Ich pfeife Dir den alten Pfiff
am Grab und nenn' Dich Kamerad.
Du nanntest Dich Nevada-Kid
und warst ein Edelweißpirat.
Den Namen weiß heut' keiner mehr.
Sie nennen Dich die schwule Sau,
den Säufer, der Verräter war
und stehn am Tresen, fröhlich - blau.
Die Stadt riecht immer noch nach Ruß.
Die Mauersegler fliegen noch.
Du träumtest Dich mit ihnen weg
Nevada - zu den Navajos.
Den abgestoppten Rumba-Schlag
auf der Gitarre konntest Du.
Die Tresen-Clique weiß von nichts
ist fröhlich, manchmal schlägt sie zu.
Es war ein Edelweiß...
Im Trommler- und Fanfarenzug
der Hitlerjugend zogst Du mit.
Und bei dem schrägen Heldenlärm
trommeltest Du gegen den Tritt.
Und als man beim Geländespiel
Dich nackt im Heu mit Dieter fand
da hat die Horde Euch mit Teer
das Schwulenzeichen eingebrannt.
Den Hordenführer gibt es noch.
Der leitet eine Klinik jetzt.
Als Ihr das Werkheim der SS
gesprengt habt, blieb der - unverletzt
Deinen Steckbrief hast Du später oft
gezeigt. Du trugst ihn immer mit:
Gesucht wird wegen Hochverrat...
sein Deckname: Nevada-Kid
Es war ein Edelweiß….
Dann ging der Munitionszug hoch,
das Vorratstager voll Benzin.
Sie kriegten Euch und hängten fünf.
Du konntest zu den Amis flieh'n.
Und als der Krieg zu Ende kam
an einem Montagfrüh im Mai
fuhrst Du in einem offenen Jeep
in unsere Stadt und schlugst dabei
die Klampfe - Deinen Rumba-Schlag.
Die Mauersegler schrien hell.
Für eine Zeitlang warst Du Held,
dann warst Du wieder kriminell:
Zu warm Dein Freund, zu kalt der Krieg.
Dann saßt Du wiedermal im Knast
und ein Gericht entschied, daß Du
noch schlimmer wie die Nazis warst.
Es war ein Edelweiß...
In dieser Stadt, in diesem Land
macht der sein Glück, der schnell vergißt
was früher war, und der in seiner
Clique fröhlich weiterfrißt.
Dies Grundgesetz begriffst Du nicht.
Das ist auch schwer, alleingestellt
und immer auf der Suche nach
dem einen Freund, der Wärme hält.
Hast Du den Säufer-Traum geträumt,
weil Du ihn nicht gefunden hast?
„Die Mauersegler träumen nicht"
stand auf der Zellenwand im Knast.
Hier wird jetzt wieder viel geträumt
und manchmal bis der Morgen graut.
Die Träume sind aus anderem Stoff
und so wie damals schräg und laut.
Es war ein Edelweiß...
Ich pfeife Dir den alten Pfiff
am Grab und nenn' Dich Kamerad.
Du nanntest Dich Nevada-Kid
und warst ein Edelweißpirat...
am Grab und nenn' Dich Kamerad.
Du nanntest Dich Nevada-Kid
und warst ein Edelweißpirat.
Den Namen weiß heut' keiner mehr.
Sie nennen Dich die schwule Sau,
den Säufer, der Verräter war
und stehn am Tresen, fröhlich - blau.
Die Stadt riecht immer noch nach Ruß.
Die Mauersegler fliegen noch.
Du träumtest Dich mit ihnen weg
Nevada - zu den Navajos.
Den abgestoppten Rumba-Schlag
auf der Gitarre konntest Du.
Die Tresen-Clique weiß von nichts
ist fröhlich, manchmal schlägt sie zu.
Es war ein Edelweiß...
Im Trommler- und Fanfarenzug
der Hitlerjugend zogst Du mit.
Und bei dem schrägen Heldenlärm
trommeltest Du gegen den Tritt.
Und als man beim Geländespiel
Dich nackt im Heu mit Dieter fand
da hat die Horde Euch mit Teer
das Schwulenzeichen eingebrannt.
Den Hordenführer gibt es noch.
Der leitet eine Klinik jetzt.
Als Ihr das Werkheim der SS
gesprengt habt, blieb der - unverletzt
Deinen Steckbrief hast Du später oft
gezeigt. Du trugst ihn immer mit:
Gesucht wird wegen Hochverrat...
sein Deckname: Nevada-Kid
Es war ein Edelweiß….
Dann ging der Munitionszug hoch,
das Vorratstager voll Benzin.
Sie kriegten Euch und hängten fünf.
Du konntest zu den Amis flieh'n.
Und als der Krieg zu Ende kam
an einem Montagfrüh im Mai
fuhrst Du in einem offenen Jeep
in unsere Stadt und schlugst dabei
die Klampfe - Deinen Rumba-Schlag.
Die Mauersegler schrien hell.
Für eine Zeitlang warst Du Held,
dann warst Du wieder kriminell:
Zu warm Dein Freund, zu kalt der Krieg.
Dann saßt Du wiedermal im Knast
und ein Gericht entschied, daß Du
noch schlimmer wie die Nazis warst.
Es war ein Edelweiß...
In dieser Stadt, in diesem Land
macht der sein Glück, der schnell vergißt
was früher war, und der in seiner
Clique fröhlich weiterfrißt.
Dies Grundgesetz begriffst Du nicht.
Das ist auch schwer, alleingestellt
und immer auf der Suche nach
dem einen Freund, der Wärme hält.
Hast Du den Säufer-Traum geträumt,
weil Du ihn nicht gefunden hast?
„Die Mauersegler träumen nicht"
stand auf der Zellenwand im Knast.
Hier wird jetzt wieder viel geträumt
und manchmal bis der Morgen graut.
Die Träume sind aus anderem Stoff
und so wie damals schräg und laut.
Es war ein Edelweiß...
Ich pfeife Dir den alten Pfiff
am Grab und nenn' Dich Kamerad.
Du nanntest Dich Nevada-Kid
und warst ein Edelweißpirat...
inviata da Riccardo Venturi - 14/2/2006 - 00:30
Lingua: Italiano
Versione italiana di Riccardo Venturi
6 settembre 2006
6 settembre 2006
BALLATA DI NEVADA KID, PIRATA DELLA STELLA ALPINA
Ti fischietto il vecchio motivo
sulla tomba e ti chiamo Compagno.
Ti chiamavi Nevada Kid,
eri un Pirata della stella alpina.
Il tuo nome oggi non lo sa più nessuno.
Ti chiamano finocchio di merda,
ti chiamano ubriacone traditore
e stanno al bancone, contenti e lividi.
La città sa ancora di fuliggine,
i rondoni volano ancora.
Tu sognavi di andare con loro,
Nevada Kid, con i Navajos.
Sapevi fare sulla chitarra
il ritmo di rumba sincopato;
I bottegai non sapevano niente,
eran contenti e a volte battevano il ritmo.
Eri una stella alpina...
Nel corteo di tamburi e fanfare
della Hitlerjugend ti infilavi
e fra gli schiamazzi degli eroi a passo d’oca
battevi il tamburo a tempo sbagliato.
E quando alla corsa campestre, nel fieno
ti trovarono nudo assieme a Dieter,
l’orda, con del catrame rovente
ti impresse il marchio del pederasta.
Il capo dell’orda esiste ancora,
ora è il direttore di una clinica.
Quando avete fatto saltare in aria
i locali delle SS, era rimasto illeso.
Hai fatto vedere spesso, dopo,
il tuo mandato di cattura: lo porti sempre con te:
Ricercato per alto tradimento...
Nome fittizio: Nevada Kid,
eri una stella alpina...
E poi saltò in aria il treno carico d’armi
e il deposito pieno di benzina.
Vi presero e ne impiccarono cinque.
Tu ce la facesti a scappare dagli americani.
E quando la guerra ebbe fine
un lunedì mattina di maggio
entrasti alla guida di una jeep scoperta
in città, ti mettesti a strimpellare
sulla chitarra il tuo ritmo di rumba.
I rondoni strillavano forte.
Per un po’ di tempo sei stato un eroe,
poi sei ridiventato un criminale:
troppo caldo il tuo amico, troppo fredda la guerra.
E allora t’hanno messo di nuovo in galera
e un tribunale ha deciso che tu
eri ancora peggiore dei nazisti.
Eri una stella alpina...
In questa città, in questo paese
fa fortuna chi dimentica alla svelta
quel che c’è stato prima, e se ne torna contento
a abbuffarsi insieme alla sua combriccola.
Questa legge fondamentale non l’avevi capita.
E’ anche difficile esser lasciato solo
e sempre in cerca di un amico
che ti faccia sentire calore.
E hai sognato di quando ti dettero di ubriacone
perché non lo hai trovato?
„I rondoni non sognano“, c’era scritto
sul muro della cella, in galera.
Oggi si sogna di nuovo tanto
e a volte si è in preda dell’orrore fino al mattino.
I sogni son fatti di un’altra materia,
ma come un tempo gridano al passo dell’oca.
Eri una stella alpina...
Ti fischietto il vecchio motivo
sulla tomba e ti chiamo Compagno.
Ti chiamavi Nevada Kid,
eri un Pirata della stella alpina.
Ti fischietto il vecchio motivo
sulla tomba e ti chiamo Compagno.
Ti chiamavi Nevada Kid,
eri un Pirata della stella alpina.
Il tuo nome oggi non lo sa più nessuno.
Ti chiamano finocchio di merda,
ti chiamano ubriacone traditore
e stanno al bancone, contenti e lividi.
La città sa ancora di fuliggine,
i rondoni volano ancora.
Tu sognavi di andare con loro,
Nevada Kid, con i Navajos.
Sapevi fare sulla chitarra
il ritmo di rumba sincopato;
I bottegai non sapevano niente,
eran contenti e a volte battevano il ritmo.
Eri una stella alpina...
Nel corteo di tamburi e fanfare
della Hitlerjugend ti infilavi
e fra gli schiamazzi degli eroi a passo d’oca
battevi il tamburo a tempo sbagliato.
E quando alla corsa campestre, nel fieno
ti trovarono nudo assieme a Dieter,
l’orda, con del catrame rovente
ti impresse il marchio del pederasta.
Il capo dell’orda esiste ancora,
ora è il direttore di una clinica.
Quando avete fatto saltare in aria
i locali delle SS, era rimasto illeso.
Hai fatto vedere spesso, dopo,
il tuo mandato di cattura: lo porti sempre con te:
Ricercato per alto tradimento...
Nome fittizio: Nevada Kid,
eri una stella alpina...
E poi saltò in aria il treno carico d’armi
e il deposito pieno di benzina.
Vi presero e ne impiccarono cinque.
Tu ce la facesti a scappare dagli americani.
E quando la guerra ebbe fine
un lunedì mattina di maggio
entrasti alla guida di una jeep scoperta
in città, ti mettesti a strimpellare
sulla chitarra il tuo ritmo di rumba.
I rondoni strillavano forte.
Per un po’ di tempo sei stato un eroe,
poi sei ridiventato un criminale:
troppo caldo il tuo amico, troppo fredda la guerra.
E allora t’hanno messo di nuovo in galera
e un tribunale ha deciso che tu
eri ancora peggiore dei nazisti.
Eri una stella alpina...
In questa città, in questo paese
fa fortuna chi dimentica alla svelta
quel che c’è stato prima, e se ne torna contento
a abbuffarsi insieme alla sua combriccola.
Questa legge fondamentale non l’avevi capita.
E’ anche difficile esser lasciato solo
e sempre in cerca di un amico
che ti faccia sentire calore.
E hai sognato di quando ti dettero di ubriacone
perché non lo hai trovato?
„I rondoni non sognano“, c’era scritto
sul muro della cella, in galera.
Oggi si sogna di nuovo tanto
e a volte si è in preda dell’orrore fino al mattino.
I sogni son fatti di un’altra materia,
ma come un tempo gridano al passo dell’oca.
Eri una stella alpina...
Ti fischietto il vecchio motivo
sulla tomba e ti chiamo Compagno.
Ti chiamavi Nevada Kid,
eri un Pirata della stella alpina.
Lingua: Francese
Version française – BALLADE DE NEVADA-KID, L'EDELWEISS PIRATE – Marco Valdo M.I. a – 2011
d'après la version italienne de Riccardo Venturi d'une
Chanson allemande – Ballade vom Edelweiß-Piraten Nevada-Kid - Franz-Josef Degenhardt
Les Edelweiss pirates - ainsi se nommaient dans les années 30-40 des groupes de jeunes qui s'opposaient aux nazis. Certains d'entre eux combattirent les régime de terreur par les armes. La plupart furent découverts par la Gestapo, torturés et exécutés. Seule une petite partie a survécu. Dans ma région , ils se surnommaient les Edelweiss pirates Navajos. Sous le col de leur chemise, ils portaient une fleur d'Edelweiss en corne, ils se donnaient des noms d'Indiens et de vieux trappeurs et , comme signe de reconnaissance secret, un sifflement – le refrain d'une chanson de soldats, qu'on hurlait alors et qui l'est encore aujourd'hui. Mais les dernières notes étaient sifflées de travers.
[Franz –Josef Degenhardt.]
d'après la version italienne de Riccardo Venturi d'une
Chanson allemande – Ballade vom Edelweiß-Piraten Nevada-Kid - Franz-Josef Degenhardt
Les Edelweiss pirates - ainsi se nommaient dans les années 30-40 des groupes de jeunes qui s'opposaient aux nazis. Certains d'entre eux combattirent les régime de terreur par les armes. La plupart furent découverts par la Gestapo, torturés et exécutés. Seule une petite partie a survécu. Dans ma région , ils se surnommaient les Edelweiss pirates Navajos. Sous le col de leur chemise, ils portaient une fleur d'Edelweiss en corne, ils se donnaient des noms d'Indiens et de vieux trappeurs et , comme signe de reconnaissance secret, un sifflement – le refrain d'une chanson de soldats, qu'on hurlait alors et qui l'est encore aujourd'hui. Mais les dernières notes étaient sifflées de travers.
[Franz –Josef Degenhardt.]
BALLADE DE NEVADA-KID, L'EDELWEISS PIRATE
Je te siffle le vieil air
Sur ta tombe et je te nomme camarade.
Tu t'appelais Nevada Kid
Et tu étais un Edelweiss pirate.
Ton nom maintenant n'est plus connu
Ils t'appellent le sale pédé,
L'ivrogne, le traître
Et se tiennent au comptoir, contents – noirs.
La ville sent encore toujours la rouille
Les martinets volent encore
Tu rêvais d'aller avec eux
Nevada – chez les Navajos.
Tu pouvais tirer de ta guitare
Le rythme syncopé de la Rumba
La clique du comptoir ne savait rien
Elle était contente, parfois même rythmait
Tu étais un Edelweiss...
Dans le cortège tambours et fanfares
De la Hitlerjugend, tu te glissais
Et dans le tintamarre des faux héros
Tu battais la mesure contre le pas.
Et quand à la balade champêtre
On te trouva nu dans le foin avec Dieter
La horde au goudron brûlant a imprimé
Sur vous la marque des pédés.
Le führer de la horde existe encore
Maintenant, il dirige une clinique.
Quand vous avez fait sauter la caserne des SS
Il resta indemne. Par la suite, tu as souvent montré
Ton signalement. Tu l'emportais toujours avec toi :
Recherché pour haute trahison.
Ton surnom : Nevada-Kid.
Tu étais un Edelweiss...
Alors monta en l'air le train de munitions,
Le dépôt rempli de carburant,
Ils vous ont eus et ils en ont pendu cinq.
Tu pus t'échapper chez les Amerlos
Et quand la guerre s'est terminée
Un lundi matin de mai
Tu entras au volant d'une Jeep découverte
Dans notre ville et tu rejouais
Sur ta guitare – ton rythme de rumba.
Les martinets criaient
pendant un moment, tu fus un héros
Ensuite, tu redevins un criminel.
Trop chaud ton ami, trop froide la guerre.
Tu retournas à nouveau en taule
Et un tribunal décréta, que tu étais
Pire encore qu'au temps des nazis.
Tu étais un Edelweiss...
Dans cette ville, dans ce pays
Trouve son bonheur, celui qui oublie vite
Ce qui était avant, et qui mange sans gêne
Au râtelier de leur clique.
Cette loi , tu ne l'as pas comprise.
Ça aussi, c'est grave, resté seul
Et toujours à la recherche
D'un ami qui te donne de la chaleur.
As-tu rêvé des rêves d'ivrogne.
Quand tu ne l'as pas trouvé ?
« Les martinets ne rêvent pas »
Affirme le mur de ta cellule, en taule.
Ici, maintenant, on rêve de nouveau beaucoup
Et parfois jusqu'au lever de l'aube.
Les rêves sont d'une autre matière
Et comme l'autre fois, on plie et on tempère.
Tu étais un Edelweiss...
Je te siffle le vieil air
Sur ta tombe et je te nomme camarade.
Tu t'appelais Nevada Kid
Et tu étais un Edelweiss pirate.
Je te siffle le vieil air
Sur ta tombe et je te nomme camarade.
Tu t'appelais Nevada Kid
Et tu étais un Edelweiss pirate.
Ton nom maintenant n'est plus connu
Ils t'appellent le sale pédé,
L'ivrogne, le traître
Et se tiennent au comptoir, contents – noirs.
La ville sent encore toujours la rouille
Les martinets volent encore
Tu rêvais d'aller avec eux
Nevada – chez les Navajos.
Tu pouvais tirer de ta guitare
Le rythme syncopé de la Rumba
La clique du comptoir ne savait rien
Elle était contente, parfois même rythmait
Tu étais un Edelweiss...
Dans le cortège tambours et fanfares
De la Hitlerjugend, tu te glissais
Et dans le tintamarre des faux héros
Tu battais la mesure contre le pas.
Et quand à la balade champêtre
On te trouva nu dans le foin avec Dieter
La horde au goudron brûlant a imprimé
Sur vous la marque des pédés.
Le führer de la horde existe encore
Maintenant, il dirige une clinique.
Quand vous avez fait sauter la caserne des SS
Il resta indemne. Par la suite, tu as souvent montré
Ton signalement. Tu l'emportais toujours avec toi :
Recherché pour haute trahison.
Ton surnom : Nevada-Kid.
Tu étais un Edelweiss...
Alors monta en l'air le train de munitions,
Le dépôt rempli de carburant,
Ils vous ont eus et ils en ont pendu cinq.
Tu pus t'échapper chez les Amerlos
Et quand la guerre s'est terminée
Un lundi matin de mai
Tu entras au volant d'une Jeep découverte
Dans notre ville et tu rejouais
Sur ta guitare – ton rythme de rumba.
Les martinets criaient
pendant un moment, tu fus un héros
Ensuite, tu redevins un criminel.
Trop chaud ton ami, trop froide la guerre.
Tu retournas à nouveau en taule
Et un tribunal décréta, que tu étais
Pire encore qu'au temps des nazis.
Tu étais un Edelweiss...
Dans cette ville, dans ce pays
Trouve son bonheur, celui qui oublie vite
Ce qui était avant, et qui mange sans gêne
Au râtelier de leur clique.
Cette loi , tu ne l'as pas comprise.
Ça aussi, c'est grave, resté seul
Et toujours à la recherche
D'un ami qui te donne de la chaleur.
As-tu rêvé des rêves d'ivrogne.
Quand tu ne l'as pas trouvé ?
« Les martinets ne rêvent pas »
Affirme le mur de ta cellule, en taule.
Ici, maintenant, on rêve de nouveau beaucoup
Et parfois jusqu'au lever de l'aube.
Les rêves sont d'une autre matière
Et comme l'autre fois, on plie et on tempère.
Tu étais un Edelweiss...
Je te siffle le vieil air
Sur ta tombe et je te nomme camarade.
Tu t'appelais Nevada Kid
Et tu étais un Edelweiss pirate.
inviata da Marco Valdo M.I. - 15/12/2011 - 15:57
×
"Edelweißpiraten - so nannten sich in den dreißiger, vierziger Jahren Gruppen von Jugendlichen, die gegen die Nazis standen. Einige von ihnen bekämpften das Terror-Regime mit der Waffe. Die meisten wurden von der Gestapo entdeckt, gefoltert und hingerichtet. Nur wenige entkamen. In meiner Gegend nannten sich die Edelweißpiraten Navajos. Sie trugen unter dem Hemdenkragen das aus Horn geschnitzte Edelweiß, gaben sich Namen von Indianern und alten Trappern und hatten als geheimes Erkennungszeichen einen Pfiff - den Refrain eines Soldatenliedes, das damals gebrüllt wurde, und heute immer noch gebrüllt wird. Aber die letzten Töne wurden quer gepfiffen." -Franz-Josef Degenhardt.
« I pirati della stella alpina » : così si chiamavano, negli anni ’30 e ’40, alcuni gruppi di giovani che resistevano al nazismo. Alcuni di loro combatterono il regime terroristico con le armi. La maggior parte furono scoperti dalla Gestapo, torturati e giustiziati. Solo pochi riuscirono a salvarsi. Nella mia zona, i Pirati della Stella Alpina si chiamavano « Navajos ». Sotto il colletto della camicia portavano una stella alpina in corno, si davano nomi di indiani e di antichi trappers e, come segno di riconoscimento segreto, fischiettavano un motivetto, il ritornello di un canto di soldati che allora veniva urlato e viene berciato ancora oggi. Ma le ultime note venivano fischiettate stonate. – Franz –Josef Degenhardt.