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Al tocar diana

Max Parker
Lingua: Spagnolo



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[Tra il 1937 ed il 1939]
Canzone composta da anonimi prigionieri cubani reclusi nel monastero di San Pedro de Cardeña a Castrillo del Val, provincia di Burgos, utilizzato da Franco come campo di concentramento per combattenti repubblicani catturati.
La musica è quella di “Tomo y obligo” (1931), famoso tango di Carlos Gardel.
Dall’album “Al tocar diana/At the Break of Dawn: Songs from a Franco Prison”, Folkways Records 1982, con l’introduzione di Carl Geiser (1910-2009), altro americano volontario anti-fascista nella guerra di Spagna.
Testo trovato sul libretto dell’album e anche su questa pagina dedicata ai prigionieri repubblicani del fronte nord.

San Pedro de Cardeña.Cartolina postale disegnata dal brigadista sloveno Herbert Fornezzi, catturato e lì detenuto alla fine del 1938.
San Pedro de Cardeña.Cartolina postale disegnata dal brigadista sloveno Herbert Fornezzi, catturato e lì detenuto alla fine del 1938.



“Tocar diana” significa “suonare la sveglia” in gergo militare.
Canzone dove si racconta delle difficili condizioni di prigionia nel campo di concentramento franchista di San Pedro de Cardeña, un vecchio monastero abbandonato negli anni 20 e utilizzato dai fascisti a partire dal 1937. Vi passarono oltre 100.000 combattenti repubblicani, molti brigadisti internazionali, catturati in azione, soprattutto nel corso delle rovinose battaglie durante la “campaña del Norte” dell’estate del 1937 quando caddero città come Bilbao, Santander, Gijón e Avilés.
I prigionieri spagnoli erano tenuti rigidamente separati dai brigadisti internazionali, per evitare ogni possibile “contagio ideologico”, ed erano sottoposti ad una martellante “rieducazione” affidata a preti e cappellani militari fascisti (“certi signori che sotto l’abito talare vestono la divisa”)

San Pedro de Cardeña.Brigadisti britannici prigionieri
San Pedro de Cardeña.Brigadisti britannici prigionieri


Ma tra i prigionieri c’erano anche preti, soprattutto baschi, che avevano simpatizzato per la causa repubblicana e che avevano accompagnato le truppe anti-franchiste in battaglia. Inutile dire che i nomi di questi religiosi, molti dei quali morti fucilati o in prigionia, non compaiono tra le centinaia di nomi di sacerdoti e suore beatificati da Benedetto XVI e dal suo predecessore come “martiri della fede” della guerra civile spagnola.
Al tocar diana, por la mañana, lo dice la gente todos a formar.
Entrar en fila, salir al patio y a la bandera después saludar.
La sopa de ajo, el primer plato.
Para el almuerzo no suelen llamar
Con desagrado muy bien marcado.
Soy prisionero, tiene que aguantar.

Hoy nos daban los dos chuscos, que es cosa que no varía.
De qué modo envenenaban la comida en el penal.
Las lentejas y las judías te las dan todos los días,
debajo una lluvia de palos que no te deja comer.

Todas las tardes nos dan sermones
“Hermanos míos”, nos suelen llamar
unos señores que con sotana debajo llevan traje militar.

Si tienes piojos, no te preocupes,
en todas partes los vas a encontrar.
Ten paciencia, mi camarada.
Soy prisionero, tiene que aguantar.

inviata da Bartleby - 23/3/2011 - 14:20




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