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Dopo la retata del velodromo d'inverno

Vittorio Merlo
Lingua: Italiano


Vittorio Merlo

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In occasione del Giorno della memoria il cantautore Vittorio Merlo ha pubblicato una canzone intitolata "Dopo la retata del velodromo d'inverno", con un'introduzione che racconta la genesi di questo brano.

Dopo la retata del velodromo d'inverno


Il Giorno della Memoria ricorre il 27 gennaio in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

La canzone nasce dall'ascolto qualche anno fa di un programma trasmesso dalla radio pubblica francese "France-Info" in cui una signora raccontava la sua terribile esperienza vissuta durante la "retata del velodromo d'inverno" il 16 luglio 1942. In quell'occasione la polizia francese fornì un elenco dettagliato degli ebrei presenti a Parigi e alle 4 del mattino 12.884 ebrei (tra i quali 4.051 bambini e 5.802 donne) furono arrestati, rinchiusi nel Velodromo d'inverno in condizioni disumane prima di essere smistati nei campi di concentramento, separando i figli dai genitori.

La testimone sopravvissuta alla Retata allora quindicenne racconta di essere tornata a casa dalle vacanze dopo la retata e di aver trovato la casa vuota... la canzone di Vittorio Merlo riprende la sua storia e la mette in musica
Fonte
Era bello tornare
era dolce il pensiero
col rumore del treno a ritmare i ricordi
a cercare parole
per poter raccontare lo stupore degli occhi
la bellezza del mare

Se la croce uncinata
ha strappato la stella
ha svuotato la gioia dei miei 15 anni
se ha lasciato il deserto intorno al mio cuore
che cosa mi rimane da dire da fare da amare

Se la croce uncinata
ha strappato la stella
mi ha lasciato da sola a contare le ore
Ho un'oasi felice dentro il mio cuore
le stelle che ho portato nel grembo brillano ancora


Era bello tornare
era il vento leggero
col rumore dei passi a ritmare il mio cuore
a trovare gli odori
a cercare gli sguardi la gioia negli occhi
di mio padre e mia madre

Se la croce uncinata
ha strappato la stella
ha svuotato la gioia dei miei 15 anni
se ha lasciato il deserto intorno al mio cuore
che cosa mi rimane da dire da fare da amare

Se la croce uncinata
ha strappato la stella
mi ha lasciato da sola a contare le ore
Ho un'oasi felice dentro il mio cuore
le stelle che ho portato nel grembo brillano ancora


Era aperta la porta
era vuota la stanza
a bloccare il respiro cancellare i ricordi
a lasciarmi lì sola per sempre

inviata da adriana - 8/5/2011 - 08:11




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