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Antes del odio

Adolfo Celdrán
Lingua: Spagnolo


Adolfo Celdrán

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[1976]
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Parole di Miguel Hernández
Musica di Adolfo Celdrán

Adolfo Celdrán con Josefina Manresa, vedova del poeta e drammaturgo e combattente repubblicano Miguel Hernández.
Adolfo Celdrán con Josefina Manresa, vedova del poeta e drammaturgo e combattente repubblicano Miguel Hernández.


Si tratta di una poesia che Miguel Hernández scrisse alla moglie Josefina Manresa dal carcere dove i fascisti lo avevano rinchiuso nel 1940.
Ammalatosi di tifo e tubercolosi, morirà prigioniero il 28 marzo 1942 all'età di 31 anni.

Trovata sul blog di Gustavo Sierra Fernández
Beso soy, sombra con sombra.
Beso, dolor con dolor,
por haberme enamorado.
corazón sin corazón,
de las cosas, del aliento
sin sombra de la creación.
Sed con agua en la distancia,
pero sed alrededor.

Corazón en una copa
donde me la bebo yo
y no se lo bebe nadie,
nadie sabe su sabor.
Odio, vida: ¡cuánto odio
sólo por amor!

No es posible acariciarte
con las manos que me dio
el fuego de más deseo,
el ansia de más ardor.
Varias alas, varios vuelos
abaten en ellas hoy
hierros que cercan las venas
y las muerden con rencor.

Por amor, vida, abatido,
pájaro sin remisión.
Sólo por amor odiado,
sólo por amor.

Amor, tu bóveda arriba
y yo abajo siempre, amor,
sin otra luz que estas ansias,
sin otra iluminación.
Mírame aquí encadenado,
escupido, sin calor
a los pies de la tiniebla
más súbita, más feroz,
comiendo pan y cuchillo
como buen trabajador
y a veces cuchillo sólo,
sólo por amor.

Todo lo que significa
golondrinas, ascensión,
claridad, anchura, aire,
decidido espacio, sol,
horizonte aleteante,
sepultado en un rincón.
Espesura, mar, desierto,
sangre, monte rodador,
libertades de mi alma
clamorosas de pasión,
desfilando por mi cuerpo,
donde no se quedan, no,
pero donde se despliegan,
sólo por amor.

Porque dentro de la triste
guirnalda del eslabón,
del sabor a carcelero
constante y a paredón,
y a precipicio en acecho,
alto, alegre, libre soy.
Alto, alegre, libre, libre.
sólo por amor.

No, no hay cárcel para el hombre.
No podrán atarme. no.
Este mundo de cadenas
me es pequeño y exterior.
¿Quién encierra una sonrisa ?
¿Quién amuralla una voz?
A lo lejos tú, más sola
que la muerte, la una y yo.
A lo lejos tú, sintiendo
en tus brazos mi prisión,
en tus brazos donde late
la libertad de los dos.
Libre soy, siénteme libre.
Sólo por amor.

inviata da Alessandro - 29/10/2009 - 09:27


I versi di Miguel Hernández sono tratti dalla raccolta “Cancionero y romancero de ausencias (1938-1941)”, ‎pubblicato per la prima volta a Buenos Aires nel 1958.‎
La poesia, così come gran parte del “Cancionero”, negli anni 60 è stata messa in musica da Alejandro Pinto (1922-1991), compositore argentino di origine polacca.
Indicazione trovata su Recmusic - ‎The Lied, Art Song and Choral Texts Archive

Nella primavera del 1939, di fronte alla sconfitta del fronte repubblicano, Miguel Hernández cercò di raggiungere il Portogallo ma alla frontiera venne fermato e ributtato in Spagna. Arrestato, ‎cominciò così la sua lunga peregrinazione nelle carceri franchiste, prima a Siviglia e poi a Madrid. ‎Non è difficile riuscire ad immaginare le condizioni di vita nelle prigioni fasciste nei mesi ‎immediatamente successivi alla fine della guerra civile! Inaspettatamente, nel settembre del 1939, ‎Miguel Hernández venne liberato. Cercò di raggiungere i suoi cari e l’amata Josefina Manresa nel ‎natale villaggio di Orihuela ma proprio lì venne di nuovo arrestato e rinchiuso nel locale seminario ‎diocesano trasformato in prigione. Il poeta – come lui stesso dice pieno di amarezza – continuò “a ‎fare turismo” per le carceri di Madrid, Ocaña, Alicante, finchè la prostrazione e le privazioni minarono irreparabilmente il suo organismo. Ammalatosi di una tubercolosi acuta, Miguel Hernández ‎si consumò inesorabilmente e morì il 28 marzo del 1942 a soli trent’anni.‎

Josefina Manresa e Miguel Hernández nel 1937, poco dopo il loro matrimonio.‎

“No, non c’è prigione che possa rinchiudere l’uomo, non potranno legarmi, no. Questo mondo ‎di catene mi è indifferente ed estraneo. Chi può rinchiudere un sorriso? Chi può murare una voce?... ‎Libero sono. Tu sentimi libero. Soltanto per amore”

Questa poesia indirizzata all’amata Josefina fu scritta da Miguel Hernández nella prigione di Ocaña, ‎vicino a Toledo, verso la fine del 1940, poco prima di essere trasferito nel “Reformatorio de ‎Adultos” di Alicante dove trovò poi la morte.‎

Dead End - 19/3/2013 - 09:04




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