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Gates Of Eden

Bob Dylan
Lingua: Inglese


Bob Dylan

Lista delle versioni e commenti


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(Stefano Giaccone)
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bd
[1965]
Testo e musica di Bob Dylan
Lyrics and music by Bob Dylan
Dall'album "Bringing It All Back Home"
From the LP "Bringing It All Back Home"


Bringing It All Back Home

L'immaginario onirico della canzone risente del linguaggio poetico di William Blake. La poesia astratta descrive una visione da incubo. Ogni strofa fornisce una descrizione diversa di una società decadente.

Anche se il titolo della canzone stessa sembra riferirsi alla speranza del paradiso ("il giardino dell'Eden"), non esiste nessun paradiso nel luogo descritto nel brano. Al contrario, le immagini evocano uno scenario di corruzione e decadenza. Oliver Trager interpreta Gates of Eden come l'affermazione da parte di Dylan che una "cieca fede in una vita dopo la morte e nel perdono associato ad essa è la bugia più grande in quanto causa compiacenza nella vita terrena". Anche il giornalista e critico musicale Robert Shelton fornisce un'interpretazione simile della canzone.Carolyn Bliss fece notare come il concetto espresso nella canzone fosse che l'Eden è dentro di noi. Qualsiasi altro paradiso è solo una finzione, e il perseguimento ossessivo di esso porta potenzialmente alla morte dello spirito".

wikipedia
Of war and peace the truth just twists
Its curfew gull just glides
Upon four-legged forest clouds
The cowboy angel rides
With his candle lit into the sun
Though its glow is waxed in black
All except when 'neath the trees of Eden

The lamppost stands with folded arms
Its iron claws attached
To curbs 'neath holes where babies wail
Though it shadows metal badge
All and all can only fall
With a crashing but meaningless blow
No sound ever comes from the Gates of Eden

The savage soldier sticks his head in sand
And then complains
Unto the shoeless hunter who's gone deaf
But still remains
Upon the beach where hound dogs bay
At ships with tattooed sails
Heading for the Gates of Eden

With a time-rusted compass blade
Aladdin and his lamp
Sits with Utopian hermit monks
Side saddle on the Golden Calf
And on their promises of paradise
You will not hear a laugh
All except inside the Gates of Eden

Relationships of ownership
They whisper in the wings
To those condemned to act accordingly
And wait for succeeding kings
And I try to harmonize with songs
The lonesome sparrow sings
There are no kings inside the Gates of Eden

The motorcycle black madonna
Two-wheeled gypsy queen
And her silver-studded phantom cause
The gray flannel dwarf to scream
As he weeps to wicked birds of prey
Who pick up on his bread crumb sins
And there are no sins inside the Gates of Eden

The kingdoms of Experience
In the precious wind they rot
While paupers change possessions
Each one wishing for what the other has got
And the princess and the prince
Discuss what's real and what is not
It doesn't matter inside the Gates of Eden

The foreign sun, it squints upon
A bed that is never mine
As friends and other strangers
From their fates try to resign
Leaving men wholly, totally free
To do anything they wish to do but die
And there are no trials inside the Gates of Eden

At dawn my lover comes to me
And tells me of her dreams
With no attempts to shovel the glimpse
Into the ditch of what each one means
At times I think there are no words
But these to tell what's true
And there are no truths outside the Gates of Eden

inviata da Riccardo Venturi - 3/8/2005 - 16:43




Lingua: Italiano

Versione italiana di Michele Murino
da Maggie's Farm - Sito italiano di Bob Dylan
CANCELLI DELL'EDEN

Di guerra e pace la verità distorce
Il suo gabbiano da coprifuoco scivola
Su foreste di nuvole a quattro zampe
L'angelo cowboy cavalca
Con la sua candela accesa nel sole
Anche se il suo splendore si copre di nero
Dappertutto eccetto che sotto gli alberi dell'Eden

Il lampione se ne sta con le braccia incrociate
Ed i suoi artigli di ferro legati
A marciapiedi sotto buche dove bambini gemono
Sebbene faccia ombra all'insegna di metallo
Il tutto può solamente cadere
Con un urto ed un fracasso senza senso
Ma nessun suono viene mai dai Cancelli dell'Eden

Il soldato selvaggio infila la sua testa nella sabbia
E poi si lamenta
Verso il cacciatore scalzo che è diventato sordo
Ma ancora resta
Sulla spiaggia dove cani da caccia abbaiano
Verso navi con vele tatuate
Dirette verso i Cancelli dell'Eden

Con un ago di bussola arrugginito dal tempo
Aladino e la sua lampada
Siede con Utopici monaci eremiti
In sella al Vitello d'oro
Ed alle loro promesse di paradiso
Non sentirai alcuna risata
Eccetto che all'interno dei Cancelli dell'Eden

Rapporti di proprietà
Bisbigliano nelle quinte
Per quelli condannati a recitare di conseguenza
Ed aspettare il succedersi dei regnanti
Ed io cerco di armonizzare con delle canzoni
Il triste passero canta
E non ci sono re all'interno dei Cancelli dell'Eden

La madonna nera della motocicletta
Regina gitana delle due ruote
E le sue fantomatiche borchie argentate fanno
Gridare il nano in flanella grigia
Mentre piange per malvagi uccelli da preda
Che beccano i suoi peccati di briciole di pane
E non ci sono peccati nei Cancelli dell'Eden

I regni dell'Esperienza
Marciscono nei venti preziosi
Mentre i poveri si scambiano i loro averi
Ciascuno desiderando quello che possiede l'altro
E la principessa ed il principe
Discutono su cosa sia reale e cosa no
Ma questo non importa all'interno dei Cancelli dell'Eden

Il sole straniero ammicca
Ad un letto che non è mai il mio
Mentre amici ed altri stranieri
Cercano di abbandonare la loro sorte
Lasciando gli uomini totalmente liberi
Di fare quello che vogliono tranne morire
E non ci sono processi all'interno dei Cancelli dell'Eden

All'alba il mio amore viene da me
E mi racconta dei suoi sogni
Senza neanche cercare di buttare uno sguardo
Nell' abisso di quello che ognuno può significare
A volte penso che non ci siano parole
Se non queste per esprimere la verità
E non ci sono verità fuori dai Cancelli dell'Eden

inviata da Riccardo Venturi - 3/8/2005 - 16:44




Lingua: Italiano

Una libera versione scritta dai Franti nel 1984.
Tratta da "Franti, Non Classificato 1978 1987 1999"

Così l'introduzione:
"Una vecchia canzone di Bob Dylan. Riveduta e corretta.
Oggi lui non la canterebbe mai.
Per noi, al primo posto: contro la guerra, contro la loro pace".

Lalli – voce
Marco Ciari – batteria
Massimo D’Ambrosio – basso elettrico
Vanni Picciuolo – chitarra
Stefano Giaccone – voce, chitarra qua e là
Registrazione: senza sovraincisioni al Dynamo Studio, Torino
Tecnico del suono: Marco Cimino
1984
I paesi imperialisti che si sono spartiti il mondo
Riempiono di arsenali e soldati ogni angolo della terra, organizzano guerre di teatro
Mobilitano le truppe dei paesi satelliti come l’Italia
Libano, Iran, Afghanistan, Salvador, Falklands: tutto questo è molto vicino
È nelle nostra vite di tutti i giorni
Muoversi subito e attivamente
Ritiro delle truppe dal Libano
Sputtanare definitivamente la teoria delle trattative URSS-USA
Nessun missile a Comiso né da nessun’altra parte
No alla merda nucleare, che è solo un’altra faccia dell’economia di guerra
Disarmo unilaterale
Chiudere le fabbriche di morte: l’Italia il quarto paese esportatore di armi
Ma, soprattutto, controbattere punto su punto
La propaganda patriottarda e nazionalista di Craxi & Co.
La spesa pubblica è stata drasticamente ridotta
Per dirottare miliardi sulle spese militari
Questo vuol dire:
Più disoccupati, meno servizi sociali
Restringimento degli spazi
E militarizzazione della società
Fermiamo wodka e cola!

inviata da Alessandro - 15/8/2006 - 23:25




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