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Essi vennero

Howth Castle
Lingua: Italiano



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[1994]
Testo e musica di Marco Ciari, Stefano Giaccone, Lalli

Howth Castle, 1994.
Howth Castle, 1994.
"Verso la fine degli anni settanta, un gruppo di compagni torinesi accende la scintilla che prende il nome di Franti: …il cattivo del libro "Cuore", quello che rompe i vetri a fiondate e non ascolta il maestro, quello che ride quando il re d'italia muore.
Un manifesto, più che un nome. fanno musica semplice, che sa pensare di testa propria e non cavalca le tendenze di mercato. Per questo, e per il vizio bastardo di non prostituirsi, di essere comunque diversi, si trovano tagliati fuori da tutti i circuiti: quello tradizionale non li vuole perchè gli sputano addosso ridendo tutte le sue contraddizioni, quello alternativo neanche, in fondo per gli stessi motivi.
Solo, per la strada, Franti è cantante e pittore, saltimbanco e scrittore, sognatore e poeta. La poesia di franti è poesia da strada: canta frasi raccolte dai manifesti e dalle scritte sui muri, le parole della gente sull’autobus, suonano la colonna sonora della periferia della città industriale. Non importa se Torino, Akron o Marghera, Bhopal o Leverkusen: la città di Franti è il mondo intero.
La musica di franti è un giardino immaginario: dentro ci sono Bob Dylan, Víctor Jara e i Banshees, Robert Wyatt e John Cale, Patti Smith e Francesco Guccini, Fabrizio de André e i Crass. Il rock di Franti è una musica fatta a pezzi: sono suoni ruvidi e ritmi spigolosi, presi da un mandala di innamoramenti ed influenze. la confezione è sporca, ma il messaggio è una luce vivida nel buio obbligatorio del culto del non-futuro.
L'avventura di Franti dura lo spazio di una stagione. Ma, a dispetto della rivoluzione punk che finirà in fondo a un contratto con una major oppure suicida in un trafiletto in cronaca, franti riprende vita in nuove forme e nuovi suoni. Nomi nuovi eppure sempre diversi, come nuovi e sempre diversi sono gli anni che si susseguono: Howth Castle, Environs, Yuan Ye, Panico, Orsi Lucille, Banda di Tirofisso, Kina, Ishi, coinvolti in incroci, riunioni, collaborazioni, sovrapposizioni.
L'avventura non è finita. Il sogno non è finito. Adesso c’è un nuovo bambino in città: gira in bicicletta per le strade come Dante Di Nanni, figlio bastardo del Franti bastardo, libero dai recinti della scuola e senza l'obbligo del catechismo, il sole nei capelli, un sasso in mano ed una fionda in tasca.
E, statene certi, non appena la sua canzone si spargerà per l'aria, il bastardo quella fionda la impugnerà e farà volare sassi contro le finestre appena pulite che tengono lontana l'aria della strada, e lancerà un bullone rovente contro il tubo catodico del vostro televisore sempre acceso."
Tre streghe volando di ritorno dal sabba
Ci chiesero, dall'oscurità del cielo: avete libri da mostrarci?
No, dicemmo, abbiamo bruciato tutte le nostre biblioteche
Tre streghe vennero per incontrarci...
Due contadini discesero dal loro rifugio irraggiungibile
Dissero, dal sentiero nebbioso: avete visto qualche capra, o qualche ariete?
No, dicemmo, li abbiamo mangiati tutti anni fa
Due contadini vennero per incontrarci...
Quattro saggi, dal loro invisibile altipiano
Soffiarono queste parole tuonanti nelle nostre teste:
Avete portato le vostre macchine per imprigionarci?
No, dicemmo, non possiamo vedervi, è inutile
Quattro saggi vennero per incontrarci...
Molti pellegrini ci passarono vicini ed ognuno chiese di scambiare qualche
cosa:
Abbiamo coperte calde, e scarpe
No, dicemmo, le nostre mani sono deboli e incapaci
Molti pellegrini vennero per incontrarci...
Sei vecchi soldati, dopo dieci anni, ci raggiunsero
Il suono di tutti i mari risuonava nelle loro voci:
Potete darci un po' del vostro silenzio?
No, dicemmo, non possiamo sentirvi, tutti stanno parlando
Sei vecchi soldati vennero per incontrarci...
Dieci pittori dalle valli più strette tutta la notte disegnarono su una
grande mappa
Qui sono i nostri villaggi, venite a trovarci
No, dicemmo, siete troppo lontani e strani
Dieci pittori vennero per incontrarci...
Un bambino, con occhi e capelli fiammeggianti
Corse attraverso la bruma della notte d'ombre
Ho imparato nuovi giochi, chiamate i vostri figli
No, dicemmo, li abbiamo tutti mandati a scuola
Un bambino venne per incontrarci...
Tutti i morti del passato e del futuro apparvero attraverso i rami degli
alberi
Perché non accendete la vostra torcia e iniziate a camminare?
No, dicemmo, siamo già arrivati: nulla è rimasto da vedere...
Essi vennero
Essi vennero
Essi andarono...



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