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Il nostro maggio

Collettivo del Contropotere
Lingua: Italiano



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Individuare il nemico da battere
(Collettivo del Contropotere)
Se da diecimila anni
(Collettivo del Contropotere)
E allora sai
(Collettivo del Contropotere)


[1976]
L'estate dei poveri
Dal foglio ciclostilato allegato alla musicassetta de "L'estate dei poveri".
Riprodotto da "La musica dell'altra Italia".
"Cantare, Anarchia, Lottare"
(Canzoniere anarchico e libertario
Da Pietro Gori a Léo Ferré, pp. 40-42)

Il nostro maggio", quello che ha fatto a meno del loro coraggio, come cantava Fabrizio de André. Rivive in questa dimenticata ballata da "L'estate dei poveri", nel racconto delle giornate del maggio pisano del '72. Si parla ancora di Franco Serantini e della sua morte.

L'estate dei poveri




"Questa è la canzone introduttiva del 33 giri "L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario" del Collettivo del Contropotere, edito dal Circolo di Cultura Popolare di Massa nel 1976. Il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del Movimento anarchico."

- Cantare, Anarchia Lottare. Canzoniere anarchico e libertario da Pietro Gori a Léo Ferré, p. 42. Edizioni La Fiaccola, a cura del Gruppo Anarchico di Ragusa, 1986. Collana "Anteo - La Rivolta", n° 23.

- Il nostro maggio
- Individuare il nemico da battere
- Se da diecimila anni
- Andare avanti sempre
- Vi canteremo la favola
- Coi comunisti nel governo
- Anche lo Stato
- E allora sai
- Ma non riusciranno
- Avanza senza sosta
- Dove nel maggio splendono


Il nostro maggio
si leva dalle case
si fanno nelle strade
le nuove barricate

appaiono tra i fuochi
i volti illuminati
lampi improvvisi scoprono
i proletari armati.

Lenta dischiude il maggio
la nuova primavera
insorgono i quartieri
la polizia dispera

le gip e i poliziotti
mandati dallo stato
invadono le strade
rimordono il selciato.

La situazione è calma
dice la polizia
ma gli universitari
son già in periferia

già spiegano alla gente
tutto quello che è successo
nella città di Pisa
il fascismo non ha spazio.

Gli scontri si susseguono
a Lungarno Gambacorti
con gli studenti al fianco
i proletari sono insorti

mitra spianati in mano
i fascisti, i celerini
la polizia difende
il comizio dei missini.

Ma la città non vuole
sentire quei vigliacchi
aumenta la rivolta
si susseguono gli attacchi

la polizia ci carica
sta riprendendo forza
le bombe lacrimogene
fan stringere la morsa.

Arriva di rinforzo
la celere da Roma
i paracadutisti
gli agenti di questura

ci incalzano picchiando
ci ammazzano di botte
lascian sui marciapiedi
le nostre bandiere rotte.

È scesa ormai la sera
sulla città di Pisa
la nostra primavera
non ha più vie d'uscita

ognuno torna a casa
le ossa massacrate
triste un lampione illumina
le nostre barricate.

E chi su questa lotta
ha posto le speranze
per un domani nuovo
privo di sofferenze

solo una traccia resta
in mano agli assassini
la ciocca di capelli
di Franco Serantini.

Il movimento è sciolto
la storia si conclude
s'ingrossa il sindacato
la lotta si riduce

ogni studente entra
in un nuovo gruppetto
il maggio sessantotto
l'abbiam messo dentro al cesso.

Ma è di Franco al voce
che grida tra le botte
il suo viso sincero
illumina la notte

ci dice sorridendo
non importa la mia sorte
da oggi si combatte
vittoria o morte.

inviata da Riccardo Venturi - 24/9/2005 - 18:28




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