La civiltà porta all’omologazione
di individui che si sentono infelici
E la città manipola coscienze
per crearne certezze e cicatrici
E tra vertigini di fumo campagne
e spot pubblicitari, è questo
il mondo del consumo e tutti quanti
si contendono il fatto di essere normali
Ma c’è qualcosa che si muove,
percorre le generazioni
misto fra musica e parole
non solo semplici canzoni
Od è un pensiero che accomuna
che parla di rivoluzioni
parola d’ordine nessuna,
la nostra magica illusione
Nazioni militarizzate
apocalittiche visioni di guerre
lampo d’ogni era
Ovunque vigila il controllo
essere liberi è un reato,
chi trasgredisce va in galera.
E portano democrazia
con la giustizia nelle bare
è libertà stereotipata che si
mangia la tua vita senza
fartela assaggiare
E in queste gabbie di ideali
che ci costringono a campare,
vendendo mondi virtuali
per farcelo dimenticare.
O falsi giochi elettorali,
di un uomo di una certa età,
parole semplici e banali,
ma una marea di falsità
piazzisti d’armi e religione
venite avidi al portone
bussate ancora un po’ più forte
provate a rendermi essenziale
la vostra squallida morale
o la paura della morte
cari mercanti di indulgenze
venite adesso a giudicare
chi rispetto a quanto ha dato
potrà a voi essere grato
di potere perdonare
e tra i sofismi della fede
spesso affidati a un confessore
stan massacrando chi non crede
sempre nel nome del Signore
e dagli altari arriva il segno
che indica a tutti dove andare
negando all’uomo un suo disegno
e il suo diritto di sbagliare
E tra compagni d’ avventura
e sognatori per natura
paura di dimenticare
suonando ad un ritmo incessante,
sudando, inseguono l’istante,
diamante da cercare in mare.
La loro intesa memorabile
Li lega ad un filo sottile,
e la ritrovano in un viaggio
o nel litigio di un momento
che prima o poi dovrà finire
chiamati dal fischio di un treno,
o da una manifestazione,
vivendo l’attimo terreno
giocano con l’ispirazione,
e gli strumenti tra le mani
che spesso li fanno volare
per cieli sempre più lontani
non li vedremo più tornare.
di individui che si sentono infelici
E la città manipola coscienze
per crearne certezze e cicatrici
E tra vertigini di fumo campagne
e spot pubblicitari, è questo
il mondo del consumo e tutti quanti
si contendono il fatto di essere normali
Ma c’è qualcosa che si muove,
percorre le generazioni
misto fra musica e parole
non solo semplici canzoni
Od è un pensiero che accomuna
che parla di rivoluzioni
parola d’ordine nessuna,
la nostra magica illusione
Nazioni militarizzate
apocalittiche visioni di guerre
lampo d’ogni era
Ovunque vigila il controllo
essere liberi è un reato,
chi trasgredisce va in galera.
E portano democrazia
con la giustizia nelle bare
è libertà stereotipata che si
mangia la tua vita senza
fartela assaggiare
E in queste gabbie di ideali
che ci costringono a campare,
vendendo mondi virtuali
per farcelo dimenticare.
O falsi giochi elettorali,
di un uomo di una certa età,
parole semplici e banali,
ma una marea di falsità
piazzisti d’armi e religione
venite avidi al portone
bussate ancora un po’ più forte
provate a rendermi essenziale
la vostra squallida morale
o la paura della morte
cari mercanti di indulgenze
venite adesso a giudicare
chi rispetto a quanto ha dato
potrà a voi essere grato
di potere perdonare
e tra i sofismi della fede
spesso affidati a un confessore
stan massacrando chi non crede
sempre nel nome del Signore
e dagli altari arriva il segno
che indica a tutti dove andare
negando all’uomo un suo disegno
e il suo diritto di sbagliare
E tra compagni d’ avventura
e sognatori per natura
paura di dimenticare
suonando ad un ritmo incessante,
sudando, inseguono l’istante,
diamante da cercare in mare.
La loro intesa memorabile
Li lega ad un filo sottile,
e la ritrovano in un viaggio
o nel litigio di un momento
che prima o poi dovrà finire
chiamati dal fischio di un treno,
o da una manifestazione,
vivendo l’attimo terreno
giocano con l’ispirazione,
e gli strumenti tra le mani
che spesso li fanno volare
per cieli sempre più lontani
non li vedremo più tornare.
inviata da adriana - 10/9/2005 - 08:20
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