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Nella chiesa di Bellusco

Mercanti di Liquore
Lingua: Italiano


Mercanti di Liquore

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dall'allbum "Che cosa te ne fai di un titolo" (2005)

"Probabilmente sull'onda del dopo-Sputi, volevo scrivere una canzone che parlasse della Resistenza. Perché tutte le suggestioni che Marco [ Paolini ] dava alla gente durante lo spettacolo, ovviamente le ha date in primis anche a me. Quindi mi sono letto Rigoni-Stern e Meneghello e ho riscoperto il fascino di quel periodo, che poi riguarda anche le mie radici, le mie cose di famiglia.



Però non mi andava né di inventare qualcosa né di commentare una vicenda importante. Così ho scelto di parlare di un fatto minore ma reale, tra l'altro accaduto in un paese vicinissimo a dove sono nato e cresciuto, quindi che riesco anche ad immaginarmi nei particolari e nelle reazioni delle persone.

È uno dei testi che mi ha stressato di più la vita, perché era difficile riuscire a non uscire dalla storia vera e propria. Oddio, c'è qualche ricamo, ma in linea di massima è il racconto di quello che è successo. Pensa che abbiamo fatto anche delle ricerche, come quelli bravi: Simone è andato a parlare con le sue zie ottantenni, una delle quali forse addirittura era dentro la Chiesa. Così abbiamo avuto anche qualche testimonianza di prima mano.
Pare infatti che la frase detta dal prete - che è uno dei momenti più forti - non sia stata proprio esattamente come è stata messa nel testo della canzone, ma poco ci manca. "Nella casa del Signore non si spara non si fuma" è vera, insomma, deve aver detto qualcosa del tipo "in gesa el vori no i pistol e se fuma no", ma il senso è quello.

Sono piccoli gesti di eroismo che poi rimangono lì, ma a pensarci dev'essere stata tosta."
(intervista a Lorenzo Monguzzi dei Mercanti di Liquore, da Bielle)
Nella chiesa di Bellusco ci arrivarono i tedeschi
proprio all'ora della messa che cercavano i fuggiaschi
ma i fuggiaschi eran nascosti proprio in cima al campanile
e i tedeschi fin lassù non sapevano arrivare

Era il mese di febbraio che faceva un freddo cane
eran gli anni di una guerra che chiamarono mondiale
a quel tempo noi trovammo invasore l'alleato
il capitolo finale di un ventennio sciagurato

I soldati nel silenzio cominciarono a cercare
tra le panche, in sagrestia e anche nel confessionale
abbaivano tra loro come fossero i padroni
mentre il parroco stupito domandava spiegazioni

"Non potete star qua dentro", obiettava il reverendo
"non si trova in questo luogo ciò che voi state cercando"
"Seguo ordini precisi, continuate pure messa,
non c'è niente da temere", rispondeva l'esse esse

Nella chiesa di Bellusco era entrata la paura
come avesse superato anche l'ultima barriera
anche l'ultimo rifugio era stato profanato
e il paese si scopriva vulnerabile e smarrito

I fedeli spaventati testimoni della scena
"Qui ci portano in Germania, qui ci sparano alla schiena!
Oh Signore c'è la guerra proprio dentro alla tua casa
non lasciare che ci prenda, te ne prego fa' qualcosa"

La perpetua e il sagrestano si tenevano a braccetto
la paura gocciolava fra le gambe al chierichetto
si levò un'invocazione, come un mormorio compatto
tutti presero a pregare come mai avevan fatto

Mentre gli altri rivoltavano quella povera chiesetta
a un soldato venne voglia di una bella sigaretta
se l'accese sull'altare, quasi senza farci caso
per il prete fu la goccia che fa traboccare il vaso

Si avventò sul militare con la furia di un ciclone
lo afferò per la casacca e poi giù uno sganassone!
poi guardandolo negli occhi, disse alla camicia bruna:
"Nella casa del Signore non si spara e non si fuma"

Il timore fra la gente prese forma di terrore
"Ora qui tutti insieme si fa visita al creatore"
eran certi che la belva fosse pronta ad aggredire
ed invece il comandante fece cenno ai suoi d'uscire

Dalla chiesa di Bellusco se n'andarono i tedeschi
mentre in cima al campanile si abbracciavano i fuggiaschi
Oggi di questa vicenda si ricordan solo i vecchi
se gliela fai raccontare gli vedrai brillare gli occhi

inviata da Lorenzo Masetti - 5/6/2005 - 15:47


sono un musicista da 15 anni e posso dire che per conto mio questa è una delle canzoni più belle e commoventi sulla guerra.
é di un intensità rara.

Stefano - 19/10/2009 - 14:42




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