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Quello lì (compagno Gramsci)

Claudio Lolli
Lingua: Italiano


Claudio Lolli

Lista delle versioni e commenti


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[1973]
Album “Un uomo in crisi. Canzoni di morte. Canzoni di vita”

unuomo

Quello lì


Antonio Gramsci, fondatore de “L’Ordine Nuovo” e del Partito Comunista d’Italia, assassinato con il carcere dai fascisti nel 1937.
Il giorno che arrivò in città fresco dalla Sardegna,
per fare l'università c'aveva già lui la faccia di chi c'insegna,
aveva già la sua strana testa grossa
e l'aria di uno che ha freddo fin nelle ossa.

Io lo sapevo quello lì,
me lo sentivo quello lì,
che non sarebbe andato avanti molto.

Che tipo strano e riservato,
che aria da sbandato.
E non sempre una gobba porta fortuna
e oggi si vede che non mi ero sbagliato.
E poi di sardi qui ce n'è già abbastanza,
dissi a quel pazzo che gli affitto la stanza.

Io lo sapevo quello lì,
me lo sentivo quello lì,
che non avrebbe fatto mai molta strada.

Era capace di star dei giorni chiuso nella sua stanza,
forse a studiare non so a che fare,
io non gli ho dato mai troppa importanza.
Certo non era allegro come goliardo,
ma non ci dimentichiamo che era gobbo e sardo.

Io lo sapevo quello lì,
me lo sentivo quello lì,
che non avrebbe fatto una bella fine.

Cosa facesse oltre a studiare, non l'ho saputo mai.
Ma avevo capito fin dall’inizio che quello lì andava in cerca di guai,
avevo capito che era un socialista,
quelli li riconosco a prima vista.

E soprattutto quello lì,
io lo sapevo quello lì,
avrebbe avuto quello che meritava.

Dopo un po' d'anni - e chi ci pensava,
ho appreso con sgomento
che quello lì, quel sardo lì, era finito eletto in parlamento.
Vabbene che il parlamento non conta niente,
però non è proprio il posto per certa gente.

E soprattutto quello lì,
io lo sapevo quello lì,
che avrebbe cercato di farla franca.

Ma ieri ho saputo, che finalmente, si son decisi a farlo,
l'han messo dentro
Avrà vent'anni, abbiam risparmiato il tempo di ammazzarlo,
perchè è malato ed è una cosa vera,
che non uscirà vivo dalla galera.

Io lo sapevo quello lì,
me lo sentivo quello lì,
non poteva finire altro che così.

inviata da The Lone Ranger - 20/7/2010 - 08:42



Lingua: Esperanto

Kantisto: Gianfranco Molle
Albumo: Horo da opozicio
Jaro: 1979
Aĉetebla ĉe

La tagon de lia alven'
Rekte el land' sardia
En serĉo de studa posten'
Aspektis li aplombe pri ĉio scia
Li havis certe neproporcian kapon
Enŝultriĝinta fuĝe de frostofrapo

Mi tion sciis, tiu ul'
Mi jam konsciis, tiu ul'
Certe ne daŭros longe sur nia tero

Sidis li longe dum tutaj tagoj
Fermita en kamero
Eble li studis sed liaj agoj
Ĉe mi ne trovis lokon por konsidero
Studenta gajo mankis en la rigardo
Sed li, ne forgesu, esti ĝibul'
Kaj sardo

Mi tion sciis, tiu ul'
Mi jam konsciis, tiu ul'
Certe ne havos grandan karieron

Liajn okupojn preter studado
Neniam mi atentis
Sed de la komenco mi divensentis
Ke tiu ul' inklinas al agitado
Mi tuj komprenis ke li socialistas
Pri flaro de ĉi-homoj mi fake istas

Unuavide tiu ul'
Mi tuj komprenis, tiu ul'
Baldaŭ ricevos la merititan pagon

Post kelkaj jaroj mi pro hazardo
Eksciis kun mirsento
Ke tiu ul', de tiu sardo
Iel li elektiĝis ĉe parlamento
Certas ke parlamento momente nulas
Tamen ne tiajn homojn en rom' postulas

Unuavide tiu ul'
Mi tuj komprenis, tiu ul'
Iel klopodos por lerta elturniĝo

Sed mi eksciis ke je finfino
Oni ekaktiviĝos
Por dudek jaroj li malliberiĝos
Ŝparos ni tiel penon de elimino
Ĉar li malsanas kaj mi asertas vero
Ke li vivante ne lasos la karceron

Mi tion sciis, tiu ul'
Mi jam konsciis, tiu ul'
Jen estas fino por revoluciul'

inviata da Nicola Ruggiero - 27/4/2013 - 12:22


Toh!!! Ma guarda chi si rivede !!! Un esperantista di Mola di Bari! :-PP

Riccardo Venturi - 27/4/2013 - 14:43


Sono ancora vivo e lotto con voi!!! :D

Nicola Ruggiero - 27/4/2013 - 16:22


Questo ci fa parecchio piacere...! Ma 'ndo sei, sempre in Islanda?...

Riccardo Venturi - 27/4/2013 - 16:31


Bonvenon.. reen gajeco de onklino!!!! :)

adriana - 27/4/2013 - 16:57


Marmottosko esperantisto?!?!?!?.......!!!

Riccardo Venturi - 27/4/2013 - 16:58


no... marmottoska furbao con traduttorao :):)

adriana - 27/4/2013 - 17:06


Non conoscevo questa versione in esperanto, molto interessante, dove si può trovare questo disco del 1979 di Gianfranco MOLLE - Horo da opozicio? Una volta Gramsci ha scritto "Sono pessimista con l'intelligenza ma ottimista con la volontà"

Flavio Poltronieri - 27/12/2015 - 14:53


secondo questa canzone non dovrebbe essere in questo sito

l'argomento del testo non è 'contro la guerra'

solo che questo è diventato un sito 'minestrone', come ho già avuto modo di scrivere

giovanni - 23/8/2018 - 11:05


MINESTRONE "ALLA GIOVANNI"
Ricetta per 2 persone

P8230063


Carissimo Giovanni,

La tua autentica passione per il minestrone mi ha spinto, trovandomi in possesso degli ingredienti adatti, a dedicarti con amicizia questa saporitissima ed economica zuppa, che mi sono preparato ieri a pranzo. In tuo onore l'ho chiamata “Minestrone alla Giovanni”; spero che apprezzerai, e buon appetito!

Ingredienti per due persone:

1 sacchetto “MINESTRONE TRADIZIONALE – 15 VERDURE” del Penny Market (euro 1,79); per due persone ne basta 1/3 (la confezione è di 1 kg e 200 grammi)
1 scatola di ceci lessati “ORTOMIO” del Penny Market (euro 0,35);
3 peperoncini rossi freschi sminuzzati
Prezzemolo tritato
1 cucchiaio di olio di oliva
Mezzo cucchiaio di sale grosso.


In un tegame mettere a cuocere il MINESTRONE TRADIZIONALE 15 VERDURE in circa 500 cl di acqua (io lo metto già in acqua fredda non ancora salata, secondo la scuola “mamma Venturi” ndr). Portare a ebollizione a fuoco moderato, coprendo con un coperchio ma lasciando un piccolo sfiato. Dare una mescolata ogni tanto.

Una volta portato tutto a ebollizione, abbassare il fuoco fino a renderlo ultramoderato, stile vecchio Partito Liberale di Malagodi. Dopo circa 3 minuti di ebollizione aggiungere i ceci scolati e i peperoncini tritati (del tipo di vostra scelta, ma comunque freschi).

Fare cuocere al suddetto fuoco ultramoderato per circa 25/30 minuti. Poco prima della fine della sobbollitura, salare e aumentare leggermente il fuoco fino a renderlo almeno socialdemocratico alla Saragat.

Una volta pronto, aggiungere il prezzemolo tritato e servire in una scodella con mezzo cucchiaio di olio di oliva a crudo. Il “MINESTRONE ALLA GIOVANNI” è pronto!

Si abbina benissimo con un vino rosso “Montepulciano d'Abruzzo” del Penny Market, euro 1,49, dal bouquet piacevolmente proletario.

Nella foto: Il Minestrone alla Giovanni. NB: Ha un bassissimo indice glicemico, cosa che -purtroppo- ultimamente mi riguarda molto da vicino.

Riccardo Venturi (Admin CCG/AWS) - 24/8/2018 - 19:50


E schiaffalo nel blog delle "ricette asociali", razza di pigrone ignobile che andrebbe buttato di sotto dal letto a raudi!

Io non sto con Oriana - 26/8/2018 - 12:02


Per essere davvero cacca bell'e fatta, il minestronzo di merdura deve essere fatto con tutte le verdurine fresche!

PIGRONE!

B.B. - 26/8/2018 - 19:03


Davvero; ottima osservazione.
Certo che è proprio PIGRO, vero...??

(Ih! Ih! Ih...!!)

Io non sto con Oriana - 27/8/2018 - 10:14


Riccardo, secondo me per renderlo più "appetitoso" potresti aggiungerci un fantastico cetrionzolo...

Dq82 - 27/8/2018 - 11:33


Pigrone? Io?!? Je m'insurge!

O bellini tutt'e due, se vu' avéssite tritato, cubettato, sminuzzato, pelato & rosolato non dico tutte, ma 1/3 delle verdurine fresche, agli, cipolle e quant'altro che ha tritato ecc. il sottoscritto, vu' potrèbbite parlare. Invece c'è i'caso che vu' vi mettehe a tavola col minestroncino già preparato dalla mamma, dalla sposa o da i' centrosociàle.

Dopo avé preparato zuppe, minestroni, sughi (ciao Marcello!), pastasciutte e contorni pe' tutte le più sgangherate "realtà antagoniste" di mezza Salvinia, ora mi merito i' "Minestrone alla Giovanni" fatto coi surgelati del Penny Market. Che è buonissimo !! Oh! Comunque nelle ricette asociali ci andrà senz'altro.

PS Per DQ82: il cetrionzolo (a Firenze si dice: "trecïòlo" con uno squisito esempio di metatesi sillabica!) n'i' minestrone tuccelammettettè! Però non ti sto a dire cosa sembra in realtà i' trecïòlo di' disegnino...!

Riccardo Venturi - 27/8/2018 - 19:51


Per chi non avesse letto il GGG di Rohal Dahl (o non abbia visto il film di Spielberg):
Il grande gigante gentile definisce il cetrionzolo “un putrefacente e disgustabile vegetario”. È uno strano vegetale nerastro ricoperto di protuberanze rugose e strisce bianche. Non è molto diverso da un cetriolo enorme, ma ha un cuore di filamenti poco invitanti ed è veramente disgustoso, il GGG lo mangia in quanto è l'unico vegetale commestibile nel paese dei giganti, e non volendo lui mangiare gli umani, non gli rimane che mangiare il cetrionzolo.
L'unico grande pregio è nell’essere l’ingrediente fondamentale dello sciroppio, la bevanda preferita dai giganti: un liquido verde che fa le bollicine al contrario, verso il basso, producendo un movimento nella pancia in direzione opposta rispetto allo spumante nostrano.

Dq82 - 27/8/2018 - 20:17


daniela -k.d.- - 27/8/2018 - 22:59


Dear all,

As it is mushrooming season and as mushrooming is great fun and as this subpage seems to be dedicated to cooking rather than Claudio Lolli or antiwar stuff, let me present you the recipe of one hell of a soup. The key ingredient of this exquisite soup are black chanterelles (Craterellus cornucopioides), trombette dei morti in Italian, trompettes de la mort in French, and mustatorvisieni in Finnish.

http://www.fotonatura.org/galerias/fot...


Black chanterelles are those funnel-shaped little guys that many Italians tend to ignore while desperately hunting for porcini. At least, this is what my Ligurian friends told me when I took them mushrooming black chanterelles in a Finnish forest years ago (»God in heaven, are you saying that those are edible, too!«). And yes, I am saying that they are not only edible but delicious. So go and get them.

BLACK CHANTERELLE SOUP

Ingredients

- 3 tablespoons butter
- 1 dl chopped onion
- 400 g fresh black chanterelles chopped (or 50 - 100 g dried black chanterelles soaked in water for a few hours)
- 3 tablespoons wheat flour
- 8 dl vegetable stock
- 2 dl whipping / double cream
- Salt (if needed), freshly ground black pepper, thyme and dry sherry, madeira, or white wine to season
- 0,5 dl chopped parsley to garnish

Preparing the dish

- Sauté the onion and mushrooms in butter until the onion is translucent but not browned.
- Stir in the flour and cook briefly.
- Pour in the vegetable stock stirring constantly. Simmer for 15 minutes.
- Add the seasonings and cream. Bring to boil.
- Sprinkle with parsley just before serving. Serve with toast and butter, ciabatta or croutons.

Here's a word of warning: the only downside of this dish is that it doesn't look especially appetizing but rather ugly because of its grey(ish) color. But never mind that, just dig in.

Juha Rämö - 28/8/2018 - 11:52


There's one more thing I just cant help addressing. It's the sad picture of the cooking pot above. I apologize to anyone whose feelings I might be hurting by criticizing his or her favorite cooking vessel in the picture, but I really can't understand why people waste their money on those no-good »non-stick« pots and pans. Whether cheap or expensive, titanium or ceramic, this or that, the bottom line is that they are always just a flash in the pan. Sooner or later but not very much later the coating gets worn away which is when you simply must ask the question: Where does it end up or is it really meant to be eaten? I've been using my cooking pots of stainless steel and my frying pan of cast iron for more than forty years and I can't see any reason why they couldn't be used another forty years. Sustainability is the word also when it comes to cookware.

Juha Rämö - 28/8/2018 - 14:40


Thanks to Juha Rämö for his exquisite mushroom soup from Finland! Finnish cuisine can be despised or scorned only by French and Italian bigheads, e.g. by morons like Jacques Chirac or Silvio Berlusconi. After all, I don't find there's contradiction between cuisine, soups and a page on a song by Claudio Lolli, may he rest in peace. By the way, is there any contradiction, say, with his passion for car races and for Gilles Villeneuve?



A song is never "pure". "Purity" is always dangerous. Anyway, as for "antiwar stuff", I just wondered where I talked about chanterelles in a page of this site. Well, it was in the page of Patric's Cançon del Larzac: Chanterelle was Lanza Del Vasto's wife, and there can be no doubt they both were accomplished pacifists.

So, this is just an example of what this website is and can be: a network of occasions that alert the senses and intellect, even when talking of soups and mushrooms in a page dedicated to a song about Antonio Gramsci. If someone wants to call all this a "minestrone", I suggest him/her to take cooking lessons.

Riccardo Venturi - 28/8/2018 - 20:50


...Macché.
È passata una settimana e il blog delle Ricette Asociali è rimasto impantanato alla tredicesima ricetta.
Che porta anche malissimo, ovviamente.
Proprio pigro.
Ma pigro pigro pigro...!

Io non sto con Oriana - 1/9/2018 - 07:42


GRAMSCI E' VIVO, CARLO E NELLO ROSSELLI SONO VIVI...
E LA DESTRA? TENTA L'APPROPRIAZIONE INDEBITA

Gianni Sartori

Consumato dal carcere che ne aveva minato la salute, Gramsci moriva il 27 aprile 1937. Poco più di un mese dopo (9 giugno 1937) a Bagnole-de-l'Orne, Carlo Rosselli (qui per una breve convalescenza dopo aver combattuto in Spagna contro i franchisti) e il fratello Nello venivano assassinati da una squadra della morte formata da cagoulards (fascisti francesi) su richiesta di Mussolini (operazione, pare, organizzata e finanziata direttamente da Galeazzo Ciano).

Questo tanto per inquadrare la questione. Da qualche tempo un recente libro,“Gramsci è vivo”, opera ultima di un Alain De Benoist “de noantri” (già militante di Meridiano Zero*, movimento post o neo-fascista, fate voi), viene divulgato benevolmente in trasmissioni – almeno ufficialmente – di “area progressista” (collocandosi - se non proprio a Sinistra - almeno “altrove”). Elogiandone – e forse non era il caso - l'apertura, la capacità di andare “oltre gli schemi “etc..

Sorvolando sul fatto che la copertina del libro, su cui troneggia appunto la scritta del titolo, è una prima pagina di “Giustizia e Libertà”, il giornale diretto da Carlo Rosselli e pubblicato in Francia dove il teorico del “socialismo liberale” (amico e compagno di lotta degli anarchici Marzocchi e Berneri ) si era rifugiato dopo l'evasione con Lussu da Lipari nel 1929.

Ora, non dico sia necessariamente una cosa voluta, ma oggettivamente mi pare una provocazione. O almeno una mancanza di rispetto e soprattutto di scrupoli (frutto se non di semplice ignoranza, per lo meno di superficialità). L'articolo e il titolo utilizzato per la copertina del libro erano opera proprio di Carlo Rosselli. Scritti all'indomani della notizia della morte del noto esponente comunista, fatto rinchiudere da Mussolini ancora nel 1926 (quando era deputato del PCd'I). Intravedo qualcosa di macabro nel riesumarli per “riciclare” a destra le ceneri del povero Gramsci.

Non vorrei allargarmi troppo, sopravalutare la cosa.

Però non ho potuto fare a ameno di sospettare che – se pur nel suo piccolo – costituisca un sintomo residuale, un sedimento con effetti tardivi, di quando la Destra, galleggiando beatamente nel vuoto pneumatico che la contraddistingue, si permetteva di attingere ovunque. Dal “sindacalismo rivoluzionario” (v. Mussolini) alla lotta di liberazione irlandese (v. Terza Posizione, “Settembre”, Della Longa, Lai, Angelilli...), da Guccini (v. casa Pound con “Gli eroi son tutti giovani e belli” attribuito ai repubblichini) all'ecologia radicale e – ingannevolmente - all'autodeterminazione dei popoli. Salvo poi integrarsi con le bande antibasche in Spagna, con i maroniti contro i palestinesi, con il Sudafrica razzista contro i movimenti di liberazione in Angola e Namibia.

Senza dimenticare il contributo ai regimi militari di Cile, Bolivia, Argentina.

Per non parlare delle ambigue provocazioni degli anni sessanta e settanta. Dai manifesti apparentemente “marxisti-leninisti” (inneggianti a Stalin e Mao e contro l'URSS) distribuiti nel 1966 da Stefano delle Chiaie (Avanguardia Nazionale) in batteria con Umberto Federico d'Amato (Ufficio Affari Riservati, Ministero degli Interni) e il missino Mario Tedeschi, all'Organizzazione Lotta di Popolo (OLP: ma si può?); da Mario Merlino infiltrato tra gli anarchici a Giovane Europa (versione italica di Jeune Europe di Thiriart) e alla rivista “Rinascita” (impropriamente definita nazi-maoista) di Gaudenzi. Fino alle innumerevoli sigle di copertura dei primi anni settanta (Comitato Europa-Palestina, Associazione Italia-Cina, Associazione Italia-Libia di Claudio Mutti, Movimento dei Comunisti d'Italia di Claudio Orsi) e al tentativo – fallito e rispedito al mittente – di convergenza con gli Autonomi formulato da Costruiamo l'Azione di Signorelli e Calore). Operazioni destinate più che altro a confondere ulteriormente le acque, già alquanto torbide, di quel periodo convulso.

In ottemperanza alle strategie della “Guerra rivoluzionaria” elaborate ancora negli anni sessanta con il Convegno all'Hotel Parco dei principi del 3-5 maggio 1965 (singolare coincidenza: proprio qui si è festeggiato per la vittoria elettorale – vera o presunta - della destra nelle recenti elezioni europee).

E visto che si parla di Giustizia e Libertà, riporto un precedente. Quel libercolo di Franco Franchi (già esponente della R.S.I. e deputato missino) del 1990 (“Caro nemico”). Dove si tentava di stabilire un'improbabile e tarroccata convergenza tra il Regolamento della Camera dei Fasci e delle Corporazioni (nella versione “sociale” repubblichina di Salò) e il pensiero di Duccio Galimberti (assassinato dai fascisti nel 1944, prima Medaglia d'Oro della Resistenza).

L'elenco delle appropriazioni indebite dicevo sarebbe pressoché infinito. A titolo d'esempio suggerisco, per quanto datati “Fascisti tenete giù le zampe dall'Irlanda” e “I fascisti. Due-tre cose che so di loro” (in rete).

Da parte mia confesso di non avere proprio l'intenzione di perdere altro tempo occupandomi del libro del neo ministro della Cultura.

Caso mai tornerò a prendere in mano, oltre ai fondamentali “Quaderni”, l'edizione Einaudi degli anni sessanta dei suoi articoli sull' “Ordine Nuovo” (dono di un vecchio partigiano comunista). Sicuramente molto più interessanti e illuminanti.

Gianni Sartori

*Nota 1: stando a quanto raccontano gli interessati Meridiano Zero (forse un richiamo agli anni settanta con “Anno Zero” derivato direttamente da Ordine Nuovo) sarebbe nato – data non proprio casuale - l'8 settembre 1991. Raccogliendo soggetti fuoriusciti dal Fronte della Gioventù di Roma e da elementi della destra extraparlamentare.

Ufficialmente su posizioni “antimperialiste” (contro l'intervento USA in Iraq).

Il nome deriverebbe sia da un testo di Ernst Junger, sia dal “meridiano zero” di Battipaglia istituito dal regime fascista in polemica con quello canonico di Greenwich.

Come simbolo riesumarono una runa nazista, Algiz. Inserita nel cerchio bianco di una bandiera rossa (come quella nazista).

La direzione politica venne affidata a Raimondo Graziani (figlio di Clemente, leader di Ordine Nuovo). Il loro giornale (“Orientamenti”) era diretto dall'ex di Terza Posizione Gabriele Adinolfi. Producevano anche un bollettino per gli studenti medi. “Mister Turtle” (qualche analogia con la “tartaruga” di Casa Pound ?). Filosofo di riferimento, ca va sans dire, il “razzista spiritualista” Julius Evola.

Si qualificheranno per atteggiamenti soidisant anti-tecnocratici in una ambigua rivisitazione da destra (senza alcuna consapevolezza dei rapporti sociali in regime capitalista) di un malinteso luddismo. Come altre formazioni neofasciste aderenti alla “Tercera posición” si definivano “né di Destra, né di Sinistra” (e quindi ovviamente di destra).

Tanto per mostrare di che natura fosse il loro “antimperialismo” già ai primi di ottobre 1991 attaccavano i collettivi studenteschi di sinistra di Lettere e Filosofia. Dopo lo scioglimento, nel 1995 i superstiti aderirono in parte alla Fiamma Tricolore di Pino Rauti.

Direi che basta.

Gianni Sartori - 10/9/2024 - 12:16




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