Negli anni e nei secoli
la storia ci insegna.
la mamma degli stronzi
è quasi sempre pregna.
I ricchi che ingrassano,
e i poveri a patire,
ma un giorno, porca troia,
questa storia l’ha a finire
Maremma maiala
Maremma maiala
vogliamo i maiali nel teatro della Scala
via vezzi e cravatte
né giacche né piccia
mettiamoci a badarle
quelle zoccole in pelliccia
Gli uomini un giorno
saranno tutti uguali
i poveri in banca
e i ricchi coi maiali
e poi si lamentano
del tanfo e della puzza
li ruzzoliamo tutti
dove il concio fa la pozza
Maremma maiala
Maremma maiala
un giorno i diacciai torneranno in Guatemala
non ci sarà più mafia
neanche inquinamento
saranno eliminati
lo sperpero e il cemento
I popoli del mondo
uniti per le mani
faranno anche la pace i livornesi coi pisani
la Terra sarà unita
più libera e più sana
quel giorno in Vaticano crescerà la marijuana
Maremma maiala
Maremma maiala
un giorno tutti i grilli avranno una cicala
il vino scroscerà da tutte le fontane
e il nuovo premio Nobel lo daranno alle puttane
La tecnologia
sarà una meraviglia
e l'internet veloce
passerà pure a Cavriglia
le ferie saran lunghe
le malattie più corte
per fare il nuovo papa
lo tireranno a sorte
Maremma maiala
Maremma maiala
per cogliere l'ulive si farà senza la scala
le querci fioriranno, il tempo sarà bello
non ci sarà più fiction e nemmen grande fratello
Quel giorno il potere
sarà degli operai
e i disonesti e i furbi passeranno un po' di guai
il popolo italiano sarà più intelligente
e in Italia eleggeremo Carlo Monni presidente!
Maremma maiala
Maremma maiala
vogliamo i maiali nel teatro della Scala
Maremma maiala
Maremma maiala
quel giorno i diacciai torneranno in Guatemala
Maremma maiala
Maremma maiala
un giorno tutti i grilli avranno una cicala
Maremma maiala
Maremma maiala
per cogliere l'ulive si farà senza la scala
Maremma maiala
Maremma maiala
il popolo italiano sarà più intelligente
e in Italia eleggeremo Carlo Monni presidente!
la storia ci insegna.
la mamma degli stronzi
è quasi sempre pregna.
I ricchi che ingrassano,
e i poveri a patire,
ma un giorno, porca troia,
questa storia l’ha a finire
Maremma maiala
Maremma maiala
vogliamo i maiali nel teatro della Scala
via vezzi e cravatte
né giacche né piccia
mettiamoci a badarle
quelle zoccole in pelliccia
Gli uomini un giorno
saranno tutti uguali
i poveri in banca
e i ricchi coi maiali
e poi si lamentano
del tanfo e della puzza
li ruzzoliamo tutti
dove il concio fa la pozza
Maremma maiala
Maremma maiala
un giorno i diacciai torneranno in Guatemala
non ci sarà più mafia
neanche inquinamento
saranno eliminati
lo sperpero e il cemento
I popoli del mondo
uniti per le mani
faranno anche la pace i livornesi coi pisani
la Terra sarà unita
più libera e più sana
quel giorno in Vaticano crescerà la marijuana
Maremma maiala
Maremma maiala
un giorno tutti i grilli avranno una cicala
il vino scroscerà da tutte le fontane
e il nuovo premio Nobel lo daranno alle puttane
La tecnologia
sarà una meraviglia
e l'internet veloce
passerà pure a Cavriglia
le ferie saran lunghe
le malattie più corte
per fare il nuovo papa
lo tireranno a sorte
Maremma maiala
Maremma maiala
per cogliere l'ulive si farà senza la scala
le querci fioriranno, il tempo sarà bello
non ci sarà più fiction e nemmen grande fratello
Quel giorno il potere
sarà degli operai
e i disonesti e i furbi passeranno un po' di guai
il popolo italiano sarà più intelligente
e in Italia eleggeremo Carlo Monni presidente!
Maremma maiala
Maremma maiala
vogliamo i maiali nel teatro della Scala
Maremma maiala
Maremma maiala
quel giorno i diacciai torneranno in Guatemala
Maremma maiala
Maremma maiala
un giorno tutti i grilli avranno una cicala
Maremma maiala
Maremma maiala
per cogliere l'ulive si farà senza la scala
Maremma maiala
Maremma maiala
il popolo italiano sarà più intelligente
e in Italia eleggeremo Carlo Monni presidente!
inviata da silva - 9/2/2011 - 18:04
Ciao Carlo
"Intanto ringrazio Dio di non avermi dato troppo successo. Fuori dalla Toscana sanno una sega chi è Carlo Monni, ma va bene così. Godo più alla Festa dell’Unità di Poggibonsi che al Metropolitan”.
(Intervista di Andrea Scanzi, 2012)
"Intanto ringrazio Dio di non avermi dato troppo successo. Fuori dalla Toscana sanno una sega chi è Carlo Monni, ma va bene così. Godo più alla Festa dell’Unità di Poggibonsi che al Metropolitan”.
(Intervista di Andrea Scanzi, 2012)
Oggi gli vo a fare un saluto alle Cappelle del Commiato. Come vederlo, le chiamerebbe anche lui come tutti i fiorentini: le "Cappelle d'i' Cognato".
Riccardo Venturi - 20/5/2013 - 11:01
Matteo Renzi vorrebbe mettere una statua del Monni alle cascine. Non credo proprio che Carlo Monni ci terrebbe. Spero che il comune di Firenze s'inventi qualcosa di meglio per ricordarlo.
Silva - 24/5/2013 - 11:44
Maremma maiala
credo che le parole mancanti siano queste:
Maremma maiala
Maremma maiala
vogliamo i maiali nel teatro della Scala
via vezzi e cravatte
né giacche né piccia
mettiamoci a badarle
quelle zoccole in pelliccia
i vezzi penso tutti sappiano cosa sono, la piccia è una serie di cose attaccate fra loro (appiccicate) forse intesa come gioielli ciondoli o qualcosa del genere.
credo che le parole mancanti siano queste:
Maremma maiala
Maremma maiala
vogliamo i maiali nel teatro della Scala
via vezzi e cravatte
né giacche né piccia
mettiamoci a badarle
quelle zoccole in pelliccia
i vezzi penso tutti sappiano cosa sono, la piccia è una serie di cose attaccate fra loro (appiccicate) forse intesa come gioielli ciondoli o qualcosa del genere.
Simone - 15/10/2016 - 18:45
La "piccia" nel vernacolo toscano é la cravatta maschile a farfallino, più nota col nome francese "papillon".
Il "vezzo" invece è la collana femminile, di perle o di altri materiali preziosi.
Il "vezzo" invece è la collana femminile, di perle o di altri materiali preziosi.
Massimo Bartolini - 6/2/2019 - 00:35
Curioso che la "piccia", invece, all'Isola d'Elba (perlomeno nella parte dell'Elba di mia competenza vale a dire quella occidentale) sia un pane. Perlomeno nella forma in cui lo conosco io è un pane piuttosto friabile modellato in una forma da sembrare quasi un pollo arrosto (così lo faceva il forno Bertelli a Marina di Campo, perlomeno). Buono ma quasi impossibile da affettare: si mangiava staccandone dei pezzi quasi fossero le cosce del pollo, appunto. E produceva quantità di bricioli da fare paura.
Riccardo Venturi - 6/2/2019 - 04:55
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Purtroppo non sono riuscita a trovare il testo completo, ma è una canzone contro la guerra, senza se e senza ma in quanto auspica perfino la pace fra Pisani e Livornesi.
E' stata trascritta all'ascolto.