(1965)
Un marinaio in mezzo al mare
con una barca ed un cannone.
È andato là per fare la sua guerra
ad un nemico
che non ha mai visto.
Con sé ha portato il ritratto di una donna
con qualche lettera,
con i suoi sogni.
Un marinaio in mezzo al mare
con un nemico da mandare a fondo.
Gli han detto che il nemico è uno strano essere
che non ha cuore,
che non sa sognare.
Gli han detto che chi ha dei sogni da difendere
deve combattere
contro il nemico.
Un marinaio in mezzo al mare,
il suo nemico ormai è andato a fondo.
Però qualcosa è rimasto sulle onde
e lui va a vedere
cosa mai può essere.
Trova il ritratto di una donna e qualche lettera,
sogni di un uomo
andato a fondo.
con una barca ed un cannone.
È andato là per fare la sua guerra
ad un nemico
che non ha mai visto.
Con sé ha portato il ritratto di una donna
con qualche lettera,
con i suoi sogni.
Un marinaio in mezzo al mare
con un nemico da mandare a fondo.
Gli han detto che il nemico è uno strano essere
che non ha cuore,
che non sa sognare.
Gli han detto che chi ha dei sogni da difendere
deve combattere
contro il nemico.
Un marinaio in mezzo al mare,
il suo nemico ormai è andato a fondo.
Però qualcosa è rimasto sulle onde
e lui va a vedere
cosa mai può essere.
Trova il ritratto di una donna e qualche lettera,
sogni di un uomo
andato a fondo.
inviata da Lorenzo Masetti - 28/9/2005 - 22:28
Lingua: Francese
Versione francese di Daniel Bellucci
Version française de Daniel Bellucci
Nizza, 12 marzo/12 mars 2006
Version française de Daniel Bellucci
Nizza, 12 marzo/12 mars 2006
BALLADE DU MARIN
Un marin au milieu de la mer
avec sa barque et un canon.
Il y est allé pour mener sa guerre
contre un ennemi
qu’il n’a jamais vu.
Il a emporté avec lui le portrait d’une femme
quelques lettres,
et ses rêves.
Un marin au milieu de la mer
avec un ennemi à couler.
On lui a dit que l’ennemi est un être étrange
qui n’a pas de cur,
qui ne sait pas rêver.
On lui a dit que celui qui a des rêves à défendre
doit combattre
l’ennemi.
Un marin au milieu de la mer,
à présent son ennemi a sombré au fond.
Mais quelque chose est resté sur les vagues
et il va voir
ce que cela peut être.
Il trouve le portrait d’une femme et quelques lettres,
les rêves d’un homme
qui a sombré.
Un marin au milieu de la mer
avec sa barque et un canon.
Il y est allé pour mener sa guerre
contre un ennemi
qu’il n’a jamais vu.
Il a emporté avec lui le portrait d’une femme
quelques lettres,
et ses rêves.
Un marin au milieu de la mer
avec un ennemi à couler.
On lui a dit que l’ennemi est un être étrange
qui n’a pas de cur,
qui ne sait pas rêver.
On lui a dit que celui qui a des rêves à défendre
doit combattre
l’ennemi.
Un marin au milieu de la mer,
à présent son ennemi a sombré au fond.
Mais quelque chose est resté sur les vagues
et il va voir
ce que cela peut être.
Il trouve le portrait d’une femme et quelques lettres,
les rêves d’un homme
qui a sombré.
inviata da Daniel(e) Bellucci - 12/3/2006 - 16:24
"LA BALLATA DEL MARINAIO" analisi di Renzo Zannardi
Luigi Tenco parla di guerra in diverse canzoni: “La ballata dell’eroe” (De Andrè), “E se ci diranno”, “Padroni della terra” (una sua versione del “Il disertore” di Boris Vian), “Io vorrei essere la”, “Li vidi Tornare”… In alcune di queste canzoni inserisce solo dei rimandi alla guerra, in altre se ne occupa in modo più diffuso, articolato, e compiuto. Però solo nella ballata del marinaio analizza così in profondità i motivi che portano alla guerra. Solo nella “ballata del Marinaio smaschera la truffa che subiscono i soldati che vanno a combatterla. Luigi Tenco ha trattato il tema della guerra interpretando, da protagonista, anche un film (“La cuccagna”), dove i generali, e guerra, vengono sbeffeggiati e ridicolizzati. Luigi Tenco parla diffusamente della guerra anche nel dibattito avvenuto a “Beat 72” nell’autunno del 1966. Insomma parla molto spesso di guerra ma lo fa in modo “tenchiano”e perciò per niente retorico.
La ballata del marinaio è una ballata pacifista completamente diversa da tutte le canzoni antimilitariste dell’epoca, infatti, non parte da una posizione ideologica precostituita per descrivere gli orrori della guerra, non parte neppure da una valutazione politica: guerra giusta o sbagliata! Parte semplicemente dall’uomo dalla sua vita privata, dai suoi affetti dei suoi sogni…. E’ una ricerca più intimista, sociologica molto avanzata. Si intuisce subito che il compositore ha un obiettivo molto forte: dimostrare che gli uomini sono tutti uguali e che tutti hanno dei sogni e che le guerre siano non negli interessi del popolo ma dei potenti. Mi pare che Luigi, nella “Ballata del Marinaio” sia riuscito molto bene a raggiungere questo suo obiettivo.
Tenco quando parla di soldati ne parla al singolare, forse perché vuole dimostrare che in guerra, alla fine, ci vanno tanti singoli e che solo accettando di andarci formano un esercito. Luigi vuol dimostrare anche che, alla fine, i soldati restano sempre dei singoli che combattono e muoiono da soli. Tenco sembra anche chiedersi: cosa può fare un singolo per salvare il mondo dalla guerra? La risposta sembra essere: disertare!
Le frasi che sintetizzano il concetto sono queste: “ un marinaio in mezzo al mare con una barca ed un cannone e andato a fare la sua guerra…”.Quando invece parla del potere l’autore scrive al plurale, infatti, dice: “…gli han detto che il nemico è uno strano essere…., gli han detto che chi ha dei sogni da difendere….” .
In questa ballata ci fa capire che IL POTERE, per autoconservarsi o espandersi, ha bisogno di inventarsi sempre nuovi nemici. Per convincere il popolo della necessità della guerra fa prima molta propaganda scomodando parole ridondanti, che abbiano un forte senso evocativo o ideologico come: religione, democrazia, patria, morale, libertà, razza, valori… (racchiudendo tutti questi concetti nella parola “sogni”). Coloro che pensano alla guerra come mezzo utile per la risoluzione controversie territoriali o politiche, o per conquistare nuove terre e ampliare le proprie ricchezze, molto spesso usano la strategia psicologica e sociologica di tenere il popolo ignorante! Diffondono falsità e paure. Con queste tecniche riescono a fare facilmente breccia tra gli uomini che, piano piano, iniziano a convincersi della necessità della guerra. Nella ballata del Marinaio Tenco tenta di capire come un uomo possa arrivare ad uccidere un proprio simile e soprattutto il perché. Si spinge anche a dire che la guerra è sostanzialmente un fatto individuale (parla al singolare) e nasce dall’ignoranza, infatti, sostiene: " Gli hanno detto che il nemico è uno strano essere che non ha cuore, che non sa sognare”. Se questa affermazione è corretta, la risposta del cittadino non potrà che essere: se il nemico è uno strano essere significa che non è uno come noi, è uno diverso (quasi un extraterrestre, inumano, uno senza: capacità affettive, sogni, fede, ideali…). Con questa preparazione il potere è riuscito nel suo intento ad incuneare l’idea che questo “diverso” potrebbe essere pericoloso (come se fosse un animale feroce) sia per lui sia per i suoi cari, uno che potrebbe togliergli la serenità, il benessere. La libertà, uccidere, …, infatti, si chiede: se “non ha cuore e non sa sognare” significa che non capirà mai quelli come noi che hanno cuore e sanno sognare …, insomma è uno molto pericoloso (un essere mostruoso). Dopo che il cittadino ha maturato questa paura, e convinzione, cosa gli dice il potere? “Gli han detto che chi ha dei sogni da difendere deve combattere contro il nemico". Ecco questo è il COMANDO! Ormai il cittadino è pronto, recepisce che per il proprio bene e per quello della sua comunità, deve fermare questo “mostro”. Soprattutto deve difendere i propri sogni e la propria civiltà… , lo deve fare anche combattendo fino alla morte, magari immolandosi fino a diventare un eroe per la patria (“La ballata dell’eroe…”). In questa Ballata basterebbe sostituire "sogni" con "valori" ed ecco la frase più gettonata nella lotta in atto tra società islamica e l’occidente: NOI dobbiamo difendere i nostri valori occidentali dall’invasione culturale islamica... (“sogni”), LORO devono difendere i loro valori islamici dagli infedeli occidentale... (“sogni”). Luigi ci racconta che il marinaio partì proprio così per la guerra: “Un marinaio in mezzo al mare (il mare come fosse il mondo, uno spazio immenso senza gli altri) con una barca ed un cannone. E’ andato là per fare la sua guerra ad un nemico che non ha mai visto (perciò uno che personalmente non conosce). Con sé ha portato il ritratto di una donna con qualche lettera con i suoi sogni”. Per esorcizzare la paura della solitudine, bisogno di sicurezza e affetto… .
Il marinaio combatte e vince la sua battaglia, infatti, “…il suo nemico ormai è andato a fondo. Però qualcosa è rimasto sulle onde e lui va vedere cosa mai può essere (è quasi sorpreso –cosa mai potrà mai essere rimasto sulle onde- come se non immaginasse neppure che il nemico potesse aver portato qualcosa con sé…) “trova il ritratto di una donna e qualche lettera sogni di un uomo andato a fondo” . Cosa? Anche lui aveva dei sogni? Anche lui volva esorcizzare la paura della solitudine, bisogno di sicurezza e affetto… .
Tenco con questa sua meravigliosa chiusura ci ricorda che gli uomini sono TUTTI UGUALI, che i sogni e le aspirazioni sono anch’esse di tutti; ricorda che tutti gli uomini hanno un amore, dei valori, dei sogni da difendere, ma purtroppo non si conoscono e conseguentemente non si confrontano… . Purtroppo i popoli sono vittime sacrificali d’altri uomini (Il potere). Poi, dopo le distruzioni, molti si accorgono (purtroppo sempre "DOPO") di essere stati usati, truffati…, si accorgono che i morti erano, padri, madri figli come loro… . Iniziano a ricostruire, fare buoni propositi, salvo poi perdere la MEMORIA STORICA e ricadere nella stessa trappola . Infatti, prima sono stati fatti i campi di sterminio poi, dopo che milioni d’uomini sono andati in fumo, ci si è accorti che Ebrei, omosessuali, zingari, politici... erano uomini non dei “diversi” ma uomini come noi. Luigi lascia aperta la strada alla domanda che si porrà successivamente anche Francesco Guccini in “Auschwitz” Fortunatamente, il 27 Gennaio, è diventata la giornata della memoria e per puro caso è anche il giorno della memoria della morte di Luigi Tenco.
L'analisi del testo è coperta da diritti d'autore, ne è consentito l'uso esclusivamente per motivi che non abbiano scopo di lucro e naturalmente citando l'autore.
Luigi Tenco parla di guerra in diverse canzoni: “La ballata dell’eroe” (De Andrè), “E se ci diranno”, “Padroni della terra” (una sua versione del “Il disertore” di Boris Vian), “Io vorrei essere la”, “Li vidi Tornare”… In alcune di queste canzoni inserisce solo dei rimandi alla guerra, in altre se ne occupa in modo più diffuso, articolato, e compiuto. Però solo nella ballata del marinaio analizza così in profondità i motivi che portano alla guerra. Solo nella “ballata del Marinaio smaschera la truffa che subiscono i soldati che vanno a combatterla. Luigi Tenco ha trattato il tema della guerra interpretando, da protagonista, anche un film (“La cuccagna”), dove i generali, e guerra, vengono sbeffeggiati e ridicolizzati. Luigi Tenco parla diffusamente della guerra anche nel dibattito avvenuto a “Beat 72” nell’autunno del 1966. Insomma parla molto spesso di guerra ma lo fa in modo “tenchiano”e perciò per niente retorico.
La ballata del marinaio è una ballata pacifista completamente diversa da tutte le canzoni antimilitariste dell’epoca, infatti, non parte da una posizione ideologica precostituita per descrivere gli orrori della guerra, non parte neppure da una valutazione politica: guerra giusta o sbagliata! Parte semplicemente dall’uomo dalla sua vita privata, dai suoi affetti dei suoi sogni…. E’ una ricerca più intimista, sociologica molto avanzata. Si intuisce subito che il compositore ha un obiettivo molto forte: dimostrare che gli uomini sono tutti uguali e che tutti hanno dei sogni e che le guerre siano non negli interessi del popolo ma dei potenti. Mi pare che Luigi, nella “Ballata del Marinaio” sia riuscito molto bene a raggiungere questo suo obiettivo.
Tenco quando parla di soldati ne parla al singolare, forse perché vuole dimostrare che in guerra, alla fine, ci vanno tanti singoli e che solo accettando di andarci formano un esercito. Luigi vuol dimostrare anche che, alla fine, i soldati restano sempre dei singoli che combattono e muoiono da soli. Tenco sembra anche chiedersi: cosa può fare un singolo per salvare il mondo dalla guerra? La risposta sembra essere: disertare!
Le frasi che sintetizzano il concetto sono queste: “ un marinaio in mezzo al mare con una barca ed un cannone e andato a fare la sua guerra…”.Quando invece parla del potere l’autore scrive al plurale, infatti, dice: “…gli han detto che il nemico è uno strano essere…., gli han detto che chi ha dei sogni da difendere….” .
In questa ballata ci fa capire che IL POTERE, per autoconservarsi o espandersi, ha bisogno di inventarsi sempre nuovi nemici. Per convincere il popolo della necessità della guerra fa prima molta propaganda scomodando parole ridondanti, che abbiano un forte senso evocativo o ideologico come: religione, democrazia, patria, morale, libertà, razza, valori… (racchiudendo tutti questi concetti nella parola “sogni”). Coloro che pensano alla guerra come mezzo utile per la risoluzione controversie territoriali o politiche, o per conquistare nuove terre e ampliare le proprie ricchezze, molto spesso usano la strategia psicologica e sociologica di tenere il popolo ignorante! Diffondono falsità e paure. Con queste tecniche riescono a fare facilmente breccia tra gli uomini che, piano piano, iniziano a convincersi della necessità della guerra. Nella ballata del Marinaio Tenco tenta di capire come un uomo possa arrivare ad uccidere un proprio simile e soprattutto il perché. Si spinge anche a dire che la guerra è sostanzialmente un fatto individuale (parla al singolare) e nasce dall’ignoranza, infatti, sostiene: " Gli hanno detto che il nemico è uno strano essere che non ha cuore, che non sa sognare”. Se questa affermazione è corretta, la risposta del cittadino non potrà che essere: se il nemico è uno strano essere significa che non è uno come noi, è uno diverso (quasi un extraterrestre, inumano, uno senza: capacità affettive, sogni, fede, ideali…). Con questa preparazione il potere è riuscito nel suo intento ad incuneare l’idea che questo “diverso” potrebbe essere pericoloso (come se fosse un animale feroce) sia per lui sia per i suoi cari, uno che potrebbe togliergli la serenità, il benessere. La libertà, uccidere, …, infatti, si chiede: se “non ha cuore e non sa sognare” significa che non capirà mai quelli come noi che hanno cuore e sanno sognare …, insomma è uno molto pericoloso (un essere mostruoso). Dopo che il cittadino ha maturato questa paura, e convinzione, cosa gli dice il potere? “Gli han detto che chi ha dei sogni da difendere deve combattere contro il nemico". Ecco questo è il COMANDO! Ormai il cittadino è pronto, recepisce che per il proprio bene e per quello della sua comunità, deve fermare questo “mostro”. Soprattutto deve difendere i propri sogni e la propria civiltà… , lo deve fare anche combattendo fino alla morte, magari immolandosi fino a diventare un eroe per la patria (“La ballata dell’eroe…”). In questa Ballata basterebbe sostituire "sogni" con "valori" ed ecco la frase più gettonata nella lotta in atto tra società islamica e l’occidente: NOI dobbiamo difendere i nostri valori occidentali dall’invasione culturale islamica... (“sogni”), LORO devono difendere i loro valori islamici dagli infedeli occidentale... (“sogni”). Luigi ci racconta che il marinaio partì proprio così per la guerra: “Un marinaio in mezzo al mare (il mare come fosse il mondo, uno spazio immenso senza gli altri) con una barca ed un cannone. E’ andato là per fare la sua guerra ad un nemico che non ha mai visto (perciò uno che personalmente non conosce). Con sé ha portato il ritratto di una donna con qualche lettera con i suoi sogni”. Per esorcizzare la paura della solitudine, bisogno di sicurezza e affetto… .
Il marinaio combatte e vince la sua battaglia, infatti, “…il suo nemico ormai è andato a fondo. Però qualcosa è rimasto sulle onde e lui va vedere cosa mai può essere (è quasi sorpreso –cosa mai potrà mai essere rimasto sulle onde- come se non immaginasse neppure che il nemico potesse aver portato qualcosa con sé…) “trova il ritratto di una donna e qualche lettera sogni di un uomo andato a fondo” . Cosa? Anche lui aveva dei sogni? Anche lui volva esorcizzare la paura della solitudine, bisogno di sicurezza e affetto… .
Tenco con questa sua meravigliosa chiusura ci ricorda che gli uomini sono TUTTI UGUALI, che i sogni e le aspirazioni sono anch’esse di tutti; ricorda che tutti gli uomini hanno un amore, dei valori, dei sogni da difendere, ma purtroppo non si conoscono e conseguentemente non si confrontano… . Purtroppo i popoli sono vittime sacrificali d’altri uomini (Il potere). Poi, dopo le distruzioni, molti si accorgono (purtroppo sempre "DOPO") di essere stati usati, truffati…, si accorgono che i morti erano, padri, madri figli come loro… . Iniziano a ricostruire, fare buoni propositi, salvo poi perdere la MEMORIA STORICA e ricadere nella stessa trappola . Infatti, prima sono stati fatti i campi di sterminio poi, dopo che milioni d’uomini sono andati in fumo, ci si è accorti che Ebrei, omosessuali, zingari, politici... erano uomini non dei “diversi” ma uomini come noi. Luigi lascia aperta la strada alla domanda che si porrà successivamente anche Francesco Guccini in “Auschwitz” Fortunatamente, il 27 Gennaio, è diventata la giornata della memoria e per puro caso è anche il giorno della memoria della morte di Luigi Tenco.
L'analisi del testo è coperta da diritti d'autore, ne è consentito l'uso esclusivamente per motivi che non abbiano scopo di lucro e naturalmente citando l'autore.
Sono Renzo Zannardi e con piacere ho trovato la mia analisi della "Ballata del Marinaio" in canzoni contro la guerra. Ho fatto questo lavoro a scopo divulgativo, pensando soprattutto per i ragazzi. Sono convinto che sia un testo molto pedagogico per formare la cultura di pace e che andrebbe presentato nei testi di scuola.Vi saluto. RZ
Renzo Zannardi - 18/6/2010 - 22:42
Salve, sono l'autrice del disegno e vi scrivo per ringraziarvi per averlo pubblicato insieme all'analisi del testo scritta dall'amico Renzo Zannardi.
Mi auguro che questa significativa ballata piaccia anche alle generazioni future perchè, come molte canzoni di Luigi Tenco, è una ballata sempre attuale.
Un caro saluto
Maria Vittoria Conconi
Mi auguro che questa significativa ballata piaccia anche alle generazioni future perchè, come molte canzoni di Luigi Tenco, è una ballata sempre attuale.
Un caro saluto
Maria Vittoria Conconi
Maria Vittoria Conconi - 25/7/2010 - 18:35
Vi scrivo per segnalarvi il nuovo indirizzo di Favole e realtà
dove potete trovare il disegno della ballata del marinaio
Saluti
Maria Vittoria Conconi
dove potete trovare il disegno della ballata del marinaio
Saluti
Maria Vittoria Conconi
maria vittoria - 25/4/2012 - 11:35
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