Quand on n'est pas d'accord avec le fort en thème
Qui, chez les sorbonnards, fit ses humanités,
On murmure in petto : "C'est un vrai Nicodème,
Un balourd, un bélître, un bel âne bâté."
Moi qui pris mes leçons chez l'engeance argotique,
Je dis en l'occurrence, excusez le jargon,
Si la forme a changé le fond reste identique :
"Ceux qui ne pensent pas comme nous sont des cons."
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
Jouant les ingénus, le père de Candide,
Le génial Voltaire, en substance écrivit
Qu'il souffrait volontiers - complaisance splendide -
Que l'on ne se conformât point à son avis.
"Vous proférez, Monsieur, des sottises énormes,
Mais jusque à la mort, je me battrais pour qu'on
Vous les laissât tenir. Attendez-moi sous l'orme !"
"Ceux qui ne pensent pas comme nous sont des cons."
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
Si ça n'entraîne pas une guerre civile
Quand un fâcheux me contrarie, c'est - soyons francs -
Un peu par sympathie, par courtoisie servile,
Un peu par vanité d'avoir l'air tolérant,
Un peu par crainte aussi que cette grosse bête
Prise à rebrousse-poil ne sorte de ses gonds
Pour mettre à coups de poing son credo dans ma tête.
"Ceux qui ne pensent pas comme nous sont des cons."
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
La morale de ma petite ritournelle,
Il semble superflu de vous l'expliciter.
Elle coule de source, elle est incluse en elle :
Faut choisir entre deux éventualités.
En fait d'alternative, on fait pas plus facile.
Ceux qui l'aiment, parbleu, sont des esprits féconds,
Ceux qui ne l'aiment pas, de pauvres imbéciles.
"Ceux qui ne pensent pas comme nous sont des cons."
Qui, chez les sorbonnards, fit ses humanités,
On murmure in petto : "C'est un vrai Nicodème,
Un balourd, un bélître, un bel âne bâté."
Moi qui pris mes leçons chez l'engeance argotique,
Je dis en l'occurrence, excusez le jargon,
Si la forme a changé le fond reste identique :
"Ceux qui ne pensent pas comme nous sont des cons."
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
Jouant les ingénus, le père de Candide,
Le génial Voltaire, en substance écrivit
Qu'il souffrait volontiers - complaisance splendide -
Que l'on ne se conformât point à son avis.
"Vous proférez, Monsieur, des sottises énormes,
Mais jusque à la mort, je me battrais pour qu'on
Vous les laissât tenir. Attendez-moi sous l'orme !"
"Ceux qui ne pensent pas comme nous sont des cons."
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
Si ça n'entraîne pas une guerre civile
Quand un fâcheux me contrarie, c'est - soyons francs -
Un peu par sympathie, par courtoisie servile,
Un peu par vanité d'avoir l'air tolérant,
Un peu par crainte aussi que cette grosse bête
Prise à rebrousse-poil ne sorte de ses gonds
Pour mettre à coups de poing son credo dans ma tête.
"Ceux qui ne pensent pas comme nous sont des cons."
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
Entre nous soit dit, bonnes gens,
Pour reconnaître
Que l'on n'est pas intelligent,
Il faudrait l'être.
La morale de ma petite ritournelle,
Il semble superflu de vous l'expliciter.
Elle coule de source, elle est incluse en elle :
Faut choisir entre deux éventualités.
En fait d'alternative, on fait pas plus facile.
Ceux qui l'aiment, parbleu, sont des esprits féconds,
Ceux qui ne l'aiment pas, de pauvres imbéciles.
"Ceux qui ne pensent pas comme nous sont des cons."
Lingua: Italiano
Versione italiana di Jean-Philippe Pettinotto
QUELLI CHE NON PENSANO COME NOI SONO STRONZI
Quando non si è d'accordo con il primo della classe
Chi, alla Sorbona, fece le sue umanità,
Murmure in petto: “È un vero Nicodeme ,
Un gaglioffo, un pinco pallinno, un bell’asino imbastito. “
Io che presi le mie lezioni nella stirpe gergale,
Dico in questo caso, perdonate il gergo,
Se la forma è cambiata la sostanza resta identica:
“Quelli che non pensano come noi sono stronzi.„
Tra di noi sia chiaro che, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
Tra di noi sia detto, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
Fingendosi ingenuo, il padre di Candido,
Il geniale Voltaire, in sostanza scrisse
Che tollerava volentieri - pensiero splendido -
Che non ci si conformasse affatto al suo avviso.
“Lei profera, signore, sciocchezze enormi,
Ma fino alla morte, mi batterei affinché
gli altri ve le lascino dire. Mi aspetti sotto l'olmo! “
“Quelli che non pensano come noi sono stronzi.„
Tra di noi sia detto, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
Tra di noi sia detto, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
Se quello non trascina una guerra civile
Quando un importuno mi contraddice, è - siamo franchi -
Un po' per empatia, per cortesia servile,
Un po' per vanità di aver l'aria tollerante,
Un po'anche per timore che questa grande bestia
Presa contro pelo possa arrabbiarsi
Per mettere a colpi di pugno il suo credo nella mia testa.
"Coloro che non pensano con noi sono stronzi."
Tra di noi sia detto, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
Tra di noi sia detto, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
La morale del mio piccolo ritornello,
Sembra superfluo di chiarirvela.
Cola di fonte, è inclusa in essa:
Occorre scegliere tra due possibilità.
In materia d'alternativa, non si fa più facile.
Coloro che l'amano, sorbe, sono spiriti fertili,
Coloro che non l'amano, dei poveri sciocchi.
"Coloro che non pensano con noi sono stronzi."
Quando non si è d'accordo con il primo della classe
Chi, alla Sorbona, fece le sue umanità,
Murmure in petto: “È un vero Nicodeme ,
Un gaglioffo, un pinco pallinno, un bell’asino imbastito. “
Io che presi le mie lezioni nella stirpe gergale,
Dico in questo caso, perdonate il gergo,
Se la forma è cambiata la sostanza resta identica:
“Quelli che non pensano come noi sono stronzi.„
Tra di noi sia chiaro che, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
Tra di noi sia detto, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
Fingendosi ingenuo, il padre di Candido,
Il geniale Voltaire, in sostanza scrisse
Che tollerava volentieri - pensiero splendido -
Che non ci si conformasse affatto al suo avviso.
“Lei profera, signore, sciocchezze enormi,
Ma fino alla morte, mi batterei affinché
gli altri ve le lascino dire. Mi aspetti sotto l'olmo! “
“Quelli che non pensano come noi sono stronzi.„
Tra di noi sia detto, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
Tra di noi sia detto, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
Se quello non trascina una guerra civile
Quando un importuno mi contraddice, è - siamo franchi -
Un po' per empatia, per cortesia servile,
Un po' per vanità di aver l'aria tollerante,
Un po'anche per timore che questa grande bestia
Presa contro pelo possa arrabbiarsi
Per mettere a colpi di pugno il suo credo nella mia testa.
"Coloro che non pensano con noi sono stronzi."
Tra di noi sia detto, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
Tra di noi sia detto, buona gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligente,
Occorrerebbe esserlo.
La morale del mio piccolo ritornello,
Sembra superfluo di chiarirvela.
Cola di fonte, è inclusa in essa:
Occorre scegliere tra due possibilità.
In materia d'alternativa, non si fa più facile.
Coloro che l'amano, sorbe, sono spiriti fertili,
Coloro che non l'amano, dei poveri sciocchi.
"Coloro che non pensano con noi sono stronzi."
inviata da Jean-Philippe Pettinotto - 1/5/2007 - 15:21
Lingua: Italiano
Versione italiana di Matté Crisantoi
QUELLI CHE NON LA PENSANO COME NOI
Quando non si è d'accordo con il primo della classe
Che tra gli studenti della Sorbona ha fatto i suoi studi classici
Si mormora in pectore(1): “É un vero Nicodemo,(2)
Un balordo, un pezzente, un asino calzato e vestito.”
Io che ho preso lezioni dalla genia gergale,
In queste circostanze dico, scusatemi il gergo,
Se la forma è cambiata la sostanza resta identica:
“Quelli che non la pensano come noi sono degli stronzi!”
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Recitando la parte dell'ingenua(3), il padre del “Candido”,
Il geniale Voltaire, in sostanza scriveva,(4)
Che sopportava volentieri, splendido compiacimento,
Chi non si conformava affatto al suo parere.
“Lei proferisce, Signore, delle enormi sciocchezze,
Ma fino alla morte, io mi batterò affinché
Lei le possa conservare. Aspetta e spera!”
“Quelli che non la pensano come noi sono degli stronzi!”
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Se questo non provoca una guerra civile,
Quando un seccatore mi contraria, è, siamo franchi,
Un po' per simpatia, per servile cortesia,
Un po' per la vanità di sembrare tollerante,
Un po' anche per timore che questo grosso imbecille,
Preso a contropelo, non esca fuori dai gangheri
E metta a suon di cazzotti il suo credo nella mia testa
“Quelli che non la pensano come noi sono degli stronzi!”
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
La morale del mio piccolo ritornello,
Sembra superfluo esplicitarvela,
Si spiega da sola, è implicita:
Bisogna scegliere tra due eventualità,
In fatto di alternativa, non ce n'è di più facile
Quelli a cui piace, per dio, sono spiriti fecondi,
Quelli a cui non piace, dei poveri imbecilli.
“Quelli che non la pensano come noi sono degli stronzi!”
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
-------------------------
(1)La locuzione latina “In pectore”, tradotta letteralmente, significa nel petto (in petto), nel [segreto del] cuore.
L'espressione è nata come termine "curiale" per indicare un cardinale, che il papa annuncia di avere creato, ma di cui si riserva di rendere noto il nome; successivamente, traslando il significato, passa ad indicare una cosa che si tiene nascosta, che non si rivela o una designazione non ancora ufficiale ad un incarico.
(2)Il nicodemismo designa l'atteggiamento di chi, pur aderendo a una nuova fede religiosa o politica, si astiene dal farne pubblicamente professione [dal nome del fariseo Nicodemo, recatosi in segreto a visitare Gesù]
(3)Ingenua: Nella tradizione teatrale, ruolo di ragazza inesperta e priva di malizia.
(4)Il riferimento è, precisamente, alla celebre massima di Voltaire: “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente”.
Quando non si è d'accordo con il primo della classe
Che tra gli studenti della Sorbona ha fatto i suoi studi classici
Si mormora in pectore(1): “É un vero Nicodemo,(2)
Un balordo, un pezzente, un asino calzato e vestito.”
Io che ho preso lezioni dalla genia gergale,
In queste circostanze dico, scusatemi il gergo,
Se la forma è cambiata la sostanza resta identica:
“Quelli che non la pensano come noi sono degli stronzi!”
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Recitando la parte dell'ingenua(3), il padre del “Candido”,
Il geniale Voltaire, in sostanza scriveva,(4)
Che sopportava volentieri, splendido compiacimento,
Chi non si conformava affatto al suo parere.
“Lei proferisce, Signore, delle enormi sciocchezze,
Ma fino alla morte, io mi batterò affinché
Lei le possa conservare. Aspetta e spera!”
“Quelli che non la pensano come noi sono degli stronzi!”
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Se questo non provoca una guerra civile,
Quando un seccatore mi contraria, è, siamo franchi,
Un po' per simpatia, per servile cortesia,
Un po' per la vanità di sembrare tollerante,
Un po' anche per timore che questo grosso imbecille,
Preso a contropelo, non esca fuori dai gangheri
E metta a suon di cazzotti il suo credo nella mia testa
“Quelli che non la pensano come noi sono degli stronzi!”
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
La morale del mio piccolo ritornello,
Sembra superfluo esplicitarvela,
Si spiega da sola, è implicita:
Bisogna scegliere tra due eventualità,
In fatto di alternativa, non ce n'è di più facile
Quelli a cui piace, per dio, sono spiriti fecondi,
Quelli a cui non piace, dei poveri imbecilli.
“Quelli che non la pensano come noi sono degli stronzi!”
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
Detto tra noi, brava gente,
Per riconoscere
Che non si è intelligenti,
Bisogna esserlo.
-------------------------
(1)La locuzione latina “In pectore”, tradotta letteralmente, significa nel petto (in petto), nel [segreto del] cuore.
L'espressione è nata come termine "curiale" per indicare un cardinale, che il papa annuncia di avere creato, ma di cui si riserva di rendere noto il nome; successivamente, traslando il significato, passa ad indicare una cosa che si tiene nascosta, che non si rivela o una designazione non ancora ufficiale ad un incarico.
(2)Il nicodemismo designa l'atteggiamento di chi, pur aderendo a una nuova fede religiosa o politica, si astiene dal farne pubblicamente professione [dal nome del fariseo Nicodemo, recatosi in segreto a visitare Gesù]
(3)Ingenua: Nella tradizione teatrale, ruolo di ragazza inesperta e priva di malizia.
(4)Il riferimento è, precisamente, alla celebre massima di Voltaire: “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente”.
Probabilmente il riferimento a Nicodemo trova spiegazione nel colloquio che egli ebbe con Gesù, infatti Gesù, in sostanza, fece capire a Nicodemo che non aveva capito niente, tanto da sbottare con questa frase: "Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?", dopo una serie di domande ingenue postegli.
In questo caso, quindi, Nicodemo rappresenta la figura dell'erudito stolto ("il primo della classe"), intrappolato negli schemi della sua cultura, incapace di carpire l'essenza delle cose.
In questo caso, quindi, Nicodemo rappresenta la figura dell'erudito stolto ("il primo della classe"), intrappolato negli schemi della sua cultura, incapace di carpire l'essenza delle cose.
Mattié Crisantoi - 27/7/2011 - 19:15
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Disponible sur CD "Dernières chansons de Brassens"
Disponibile sul CD "Dernières chansons de Brassens"
(Paroles: Georges Brassens, 1982)
Musique et interprétation par Jean Bertola
Musicata e interpretata da Jean Bertola
Una della canzoni di Brassens ritrovate tra le sue carte dopo la sua morte, in forma di testo, e poi musicate e interpretate dall'amico Jean Bertola.