Quando il Signore le nostre catene
strappò e infranse, fu come un sogno.
Tutte le bocche esplosero in grida,
inni fiorirono in tutte le gole.
Genti dicevano al nostro passaggio:
"Dio per loro ha fatto prodigi".
Dio per noi ha fatto prodigi,
abbiamo il cuore ubriaco di gioia.
Quando il Signore le nostre catene
strappò e infranse, fu come un sogno.
Tutte le bocche esplosero in grida,
inni fiorirono in tutte le gole.
I nostri esuli Dio riporta,
come torrenti in terra riarsa.
Chi la semente ha gettato nel pianto,
canti prepari al dì del raccolto.
Quando il Signore le nostre catene
strappò e infranse, fu come un sogno.
Tutte le bocche esplosero in grida,
inni fiorirono in tutte le gole.
Alla fatica van tutti piangendo,
per il sudore che irrora la semina;
ma torneranno con passo di danza,
portando a spalle i loro covoni.
Quando il Signore le nostre catene
strappò e infranse, fu come un sogno.
Tutte le bocche esplosero in grida,
inni fiorirono in tutte le gole.
strappò e infranse, fu come un sogno.
Tutte le bocche esplosero in grida,
inni fiorirono in tutte le gole.
Genti dicevano al nostro passaggio:
"Dio per loro ha fatto prodigi".
Dio per noi ha fatto prodigi,
abbiamo il cuore ubriaco di gioia.
Quando il Signore le nostre catene
strappò e infranse, fu come un sogno.
Tutte le bocche esplosero in grida,
inni fiorirono in tutte le gole.
I nostri esuli Dio riporta,
come torrenti in terra riarsa.
Chi la semente ha gettato nel pianto,
canti prepari al dì del raccolto.
Quando il Signore le nostre catene
strappò e infranse, fu come un sogno.
Tutte le bocche esplosero in grida,
inni fiorirono in tutte le gole.
Alla fatica van tutti piangendo,
per il sudore che irrora la semina;
ma torneranno con passo di danza,
portando a spalle i loro covoni.
Quando il Signore le nostre catene
strappò e infranse, fu come un sogno.
Tutte le bocche esplosero in grida,
inni fiorirono in tutte le gole.
inviata da Bartleby - 23/6/2011 - 11:15
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Parole di David Maria Turoldo
Musiche di Ismaele Passoni e Bepi De Marzi
Esecuzione del coro I Crodaioli con l'accompagnamento all'organo di Francesco Finotti.
Reinterpretazione turoldiana di una preghiera tratta dal Libro dei Salmi e risalente al VI secolo a. C. quando, alla sconfitta dei babilonesi da parte dei persiani, i Giudei, che dai babilonesi erano stati a loro volta sconfitti anni addietro e deportati in Babilonia, poterono tornare in Palestina. In realtà, l’esilio babilonese toccò soltanto all’élite politico-religiosa del Regno di Giuda, mentre tutta la popolazione rurale rimase in Palestina e proseguì i propri culti anche in assenza dei “dirigenti”. Quando questi tornarono, il popolo fu ovviamente felice – come ben è descritto nel salmo – e propose loro di riedificare insieme il tempio, ma i sacerdoti ed i potenti rifiutarono sdegnosamente e, anzi, si affrettarono a bollare come illegittimi i culti che il popolo si era sforzato di tenere in vita…
Ah, le classi dirigenti!