Lingua   

Blanca fra Santena e Venaria Reale

Davide Giromini
Lingua: Italiano


Davide Giromini

Lista delle versioni e commenti


Ti può interessare anche...

Ogni tanto vedo qualche zingaro
(Davide Giromini)
Странная cказка
(Kino / Кино)
Tagliate i cavi
(Davide Giromini)



[2009]
Featuring Gianny Symbolo, ovvero Fabio Ghelli
Testo e musica di Davide Giromini
Album: Giromini Redelnoir, Ballate di fine comunismo

balfincom

Giromini Redelnoir: Ballate di fine comunismo (o di comunismo fine)
Recensione di Giorgio Maimone dalla "Brigata Lolli"
Giromini Redelnoir MySpace


"Questo lavoro nasce dalla mia vita notturna e dal bisogno di trovare un canale comunicativo per alcuni sfoghi personali. Nei miei lavori precedenti non ho mai messo in campo il mio 'io narrante', ma sempre mediata la mia visione del mondo attraverso altri personaggi usati allo scopo.
Riguardo alla fine del comunismo, che dire? Come mi fa notare la mia compagna, molto più giovane e rivoluzionaria di me, il nome 'fine' associato al comunismo può essere anche inteso come l'aggettivo di 'finezza'... E allora... un po' di finezza non guasta.
Finezza morale che ci dovrebbe distinguere dal tanto vituperato comunismo sovietico. Finezza intellettuale che ci permetta di pensare ad un mondo dove il denaro sia soltanto un 'mezzo' dato ad ognuno in egual modo per avere niente di più che una casa, una macchina e del cibo. Finezza di gusto estetico, che ci faccia escludere dai nostri bisogni primari i vizi del capitalismo che per troppo tempo hanno rincoglionito gli italiani di questa fine '900.
Fondamentale per questo lavoro è stato l'apporto del mio cantautore preferito, ovverio Fabio Ghelli, che si rifugia ad Osaka, in Giappone, e si nasconde dietro a vari pseudonimi. C'è un po' di lui in tutte le canzoni, sia nella composizione letteraria che nell'arrangiamento grazie ad un continuo scambio di file e opinioni via Internet.
È inoltre sua l'idea di tradurre Peremen dei Kino (gruppo new wave russo anni '80) per la quale ci hanno aiutato Ekaterina Ovchinnikova ed Edoardo Cavirani.
Un ultimo ringraziamento al compagno Ferri, forse la persona più vicina a me da un punto di vista ideologico-morale." - Davide "Darmo" Giromini, Re del Noir.

Davide Giromini: voce, fisarmonica, pianoforte, armonium, violino, chitarra acustica, chitarra elettrica, tastiere KORG x50 e Gem VS1
Lavinia Mancini: voce in "Peremen" , "L'odio", "Nouvelle Lunae tra Macerata Feltrie e Lunano","Poveri noi", "Re del Noir"
Fabio Ghelli: Voce e chitarra in "È crollato il comunismo anche in Italia" e "La marcia dei suicidi".
E inoltre
Mattia Ringozzi: voce e "do di petto" in "Ballata di comunismo fine"
Federico Bogazzi:voce narrante in "Poveri noi" da un film di Dino Risi
Alessandro Cucurnia degli Antica Lunae: Esraj ne "L'odio"
"Peremen" è la (parziale) resa italiana di Перемен dei Kino


  • Società dello spettacolo
  • L'odio
  • Tagliate i cavi
  • Basta figa
  • Poveri noi
  • Ballata di comunismo fine
  • È crollato il comunismo anche in Italia
  • Перемен! [Хочу перемен!]
  • Re del noir
  • Novelle Lunae fra Macerata Feltria e Lunano
  • Blanca fra Santena e Venaria Reale
  • Il canto dei cremati
  • Fuoco rivoluzionario



  • Rois du Noir
    di Riccardo Venturi.


    gdeb


    Da qualche parte ci sarà pure qualche molecola rimasta di Guy Debord che, in certi momenti, si diletta di rifarsi viva in modi che si potrebbero definire pittoreschi. Però, stavolta, quella molecola è andata a sbattere forte sulle Alpi Apuane, rimbalzando sul Giromini. Me lo ricordo di persona, il Giromini Davide da Carrara, quando su un improbabile palco di un posto il cui nome ricorda la Vergate sul Membro di Stefano Benni, presentò timidamente la prima canzone che aveva interamente scritto e interpretato, Sottosopra [Inno darmico del cavatore]. In cava si sale, in miniera si scende. Quant’anni ormai, cazzo della madonna; viene spontaneo dirlo. E, appunto, dopo questi quant’anni, ad un dischetto stampato in pochi esemplari l’animaccia di Debord affida il compito di chiudere la partita, e di riaprirne un’altra. Non è possibile pensare altrimenti, anche se quel che passa per le Ballate di fine comunismo è puro Giromini.

    antennaPur apprezzando la recensione “biellistica” di Giorgio Maimone, qui si vorrebbe fare un discorso molto, molto diverso. Lontano persino dal concetto di “canzone” e di “musica”; perché queste Ballate, un giorno, potrebbero essere intese come il punto del periodo iniziato da Debord con il suo libriccino. Denso, impervio e chiarissimo al tempo stesso, sconosciuto ai più pur essendo probabilmente l’opera scritta più importante della nostra epoca. Esattamente come questo piccolo album del Giromini, per l’occasione in veste di Re del Noir, resterà sconosciutissimo ai più pur essendo l’album più importante del neo-incetto ventunesimo secolo. Destino di ciò che è fondamentale. Ciò che è fondamentale è restio a farsi conoscere. Si fa conoscere, di solito, la merda più improponibile; solo che la merda puzza e basta, mentre ciò che davvero è importante scava. Le Ballate di fine comunismo scavano.

    Non è a questo punto un caso che la prima canzone dell’album si chiami proprio Società dello spettacolo. Un riallaccio preciso, e un’introduzione a tutto il denso campionario di dimostrazioni, esemplificazioni e parallelismi che è quest’album. Ogni sua “canzone”, ogni sua ballata, se qualcuno se ne prenderà la pena, ha il suo esatto corrispondente nelle proposizioni debordiane. Debord aveva immaginato e Davide Giromini ha puntualizzato, e nella maniera più squisitamente semplice: descrivendo questo tempo. Il lasso di tempo prefigurato da Debord (e da Vaneigem, e dai Situazionisti interi) è passato, e tutto si è svolto con una regolarità da orologio svizzero. Giunti quindi alla fine del comunismo, instaurata la nuova dittatura, è tempo di fare –amaramente- il punto. Senza farlo, non si ricomincia.

    Si sente dire in giro, e molto spesso nonostante il comunismo sia finito, che i tempi sarebbero maturi per una rivoluzione. La società dello spettacolo, naturalmente, ha volto tutto quanto in spettacolo: e la rivoluzione, o cosiddetta tale, ne è parte. Mi sembra, questa, la “piazza” dalla quale si diramano tutte le vie percorse dal Giromini in questo suo album. C'è via della Televisione e via della Musica; c'è via della Celebrità (che riecheggia, buffa e tragica al tempo stesso, una certa via della Povertà, anche col suo fare nomi e cognomi -compresa la Desolation) e via del Soprannaturale; tutte quante le vie che, come fossero una specie di tela di ragno, terminano in un'altra piazza, al di là. Oltre la stessa società dello spettacolo, verrebbe da dire. Lo spettacolo continuo, 24 ore su 24, di questa società “globalizzata” è oramai talmente connaturato con essa da aver assunto pienamente le funzioni di realtà; e, ai tempi in Debord scriveva, ancora non c'era la Rete. La Rete ha completato l'opera. Si potrebbe a questo punto ipotizzare che tutto sia terminato, e non solo il “comunismo”; restano soltanto le illusioni. Come comunarde, come dinamitarde attraversano la ragnatela delle vie da una piazza all'altra, consegnando un'ultima speranza da cogliere e da coltivare.

    È il “fuoco rivoluzionario”, che chiude questo album-campionario (un album che vorrei tranquillamente definire matematico, o comunque scientifico per la sua capacità di analisi) che si rifiuta di spegnersi, che lavora per cancellare un secolo di prese per il culo. E si capisce bene, a questo punto, come mai Davide Giromini, da solo, sia approdato a nominarsi re del Noir. “Noir” come oscurità, come buio, come elemento necessario per far procedere la cospirazione delle coscienze, la ribellione, la rivolta. Potrebbe volerci dire, Davide, che la strada vera da percorrere per tutti noi, quella che taglia la ragnatela di pastoie in cui il potere ci ha sapientemente intrappolati spersonalizzandoci e facendoci assumere la sola funzione di comparse non pagate nello spettacolo (e comparse massacrate, sfruttate, controllate, disperate e al tempo stesso beatamente incoscienti della disperazione che ci attanaglia), è divenire -in quanto individui pensanti- re del Noir. Reimpadronirci del buio, ed in esso agire. Cosa che, ad una lettura attenta, peraltro già promana dal testo di Debord. Il quale scriveva alla vigilia di una rivolta, dando ad essa un contributo tanto decisivo quanto sottostimato. Ma non andremo verso “un nuovo '68” o cose del genere; andremo verso qualcosa che si sta plasmando, nel buio, e che promette di essere ben più terribile. Poi qualcuno, magari, un giorno di accorgerà di questo minuscolo album di canzoncine stampato in pochi esemplari da un giovane musicista d'una città che seppe, e magari ancora sa, essere solforosa. E s'interrogherà in mezzo al fuoco che divampa. [RV]
    Piove ed il mio cuore che dimentica ogni tanto persino di pulsare
    Vuole solo sudare questa notte
    E comiche trasudano persino le campane
    In un albergo tra Santena e Venaria Reale

    Piove e siamo anime lucide quasi rassegnate a rimanere nei vivai
    L'America ci attende ma noi no
    Non arriveremo mai

    Piove su tutte le conquiste
    Che l'uomo pone in vetta alla sua etica
    Dalla disperata teologia
    Alla cibernetica

    Popolo perché vi lamentate se di notte urlano nel ghetto
    Non possono guardare tutti quanti la tv
    Prima del letto

    Piove questa vita ancora appesa ai fili del telegrafo
    Soffia sui colossi finanziari la voce del tornado di questo nuovo secolo
    Soffia sui deliri organizzati dell'epoca new age
    Piove sui delitti familiari a colazione per rendere più umana l'uccisione

    Popolo perché vi lamentate se di notte urlano nel ghetto
    Non possono guardare tutti quanti la tv
    Prima del letto

    Piove su Bertusi addormentato la vita è un precipizio
    Dentro cui sono cascato
    Piove sulle fragili realtà che chiuse dentro al loro Germinal
    Fanno la purezza su misura della loro società

    Popolo perché vi lamentate se di notte urlano nel ghetto
    Non possono guardare tutti quanti la tv
    Prima del letto

    inviata da CCG/AWS Staff - 15/5/2010 - 19:07



    Lingua: Francese

    Version française – SI DANS LE GHETTO, ILS HURLENT LA NUIT – Marco Valdo M.I. – 2013
    Chanson italienne - Blanca fra Santena e Venaria Reale – Davide Giromini – 2009

    balfincom

    « Peuple pourquoi vous vous plaignez
    Si dans le ghetto, ils hurlent la nuit
    Ils ne peuvent pas tous regarder la télé
    Avant d'aller au lit »
    SI DANS LE GHETTO, ILS HURLENT LA NUIT

    Il pleut et mon cœur qui de temps en temps oublie même de battre
    Veut seulement suer cette nuit
    Et choses comiques même les cloches exsudent
    Dans une auberge entre Santena et Venaria Reale

    Il pleut et nous sommes des âmes lucides
    Presque résignées à rester dans leurs viviers
    L’Amérique nous attend mais nous non
    Nous n'arriverons jamais

    Il pleut sur toutes les conquêtes
    Que l'homme place au plus haut de son éthique
    De sa théologie désespérée
    À la cybernétique

    Peuple pourquoi vous vous plaignez
    Si dans le ghetto, ils hurlent la nuit
    Ils ne peuvent pas tous regarder la télé
    Avant d'aller au lit

    Il pleut cette vie encore accrochée aux fils des télégraphes
    La voix de la tornade de ce nouveau siècle souffle sur les colosses financiers
    Souffle sur les délires organisés de l'époque new age
    Pour rendre le meurtre plus humain, il pleut sur les délits familiaux du petit déjeuner

    Peuple pourquoi vous vous plaignez
    Si dans le ghetto, ils hurlent la nuit
    Ils ne peuvent pas tous regarder la télé
    Avant d'aller au lit

    Il pleut sur Bertusi endormi la vie est un précipice
    Dans lequel je suis tombé
    Il pleut sur les fragiles réalités qu'elle enferme dans leur Germinal
    Ils font la pureté sur mesure de leur société

    Peuple pourquoi vous vous plaignez
    Si dans le ghetto, ils hurlent la nuit
    Ils ne peuvent pas tous regarder la télé
    Avant d'aller au lit

    inviata da Marco Valdo M.I. - 26/1/2013 - 17:28


    In margine a questa canzone (stupefacente) e alla traduzione francese di Marco Valdo M.I., due parole sul suo stranissimo titolo. Come specificato nel commento al video YouTube, la canzone è stata scritta da Davide Giromini durante una tournée teatrale da lui effettuata con il teatro "Blanca" di Carrara nella nota reggia savoiarda di Venaria Reale, presso Torino, ascoltando il telegiornale notturno di Rainews 24 (Santena è un'altra località presso Venaria Reale). Capita spesso che Davide Giromini scriva canzoni mentre è impegnato in tournée musicale o teatrale nelle località italiane più improbabili: in questo album si hanno, ad esempio, anche Novelle Lunae fra Macerata Feltria e Lunano.

    Riccardo Venturi - 27/1/2013 - 17:37




    Pagina principale CCG

    Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




    hosted by inventati.org