When comes the shaking man
A nation in his eyes
Striped with blood and emblazed tattoo
Streaking cathedral spire
They say
he has no brain
They say
he has no mood
They say
he was born again
They say
look at him climb
They say 'Jump'
They say
he has two gods
They say
he has no fear
They say
he has no eyes
They say
he has no mouth
They say hey that's really something
They feel he should get some time
I say he should watch his ass
My friend don't listen to the crowd
They say 'Jump'
Got to believe somebody
Got to believe
A nation in his eyes
Striped with blood and emblazed tattoo
Streaking cathedral spire
They say
he has no brain
They say
he has no mood
They say
he was born again
They say
look at him climb
They say 'Jump'
They say
he has two gods
They say
he has no fear
They say
he has no eyes
They say
he has no mouth
They say hey that's really something
They feel he should get some time
I say he should watch his ass
My friend don't listen to the crowd
They say 'Jump'
Got to believe somebody
Got to believe
inviata da Bartleby - 5/11/2010 - 14:36
Lingua: Italiano
Traduzione italiana da Velvet Goldmine con qualche intervento di Bartleby (sperando di averla migliorata e non il contrario…)
SALTA, TI DICONO
Quando arriva l'uomo tremante
tutto un mondo nei suoi occhi
solcato di sangue e d'un tatuaggio fiammeggiante
che venano la guglia della cattedrale.
Dicono
che non ha cervello,
dicono
che non ha umore,
dicono
che è nato di nuovo.
Dicono:
«Guarda come si arrampica!».
Dicono: «Salta!»
Dicono
che ha due dei,
dicono
che non ha paura,
dicono
che non ha occhi,
dicono
che non ha bocca.
Dicono: «Ehi! Questo è davvero qualcosa!»,
Sanno che dovrebbe prendersi un po' di tempo,
Io dico che dovrebbe guardarsi il culo.
Amico, non ascoltare la gente,
Ti dicono: «Salta!».
Tocca credere a qualcuno.
Tocca credere.
Quando arriva l'uomo tremante
tutto un mondo nei suoi occhi
solcato di sangue e d'un tatuaggio fiammeggiante
che venano la guglia della cattedrale.
Dicono
che non ha cervello,
dicono
che non ha umore,
dicono
che è nato di nuovo.
Dicono:
«Guarda come si arrampica!».
Dicono: «Salta!»
Dicono
che ha due dei,
dicono
che non ha paura,
dicono
che non ha occhi,
dicono
che non ha bocca.
Dicono: «Ehi! Questo è davvero qualcosa!»,
Sanno che dovrebbe prendersi un po' di tempo,
Io dico che dovrebbe guardarsi il culo.
Amico, non ascoltare la gente,
Ti dicono: «Salta!».
Tocca credere a qualcuno.
Tocca credere.
inviata da Bartleby - 5/11/2010 - 14:38
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Album “Black Tie White Noise”
Una canzone che parla di un uomo spinto alla disperazione più profonda dalle pressioni che altri esercitano su di lui…
A 23 anni di distanza da All the Madmen, un’altra canzone dedicata ad una vicenda che segnò profondamente David Bowie, quella che vide protagonista il fratellastro Terry Burns, cui David era molto legato, un personaggio certamente eccentrico al quale venne diagnosticata una forma schizofrenica e che trascorse gran parte della vita in manicomio fino alla sua morte, avvenuta nel 1985: scappò dal lugubre ospedale psichiatrico di Cane Hill, vicino a Londra (struttura reclusoria che aveva annessa una grande cappella simile ad una cattedrale, “Striped with blood and emblazed tattoo streaking cathedral spire”, azzardo una personale interpretazione del verso…), per andare a morire sotto un treno.
“[…] «Terry è stato l'inizio di tutto, per me» raccontò Bowie molti anni dopo al suo primo biografo, George Tremlett. «Leggeva un sacco di scrittori beat e ascoltava jazzisti come John Coltrane e Eric Dolphy... mentre io frequentavo ancora la scuola, lui ogni sabato sera andava in centro a sentire il jazz in diversi locali... si faceva crescere i capelli e, a suo modo, era un ribelle... tutto questo ebbe una grossa influenza su di me» […] (da “David Bowie: Living on the Brink”, 1996)
“[…] Terry, alias David Bowie.
La biografia del 1985 di Peter e Leni Gillman, ha aggiunto una nascosta, inesplorata dimensione alle radici del lavoro di Bowie: la sua famiglia. Quando l'ufficio di Bowie negò ogni relazione tra il suo lavoro ed "il trauma che ha afflitto la sua famiglia", era credibile quanto un Ministro degli Interni che insista che non c'è alcuna connessione tra la povertà ed il crimine. Terry Burns, il fratellastro di Bowie, era l'outsider della famiglia. Era anche uno schizofrenico, che dalla metà degli anni 60 viveva nel suo inferno personale. Intelligente, più vecchio, e libero di pensiero, Terry - che raramente era a casa - era un oggetto di ammirazione per Bowie. Era facile prendere per un genio quel colto fanatico del jazz. Infatti, la relazione tra la follia e l'arte è stata sempre una patata bollente nei secoli, ed il giovane David, percependo che la rigida ordinarietà del mondo non era per lui, trovò conforto nel suo fratellastro Terry, che è diventato un'ispirazione per alcune canzoni di Bowie. Terry trascorse la maggior parte del tempo negli istituti psichiatrici fino al suo suicidio nel 1985. […] (Mark Paytress su Record Collector, giugno 1998)