In the heart of New York City, near Washington Square,
In nineteen eleven, March winds were cold and bare,
A fire broke out in a building, ten stories high,
And a hundred and forty six young girls in those flames did die.
On the top floor of that building, ten stories in the air
These young girls were working in and old sweatshop there;
They were sewing shirtwaists for a very low wage,
So tired and worn out! They were at a tender age.
The sweatshop was a stuffy room with but a single door,
The windows they were gray with dust from off that dirty floor.
There were no comforts, no fresh air, no light to sew thereby
And the girls, they toiled from early dawn till darkness filled the sky.
Then on that fateful day--dear God! most terrible of days!--
When that fire broke out, it grew into a mighty blaze
In that firetrap way up there with but a single door
So many innocent working girls burned, to live no more.
A hundred thousand mourners,they followed those sad biers,
The streets were filled with people weeping bitter tears,
Poets, writers everywhere described that awful pyre,
Where those young girls were trapped to die in the Triangle fire.
In nineteen eleven, March winds were cold and bare,
A fire broke out in a building, ten stories high,
And a hundred and forty six young girls in those flames did die.
On the top floor of that building, ten stories in the air
These young girls were working in and old sweatshop there;
They were sewing shirtwaists for a very low wage,
So tired and worn out! They were at a tender age.
The sweatshop was a stuffy room with but a single door,
The windows they were gray with dust from off that dirty floor.
There were no comforts, no fresh air, no light to sew thereby
And the girls, they toiled from early dawn till darkness filled the sky.
Then on that fateful day--dear God! most terrible of days!--
When that fire broke out, it grew into a mighty blaze
In that firetrap way up there with but a single door
So many innocent working girls burned, to live no more.
A hundred thousand mourners,they followed those sad biers,
The streets were filled with people weeping bitter tears,
Poets, writers everywhere described that awful pyre,
Where those young girls were trapped to die in the Triangle fire.
inviata da The Lone Ranger - 20/5/2010 - 13:46
Lingua: Italiano
Tentativo di traduzione italiana di Bernart Bartleby.
BALLATA DEL “TRIANGLE FIRE”
Nel cuore di New York City, vicino a Washington Square,
Nel 1911, i venti di marzo erano freddi e aspri.
Scoppiò un incendio in un edificio alto dieci piani
E cento e quarantasei giovani ragazze morirono fra quelle fiamme.
All’ultimo piano di quel palazzo, dieci piani d’altezza
Quelle giovani ragazze stavano lavorando in un vecchio “sweatshop”.
Cucivano camicette per una paga molto bassa,
Così stanche ed esauste! Ed erano molto giovani.
Il “sweatshop” era una stanza soffocante, con soltanto una porta,
I vetri delle finestre erano grigi dalla polvere che copriva tutto, a partire dal lurido pavimento.
Non c’era nessun comfort, né aria fresca e nemmeno la luce necessaria per poter cucire.
E le ragazze faticavano dalle prime luci dell’alba fino al calar della sera.
Poi, in quel giorno fatidico - mio Dio! Il più tremendo dei giorni! -
Quando il fuoco scoppiò, crebbe in un’enorme fiammata.
In quella trappola di fuoco, lassù, con una porta soltanto
Tante povere innocenti operaie bruciarono e persero le loro vite.
Centomila persone in lutto, seguirono quei tristi feretri,
Le strade erano piene di gente che piangeva amare lacrime,
Poeti e scrittori di ogni dove descrissero quel rogo terribile
Quando tutte quelle giovani ragazze rimasero intrappolate, uccise nel “Triangle fire”.
Nel cuore di New York City, vicino a Washington Square,
Nel 1911, i venti di marzo erano freddi e aspri.
Scoppiò un incendio in un edificio alto dieci piani
E cento e quarantasei giovani ragazze morirono fra quelle fiamme.
All’ultimo piano di quel palazzo, dieci piani d’altezza
Quelle giovani ragazze stavano lavorando in un vecchio “sweatshop”.
Cucivano camicette per una paga molto bassa,
Così stanche ed esauste! Ed erano molto giovani.
Il “sweatshop” era una stanza soffocante, con soltanto una porta,
I vetri delle finestre erano grigi dalla polvere che copriva tutto, a partire dal lurido pavimento.
Non c’era nessun comfort, né aria fresca e nemmeno la luce necessaria per poter cucire.
E le ragazze faticavano dalle prime luci dell’alba fino al calar della sera.
Poi, in quel giorno fatidico - mio Dio! Il più tremendo dei giorni! -
Quando il fuoco scoppiò, crebbe in un’enorme fiammata.
In quella trappola di fuoco, lassù, con una porta soltanto
Tante povere innocenti operaie bruciarono e persero le loro vite.
Centomila persone in lutto, seguirono quei tristi feretri,
Le strade erano piene di gente che piangeva amare lacrime,
Poeti e scrittori di ogni dove descrissero quel rogo terribile
Quando tutte quelle giovani ragazze rimasero intrappolate, uccise nel “Triangle fire”.
inviata da Bernart Bartleby - 18/2/2014 - 08:32
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Novantanove anni fa, il 25 marzo 1911, 146 operaie della fabbrica di abbigliamento Triangle Shirtwaist Factory di New York City morirono nel corso di uno spaventoso incendio sviluppatori nello stabilimento. Fu la peggiore tragedia su di un luogo di lavoro che si sia mai verificata negli USA prima dell’attentato dell’11 settembre 2001. Le vittime, quasi tutte donne immigrate sfruttate e sottopagate, morirono orrendamente, carbonizzate oppure sfracellate al suolo dopo essersi lanciate dalle finestre dell’alto edificio. Le proporzioni della tragedia furono tali perché il padrone del complesso aveva fatto chiudere tutti gli accessi alle scale antincendio per impedire alle operaie di uscire per fumarsi una sigaretta. Sicchè molte fumavano all’interno dello stabilimento, pieno di tessuti e materiali altamente infiammabili, ed una cicca o un fiammifero rimasto acceso furono probabilmente la causa del terribile rogo.
Si sente dire spesso che la festa internazionale della donna dell’8 marzo sia stata istituita in memoria di questo episodio… Non è così. La festa della donna ha origini diverse (lo sciopero delle camiciaie newyorchesi del 1908/1909, negli States; la rivoluzione del 1848, in Germania; la Comune del 1871, in Francia…) e fu in seguito decisa la data comune dell’8 marzo (“Giornata Internazionale dell’Operaia”) per ricordare una grande manifestazione delle donne di San Pietroburgo che l’8 marzo 1917 – 22 febbraio, secondo il calendario giuliano – diede inizio alla Rivoluzione russa.