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Rwanda

Paola Turci
Lingua: Italiano


Paola Turci

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Dall'album "Tra I Fuochi In Mezzo Al Cielo" del 2005.

Paola Turci “Ero ammutolita, non riuscivo a pensare neanche al futuro più immediato. Questo per una serie di ragioni: non solo perché avevo visto scene agghiaccianti, ma per l’indifferenza, denunciata nel film, dell’Occidente e di tutto il mondo rispetto a quel che accadeva”. Paola Turci la spiega così l’ispirazione che l’ha portata “nel giro di mezz’ora” a comporre Rwanda, pezzo di punta dell'album Tra i fuochi in mezzo al cielo (2005).


Con questa canzone, la cantautrice romana ha vinto la 4^ edizione del "Premio Amnesty Italia", il riconoscimento indetto dalla sezione italiana di Amnesty International e da Voci per la Libertà assegnato ogni anno al brano che meglio affronta il tema dei diritti umani.
Un rock istintivo e spigoloso.
Un brano nel quale l’immediatezza della composizione si mostra quasi chiara nell’armonia appuntita e nella voce rabbiosa ed amara.

Hutu e Tutsi. Due etnie e nessuna differenza, si diceva noi. ”Sentirsi diversi e mostrarsi uguali”, ci dice invece Paola, come a voler sottolineare un’imperscrutabile quanto irrazionale perseveranza nell’inseguire la conferma di una diversità in realtà forse neppure ipotizzabile.
Una volontà di innalzarsi al di sopra che mentre si bagna nel sangue si piega “alla follia dell'uomo che non conosce tregua né compassione”, e che macabramente si sposa all’incertezza di conoscere per davvero “che cos'è la paura in fondo, quando il vero nemico è il sonno della ragione”.
(da 6 Aprile 1994: i neri del Ruanda contro i neri del Ruanda di Dario Coriale)
Volevo vivere la mia esistenza
Lavorando e amando
Come ho sempre saputo fare
Come ho sempre saputo fare
Ma la guerra ha scelto per noi
Con le sue leggi senza senso
E il paradiso e’ diventato inferno
Sentirsi diversi e mostrarsi uguali
Ma come si vive se non puoi respirare
Ma dimmi come si vive senza ossigeno
Ci hanno chiamati per definizione
Un avanzo dell’ umanita’
E cosa ancora peggiore
Ci hanno lasciati soli in balìa del vento
E il fiume ora spinge i suoi morti verso ovest
Verso ovest
E il fiume spinge i suoi morti verso ovest
Ma come puoi vivere se non puoi respirare
Ma dimmi come si vive
Senza ossigeno
quando il silenzio esplodera’
questa terra sara’ gia’ deserto
quando la fine arrivera’
la storia non saldera’ il conto
sembra cosi’ vicina adesso
Questa luna fredda, ghiacciata
Di fronte alla follia dell’uomo
Che non conosce tregua ne’ compassione
Ma che cos’e’ la paura in fondo
Quando il vero nermico
Il vero nemico
È il sonno della ragione
Perche’ non puoi vivere
Se non puoi respirare
Ma dimmi come si vive senza ossigeno
Quando il silenzio esplodera’
Questa terra sara’ gia’ deserto
Quando la fine arrivra’
La storia non saldera’ il conto
Quando il silenzio esplodera’
Questa terra sara’ gia’ deserto
Quando la fine arrivra’
La storia non saldera’ il conto

inviata da Alessandro - 26/4/2006 - 22:06




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