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The Town I Loved So Well

Phil Coulter
Lingua: Inglese


Phil Coulter

Lista delle versioni e commenti


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Phil Coulter.
Phil Coulter.


Si tratta, come specificato alla relativa sezione, dell'originale della canzone dei Tri Yann "La ville que j'ai tant aimé", che reinseriamo qui autonomamente in quanto le differenze con la versione del gruppo bretone sono tali da giustificare una pagina a sé stante. La versione dei Tri Yann è piuttosto un adattamento, abbastanza arbitrario, ad una situazione molto differente da quella nordirlandese. La canzone è comunque riportata anche nella sezione dedicata ai Tri Yann.

The town I loved so well è una canzone autobiografica che riporta sia alla Derry operaia e disoccupata degli anni '50 e '60, sia alla "Domenica di Sangue" del 30 gennaio 1972, durante la quale l'esercito di "Sua Maestà Britannica" represse nel sangue una pacifica manifestazione per i diritti civili, causando la morte di 14 persone inermi (tra i quali cinque ragazzi tra il 16 e i 18 anni). E' l'argomento della più famosa Sunday, Bloody Sunday degli U2 e di altre omonime canzoni. Ma soprattutto, nello specifico, si riferisce alla cosiddetta Motorman Operation che l'esercito britannico condusse nel 1972 a Derry. Riprendo e traduco le seguenti notizie da Chants pour une Irlande libre proprio alla pagina dedicata a The Town I Loved So Well.

L'OPERAZIONE MOTORMAN

All’inizio del 1972 l’IRA, indebolita dagli internamenti e dall’ascesa dei movimenti nonviolenti in favori dei diritti civili (ha perduto tra 500 e 1000 volontari sui 2500 che contava nel 1971), nonché da alcuni episodi esecrabili (come l’assassinio di William West, membro del Royal Irish Ranger e abitante a Derry), propone una tregua al governo britannico. Tregua che sarà accettata, ma che resterà priva di effetti riguardo i negoziati sulla separazione delle contee cattoliche e protestanti e sulla distribuzione delle case popolari.

Sempre nello stesso periodo, all fine di marzo del 1972, il governo autonomo nordirlandese di Faulkner viene sospeso e l’Irlanda del Nord passa di nuovo sotto l’amministrazione diretta britannica. E’ la fine della « Home Rule » tanto disprezzata da entrambe le parti, e l’inizio della « Direct Rule » che durerà fino al 1999, e che non sarà certo migliore. Il governo Faulkner era a forte maggioranza Unionista e si era reso responsabile di una repressione ben peggiore di quella commessa dalle truppe britanniche, al punto che, nel 1969, i cattolici accolsero lo sbarco dei soldati britannici quasi con sollievo credendoli venuti a proteggerli contro le violenze protestanti. Quello che l’IRA, disarmata, era stata incapace di fare ! Tale sollievo fu di breve durata, ma si tratta di un fatto reale. Per la cronaca, gli internamenti dei militanti dell’IRA erano stati decretati proprio dal governo « Home Rule » di Faulkner, ai quali il comandante delle forze britanniche in Irlanda del Nord, Tuzo, si era opposto.

Le cause della sospensione della « Home Rule » devono essere ricercate nella fiammata di violenza che si ebbe all’inizio del 1972, che il governo autonomo fu incapace (ma lo voleva veramente ?) di arginare e che giustificò la creazione da parte dell’IRA di « comuni liberi » a Derry, a Belfast e in altre città i cui quartieri cattolici erano sottoposti ai pogrom protestanti. Il governo britannico propose al governo autonomo nordirlandese che il mantenimento della pace, dell’ordine e della legge fosse riaffidato alle truppe britanniche ; Faulkner rifiutò, ben sapendo che, in quel caso, gli abusi protestanti non avrebbero potuto più essere coperti, e che i paramilitari protestanti sarebbero stati inquisiti. Ma poiché il governo autonomo non era capace di mettere fine alla rivolta, il parlamento di Westminster emise un decreto di sospensione della « Home Rule ».

Per provare a tutti la propria capacità di agire militarmente (e di rendersi così maggiormente credibile al momento di ulteriori negoziati con il governo britannico), l’IRA lancia venerdì 21 luglio, a Belfast, una campagna di attentati senza precedenti : 22 bombe esploderanno in 75 minuti nel centro di Belfast, facendo 9 morti e circa 130 feriti. Benché avvertite di ciascuna esplosione con sufficiente anticipo per permettere l’evacuazione dei luoghi, le autorità preferiscono attendere e raccogliere le vittime, in modo da screditare l’IRA e di legittimare quel che seguirà : l’Operazione Motorman.

L’obiettivo era quello di annientare le « zone proibite » amministrate dall’IRA (come il libero comune di Derry, « Free Derry ») e di ristabilirvi la legge e l’ordine della Corona. Durante l’ultima settimana di luglio del 1972, il contigente britannico in Irlanda del Nord aumenta di 4000 effettivi, raggiungendo così il totale di 21000 uomini che, il 31 luglio, saranno impiegati nell’Operazione Motorman.
L’IRA, per la cronaca, contava all’epoca 1500/2000 volontari, e circa 3000 riservisti. Le forze britanniche cominciano ad accerchiare i bastioni repubblicani prima di dare l’assalto, appoggiate da blindati leggeri e da carri pesanti muniti di pale di ruspa per sgomberare le barricate.
Era stato dato ordine di utilizzare tutta la forza disponibile per far cessare ogni tipo di resistenza, fino all’uso di lanciamissili anticarro.
L’IRA ebbe l’intelligenza di non rischiare la vita dei civili in questa battaglia persa in partenza, e si eclissò senza combattere. Il miracoloso bilancio fu di soli due morti (un giovane cattolico e un membro dell’IRA) in tutta l’operazione.

Questa operazione militare è la più grande che l’esercito britannico abbia condotto dopo quella di Suez del 1956, superando come dimensioni ed effettivi quella in Corea, in Vietnam e persino in Iraq.

Nelle settimane successive all’Operazione Motorman furono stabilite delle postazioni militari avanzate in tutte le ex “zone proibite”, le scuole furono requisite per servire da caserme di fortuna, le vie e gli incroci furono sbarrati con cavalli di Frisia, i pattugliamenti blindati divennero sistematici e, soprattutto, si moltiplicarono le sparatorie, la distruzione di beni mobili e immobili, i furti, i saccheggi e altri tipi di brutalità.

La conseguenza immediata dell’Operazione Motorman fu che l’Irlanda del Nord ridivenne un paese in guerra. Tra l’inizio dell’operazione e il giugno 1973, circa 1200 persone furono internate, totale che raggiungerà le 1500 alla fine di novembre dello stesso anno. Nell’autunno del 1973 furono internati anche dei bambini. Quanto all’esercito britannico, esso si renderà responsabile di esecuzioni sommarie al momento dell’arresto di militanti repubblicani, come Eddie O’Rawe e Jimmy Rowntree, due “Provos” arrestati disarmati ed immediatamente giustiziati senza processo dai paracadutisti.
Il risultato fu di ridare slancio all’IRA, che riprenderà nel 1973 le proprie azioni militari potendo contare su nuovi armamenti provenienti dalla Libia e dagli USA.

Derry, 1° agosto 1972. Un carro armato inglese entra nel Bogside.
Derry, 1° agosto 1972. Un carro armato inglese entra nel Bogside.
In my memory I will always see
The town that I have loved so well.
Where our school played ball by the gasyard wall,
And we laughed through the smoke and the smell.
Going home in the rain, running down the dark lane,
Past the jail and down behind the Fountain.
Those were happy days in so many, many ways
In the town that I loved so well.

In the early morn, the shirt factory horn
Called the women from Creggan, the Mor and the Bog,
While the men on the dole played the mothers’ role,
Fed the children and walked the dog.
Well when times got tough they had just about enough
For they saw it through without complaining.
For deep inside was a burning pride
For the town that I loved so well.

There was music there in the Derry Air
Like a language that we could all understand.
I remember the day when I earned my first pay,
Playing songs in a small pickup band.
Well I spent my youth, and to tell you the truth
I was sad to leave it all behind me.
For I learned about life and I met me a wife
In the town that I loved so well.

Now when I returned how my eyes were burned
To see how a town could be brought to its knees
By the armoured cars and the burned-out bars
And the gas that hangs from every breeze.
Now the army's installed by the gasyard wall
And that barb wire keeps getting fucking higher
With their tanks and their guns, oh my God what have they done
To the town that I loved so well.

Now the music's gone but they still carry on.
Their spirit is bent, but never broken.
They will not forget - for their hearts are all set
On tomorrow and peace once again.
Well, what's won is won and what's done is done
And what's lost is lost and gone forever.
I can only pray for a bright brand new day
In the town that I loved so well.

inviata da Riccardo Venturi - 30/11/2004 - 17:41




Lingua: Francese

Della canzone ha dato una versione francese, maggiormente aderente al testo originale, anche Hugues Aufray:
LA VILLE QUE J'AIMAIS TANT

Dans mon coeur tambour il y aura toujours
Un battement pour la ville que j'ai tant aimée.
Je me souviens des jours où je séchais les cours:
On jouait au ballon dans le chantier.
On rentrait le soir en courant sous la pluie
Et, pareille à l'eau de la fontaine au bout du square,
S'écoula ma vie, mes jours et mes nuits
Dans la ville que j'aimais tant.

Des matins d'orage, la sirène du barrage
Appelait à l'ouvrage les femmes de la cité
Et les hommes au chômage tenaient le ménage,
Préparaient aux enfants leur goûter.
La vie était dure, pas de pain dans le four,
Mais ils regardaient droit devant sans murmure.
Comme des vautours ils veillaient sur leurs tours
De la ville que j'aimais tant.

Il y avait dans l'air comme un hymne, un air,
Une chanson poitrinaire qui montait de l'arsenal.
Je n'étais pas peu fier le jour de mon premier salaire
Quand je jouais de la guitare dans les bals.
Ainsi passait ma jeunesse, et, pour dire le moins,
Je ne chantais pas ou en montant dans l'express
De la ville que j'aimais tant.

Quand je m'en suis retourné après bien des années,
Les yeux m'ont brûlé de voir ma ville à genoux,
Les tanks, les blindés, les cafés bombardés
Et dans l'air, cette odeur de brisé.
L'armée a mis ses feux sur le vieux chantier
Et ces maudits, maudits remparts de barbelés!
Qu'ont-ils faits, mon Dieu, les vétérans et les bleus
De la ville que j'aimais tant?

Et passe le temps et passent les ans.
Au loin, dans le vent, sont envolés mes regrets.
Le feu et le sang sont rentrés dans les rangs,
Et j'espère ne les revoir jamais.
Mais toi, mon petit frère, qui n'a pas connu ça,
Tes pistolets de plastique et tes sabres de bois,
Range-les au vestiaire: on ne joue pas à la guerre
Dans la ville que j'aime tant!

inviata da Riccardo Venturi - 30/11/2004 - 17:42




Lingua: Italiano

La versione italiana del testo inglese, di Riccardo Venturi
30 novembre 2004
LA CITTÀ CHE HO TANTO AMATO

Nei miei ricordi vedrò sempre
la città che ho tanto amato
dove la nostra scuola giocava a pallone vicino al muro
della pompa di benzina, e si rideva tra il fumo e la puzza.
Si tornava a casa sotto la pioggia, di corsa per il vicolo buio,
passata la prigione e giù dietro la fontana.
Quelli eran giorni felici per tanti e tanti versi
nella città che ho tanto amato.

La mattina presto, la sirena della camiceria
chiamava le donne di Creggan, di Mor e del Bogside
mentre gli uomini, disoccupati, facevano da mamme,
davano da mangiare ai bambini e portavano a spasso il cane.
Quando i tempi si fecero duri, si erano ormai abituati
perché vedevano le cose senza lamentarsi,
perché nel loro profondo erano terribilmente orgogliosi
per la città che ho tanto amato.

C'era musica, là alla Derry Air
come una lingua che tutti quanti si capiva.
Ricordo il giorno che mi guadagnai la prima paga,
suonando canzoni in una piccola band a chiamata.
Ho passato bene la mia giovinezza, e per dirvi la verità,
sono stato triste nel lasciar tutto questo.
Perché ho imparato a stare al mondo e mi son trovato moglie
nella città che ho tanto amato.

Quando sono tornato, mi son bruciati gli occhi
nel vedere come una città abbia potuto essere messa in ginocchio
dai carri armati, coi bar completamente bruciati,
e dal gas che spira da ogni brezza di vento.
Ora c'è l'esercito vicino al muro della pompa di benzina
e il filo spinato diventa maledettamente sempre più alto.
Coi loro carri e le loro armi, Dio mio, cosa hanno fatto
alla città che ho tanto amato.

Ora la musica è andata via, ma ancora vanno avanti.
Il loro spirito è piegato, ma non sarà mai spezzato.
Non dimenticheranno, perché tutti i loro cuori
sono rivolti al domani e ancora una volta alla pace.
Beh, quel che fatto è oramai fatto
e quel che è perduto, è perduto per sempre.
Posso solo pregare per un giorno nuovo splendente
nella città che ho tanto amato.

inviata da Riccardo Venturi - 30/11/2004 - 19:03




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