Lingua   

Bella Calabria

Canzoniere delle Lame
Lingua: Italiano


Canzoniere delle Lame

Ti può interessare anche...

Se non li conoscete
(Fausto Amodei)
Rriggiu
(Mattanza)
Allarmi siam digiuni
(Janna Carioli)


[1971]
Dall’EP intitolato “Le mani a te padrone, io no, non te le bacio”

LeManiATePadrone

La prima di quattro canzoni (di cui due già presenti sulle CCG: Reggio la rabbia esplode e Chi non vuol chinar la testa) dedicate ai “Fatti di Reggio” del 1970/1971, quando neofascisti e ‘ndrangheta cercarono di cavalcare la protesta popolare scoppiata sì per il trasferimento del capoluogo da Reggio Calabria a Catanzaro ma motivata in realtà dalle pessime condizioni di lavoro e di vita dei braccianti, degli operai, della gente. Vi furono morti negli scontri con la polizia, vi furono morti negli attentati dinamitardi ai treni, marchio di fabbrica degli stragisti neri, morirono anche in un misterioso incidente cinque giovani anarchici che avevano raccolto prove e documenti sulle responsabilità di fascisti e mafiosi che da una parte erano riusciti a strumentalizzare la piazza a fini eversivi e dall’altra procedevano a suon di attentati nella loro “strategia della tensione” condivisa con i servizi e gli apparati (nemmeno troppo deviati) dello Stato.
Solo I treni per Reggio Calabria (accolti anch’essi a suon di bombe) e la grande manifestazione di solidarietà col popolo calabrese e meridionale organizzata proprio a Reggio dai sindacati metalmeccanici ed edili fermarono il piano eversivo di Ciccio Franco, Almirante, Junio Valerio Borghese, Adriano Tilgher e camerati vari…

Questa e le altre canzoni dell’EP raccontano la realtà sociale calabrese all’epoca della rivolta di Reggio.
Bella Calabria lunga nel mare
t'hanno lasciata col tuo dolore
e quanti figli vedi partire
ma quanta vita che se ne va.

Parte la nave, sì parte il treno
ed i tuoi figli vanno lontano
bella Calabria dagli una mano
ed i tuoi figli tienili qua.

Ed io che c'ho vent'anni
conosco la miseria
qui mi manca l'aria
però non partirò, no, non partirò.

Bella Calabria dimenticata
passano gli anni passa la vita
quante promesse, carta bollata
ma la miseria rimane qua.

Resta il bracciante senza la terra
resta il padrone con la sua serra
resta chi tace e bacia le mani
l'emigrazione non se ne va.

Le mani a te padrone
io no, non te le bacio
la raccomandazione
io non la voglio più.

Bella, bella Calabria
siamo alla vigilia
la lotta è cominciata
vedrai si cambierà, si cambierà.

inviata da Bartleby - 5/7/2011 - 13:10




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org