Alle grida strazianti e dolenti
di una folla che pan domandava,
il feroce monarchico Bava
gli affamati col piombo sfamò.
Furon mille i caduti innocenti
sotto il fuoco degli armati caini!
Al furor dei soldati assassini
"Morte ai vili" - la plebe gridò.
Su, piangete mestissime madri,
quando oscura discende la sera,
per i figli gettati in galera,
per gli uccisi dal piombo fatal.
La panciuta caterva dei ladri, *
dopo avervi ogni bene usurpato,
la lor sete ha di sangue saziato
in quel giorno nefasto e feral. **
Tu, che un dì nella grande sventura
Fosti intenta a innalzar barricate,
Tu che in cinque gloriose giornate
Disperdesti l'odiato invasor;
Tu, Milano, che appiè di tue mura
Trucidati i tuoi figli hai veduto,
Su risorgi!... Il momento è venuto:
Guerra, guerra agli infami oppressor.
Deh, non rider, sabauda marmaglia,
Se il fucile ha domato i ribelli!
Se i fratelli hanno ucciso i fratelli,
sul tuo capo il loro sangue cadrà. ***
Ridi pur... ma la santa canaglia,
Questa plebe sfruttata e schernita
Se si desta...qual belva ferita,
Sui potenti avventarsi saprà.
di una folla che pan domandava,
il feroce monarchico Bava
gli affamati col piombo sfamò.
Furon mille i caduti innocenti
sotto il fuoco degli armati caini!
Al furor dei soldati assassini
"Morte ai vili" - la plebe gridò.
Coraggio, compagni! La plebe rejetta
Ci chiama, ci attende; si faccia vendetta.
Noi sempre sfidammo miserie ed affanni,
S'innalzi or la fronte: si scacci i tiranni.
Ci chiama, ci attende; si faccia vendetta.
Noi sempre sfidammo miserie ed affanni,
S'innalzi or la fronte: si scacci i tiranni.
Su, piangete mestissime madri,
quando oscura discende la sera,
per i figli gettati in galera,
per gli uccisi dal piombo fatal.
La panciuta caterva dei ladri, *
dopo avervi ogni bene usurpato,
la lor sete ha di sangue saziato
in quel giorno nefasto e feral. **
Coraggio, compagni! La plebe rejetta
Ci chiama, ci attende; si faccia vendetta.
Noi sempre sfidammo miserie ed affanni,
S'innalzi or la fronte: si scacci i tiranni.
Ci chiama, ci attende; si faccia vendetta.
Noi sempre sfidammo miserie ed affanni,
S'innalzi or la fronte: si scacci i tiranni.
Tu, che un dì nella grande sventura
Fosti intenta a innalzar barricate,
Tu che in cinque gloriose giornate
Disperdesti l'odiato invasor;
Tu, Milano, che appiè di tue mura
Trucidati i tuoi figli hai veduto,
Su risorgi!... Il momento è venuto:
Guerra, guerra agli infami oppressor.
Coraggio, compagni! La plebe rejetta
Ci chiama, ci attende; si faccia vendetta.
Noi sempre sfidammo miserie ed affanni,
S'innalzi or la fronte: si scacci i tiranni.
Ci chiama, ci attende; si faccia vendetta.
Noi sempre sfidammo miserie ed affanni,
S'innalzi or la fronte: si scacci i tiranni.
Deh, non rider, sabauda marmaglia,
Se il fucile ha domato i ribelli!
Se i fratelli hanno ucciso i fratelli,
sul tuo capo il loro sangue cadrà. ***
Ridi pur... ma la santa canaglia,
Questa plebe sfruttata e schernita
Se si desta...qual belva ferita,
Sui potenti avventarsi saprà.
Coraggio, compagni! La plebe rejetta
Ci chiama, ci attende; si faccia vendetta.
Noi sempre sfidammo miserie ed affanni,
S'innalzi or la fronte: si scacci i tiranni.
Ci chiama, ci attende; si faccia vendetta.
Noi sempre sfidammo miserie ed affanni,
S'innalzi or la fronte: si scacci i tiranni.
Lingua: Inglese
Versione inglese
English version
English version
In 1898 there was a revolt in Milan of people asking for bread, followed by the bloody repression of general Bava Beccaris, For this reason he was given by the king the corss of Great Officer. The style of the lyrics let us understand that it was a man of good culture who wrote this song.
On the same melody, 70 years later, was written La Ballata del Pinelli (The ballad of Pinelli)
On the same melody, 70 years later, was written La Ballata del Pinelli (The ballad of Pinelli)
THE CRUEL MONARCHIST BAVA
For the racking and painful shouting
of a crowd asking for bread
the cruel monarchist Bava
fed the starving people with lead
There were a thousand innocent victims
shot by the fire of the armed Cains
and to the fury of murderous soldiers
Death to the viles!, the mob shouted
Don't you laugh, rabble of Savoy
if the rifles did put down the rebels
if the brothers killed their own brothers
On your blood, that blood is going to fall
The neverending chain of the thieves
after having stolen everything
quenched its blood thirst
in that inauspicious and fatal day
Cry, sad mothers, cry
when evening falls dark
for the sons put into jails
for the ones killed by the fatal lead
For the racking and painful shouting
of a crowd asking for bread
the cruel monarchist Bava
fed the starving people with lead
There were a thousand innocent victims
shot by the fire of the armed Cains
and to the fury of murderous soldiers
Death to the viles!, the mob shouted
Don't you laugh, rabble of Savoy
if the rifles did put down the rebels
if the brothers killed their own brothers
On your blood, that blood is going to fall
The neverending chain of the thieves
after having stolen everything
quenched its blood thirst
in that inauspicious and fatal day
Cry, sad mothers, cry
when evening falls dark
for the sons put into jails
for the ones killed by the fatal lead
Lingua: Francese
Version française – LE FÉROCE MONARCHISTE BAVA – L'HYMNE DU SANG – Marco valdo M.I. – 2010
Chanson italienne – Il feroce monarchico Bava – Anonyme – 1898
Chanson italienne – Il feroce monarchico Bava – Anonyme – 1898
« La sanglante répression des émeutes milanaises de 1898 valut au général Bava Becaris la croix de Grand Officier de l'Ordre Militaire de Savoie. Le style du texte laisse entendre que l'(auteur anonyme était de bonne culture bourgeoise et maîtrisait le langage littéraire de l'époque. Sur la même ligne mélodique fut écrite la Ballata del Pinelli après la mort mystérieuse de l'anarchiste jeté par une fenêtre de la Préfecture de Milan au cours de l'enquête sur l'attentat de la Piazza Fontana de décembre 1969 ».
La chanson, écrite suite aux faits de Milan et connue sous le titre « Le féroce monarchiste Bava », est habituellement classée parmi les hymnes socialistes. Il existe cependant une copie manuscrite, confisquée à l'anarchiste Luigi Fabbri durant les arrêts domiciliaires, où l'on trouve non seulement le titre original « L'Hymne du Sang » - mais aussi le couplet et trois strophes manquantes....
Voir aussi : Gaetano, gracié et pendu
La chanson, écrite suite aux faits de Milan et connue sous le titre « Le féroce monarchiste Bava », est habituellement classée parmi les hymnes socialistes. Il existe cependant une copie manuscrite, confisquée à l'anarchiste Luigi Fabbri durant les arrêts domiciliaires, où l'on trouve non seulement le titre original « L'Hymne du Sang » - mais aussi le couplet et trois strophes manquantes....
Voir aussi : Gaetano, gracié et pendu
LE FÉROCE MONARCHISTE BAVA – L'HYMNE DU SANG
Aux cris de douleur et de faim
D'une foule qui demandait du pain
Le féroce monarchiste Bava
Aux affamés servit le plomb pour le pain.
Mille innocents tombèrent
Sous le feu des tueurs de Caïn
Et face à la furie des soldats assassins
Le peuple cria : “Mort aux lâches !”
Hé, il ne faut pas rire, racaille savoyarde :
Si le fusil a dompté les rebelles,
Si des frères ont tué les frères,
C'est sur ta tête que le sang retombera.
[variante : sur ton sang, ce sang retombera]
La panse rebondie des voleurs
[variante : La chaîne infinie des voleurs]
Après vous avoir tout volé,
A étanché sa soif de sang
Dans ce jour néfaste et funeste.
Pleurez mères affligées,
Quand sombre tombe la soirée,
Pour vos fils jetés en prison,
Pour les tués du plomb fatal.
Aux cris de douleur et de faim
D'une foule qui demandait du pain
Le féroce monarchiste Bava
Aux affamés servit le plomb pour le pain.
Mille innocents tombèrent
Sous le feu des tueurs de Caïn
Et face à la furie des soldats assassins
Le peuple cria : “Mort aux lâches !”
Hé, il ne faut pas rire, racaille savoyarde :
Si le fusil a dompté les rebelles,
Si des frères ont tué les frères,
C'est sur ta tête que le sang retombera.
[variante : sur ton sang, ce sang retombera]
La panse rebondie des voleurs
[variante : La chaîne infinie des voleurs]
Après vous avoir tout volé,
A étanché sa soif de sang
Dans ce jour néfaste et funeste.
Pleurez mères affligées,
Quand sombre tombe la soirée,
Pour vos fils jetés en prison,
Pour les tués du plomb fatal.
inviata da Marco Valdo M.I. - 6/3/2010 - 15:28
BAVA BECCARIS. PICCOLO RITRATTO DI UN MACELLAIO.
Generale dell'Esercito e uomo politico.
Comandante del III Corpo d'Armata, durante i moti di Milano del maggio 1898 venne nominato commissario straordinario con pieni poteri per riportare l'ordine nella provincia.
Fu lui a decretare lo stato d'assedio, ed è a lui, come massima autorità militare in quella circostanza, che si deve addossare la responsabilità dell'uso di armi da fuoco contro i dimostranti e la popolazione civile.
Il 6 giugno 1898 venne decorato da Re Umberto I con la croce di grande ufficiale dell'ordine militare di Savoia per "il grande servizio alle istituzioni e alla civiltà" e successivamente venne nominato senatore del regno.
Esattamente l'opposto di un genio militare, Bava Beccaris rappresentò il classico stereotipo dell'ufficiale piemontese di fine secolo reazionario e paranoico, capace di gestire un problema sociale con l'unico mezzo che fosse in grado di concepire: le fucilate.
Generale dell'Esercito e uomo politico.
Comandante del III Corpo d'Armata, durante i moti di Milano del maggio 1898 venne nominato commissario straordinario con pieni poteri per riportare l'ordine nella provincia.
Fu lui a decretare lo stato d'assedio, ed è a lui, come massima autorità militare in quella circostanza, che si deve addossare la responsabilità dell'uso di armi da fuoco contro i dimostranti e la popolazione civile.
Il 6 giugno 1898 venne decorato da Re Umberto I con la croce di grande ufficiale dell'ordine militare di Savoia per "il grande servizio alle istituzioni e alla civiltà" e successivamente venne nominato senatore del regno.
Esattamente l'opposto di un genio militare, Bava Beccaris rappresentò il classico stereotipo dell'ufficiale piemontese di fine secolo reazionario e paranoico, capace di gestire un problema sociale con l'unico mezzo che fosse in grado di concepire: le fucilate.
Riccardo Venturi - 2/6/2006 - 15:32
Riccardo Venturi - 2/6/2006 - 15:41
La figura e il gesto dell'anarchico regicida Gaetano Bresci sembra trovare qualche apprezzamento anche nell'area dell'estrema destra antimonarchica (o forse sarebbe meglio specificare: antisabauda). Se ne ha un esempio nel sito di Alessandra Colla, esponente della destra radicale (secondo le sue stesse parole), dove viene proposto un articolo, esteso e interessante, sulle vicende che portarono al gesto di Bresci. A cosa ricondurre questo apprezzamento? I motivi possono ovviamente essere molteplici, non ultimo (ma probabilmente non nel caso della Colla, figura assai complessa e interessante) un certo e persisente "repubblichinismo" che manifesta odio per la casa Savoia a causa del tradimento del 25 luglio e per l'estromissione del cavalier Benito Mussolini. Senza voler fare nessuna confusione e cercando di...sistemare un po' meglio la cosa, riportiamo qui di seguito anche il testo di una canzone, fattoci (ovviamente) pervenire da Willy, di un gruppo di estrema destra, i "DDT" (qui l'mp3) . La canzone era stata proposta ad approvazione come testo autonomo, ma abbiamo deciso di non accogliere più nel database principale canzoni provenienti comunque da un'area che non appartiene e non può appartenere all'ispirazione che guida il nostro sito; ciononostante, si tratta di un documento di notevole interesse che non è possibile far finta di non vedere. Lo inseriamo quindi nella pagina dedicata idealmente a Gaetano Bresci, con la specificazione che i suoi ideali e le motivazioni che lo spinsero a uccidere Umberto I di Savoia sono naturalmente lontanissime da (e non assimilabili con) quelle che gli hanno guadagnato qualche ammirazione presso certe aree (marginali) dell'estrema destra.
Per completezza riportiamo anche il commento di Willy:
Per completezza riportiamo anche il commento di Willy:
Egr. sig. Venturi, apprezzo la canzone "A morte la casa savoia". Io spero che lei apprezzi questa in cui si elogia Gaetano Bresci. Senza dimenticare le vittime di quel massacro del 1898 e quel crimnale di Bava Beccaris.[Willy]
COMMISSARIO CON PIENI POTERI - Ecco allora che entra in scena il generale piemontese Fiorenzo Bava Beccaris, a detta degli amici buono e affettuoso, semplicemente temibile secondo i suoi oppositori. A sessantasette anni compiuti, questo ferreo tutore dell'ordine viene nominato «Regio commissario straordinario con pieni poteri» e in men che non si dica mette a punto un piano per riportare la calma e la tranquillità nel capoluogo lombardo. I suoi uomini avrebbero dovuto occupare, prima i bastioni e le Porte della città, poi i sobborghi e le stazioni, e, infine, le fabbriche e gli opifici, garantendo il reinserimento pacifico delle maestranze. Dopo aver fatto arrestare il direttore del quotidiano «Il Secolo» e aver vietato l'uscita del giornale, Bava Beccaris si dedica a smantellare le barricate di Porta Garibaldi e Porta Ticinese a colpi di cannone, ricevendo le congratulazioni da Roma. Non risparmia nemmeno un convento di Cappuccini in corso Monforte, reo di essersi schierato contro i soldati. I frati vengono rastrellati e il convento occupato dai militari.
Sempre per dovere di cronaca storica, ricordiamo che Bava Beccaris, morto nel 1924, negli ultimi anni della sua vita fu sostenitore del fascismo nascente e propugnatore presso la monarchia sabauda di "affidare incarichi di governo a Benito Mussolini". [RV]
COMMISSARIO CON PIENI POTERI - Ecco allora che entra in scena il generale piemontese Fiorenzo Bava Beccaris, a detta degli amici buono e affettuoso, semplicemente temibile secondo i suoi oppositori. A sessantasette anni compiuti, questo ferreo tutore dell'ordine viene nominato «Regio commissario straordinario con pieni poteri» e in men che non si dica mette a punto un piano per riportare la calma e la tranquillità nel capoluogo lombardo. I suoi uomini avrebbero dovuto occupare, prima i bastioni e le Porte della città, poi i sobborghi e le stazioni, e, infine, le fabbriche e gli opifici, garantendo il reinserimento pacifico delle maestranze. Dopo aver fatto arrestare il direttore del quotidiano «Il Secolo» e aver vietato l'uscita del giornale, Bava Beccaris si dedica a smantellare le barricate di Porta Garibaldi e Porta Ticinese a colpi di cannone, ricevendo le congratulazioni da Roma. Non risparmia nemmeno un convento di Cappuccini in corso Monforte, reo di essersi schierato contro i soldati. I frati vengono rastrellati e il convento occupato dai militari.
Sempre per dovere di cronaca storica, ricordiamo che Bava Beccaris, morto nel 1924, negli ultimi anni della sua vita fu sostenitore del fascismo nascente e propugnatore presso la monarchia sabauda di "affidare incarichi di governo a Benito Mussolini". [RV]
Riccardo Venturi - 4/9/2006 - 00:19
Su questa storia vorrei aggiungere un particolare poco noto.
Tra le forze di Bava Beccaris morirono solo due soldati :
Uno si sparò accidentalmente da solo .
L'altro invece fu un vero eroe, venne fatto fucilare sul posto perché rifiutò di sparare sulla folla inerme.
Non sono mai riuscito a scoprire il nome dell'eroico soldato ma credo che se si trovasse sarebbe doveroso dedicargli un tributo.
Tra le forze di Bava Beccaris morirono solo due soldati :
Uno si sparò accidentalmente da solo .
L'altro invece fu un vero eroe, venne fatto fucilare sul posto perché rifiutò di sparare sulla folla inerme.
Non sono mai riuscito a scoprire il nome dell'eroico soldato ma credo che se si trovasse sarebbe doveroso dedicargli un tributo.
Lucone - 15/12/2016 - 14:50
Ciao Lucone,
sul bollettino n.43 dell'Archivio Pinelli è stata pubblicata una ricerca storica di Michele Abbiati e Davide Bernardini intitolata "Tra le pieghe degli eventi: la vicenda del soldato Tomasetti nel '98 milanese". Lì si ipotizza, sulla base soprattutto delle cronache di poco posteriori di Paolo Valera e di Napoleone Colajanni, che "Graziantonio Tomasetti, del 92°di fanteria, dato come morto durante il conflitto al quadrivio del corso Garibaldi. È stato invece freddato sul luogo per disubbidienza. Così almeno si è detto fra i soldati."
Ritrovo lo stesso nome citato su Cronache di un maggio milanese. Quando Bava Beccaris prendeva a cannonate i conventi dove l'autore, Giorgio Masio, pur senza citare fonti, scrive: "Domenica 8 maggio [...] in serata durante un conflitto a fuoco in corso Garibaldi tra i morti vi è per la prima volta un soldato: Graziantonio Tomasetti, ufficialmente ucciso da un comignolo (sic!), tuttavia da alcune testimonianze appare certo che viene fucilato per insubordinazione per essersi rifiutato di sparare sulla folla."
Il nome che cercavi, che cercavamo, potrebbe essere proprio quello di Graziantonio Tomasetti, che i suoi carnefici pare insignirono pure di una medaglia, mentendo sulle circostanze della morte, purchè del suo gesto eroico non si parlasse.
Hai fatto bene a tirare fuori questa storia, te ne sono grato.
Saluti
sul bollettino n.43 dell'Archivio Pinelli è stata pubblicata una ricerca storica di Michele Abbiati e Davide Bernardini intitolata "Tra le pieghe degli eventi: la vicenda del soldato Tomasetti nel '98 milanese". Lì si ipotizza, sulla base soprattutto delle cronache di poco posteriori di Paolo Valera e di Napoleone Colajanni, che "Graziantonio Tomasetti, del 92°di fanteria, dato come morto durante il conflitto al quadrivio del corso Garibaldi. È stato invece freddato sul luogo per disubbidienza. Così almeno si è detto fra i soldati."
Ritrovo lo stesso nome citato su Cronache di un maggio milanese. Quando Bava Beccaris prendeva a cannonate i conventi dove l'autore, Giorgio Masio, pur senza citare fonti, scrive: "Domenica 8 maggio [...] in serata durante un conflitto a fuoco in corso Garibaldi tra i morti vi è per la prima volta un soldato: Graziantonio Tomasetti, ufficialmente ucciso da un comignolo (sic!), tuttavia da alcune testimonianze appare certo che viene fucilato per insubordinazione per essersi rifiutato di sparare sulla folla."
Il nome che cercavi, che cercavamo, potrebbe essere proprio quello di Graziantonio Tomasetti, che i suoi carnefici pare insignirono pure di una medaglia, mentendo sulle circostanze della morte, purchè del suo gesto eroico non si parlasse.
Hai fatto bene a tirare fuori questa storia, te ne sono grato.
Saluti
Bernart Bartleby - 15/12/2016 - 20:53
Aggiungo un estratto dalla relazione ufficiale diretta a Bava Beccaris e redatta dal tenente generale Luchino Del Majno, comandante della Divisione territoriale di Milano, così come riportata su Alcatraz. la fonte è l'Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale della pubblica sicurezza, ufficio riservato 1879-1912 B. 4,F.10,S.F.1, "Relazioni dell'autorita' militare sulla sommossa di Milano":
" [...] Era appena cominciata la perquisizione e la truppa in parte adoperata ad allontanare la folla, quando improvvisamente dalle case ???? circostanti al quadrivio di Corso Garibaldi e via Moscova, nello stesso punto in cui il giorno precedente eransi erette le barricate, comincio' sulla truppa il getto di sassi, tegole e colpi di rivoltella.
A tale aggressione rispose vivacemente il battaglione del 92° Fanteria ed accorse il battaglione del 91°, che trovavasi poco discosto. Nutrita fu la fucilata contro le finestre ed i tetti e la truppa non pote' far valere la legge se non dopo un quarto d'ora di fuoco.
In questo conflitto mori colpito il soldato Tomasetti Graziantonio della 8' Compagnia del 92° Fanteria. [...]"
Quindi l'unica vittima dei manifestanti sarebbe stato il soldato Tomasetti, mentre l'altro soldato morto, la guardia Domenico Viola, anch'esso fu dato dai rapporti ufficiali come ucciso dal fuoco dei manifestanti ma Paolo Valera e tutti quelli che in modo indipendente approfondirono quei tragici fatti affermano che il tizio si era lanciato anzitempo contro il "nemico" e per questo era stato investito dalle fucilate dei commilitoni.
D'altra parte nè Paolo Valera nè altri hanno mai creduto che i dimostranti fossero armati, tanto che nemmeno i rapporti ufficiali registrano il sequestro o il rinvenimento di armi da fuoco.
Tant'è che poi il soldato Tomasetti da "colpito" passò presto all'essere stato ucciso da un lancio di "tegole" o travolto da un "camino" fatto crollare dai facinorosi.
E invece probabilmente Graziantonio Tomasetti fu fatto fucilare sul posto perchè si era rifiutato di sparare sulla gente.
E viene qui in mente Genova 2001, e il "TU L'HAI UCCISO, COL TUO SASSO!", e il colpo di Placanica deviato da un altro sasso, e le molotov portate dalla polizia alla Diaz, e il falso accoltellamento del poliziotto o carabiniere che fosse, e tutte le altre menzogne e violenze...
Niente di nuovo, insomma, nell'arco di un intero secolo... A noi è andata meglio dei milanesi solo perchè c'era il mondo che guardava...
" [...] Era appena cominciata la perquisizione e la truppa in parte adoperata ad allontanare la folla, quando improvvisamente dalle case ???? circostanti al quadrivio di Corso Garibaldi e via Moscova, nello stesso punto in cui il giorno precedente eransi erette le barricate, comincio' sulla truppa il getto di sassi, tegole e colpi di rivoltella.
A tale aggressione rispose vivacemente il battaglione del 92° Fanteria ed accorse il battaglione del 91°, che trovavasi poco discosto. Nutrita fu la fucilata contro le finestre ed i tetti e la truppa non pote' far valere la legge se non dopo un quarto d'ora di fuoco.
In questo conflitto mori colpito il soldato Tomasetti Graziantonio della 8' Compagnia del 92° Fanteria. [...]"
Quindi l'unica vittima dei manifestanti sarebbe stato il soldato Tomasetti, mentre l'altro soldato morto, la guardia Domenico Viola, anch'esso fu dato dai rapporti ufficiali come ucciso dal fuoco dei manifestanti ma Paolo Valera e tutti quelli che in modo indipendente approfondirono quei tragici fatti affermano che il tizio si era lanciato anzitempo contro il "nemico" e per questo era stato investito dalle fucilate dei commilitoni.
D'altra parte nè Paolo Valera nè altri hanno mai creduto che i dimostranti fossero armati, tanto che nemmeno i rapporti ufficiali registrano il sequestro o il rinvenimento di armi da fuoco.
Tant'è che poi il soldato Tomasetti da "colpito" passò presto all'essere stato ucciso da un lancio di "tegole" o travolto da un "camino" fatto crollare dai facinorosi.
E invece probabilmente Graziantonio Tomasetti fu fatto fucilare sul posto perchè si era rifiutato di sparare sulla gente.
E viene qui in mente Genova 2001, e il "TU L'HAI UCCISO, COL TUO SASSO!", e il colpo di Placanica deviato da un altro sasso, e le molotov portate dalla polizia alla Diaz, e il falso accoltellamento del poliziotto o carabiniere che fosse, e tutte le altre menzogne e violenze...
Niente di nuovo, insomma, nell'arco di un intero secolo... A noi è andata meglio dei milanesi solo perchè c'era il mondo che guardava...
Bernart Bartleby - 15/12/2016 - 21:45
Invito a leggere I cannoni di Bava Beccaris di Paolo Valera (1850-1926), giornalista e scrittore originario di Como.
Il testo è liberamente scaricabile da Liber Liber.
Il testo è liberamente scaricabile da Liber Liber.
Bernart Bartleby - 15/12/2016 - 21:48
Come avete già detto il canto viene pubblicato per la prima volta in un canzoniere bilingue pubblicato a Buenos Aires nel primo decennio del ’900, di cui si conosce una copia “senza copertina” sequestrata all’anarchico Luigi Fabbri e conservata nel casellario giudiziario.
Essendo venuto in possesso di una copia “con copertina” del canzoniere suddetto, mi fa piacere inviarvi la pagina 8 dove è riportato l’inno del sangue.
alta risoluzione
Oltre a qualche refuso di stampa (fosei invece di fossi) ho notato piccole ma significative differenze di parole e punteggiatura (a parte le maiuscole iniziali)
Ad esempio (errata - corrige)
strazianti e dolenti - strazianti, dolenti / fuoco degli armati caini! - fuoco di armati caini; (e torna meglio la metrica) / piangete mestissime - piangete, o mestissime / sangue ha saziato - sangue han saziato, agli infami - agl’infami, ecc.
Vi allego anche la data di pubblicazione (1905) e la copertina che forse il buon Fabbri aveva debitamente staccato in quanto “tanto esplicita” da rendere palese il contenuto del libretto.
Essendo venuto in possesso di una copia “con copertina” del canzoniere suddetto, mi fa piacere inviarvi la pagina 8 dove è riportato l’inno del sangue.
alta risoluzione
Oltre a qualche refuso di stampa (fosei invece di fossi) ho notato piccole ma significative differenze di parole e punteggiatura (a parte le maiuscole iniziali)
Ad esempio (errata - corrige)
strazianti e dolenti - strazianti, dolenti / fuoco degli armati caini! - fuoco di armati caini; (e torna meglio la metrica) / piangete mestissime - piangete, o mestissime / sangue ha saziato - sangue han saziato, agli infami - agl’infami, ecc.
Vi allego anche la data di pubblicazione (1905) e la copertina che forse il buon Fabbri aveva debitamente staccato in quanto “tanto esplicita” da rendere palese il contenuto del libretto.
Giovanni Bartolomei - 4/1/2023 - 23:32
×
(1898)
(dalle note alla canzone nell'album "Il fischio del vapore" di Francesco De Gregori e Giovanna Marini)
Il canto, scritto in seguito ai fatti di Milano e noto col titolo "Il feroce monarchico Bava", viene solitamente classificato fra gli inni socialisti. Esiste però una copia manoscritta, sequestrata all'anarchico Luigi Fabbri durante il domicilio coatto, da cui si ricava non solo il titolo originario - Inno del Sangue - ma anche il ritornello e tre strofe mancanti, che qui vengono riprodotte. L'autore non è conosciuto mentre l'ispirazione politica può indifferentemente essere socialista, anarchica o repubblicana. In epoca più recente si ha una citazione dei fatti di Milano anche in "Le parole incrociate", di Dalla-Roversi: "Chi era Bava il Beccaio/ bombardava Milano/ correva il novant'otto/ era un anno lontano".
PER RINFRESCARE LA MEMORIA
(da Nel vento)
Nel 1898 scoppia la guerra tra Spagna e Stati Uniti che provoca subito un forte rincaro del pane: questo significa un aggravio per le popolazioni in Italia le quali già patiscono la fame. Il governo non provvede e in tutta la penisola si moltiplicano le manifestazioni di protesta contro il caro vita che sfociano in tumulti e scontri con la forza pubblica. Gli scioperi e le agitazioni saranno repressi soprattutto a Milano dove il generale Bava Beccaris, per ordine del "re buono" Umberto I, soffocherà nel sangue i tumulti. L'ordine di sparare sulla folla inerme provocherà ufficialmente 80 morti e per questo gesto, per aver riportato "l'ordine", Bava Beccaris sarà decorato dal re.
Sulla carneficina perpetrata durante le quattro giornate di Milano (dal 6 al 9 maggio 1898) la storiografia riprende l'informazione governativa che indica in numero di 80 i morti nelle strade del capoluogo lombardo e 450 i feriti; altre fonti non riportano alcun numero limitandosi a scrivere di numerose morti, altre notizie parlano di centinaia di morti [trecento], per altri giornali dell'epoca il numero è di 500 e nel canto "furon mille i caduti innocenti, sotto il fuoco degli armati caini", che può anche essere solo una "licenza poetica".
Lo stato d'assedio venne mantenuto anche quando i milanesi erano stati ormai ridotti in condizioni di non nuocere. Per questo episodio a Bava Beccaris venne conferita la croce di Grande Ufficiale dell'ordine militare di Savoia, cosa che inasprì ancor più gli animi. Il capo del governo Di Rudinì gli telegrafò: «Ella ha reso un grande servigio al Re e alla patria». E meno di un mese dopo, il 6 giugno 1898 il Re in persona mandava al Bava Beccaris il seguente telegramma: «Ho preso in esame le proposte delle ricompense presentatemi dal ministro della guerra a favore delle truppe da lei dipendenti e col darvi la mia approvazione fui lieto e orgoglioso di onorare la virtù di disciplina, abnegazione e valore di cui esse offersero mirabile esempio. A lei poi personalmente volli offrire di motu proprio la Croce di Grand'Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia, per rimeritare il grande servizio che Ella rese alle istituzioni ed alla civiltà e perché Le attesti col mio affetto la riconoscenza mia e della patria. Umberto».
(da wikipedia)