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Le déserteur

Malicorne
Lingua: Francese


Malicorne

Lista delle versioni e commenti


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Le déserteur
(Boris Vian)
Je resterai ici
(Malicorne)
Un jour l'envi' m'a pris de déserter la France
(anonimo)


[1977]
Canzone popolare dei dipartimenti occidentali della Francia
Arrangiamento di Gabriel Yacoub e Olivier Zdrzalik
[Gabriel Yacoub ha scritto espressamente la musica che accompagna le ultime due strofe]
Dall'album "Malicorne 4" (1977)
Malicorne IV

Arrivati alla CCG n° 3096, ci troviamo ad inserire una canzone popolare (forse del XVIII secolo) che reca l'esatto titolo della CCG n° 1. E forse sarebbe opportuno eseguire una ricerca ancora più approfondita su tutti gli "antenati" del "Déserteur", che sembrano davvero abbondare nella canzone popolare francese. Boris Vian, nello scrivere la sua canzone, e da profondo conoscitore della canzone e della sua storia, potrebbe averla avuta presente.
Il y a huit ans que je suis dans l'armée
Sans avoir jamais eu mon congé
L'envie m'a pris de déserter la France
De retourner au pays sans congé

Dans mon chemin j'ai fait triste rencontre
Trois grenadiers m'ont pris m'ont emmené
M'ont méchamment attaché les menottes
Droit à Bordeaux en prison m'on mené

Ah faut-il donc pour l'amour d'une brune
être réduit à ces maudits cachots
être réduit à coucher sur la paille
Manger du pain noir et ne boire que de l'eau

mais quand la belle entendit ces paroles
mais nuit et jour va trouver son amant
en lui disant mon amant prends courage
elle te sauvera celle qui t'aime tant

J'irais parler mais à ton capitaine
Ton capitaine aussi ton commandant
En leur disant d'adoucir tes peines
Pour de l'argent rendez-moi mon amant

Garde la belle ton or et ton argent
Pour faire la guerre en ont à leur plaisir
Je dois passer en conseil de guerre
Et puis après on me fera mourir

Celui qui me tuera ce s’ra mon camarade
Il me bandera les yeux avec un mouchoir bleu
Il me fera mourir sans trop me faire souffrir

Soldats de mon pays n'en dites rien à ma mère
Mais dites-lui plutôt que je suis à Bordeaux
Dans un beau régiment que j'y s'rai pour longtemps.

inviata da Riccardo Venturi - 1/12/2005 - 15:07




Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi
2 dicembre 2005
IL DISERTORE

Fanno otto anni che sono soldato
senza aver mai avuto il congedo,
mi è presa voglia di disertar la Francia,
di tornare al paese senza licenza.

Per la strada, ho fatto un triste incontro :
tre granatieri m’hanno preso e prelevato,
m’han crudelmente messo in manette,
e dritto a Bordeaux in prigione m’han portato.

Ah, dunque si deve, per l’amor d’una bruna
ridursi a finire in queste maledette galere,
ridursi a stendersi su un pagliericcio
a mangiar pane nero e a ber solo acqua ?

Ma quando la bella udì queste parole
la notte e il giorno va a trovar l’amante
dicendogli, amore mio, fatti coraggio,
ti salverà colei che ti ama tanto

Andrò a parlare col tuo capitano,
col tuo capitano, e anche col comandante
dicendo loro d’addolcirti la pena,
per del denaro, rendetemi il mio amante

Oh, bella, serba il tuo oro e il tuo argento,
dacché fan guerra ne hanno a volontà.
Io devo andar di fronte alla corte marziale
e poi, dopo, mi metteranno a morte

Sarà il mio compagno che mi ucciderà,
mi benderà gli occhi con un fazzoletto blu,
mi farà morire senza farmi troppo soffrire

Soldati del mio paese, non dite niente a mia madre,
ditele invece che sono a Bordeaux
in un bel reggimento, e che vi resterò a lungo.

2/12/2005 - 03:17


Caro Riccardo, ho trovato una variante di questo testo nel primo disco del duo franco-greco di arpiste Sedrenn. La musica è completamente differente essendo composta da Jean-Loup Baly (che già compare in un'altra pagina del sito dedicata a Les chemins de la guerre di Mélusine)e l'interpretazione è assolutamente di prim'ordine. Non ho il testo comunque il protagonista rivolgendosi ai dragoni suoi amici che lo arrestano per diserzione dice loro: "malgrado il vostro capitano e i suoi ufficiali avrete del dispiacere a imprigionarmi"

Flavio Poltronieri - 20/11/2015 - 23:54


E saresti capace, Flavio, di trascrivere il testo all'ascolto? Se hai per caso difficoltà, cerca di farmelo avere in qualche modo e ci penso io più che volentieri....grazie comunque per ora per la segnalazione!

Riccardo Venturi - 23/11/2015 - 11:51


Caro Ric, mi è impossibile in quanto mi trovo all'est, lontano dal mio "covo musicale" ma non dovresti avere difficoltà a trovarlo in rete cliccando: Sedrenn le déserteur. Il duo di arpiste è stato attivo lo spazio di un paio di dischi fino al 1999 e vista la tua "passione greca" ti consiglio di ascoltare anche un'altra formidabile interpretazione tratta dal loro secondo cd (lettre à M. Nikos)che avevo già segnalato tempo fa nei commenti a Ἀμοργός
Manos Hatzidakis / Μάνος Χατζιδάκις
Fammi sapere....un abbraccio fraterno

Flavio Poltronieri - 23/11/2015 - 19:31





Una precisazione:
Gabriel Yacoub in questa canzone ha utilizzato come base un canto di crociata intitolato "Seigneurs, sachiez qui or ne s'en ira" di Thibaut le chansonnier, Comte de Champagne et de Brie et roi de Navarre, lo stesso che sarà molto tempo dopo utilizzato anche dai Tri Yann, per la canzone "Aloïda" sul disco "Portraits" anch'essa presente nel sito. Recandovi là troverete le note di Riccardo. Thibaut fu uno dei grandi poeti e troubadours francesi del tredicesimo secolo.

Questo era il testo originale completo del canto in langue d’Oil:
Seignor, sachiés : qui or ne s’en ira
en cele terre ou Dex fu mors et vis,
et qui la crois d’Outremer ne penra,
a paines mais ira en Paradis.
Qui a en soi pitié ne ramembrance
au haut Seignor doit querre sa venjance
et delivrer sa terre et son païs.
Tuit li mauvés demorront par deça
qui n’aiment Dieu, bien, ne honor, ne pris.
Et chascuns dit "Ma feme, que fera?
Je ne lairoie a nul fuer mes amis".
Cil sont cheoit en trop fole atendance,
qu’il n’est amis fors de cil, sans doutance,
qui por nos fu en la vraie crois mis.
Or s’en iront cil vaillant bacheler
qui aiment Dieu et l’ennor de cest mont,
qui sagement vuelent a Dieu aler,
et li morveux, li cendreux, demorront;
avugle sont, de ce ne dout je mie,
qui j secors ne fait Dieu en sa vie,
et por si pou pert la gloire dou mont.
Diex se lessa en crois por nos pener
et nos dira au jor que tuit vendront:
"Vos qui ma crois m’aidastes a porter,
vos en irez la ou mi angles sont;
la me verrez et ma mere Marie.
Et vos, par cui je n’oi onques aie,
descendrés tuit en Enfer le parfont".
Chacuns cuide demorer toz haitiez
et que ja mes ne doie mal avoir;
ainsi les tient anemis et pechiez
que il n’ont sen, hardement ne pooir.
Biax sire Diex, ostés leur tel pensee
et nos metez en la vostre contree
si saintement que vos puissons veoir.
Douce dame, roïne coronee,
proiez por nos, Virge bien aüree!
Et puis aprés ne nos puet meschoir.

inviata da Flavio Poltronieri - 9/7/2017 - 08:26




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