Non sai in quanti modi
si può nascondere un corpo
è un gioco d’ingegno
far scomparire un morto
E non immagini quanto
valgono le mani
le ossa invece
sono cibo per cani
Di chi è trapassato
non importa l’età
non vale neanche
se ne dimostrava la metà
Si può col coltello
fargli sputare gli occhi
oppure fare uscire
il cervello dagli orecchi
Marcirlo sott’acqua
imbrattato nel letame
tagliarlo a fette
come fosse un salame
E di quel che resta
da identificare
non capirci niente
può capitare
Perché alcuni corpi
sono ridotti a pezzetti
altri evaporano
più astratti dei concetti
E ogni cadavere
resta merce di valore
per seppellire i ricordi
bruciare tutto il dolore
E inventare una storia
che lo porti fino in cielo
per non pensare più
a questo sfacelo
Eon sai in quanti modi
si può nascondere un corpo
è un gioco d’ingegno
far scomparire un morto
si può nascondere un corpo
è un gioco d’ingegno
far scomparire un morto
E non immagini quanto
valgono le mani
le ossa invece
sono cibo per cani
Di chi è trapassato
non importa l’età
non vale neanche
se ne dimostrava la metà
Si può col coltello
fargli sputare gli occhi
oppure fare uscire
il cervello dagli orecchi
Marcirlo sott’acqua
imbrattato nel letame
tagliarlo a fette
come fosse un salame
E di quel che resta
da identificare
non capirci niente
può capitare
Perché alcuni corpi
sono ridotti a pezzetti
altri evaporano
più astratti dei concetti
E ogni cadavere
resta merce di valore
per seppellire i ricordi
bruciare tutto il dolore
E inventare una storia
che lo porti fino in cielo
per non pensare più
a questo sfacelo
Eon sai in quanti modi
si può nascondere un corpo
è un gioco d’ingegno
far scomparire un morto
inviata da i.fermentivivi - 17/12/2009 - 15:11
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Testo di Paolo Donadoni
Musica di Graziano Nardini
Lyrics by Paolo Donadoni
Music by Graziano Nardini
Album: "Fino alla fine"
In guerra diventa facile uccidere. Più difficile è prendere il corpo dell'uomo al quale si è tolta la vita e sotterrarlo.
Ancora più difficile sarà togliersi la sua visione dalla mente. A volte non bastano anni.
Naturalmente, tutto questo vale per quelli che conservano ancora, tutta o in parte, la loro coscienza di esseri umani.
I testi sono vere e proprie poesie che si muovono dentro la musica di Graziano Nardini e di questa piccola orchestra, sempre efficaci a descrivere l’atroce realtà della guerra che pervade ogni angolo ed ogni voce senza lasciare alcuno spazio se non quello, sporadico e sofferto, ad un anelito a qualcosa di più alto nella spietata lotta per sopravvivere tra il sangue, il dolore e la morte.
Le parole di Donadoni non descrivono una guerra in particolare, ma la guerra nel suo totale. La guerra fuori dal tempo e fuori dalla storia. Proprio perché la guerra ha accompagnato da sempre l’umanità attraverso i millenni e sulla guerra - purtroppo - l’umanità ha costruita gran parte della sua storia.
Dagli albori dell’uomo sono cambiate le modalità, sono cambiate le armi, sono cambiati i vincitori e i vinti, sono cambiati gli uccisori e le vittime. Solo la guerra è rimasta uguale. L’antico rito collettivo del conflitto al quale si fa ricorso quando non si trova una valida soluzione ad un problema. Una scorciatoia tra distruzioni, ferite e vittime che spesso non risolve nulla e che alla fine lascia tutti sconfitti.
Queste strade desolate e impregnate di dolore, di odio e di paura, vengono percorse attraverso tutti i brani, come il lento e crudo dipanarsi di una storia dove il protagonista, il soldato-narratore nel suo itinerario desolato tra i confini di uno scenario di violenza, è consapevole di essere vittima e nello stesso tempo carnefice perché la guerra, tra le altre cose, “mischia le carte”.
“Tutti giù per terra” sono:
Paolo Donadoni, Graziano Nardini, Francesco Carpineti, Francesco Arpe, Lucia Vaccarezza, Gabriele Garibotto, Piergiorgio Benvenuto, Enrico Di Bella, Paolo Banchero, Maurizio Borzone, Eleonora Mecca, Sara Antola, Diego Mecca, Christian Mistretta, Cesare Graziano, Chiara Maddalo, Domenico Ermirio, Carlo Macchiavello, Sara Mistretta
e con la partecipazione del Coro Alpino “Voci d’Alpe” di Santa Margherita Ligure.
La lettera
Chissà dove va
L'albero
Nascondino
Il disertore
Dottore!
Il franco tiratore
Quel suo sguardo lontano
Signor Generale
La casa matta
Il mio sangue sparso
L’aviatore
Non è ancora finita
La bomba
Far scomparire un morto
Le bianche montagne raccontano
Sito di riferimento: terradiqualcuno.it