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Milonga del Fusilado

Los Olimareños
Lingua: Spagnolo


Los Olimareños

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Letra: Carlos María Gutiérrez / Música: Pepe Guerra - Duo "Los Olimareños" (Uruguay) Poema interludio de José Martí.
Olimareños – ¡Que Pena!

Interpretato anche da Yolocamba I Ta


Il brano di José Martí si riferisce al processo e alla fucilazione di otto studenti avvenuta a Cuba il 27 novembre 1871; arrestati per reati di poco conto, vennero condannati a morte in seguito alla sommossa dei "Voluntarios", vera e propria guardia scelta del potere coloniale: durante quei disordini si verificarono numerosi altri omicidi. Erano gli anni della Prima Guerra di Indipendenza o "Guerra dei dieci anni" (1868-1878)

(Il discorso completo di José Martí si può leggere on line.)

Il brano riportato nella canzone viene citato anche nel "Discurso en la Conmemoración del 27 de noviembre de 1871" tenuto il 27 novembre 1961 da Ernesto Che Guevara.
No me pregunte quien soy ni si me habían conocido
los sueños que había querido crecerán aunque no estoy.
Ya no vivo pero voy en lo que andaba soñando
y otros que siguen peleando harán crecer nuevas rosas,
en el nombre de esas cosas todos me estarán nombrando.

No me recuerden la cara que fue mi cara de guerra,
mientras hubiera en mi tierra necesidad de que odiara,
y en el cielo que ya aclara sabrán como era mi frente,
me oyó reír poca gente pero mi risa ignorada
la hallarán en la alborada del día que se presiente.

"Nosotros amamos cada día más
a nuestros compañeros que murieron antes,
nosotros no deseamos paz a sus restos,
porque ellos viven en las agitaciones excelsas de la gloria,
nosotros vertemos hoy una lágrima más en su memoria
y nos inspiramos para llorarlos
en su energía y en su valor al combatir.
Sufran con nosotros todos los que sienten,
lloren con nosotros todos los que aman,
póstrense de hinojos en la tierra,
giman de pavor y tiemblen...
y tiemblen de remordimiento
todos los que en aquel tremendo día
ayudaron a matar"

No me pregunten la edad tengo los años de todos,
yo elegí entre muchos modos ser más viejo que mi edad,
y mis años de verdad son los tiros que he tirado,
nazco en cada fusilado y aunque el cuerpo se me muera
tendré la edad verdadera del niño que he liberado.

Mi tumba no anden buscando porque no la encontrarán,
mis manos son las que van en otras manos tirando,
mi voz la que esta gritando, mi sueño el que sigue entero
y sepan que sólo muero si ustedes van aflojando,
porque el que murió peleando vive en cada compañero.

inviata da adriana - 30/10/2005 - 09:15



Lingua: Italiano

Versione italiana di Maria Cristina Costantini
MILONGA DEL FUCILATO

Non chiedetemi chi sono né se mi avete conosciuto
i sogni che ho amato cresceranno anche se io non ci sono più.
Sono morto ma continuo a vivere in ciò che sognavo
e altri che ancora combattono faranno nascere nuove rose,
nel nome di queste cose tutti mi staranno nominando.

Non ricordate di me il volto che fu il mio volto di guerra
quando c'era nella mia terra necessità di odiare,
e nel cielo che già si rischiara saprete com'era la mia fronte,
mi sentì ridere poca gente ma il mio sorriso sconosciuto
lo troverete nell'alba del nuovo giorno che nasce.

"Noi amiamo ogni giorno di più
i nostri compagni che sono morti,
noi non auguriamo la pace ai loro resti,
perché essi vivono nei sommovimenti eccelsi della gloria,
noi oggi versiamo ancora una lacrima in loro memoria
e ci ispiriamo per piangerli
alla loro energia e al loro coraggio nel combattere.
Soffrano con noi tutti coloro che hanno sentimenti,
piangano con noi tutti coloro che amano,
si prostrino in ginocchio sulla terra,
gemano di paura e tremino...
e tremino di rimorso
tutti coloro che in quel giorno terribile
aiutarono ad uccidere"

Non chiedetemi l'età, ho gli anni di tutti,
ho scelto tra molti modi di essere più vecchio della mia età,
e i miei anni in verità sono i colpi che ho sparato,
nasco in ogni fucilato e anche se il corpo mio muore
avrò l'età vera del bambino che ho liberato.

Non cercate la mia tomba perché non la troverete,
le mie mani continuano a sparare in altre mani,
è la mia voce che sta gridando, il mio sogno che continua integro
e sappiate che morirò solo se voi vi perderete d'animo,
perché chi è morto combattendo vive in ogni compagno.

inviata da Maria Cristina Costantini - 16/1/2006 - 18:28


I primi ad incidere questa canzone furono Los Olimareños nell'album del 1971 intitolato "¡Que Pena!".

Bartolomeo Pestalozzi - 16/8/2010 - 15:47




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