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Manolis Rasoulis / Μανώλης Ρασούλης

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Ah, Elláda
Στίχοι: Μανώλης Ρασούλης
Μουσική: Βάσω Αλαγιάννη
Πρώτη εκτέλεση: Νίκος Παπάζογλου
Αλκυονίδες μέρες - 2005

Testo di Manolis Rasoulis
Musica di Vasso Alayani
Prima interpretazione di Nikos Papàzoglou
"Alkionides meres" (Giorni di Alcione) - 2005

Mi ha tormentato il dubbio di una decisione difficile. A chi intitolare, dedicandogli una nota biografica, questa amara canzone che il pubblico greco, specialmente quello della diaspora, mostra di amare? All'autrice della musica, Vasso Alayani, o a quello dei versi, Manolis Rasoulis? O a chi la cantò per primo, Nikos Papàzoglou, scomparso da pochissimo tempo come il suo amico paroliere? Dovevo scegliere io, perché in AWS non vige un criterio uniforme.
A favore della musicista c'è il fatto che è una donna. Non che una donna compositrice sia in Grecia una rara avis: ce ne sono, e di bravissime. Penso a Eleni Karaindrou, che ha sempre composto le belle musiche dei film di Anghelopoulos. O alla Reboutsika. O a Haris Alexiou. Ma in AWS se ne trovano ancora troppo poche, e bisognerà rimediare. Alla fine ho optato per l'autore dei versi, perché la sua biografia è, comunque la si giudichi, di quelle inimitabili. Andate a leggere la nota biografica che ho scritto rimescolando alquanto le informazioni tratte dal suo sito e da ritagli on line di giornali, e di certo mi direte che ho fatto bene. Ritornerò ancora spesso sui suoi testi, se il tempo e i guai me lo consentiranno. Dell'autrice della musica c'è meno da dire, se non che, come artista, è brava e merita di essere conosciuta e apprezzata. Appartiene alla generazione successiva a quella di Manos Loizos e di Notis Mavroudìs, al fianco dei quali si iniziò alla musica e dai quali fu incoraggiata a dedicarvisi professionalmente. Del resto, già tra le sue prime canzoni - siamo agli inizi degli anni Ottanta - c'è "O glaros/Ilgabbiano", che ancora rappresenta una piccola gemma, a garanzia che la buona tradizione della musica popolare d'arte non era destinata a spegnersi. Il suo successo è in gran parte dovuto alla collaborazione con i compianti Manolis Rasoulis, in veste di paroliere, e Nikos Papàzoglou, interprete. Tra gli interpreti abituali delle sue musiche, alcuni sono di ormai chiara e consolidata fama: Manolis Lidakis, Voula Savvidis, Pitsa Papadopoulou, Stavros Logaridis, Haroula Alexìou, Dimitris Basis.
Lei stessa ama scrivere i testi delle sue canzoni. (gpt)
Χαρά στον Έλληνα που ελληνοξεχνά
και στο Σικάγο μέσα ζει στη λευτεριά
εκείνος που δεν ξέρει και δεν αγαπά
σάμπως φταις κι εσύ καημένη
και στην Αθήνα μέσα ζει στη ξενιτιά

Αχ Ελλάδα σ' αγαπώ
και βαθιά σ' ευχαριστώ
γιατί μ' έμαθες και ξέρω
ν' ανασαίνω όπου βρεθώ
να πεθαίνω όπου πατώ
και να μην σε υποφέρω

Αχ Ελλάδα θα στο πω
πριν λαλήσεις πετεινό
δεκατρείς φορές μ' αρνιέσαι
μ' εκβιάζεις μου κολλάς
σαν το νόθο με πετάς
μα κι απάνω μου κρεμιέσαι

Η πιο γλυκιά πατρίδα
είναι η καρδιά
Οδυσσέα γύρνα κοντά μου
που τ' άγια χώματα της
πόνος και χαρά

Κάθε ένας είναι ένας
που σύνορο πονά
κι εγώ είμαι ένας κανένας
που σας σεργιανά

Αχ Ελλάδα σ' αγαπώ
και βαθιά σ' ευχαριστώ
γιατί μ' έμαθες και ξέρω
ν' ανασαίνω όπου βρεθώ
να πεθαίνω όπου πατώ
και να μην σε υποφέρω

Αχ Ελλάδα θα στο πω
πριν λαλήσεις πετεινό
δεκατρείς φορές μ' αρνιέσαι
μ' εκβιάζεις μου κολλάς
σαν το νόθο με πετάς
μα κι απάνω μου κρεμιέσαι

inviata da Gian Piero Testa - 18/5/2011 - 17:08



Lingua: Italiano

Gian Piero Testa.
Gian Piero Testa.


Versione italiana di Gian Piero Testa
GRECIA AHIMÉ


Felicità al Greco che scorda d'esser Greco
e che dentro a Chicago vive in libertà
colui che non conosce e che non ama
non sarà anche colpa tua, poveretta
anche ad Atene vive come uno straniero

Grecia ahimé ti voglio bene
e ti ringrazio di tutto cuore
perché mi hai insegnato e ora so
sospirare dovunque io mi trovi
morire dovunque metta piede
e come si fa a non sopportarti

Grecia ahimé te lo voglio dire
prima che cinguetti l'uccellino
tredici volte mi rinnegherai
mi violenterai mi attaccherai maledizioni
mi getterai via come un bastardo
ma alle spalle mi ti aggrapperai

Non c'è patria più dolce
del cuore
Ulisse, ritorna accanto a me
perché le sue sacre zolle
sono gioia e dolore

Ciascuno è uno
che un confine fa soffrire
ed io sono un nessuno
che vi porta in giro a spasso

Grecia ahimé ti voglio bene
e ti ringrazio di tutto cuore
perché mi hai insegnato e ora so
sospirare dovunque io mi trovi
morire dovunque metta piede
e come si fa a non sopportarti

Grecia ahimé te lo voglio dire
prima che cinguetti l'uccellino
tredici volte mi rinnegherai
mi violenterai mi attaccherai maledizioni
mi getterai via come un bastardo
ma alle spalle mi ti aggrapperai

inviata da Gian Piero Testa - 18/5/2011 - 17:13




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