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Σαββατόβραδο στην Καισαριανή ή 'Ενα σαββατόβραδο στην Καισαριανή

Stavros Xarchakos / Σταύρος Ξαρχάκος


Stavros Xarchakos / Σταύρος Ξαρχάκος

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Savvatóvrado stin Kaisarianí, i Éna savvatóvrado stin Kaisarianí
Στίχοι: Λευτέρης Παπαδόπουλος
Μουσική: Σταύρος Ξαρχάκος
Πρώτη ερμηνεία: Μελίνα Μερκούρη (Τηλεοπτικό ντοκουμαντέρ "Η Ελλάδα της Μελίνας", ΗΠΑ 1964)
Πρώτη ηχογράφηση: Γρηγόρης Μπιθικώτσης, 1970
Άλλες σπουδαίες ερμηνείες: Γιώργος Νταλάρας, Μανώλης Μίτσιας

Testo di Lefteris Papadopoulos
Musica di Stavros Xarchakos
Prima interpretazione di Melina Merkouri (nel documentario televisivo "La Grecia di Melina", USA, 1964)
Prima incisione di Grigoris Bithikotsis, 1970
Altre notevoli interpretazioni: Yorgos Dalaras, Manolis Mitsiàs

kayssaPer puro caso mi sono imbattuto nel testo completo di "Un sabato sera a Kessarianì" - forse la più intensa e toccante rievocazione dei giorni tragici ed esaltanti della resistenza greca all'occupazione nazifascista - che sciaguratamente non viene mai eseguito per intero, vittima del taglio abituale delle due strofe esplicitamente ostili ai Tedeschi. Aggiungo qui le strofe mancanti e qualche informazione supplementare, che nel frattempo ho trovato, come quella che riporta indietro di sei anni la nascita della canzone. Essa infatti si poteva ascoltare già nel 1964, in un documentario televisivo americano dedicato alla Grecia di Melina Merkouri, la quale in quegli anni conosceva un grande successo negli U.S.A. grazie ai film girati con Jules Dassin e alla riproposizione teatrale di "Mai di Domenica" per il pubblico nuovayorkese. Per il documentario, Stavros Xarchakos aveva composto 14 pezzi, quasi tutti per sola orchestra, tranne tre, cantati proprio da Melina. Uno di questi era "Un sabato sera a Kessarianì" che, non so per quali motivi, non fu inserito nel disco che della colonna sonora si fece l'anno successivo, per poi riemergere, monco, nel 1970 per la voce del grande Bithikotsis. Una riedizione del 2011 del disco originario offre la canzone interpretata da Melina come supplemento in omaggio. Una nota trovata in questa pagina informa che per l'esecuzione integrale della canzone si dovette aspettare addirittura il 2006, quando Yorgos Dalaras la offrì al pubblico ateniese in due concerti al Palazzo della Musica dedicati all'autore del testo, Lefteris Papadopoulos, che è uno dei massimi autori di testi per la musica greca, oltre che narratore, saggista, giornalista, e storico del genere Rebetico. Non sto a spiegare agli affezionati frequentatori della sezione greca cosa significhi Kessarianì per chi non ha dimenticato l'Occupazione. Il poligono di tiro ospitato da quel quartiere sudorientale di Atene era il principale luogo di esecuzione dei resistenti catturati. Nella sola giornata del 1° maggio 1944 ne vennero passati per le armi 200, come rappresaglia per un attentato in cui aveva perso la vita un alto ufficiale tedesco. (gpt)
Tο απομεσήμερο έμοιαζε να στέκει
σαν αμάξι γέρικο στην ανηφοριά
Kάθ’ απομεσήμερο στο κρυφό μας στέκι
πίσω απ’ το μαγέρικο του Δεληβοριά.

Όλα μοιάζαν ουρανός
και ψωμί σπιτίσιο
Όλα μοιάζαν ουρανός
και γλυκό, γλυκό ψωμί.

Γνώριζες τα βήματα ξέκρινα τους ήχους
και μπογιές ‘τοιμάζαμε με σβηστή φωνή.
Τις βραδυές συνθήματα γράφαμε στους τοίχους
πέφταμε και κράζαμε “κάτω οι Γερμανοί”.

Κι όλα ήταν ουρανός
και ψωμί σπιτίσιο.
Κι όλα ήταν ουρανός
και γλυκό ψωμί.

Σου ’δινα τα χρώματα, μου ’δινες τους τόνους
και φωτιές ανάβαμε με σβηστή φωνή
κάθε απομεσήμερο τρέχαμε στους δρόμους
τρέχαμε και γράφαμε “Έξω οι Γερμανοί”.

Κι όλα ήταν ουρανός
και ψωμί σπιτίσιο.
Κι όλα ήταν ουρανός
και γλυκό ψωμί.

Tάχα τι να ζήλεψαν στα χλωμά σου μάτια
που ’γιωμαν τ’ απόβραδο γλύκα πρωινή,
κι ήρθαν και βασίλεψαν τα βαθιά σου μάτια
κάποιο Σαββατόβραδο στην Kαισαριανή.

Κι όλα γίναν κεραυνός
πελαγίσια αρμύρα
Κι όλα γίναν κεραυνός
και πικρό, πικρό ψωμί.

inviata da Gian Piero Testa - 16/4/2010 - 22:53



Lingua: Italiano

Gian Piero Testa.
Gian Piero Testa.

Versione italiana di Gian Piero Testa
UN SABATO SERA A KESSARIANI'

Il pomeriggio pareva arrestarsi
come un vecchio carretto sulla salita.
Ogni pomeriggio nel nostro posto segreto
dietro la taverna di Delivoriàs.

E tutto sembrava un cielo
e pane casereccio
E tutto sembrava un cielo
e dolce dolce pane

Tu riconoscevi i passi distinguendo i suoni
e preparavamo le vernici sussurrando.
Alla sera scrivevamo parole d'ordine sui muri
e ci appiattavamo a gridare "abbasso i Tedeschi"

E tutto era un cielo
e pane casereccio
E tutto era un cielo
e dolce pane

Io ti davo i colori, tu mi davi il la
e infiammavamo cuori sussurrando
ogni pomeriggio correvamo per le strade
correvamo e scrivevamo: "fuori i Tedeschi".

E tutto era un cielo
e pane casereccio
E tutto era un cielo
e dolce pane

Cosa mai li insospettì nei tuoi occhi pallidi
che inondavano la sera di dolcezza mattutina,
arrivarono, e tramontarono i tuoi occhi profondi
un sabato sera a Kessarianì.

E tutto fu saette
e salsedine marina
E tutto fu saette
e amaro amaro pane.

inviata da Gian Piero Testa - 16/4/2010 - 23:34


Purtroppo la mamma dei belini resta continuamente incinta anche in Grecia e non solo nella Padania. Il pirla, o meglio il malakas, che "postato" il video della canzone di Kessarianì, l'ha usata come fosse un sottofondo per una sequenza di promozioni turistiche, ha saltato bellamente la seconda strofa, quella che dice "Abbasso I Tedeschi" e ha contato sul fatto che la greca non è una lingua molto conosciuta in giro e che a molti basta sentire la musica. NO. La canzone di Xarhakos-Papadopoulos (il quale ultimo non c'entra ovviamente per nulla con il Colonnello) rievoca la Resistenza durante l'Occupazione; e la fanciulla dagli occhi deliziosi rappresenta tutte le donne greche- e furono davvero tante - che lottarono e morirono per la libertà. Cerchiamone un altro di video, ché questo fa schifo.

Gian Piero Testa - 16/4/2010 - 23:50


Mi hanno sempre messo in difficoltà gli occhi χλωμά (letteralmente ocra pallido, un colore piuttosto torbido che limpido) della sfortunata eroina, che contrastano con la loro proprietà di illuminarsi di sera. Ora, ascoltando l'interpretazione della Merkouri, sento che lei stessa doveva avere avvertito la contraddizione, tanto è vero che corresse, magari di istinto, in χλωρά, facendoli "verdi". Il fatto è che tutti i testi che ho avuto tra le mani riportano la lezione χλωμά; ma è pur vero che non ho mai posseduto il libro che raccoglie le canzoni di Lefteris Papadopoulos.

Gian Piero Testa - 11/7/2013 - 10:44


Nella confusione seguita alla "scomparsa delle canzoni" di Xarchakos e Nikos Gatsos, poi ripristinate, si era creato un doppione con questa canzone che Gian Piero Testa aveva reinserito non avendola più trovata. La pagina è stata quindi riunificata in questa, che accoglie peraltro le correzioni e le integrazioni proposte da "gpt"; la pagina doppia è stata eliminata, ma ne sono stati riportati qui l'introduzione e i commenti. Un ultimo appunto sul titolo della canzone: non è stato davvero possibile decidere quale sia quello esatto, se quello senza l'articolo indeterminato 'Ενα o quello dove invece è presente. Li abbiamo quindi intestati entrambi come varianti.

CCG/AWS Staff - 11/7/2013 - 10:50




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