O Venezia che sei la più bella
e tu di Mantova che sei la più forte
gira l'acqua intorno alle porte
sarà difficile poterti pigliar.
E quel giorno, entrando in Venezia
vedevo il sangue scorreva per terra
i feriti sul campo di guerra
e tutto il popolo gridava pietà.
Traditori signori ufficiali
e voi la guerra l'avete voluta
scannatori di carne venduta
e voi rovina della gioventù.
O Venezia, ti vuoi maritare?
E per marito ti daremo Ancona
e per dote le chiavi di Roma
e per anello le onde del mar.
e tu di Mantova che sei la più forte
gira l'acqua intorno alle porte
sarà difficile poterti pigliar.
E quel giorno, entrando in Venezia
vedevo il sangue scorreva per terra
i feriti sul campo di guerra
e tutto il popolo gridava pietà.
Traditori signori ufficiali
e voi la guerra l'avete voluta
scannatori di carne venduta
e voi rovina della gioventù.
O Venezia, ti vuoi maritare?
E per marito ti daremo Ancona
e per dote le chiavi di Roma
e per anello le onde del mar.
Lingua: Inglese
Versione inglese
English version
English version
The melody of this song is similar to the italian opera, particularly of suggestions from Giuseppe Verdi. It's about the two years of rebellion (1848-49) of Venice against the Austro-hungarian Empire, and about the bloody repression after the revolt. The last strophe is about the dream of Italian unification.
O VENICE
O Venice, you who are the most beautiful,
And you who are stronger than Mantua,
Water surrounds your doors;
It will be difficult to come and take you.
And that day, as I was entering Venice,
I saw blood pouring onto the ground,
The wounded on the battlefield,
And the people crying for mercy.
You traitors, generals, officers,
You who vehemently pushed for this war,
You are the butchers of our flesh for sale,
You are the ruin of the youth.
O Venice, do you wish to be wed?
As a husband, we'll give you Ancona,
As a dowry, the keys of Rome,
And as a ring, the waves of the sea.
O Venice, you who are the most beautiful,
And you who are stronger than Mantua,
Water surrounds your doors;
It will be difficult to come and take you.
And that day, as I was entering Venice,
I saw blood pouring onto the ground,
The wounded on the battlefield,
And the people crying for mercy.
You traitors, generals, officers,
You who vehemently pushed for this war,
You are the butchers of our flesh for sale,
You are the ruin of the youth.
O Venice, do you wish to be wed?
As a husband, we'll give you Ancona,
As a dowry, the keys of Rome,
And as a ring, the waves of the sea.
Lingua: Italiano
Oh Venezia - Il Duo di Piadena
"Oh Venezia" incisa all'interno del LP ARIA DI CASA NOSTRA del 1968 é un brano importante, ma poco conosciuto, del repertorio del Duo di Piadena (Delio Chittó e Amedeo Merli),
Gli autori del brano, citati nel disco, sono Stelvio Cipriani (musica) e Giuliano Tilesi (testo).
È una rielaborazione di una canzone popolare diffusa in tutto il centro-settentrione: la musica riecheggia le arie del melodramma; il testo sembra riferirsi al coraggioso biennio repubblicano (1848-49) di Venezia ribellatasi all'impero austriaco e alla drammatica repressione che ne seguì.
Da notare che la terza strofa é di difficile interpretazione, seppur alcuni sostengano che sottenda il desiderio popolare di una allora futura unità d'Italia.
La canzone è stata "riscoperta" e resa popolare da Giovanna Marini e Francesco De Gregori con la loro bellissima interpretazione nel LP IL FISCHIO DEL VAPORE del 2002, seppur fosse stata cantata precedentemente da tanti altri.
Credo sia giusto rendere merito soprattutto a Giovanna Daffini ed al Duo di Piadena per averla divulgata e fatta conoscere nei favolosi "anni sessanta".
Giovanna Daffini la incise nel LP UNA STORIA, UN PAESE del 1967 e la sua versione é disponibile sia su YouTube che Spotify.
La versione del Duo di Piadena é invece introvabile, quindi é imperativo porre rimedio...
"Oh Venezia" incisa all'interno del LP ARIA DI CASA NOSTRA del 1968 é un brano importante, ma poco conosciuto, del repertorio del Duo di Piadena (Delio Chittó e Amedeo Merli),
Gli autori del brano, citati nel disco, sono Stelvio Cipriani (musica) e Giuliano Tilesi (testo).
È una rielaborazione di una canzone popolare diffusa in tutto il centro-settentrione: la musica riecheggia le arie del melodramma; il testo sembra riferirsi al coraggioso biennio repubblicano (1848-49) di Venezia ribellatasi all'impero austriaco e alla drammatica repressione che ne seguì.
Da notare che la terza strofa é di difficile interpretazione, seppur alcuni sostengano che sottenda il desiderio popolare di una allora futura unità d'Italia.
La canzone è stata "riscoperta" e resa popolare da Giovanna Marini e Francesco De Gregori con la loro bellissima interpretazione nel LP IL FISCHIO DEL VAPORE del 2002, seppur fosse stata cantata precedentemente da tanti altri.
Credo sia giusto rendere merito soprattutto a Giovanna Daffini ed al Duo di Piadena per averla divulgata e fatta conoscere nei favolosi "anni sessanta".
Giovanna Daffini la incise nel LP UNA STORIA, UN PAESE del 1967 e la sua versione é disponibile sia su YouTube che Spotify.
La versione del Duo di Piadena é invece introvabile, quindi é imperativo porre rimedio...
OH VENEZIA
Oh Venezia tu sei la più bella
e tu di Mantova che sei la più forte
gira l'acqua intorno alle porte:
sarà difficile poterla pigliar.
L'altro giorno, entrando in Venezia
vidi il sangue, scorreva per terra.
I soldati sul campo di guerra
sarà difficile poterli fermar.
O Venezia, ti vuoi maritare?
Per marito daremo Ancona,
per anello le chiavi di Roma
e per corredo le onde del mar.
Oh Venezia tu sei la più bella
e tu di Mantova che sei la più forte
gira l'acqua intorno alle porte:
sarà difficile poterla pigliar.
L'altro giorno, entrando in Venezia
vidi il sangue, scorreva per terra.
I soldati sul campo di guerra
sarà difficile poterli fermar.
O Venezia, ti vuoi maritare?
Per marito daremo Ancona,
per anello le chiavi di Roma
e per corredo le onde del mar.
inviata da Ermanno Profazio - 15/11/2024 - 08:37
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L'ultima strofa, delicata e misteriosa, di rara intensità poetica, sembra in qualche modo evocare il sogno dell'Unità d'Italia.
(dalle note del libretto del disco "Il Fischio del Vapore" di Francesco De Gregori e Giovanna Marini)
La strofa "traditori signori ufficiali" - spesso inserita anche nell'impianto musicale di "O Gorizia, tu sei maledetta" - fu causa di celebri scandali nei teatri in cui la Daffini, o altri interpreti, la eseguivano coraggiosamente alla presenza dell'alta borghesia e della nobiltà dell'epoca.