Norte-Americanos
invadem o nosso pais.
Sul-africanos
invadem o nosso pais.
Zairenses
invadem o nosso pais.
A convite de Savimbi
A convite de Holden
A convite de Chipenda.
A convite de Savimbi
A convite de Holden (*)
A convite de Chipenda. (**)
Porque estão sendo varridos
Pelas forças progressistas.
Porque estão sendo varridos
Pelas forças progressistas.
Norte-Americanos
invadem o nosso pais.
Sul-africanos
invadem o nosso pais.
Zairenses
invadem o nosso pais.
Este trio bandoleiro,
Terá que ser julgado
Após a independéncia,
No campo da Revoluçáo.
Norte-Americanos
invadem o nosso pais.
Sul-africanos
invadem o nosso pais.
Zairenses
invadem o nosso pais.
Este trio bandoleiro,
Terá que ser julgado
Após a independéncia,
No campo da Revoluçáo.
Norte-Americanos
invadem o nosso pais.
Sul-africanos
invadem o nosso pais.
Zairenses
invadem o nosso pais…
invadem o nosso pais.
Sul-africanos
invadem o nosso pais.
Zairenses
invadem o nosso pais.
A convite de Savimbi
A convite de Holden
A convite de Chipenda.
A convite de Savimbi
A convite de Holden (*)
A convite de Chipenda. (**)
Porque estão sendo varridos
Pelas forças progressistas.
Porque estão sendo varridos
Pelas forças progressistas.
Norte-Americanos
invadem o nosso pais.
Sul-africanos
invadem o nosso pais.
Zairenses
invadem o nosso pais.
Este trio bandoleiro,
Terá que ser julgado
Após a independéncia,
No campo da Revoluçáo.
Norte-Americanos
invadem o nosso pais.
Sul-africanos
invadem o nosso pais.
Zairenses
invadem o nosso pais.
Este trio bandoleiro,
Terá que ser julgado
Após a independéncia,
No campo da Revoluçáo.
Norte-Americanos
invadem o nosso pais.
Sul-africanos
invadem o nosso pais.
Zairenses
invadem o nosso pais…
Note:
(*) Holden Álvaro Roberto è stato il leader del Fronte di Liberazione Nazionale dell'Angola (FNLA), una fazione minoritaria rispetto a MPLA ed UNITA e appoggiata dallo Zaire. L’FNLA era comunque anticomunista e combattè contro l’MPLA fino a quando cubani e sudafricani non abbandonarono il paese nel 1991.
(**) Daniel Chipenda è stato uno dei capi della prima MPLA. Quando nel 1974 si tenne il congresso del movimento, Chipenda, Neto e Pinto de Andrade, capi delle diverse correnti interne alla formazione politico-militare, entrarono subito in rotta di collisione e l’MPLA ne uscì spaccato in tre tronconi. Chipenda organizzò un piccolo esercito di suoi seguaci, poi ordì un attentato contro Neto e quindi si incorporò all’FNLA di Holden Álvaro Roberto…
(*) Holden Álvaro Roberto è stato il leader del Fronte di Liberazione Nazionale dell'Angola (FNLA), una fazione minoritaria rispetto a MPLA ed UNITA e appoggiata dallo Zaire. L’FNLA era comunque anticomunista e combattè contro l’MPLA fino a quando cubani e sudafricani non abbandonarono il paese nel 1991.
(**) Daniel Chipenda è stato uno dei capi della prima MPLA. Quando nel 1974 si tenne il congresso del movimento, Chipenda, Neto e Pinto de Andrade, capi delle diverse correnti interne alla formazione politico-militare, entrarono subito in rotta di collisione e l’MPLA ne uscì spaccato in tre tronconi. Chipenda organizzò un piccolo esercito di suoi seguaci, poi ordì un attentato contro Neto e quindi si incorporò all’FNLA di Holden Álvaro Roberto…
inviata da Alessandro - 10/3/2010 - 09:32
Lingua: Inglese
Traduzione inglese dal libretto che accompagna l’album.
ANGOLA'S INVADERS
North Americans
invaded our country
South Africans
invaded our country
Zairians
invaded our country
Invited by Savimbi,
Invited by Holden
Invited by Chipenda.
Invited by Savimbi,
Invited by Holden
Invited by Chipenda.
Because they themselves were kicked out
By the progressive jorces.
Because they themselves were kicked out
By the progressive jorces.
North Americans
invaded our country
South Africans
invaded our country
Zairians
invaded our country
These three bandits
Will be judged
After independence
By the revolutionary courts.
North Americans
invaded our country
South Africans
invaded our country
Zairians
invaded our country
These three bandits
Will be judged
After independence
By the revolutionary courts.
North Americans
invaded our country
South Africans
invaded our country
Zairians
invaded our country…
North Americans
invaded our country
South Africans
invaded our country
Zairians
invaded our country
Invited by Savimbi,
Invited by Holden
Invited by Chipenda.
Invited by Savimbi,
Invited by Holden
Invited by Chipenda.
Because they themselves were kicked out
By the progressive jorces.
Because they themselves were kicked out
By the progressive jorces.
North Americans
invaded our country
South Africans
invaded our country
Zairians
invaded our country
These three bandits
Will be judged
After independence
By the revolutionary courts.
North Americans
invaded our country
South Africans
invaded our country
Zairians
invaded our country
These three bandits
Will be judged
After independence
By the revolutionary courts.
North Americans
invaded our country
South Africans
invaded our country
Zairians
invaded our country…
inviata da Alessandro - 10/3/2010 - 09:34
Represse nel sangue le manifestazioni contro l’aumento del prezzo dei carburanti in Angola. Proteste per ragioni analoghe anche in Nigeria e Kenya.
ANGOLA: CINQUE VITTIME - QUELLE ACCERTATE - DURANTE LE PROTESTE PER IL TAGLIO DEI SUSSIDI AL CARBURANTE
Gianni Sartori
“Chers compatriotes,
A la suite de la hausse récente des prix des carburants, des manifestations spontanées ont été signalées ce 5 juin dans la ville de Huambo et des axes de circulation ont été coupés par les manifestants.
Compte-tenu des risques d’incidents, il vous est recommandé de faire preuve de la plus grande vigilance et de rester à l’écart de tout attroupement”.
Pare che questo messaggio, diffuso il 5 giugno dall’Ambasciata francese, avesse tratto in inganno qualche compagno “campista” che - forse per ragioni anagrafiche - confondeva la ex colonia portoghese con un’altra francese. Per cui era già partito alla grande con l’analisi di un ennesimo “cambio della guardia” nella “Françafrique” (Pechino e Mosca in alternativa al neocolonialismo di Parigi).
Ovviamente non era così. Parigi non c’entrava per niente e le proteste erano rivolte direttamente contro il governo di Luanda. Per l’aumento, in pratica il raddoppio, del prezzo della benzina: da 160 kwanza (0,26 dollari), a 300 kwanza (0,48 dollari) al litro.
Conseguenza inevitabile della drastica riduzione dei sussidi per il carburante (anche se la cosa appare leggermente paradossale in in un Paese tra i maggiori esportatori di petrolio dall’Africa). E non aveva certo rasserenato gli animi sapere che il governo ha tutta l’intenzione di abolire del tutto i sussidi statali entro il 2025.
Gli scontri più duri sono avvenuti a Huambo (circa 600 chilometri a sud-est di Luanda), tra numerosi tassisti (insieme ai motociclisti, la maggior parte dei manifestanti) e la polizia che ha aperto il fuoco (con proiettili veri). Ufficialmente “in seguito agli atti di violenza e allo scontro con le forze dell’ordine" da parte dei manifestanti.
Al momento le vittime accertate sarebbero cinque, almeno una decina i feriti. Oltre trenta le persone arrestate.
Condanne per “l’uso sproporzionato della forza” da parte di Human Rights Watch in quanto sono stati “utilizzati proiettili veri contro una folla disarmata”.
Sulla questione era intervenuta anche Amnesty International chiedendo di non inasprire la già difficile situazione delle popolazioni (sottoposte a disoccupazione, inflazione…) sia dell’Angola che della Nigeria (qui il prezzo dei carburanti è addirittura triplicato) e del Kenya. Dove il 6 giugno sono state disperse con i lacrimogeni e decine di arresti le manifestazioni contro la nuova legge finanziaria che determinerebbe un aumento delle tasse sui carburanti, sugli alloggi, sui generi alimentari…
Da parte sua il governo angolano ha accusato l’UNITA (quella fondata da Savimbi, attualmente il principale partito dell’opposizione, storicamente ostile al MPLA) di alimentare le tensioni, spargendo - è il caso di dirlo ? - “benzina sul fuoco”.
Gianni Sartori
ANGOLA: CINQUE VITTIME - QUELLE ACCERTATE - DURANTE LE PROTESTE PER IL TAGLIO DEI SUSSIDI AL CARBURANTE
Gianni Sartori
“Chers compatriotes,
A la suite de la hausse récente des prix des carburants, des manifestations spontanées ont été signalées ce 5 juin dans la ville de Huambo et des axes de circulation ont été coupés par les manifestants.
Compte-tenu des risques d’incidents, il vous est recommandé de faire preuve de la plus grande vigilance et de rester à l’écart de tout attroupement”.
Pare che questo messaggio, diffuso il 5 giugno dall’Ambasciata francese, avesse tratto in inganno qualche compagno “campista” che - forse per ragioni anagrafiche - confondeva la ex colonia portoghese con un’altra francese. Per cui era già partito alla grande con l’analisi di un ennesimo “cambio della guardia” nella “Françafrique” (Pechino e Mosca in alternativa al neocolonialismo di Parigi).
Ovviamente non era così. Parigi non c’entrava per niente e le proteste erano rivolte direttamente contro il governo di Luanda. Per l’aumento, in pratica il raddoppio, del prezzo della benzina: da 160 kwanza (0,26 dollari), a 300 kwanza (0,48 dollari) al litro.
Conseguenza inevitabile della drastica riduzione dei sussidi per il carburante (anche se la cosa appare leggermente paradossale in in un Paese tra i maggiori esportatori di petrolio dall’Africa). E non aveva certo rasserenato gli animi sapere che il governo ha tutta l’intenzione di abolire del tutto i sussidi statali entro il 2025.
Gli scontri più duri sono avvenuti a Huambo (circa 600 chilometri a sud-est di Luanda), tra numerosi tassisti (insieme ai motociclisti, la maggior parte dei manifestanti) e la polizia che ha aperto il fuoco (con proiettili veri). Ufficialmente “in seguito agli atti di violenza e allo scontro con le forze dell’ordine" da parte dei manifestanti.
Al momento le vittime accertate sarebbero cinque, almeno una decina i feriti. Oltre trenta le persone arrestate.
Condanne per “l’uso sproporzionato della forza” da parte di Human Rights Watch in quanto sono stati “utilizzati proiettili veri contro una folla disarmata”.
Sulla questione era intervenuta anche Amnesty International chiedendo di non inasprire la già difficile situazione delle popolazioni (sottoposte a disoccupazione, inflazione…) sia dell’Angola che della Nigeria (qui il prezzo dei carburanti è addirittura triplicato) e del Kenya. Dove il 6 giugno sono state disperse con i lacrimogeni e decine di arresti le manifestazioni contro la nuova legge finanziaria che determinerebbe un aumento delle tasse sui carburanti, sugli alloggi, sui generi alimentari…
Da parte sua il governo angolano ha accusato l’UNITA (quella fondata da Savimbi, attualmente il principale partito dell’opposizione, storicamente ostile al MPLA) di alimentare le tensioni, spargendo - è il caso di dirlo ? - “benzina sul fuoco”.
Gianni Sartori
Gianni Sartori - 7/6/2023 - 20:34
×
Album “Angola: Forward, People's Power”, Paredon Records.
Prodotto da Barbara Dane
Tutte le canzoni di questo album furono registrate alla stazione delle radio nazionale angolana in Luanda da cantanti e musicisti rimasti anonimi.
Il punto di vista rispetto alla guerra civile che era già in corso al momento (e si sarebbe protratta per un altro quarto di secolo) è quello dell’organizzazione di ispirazione marxista-leninista MPLA.
L’Angola cominciò ad essere meta di commercianti ed avventurieri portoghesi già parecchio tempo prima della “scoperta delle Americhe”. Nel XVII secolo la colonizzazione vera e propria era compiuta, anche grazie all’allenza tra gli europei e la tribù più forte e bellicosa presente sul territorio angolano, gli Imbangala, la cui attività principale era soggiogare le altre etnie e venderne i prigionieri come schiavi ai portoghesi… Il collaborazionismo è una piaga atavica del genere umano!
Già nei primi decenni del XX secolo l’Angola divenne un terreno di scontro tra le superpotenze ed il processo di decolonizzazione accentuò questo confronto. Nel 1956 l’URSS promosse la costituzione del Movimento Popolare per la Liberazione dell'Angola (MPLA), il cui leader storico fu Agostinho Neto, mentre gli USA appoggiarono Jonas Savimbi e la sua Unione Nazionale per l'Indipendenza Totale dell'Angola (UNITA). Al Portogallo, l’antica potenza coloniale, indebolito dalla retriva dittatura militare che lo imprigionava, non restò che farsi gradatamente da parte. Nel 1974, quando la “primavera portoghese”, la “rivoluzione dei garofani” spazzò via il bieco Salazar, la vecchia colonia fu abbandonata al suo destino… destino di sangue, ché di lì a poco iniziò fra le due fazioni una feroce guerra fratricida fomentata dalle potenze che rispettivamente le sostenevano, USA e Sudafrica razzista con l’UNITA, URSS e Cuba con l’MPLA. E nel 1975 i cubani mandarono in Angola decine di migliaia di soldati che lì rimasero a combattere per 15 anni… e di decine di migliaia di morti fu pure il bilancio di una delle guerre civili protrattesi più a lungo nel corso della storia moderna, conclusasi solo formalmente all’inizio degli anni 90 ma proseguita in modo sussultorio fino alla morte di Jonas Savimbi nel 2002… Senza parlare del lascito di questo conflitto: un paese disseminato di mine anti-uomo che anche oggi ammazzeranno o storpieranno qualche angolano…
[fonti: en. e it.wikipedia)]