All'amor tuo fanciulla
Altro amor io preferìa
È un ideal l'amante mia
A cui detti braccio e cor.
Il mio cuore aborre e sfida
I potenti della terra
Il mio braccio muove guerra
Al codardo e all'oppressor.
Perché amiamo l'uguaglianza
Ci han chiamati malfattori
Ma noi siam lavoratori
Che padroni non vogliam.
Dei ribelli sventoliamo
Le bandiere insanguinate
E innalziam le barricate
Per la vera libertà.
Se tu vuoi fanciulla cara
Noi lassù combatteremo
E nel dì che vinceremo
Braccio e cor ti donerò.
Se tu vuoi fanciulla cara
Noi lassù combatteremo
E nel dì che vinceremo
Braccio e cor ti donerò.
Altro amor io preferìa
È un ideal l'amante mia
A cui detti braccio e cor.
Il mio cuore aborre e sfida
I potenti della terra
Il mio braccio muove guerra
Al codardo e all'oppressor.
Perché amiamo l'uguaglianza
Ci han chiamati malfattori
Ma noi siam lavoratori
Che padroni non vogliam.
Dei ribelli sventoliamo
Le bandiere insanguinate
E innalziam le barricate
Per la vera libertà.
Se tu vuoi fanciulla cara
Noi lassù combatteremo
E nel dì che vinceremo
Braccio e cor ti donerò.
Se tu vuoi fanciulla cara
Noi lassù combatteremo
E nel dì che vinceremo
Braccio e cor ti donerò.
inviata da Bartleby - 6/7/2011 - 14:11
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Nota anche come “Canzonetta del libero amore”
Originariamente sull’aria dell’Inno dei Nichilisti ma poi anche su melodie diverse.
Testo trovato su Il Deposito
Interpretata anche da Fausto Amodei in “Cantacronache 4 - Canti di protesta del popolo italiano e Canti della Resistenza”
“Leda Rafanelli [1880-1971, scrittrice, artista ed esponente dei futuristi di sinistra, soprannominata la "Zingara anarchica", ndr]. racconta come nacque il canto:
“La sorella di Gori avrebbe voluto che lui si sposasse, ma avrebbe voluto anche una ricca, e gli fece conoscere una signorina americana, bella, ricchissima. Pietro Gori! Pensa, sarebbe come a me mi facessero conoscere cosa...non so, un canterino della televisione, per me son gente che ‘un vale un soldo, eh. Lui questa signorina la salutò e poi...quella s’era già innamorata, perché era bellissimo Pietro Gori, sai; era siciliano, bruno, alto, con gli occhi neri, dei capelli nerissimi, era bellissimo Pietro; senza che se ne accorgesse, eh. Quel giorno, io ero in casa sua ospite, in una stanza che dava nel giardino.
Sento a un tratto, leggevo, e il parrucchiere, il barbiere, un pisano, che parlan tanto, si senton anche da lontano, eh. Sento dire a un tratto, io non ci guardavo: “Allora Pietro, li facciamo a zero?”. Io dissi: “Cosa parla?”. M’affaccio alla finestra, sidi, e vedo Pietro a sedere con la salvietta al collo e questo pisano con la macchinetta, gli aveva fatto, sai, mezza testa, insomma rapata. Io dissi: “Figurati la Bice!”, la sorella, pareva glielo facesse per dispetto. Io...e non ero più a tempo perché...gliel’aveva fatta a mezza testa. Io scesi giù, eh, ma era già tardi, eh. Lui era lì calmo calmo, che parlava, io gli dissi: ”Pietro, ma mi dici Bice cosa dirà?”. “Ma” – dice - “è caldo, era caldo”, sarà stato giugno, luglio. “Ci avevo caldo!”.
Io stetti zitta; quando venne, uscì, siti, pareva una caricatura. Era bruno, denti bianchi bianchi, baffi neri, le sopracciglia e questa testa bianca rapata. Pareva un mostro. Io stetti in camera mia, dico: “Adesso vi arrangiate”; a un tratto sento...e si fece una crisi isterica la sorella. Una crisi...sentii degli urli. E poi Pietro scrisse quella canzone: all’amor tuo preferisco l’idea. Amori non n’ha avuti Pietro, almeno a quello che si sapeva noi. Noi non sappiamo che Pietro abbia avuto un amore, ecco. L’anarchia.”
Da “Pietro Gori e l’americana”. Una testimonianza di Leda Rafanelli. Tratta da “Quella sera a Milano era caldo...”. Antologia della canzone anarchica in italia. Milano, 1978. (citazione trovata su Anarchopedia)
Inclusa nell'album Materiale Resistente interpretata dai Settore out. Recentemente interpretata anche dalle De' Soda Sisters.