fa tremà .
E la piegatora poi,
che li piega li mazzetti,
e li piega stretti stretti, pe’ non falli comparì.
Il padrone a noi ci grida,
troppo tardi je venimo,
con maniere je lo dimo: ce sentimo poco be’!
E non giova medicine,
nostra bocca è tanto amara,
el calor de la caldara ce consuma notte e dì.
inviata da DonQuijote82 - 30/7/2011 - 19:19
GIRATORA: soprintendente, controllava il lavoro di tutte le filandaie.
PROVINATORA: controllava il titolo, cioè la grandezza del filato
GIUNTINA: riannodava il filo che si era spezzato durante l’avvolgimento per formare le matasse.
MAESTRA: seduta, faceva passare attraverso il foro di un piattino detto “porcellana” il filo che si avvolgeva poi nell’ “aspo”.
SOTTIERA: ragazza che lavorava in piedi, estraeva dalle bacinelle bollenti i bozzoli e li passava alla “maestra”.
da questa pagina
PROVINATORA: controllava il titolo, cioè la grandezza del filato
GIUNTINA: riannodava il filo che si era spezzato durante l’avvolgimento per formare le matasse.
MAESTRA: seduta, faceva passare attraverso il foro di un piattino detto “porcellana” il filo che si avvolgeva poi nell’ “aspo”.
SOTTIERA: ragazza che lavorava in piedi, estraeva dalle bacinelle bollenti i bozzoli e li passava alla “maestra”.
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DonQuijote82 - 8/11/2011 - 12:22
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