Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
When the sun sinks in the west
Die a million people of the Bangladesh
The story of Bangladesh
Is an ancient one again made fresh
By blind men who carry out commmands
Which flow out of the laws upon which nation stands
Which is to sacrifice a people for a land
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
When the sun sinks in the west
Die a million people of the Bangladesh
Once again we stand aside
And watch the families crucified
See a teenage mother's vacant eyes
As she watches her feeble baby try
To fight the monsoon rains and the cholera flies
And the students at the university
Asleep at night quite peacefully
The soldiers came and shot them in their beds
And terror took the dorm awakening shrieks of dread
And silent frozen forms and pillows drenched in red
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
When the sun sinks in the west
Die a million people of the Bangladesh
Did you read about the army officer's plea
For donor's blood? It was given willingly
By boys who took the needles in their veins
And from their bodies every drop of blood was drained
No time to comprehend and there was little pain
And so the story of Bangladesh
Is an ancient one again made fresh
By all who carry out commands
Which flow out of the laws upon which nations stand
Which say to sacrifice a people for a land
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
When the sun sinks in the west
Die a million people of the Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
When the sun sinks in the west
Die a million people of the Bangladesh
The story of Bangladesh
Is an ancient one again made fresh
By blind men who carry out commmands
Which flow out of the laws upon which nation stands
Which is to sacrifice a people for a land
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
When the sun sinks in the west
Die a million people of the Bangladesh
Once again we stand aside
And watch the families crucified
See a teenage mother's vacant eyes
As she watches her feeble baby try
To fight the monsoon rains and the cholera flies
And the students at the university
Asleep at night quite peacefully
The soldiers came and shot them in their beds
And terror took the dorm awakening shrieks of dread
And silent frozen forms and pillows drenched in red
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
When the sun sinks in the west
Die a million people of the Bangladesh
Did you read about the army officer's plea
For donor's blood? It was given willingly
By boys who took the needles in their veins
And from their bodies every drop of blood was drained
No time to comprehend and there was little pain
And so the story of Bangladesh
Is an ancient one again made fresh
By all who carry out commands
Which flow out of the laws upon which nations stand
Which say to sacrifice a people for a land
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
When the sun sinks in the west
Die a million people of the Bangladesh
inviata da Riccardo Venturi - 22/11/2004 - 01:07
Lingua: Italiano
Versione italiana di Riccardo Venturi
22 novembre 2004
22 novembre 2004
BANGLADESH
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
quando il sole sprofonda a occidente
muoiono un milione di persone nel Bangladesh
La storia del Bangladesh
è una storia antica che si rinnova
da parte di gente cieca che esegue ordini
che spazzano via le leggi che reggono le nazioni
che è il sacrificio di un popolo per una terra
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
quando il sole sprofonda a occidente
muoiono un milione di persone nel Bangladesh
Ancora una volta restiamo da parte
a guardare le famiglie crocifisse
a vedere gli occhi spenti di una madre ragazzina
mentre guarda il suo bambino smorto provare
a lottare contro le piogge monsoniche e le mosche del colera
Mentre gli studenti stavano all'università
addormentati in pace, la notte
vennero i soldati e li uccisero nel loro letto
e il terrore si è impadronito del dormitorio suscitando grida di terrore
e forme silenti irrigidite, e cuscini bagnati di rosso
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
quando il sole sprofonda a occidente
muoiono un milione di persone nel Bangladesh
Avete letto dell'appello dell'ufficiale dell'esercito
a donare sangue? E' stato dato volontariamente
da ragazzi che hanno preso l'ago nelle vene
e dai loro corpi ogni goccia di sangue è stata estratta,
non c'era tempo per capire, e si provava poco dolore
E così, la storia del Bangladesh
è una storia antica che si rinnova
da parte di gente cieca che esegue ordini
che spazzano via le leggi che reggono le nazioni
che è il sacrificio di un popolo per una terra
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
quando il sole sprofonda a occidente
muoiono un milione di persone nel Bangladesh.
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
quando il sole sprofonda a occidente
muoiono un milione di persone nel Bangladesh
La storia del Bangladesh
è una storia antica che si rinnova
da parte di gente cieca che esegue ordini
che spazzano via le leggi che reggono le nazioni
che è il sacrificio di un popolo per una terra
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
quando il sole sprofonda a occidente
muoiono un milione di persone nel Bangladesh
Ancora una volta restiamo da parte
a guardare le famiglie crocifisse
a vedere gli occhi spenti di una madre ragazzina
mentre guarda il suo bambino smorto provare
a lottare contro le piogge monsoniche e le mosche del colera
Mentre gli studenti stavano all'università
addormentati in pace, la notte
vennero i soldati e li uccisero nel loro letto
e il terrore si è impadronito del dormitorio suscitando grida di terrore
e forme silenti irrigidite, e cuscini bagnati di rosso
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
quando il sole sprofonda a occidente
muoiono un milione di persone nel Bangladesh
Avete letto dell'appello dell'ufficiale dell'esercito
a donare sangue? E' stato dato volontariamente
da ragazzi che hanno preso l'ago nelle vene
e dai loro corpi ogni goccia di sangue è stata estratta,
non c'era tempo per capire, e si provava poco dolore
E così, la storia del Bangladesh
è una storia antica che si rinnova
da parte di gente cieca che esegue ordini
che spazzano via le leggi che reggono le nazioni
che è il sacrificio di un popolo per una terra
Bangladesh, Bangladesh
Bangladesh, Bangladesh
quando il sole sprofonda a occidente
muoiono un milione di persone nel Bangladesh.
Lingua: Italiano
Ulteriore versione italiana da:
http://ospiti.peacelink.it/marino/testipax/canzonipace.html#Bangladesh
http://ospiti.peacelink.it/marino/testipax/canzonipace.html#Bangladesh
CANZONE SUL BANGLADESH
La storia del Bangladesh
E' una cosa antica resa fresca di nuovo
di uomini ciechi che comandano
che travalicano le leggi poste sopra le nazioni
che dicono di sacrificare un popolo per una terra
Bangladesh, Bangladesh,
Quando il sole tramonta ad ovest
muoiono milioni di persone del Bangladesh
Ancora una volta ci teniamo in disparte
e guardiamo le famiglie crocifisse
vediamo una ragazza madre dagli occhi assenti
mentre guarda il suo debole bambino
che cerca di combattere le piogge monsoniche e le mosche del colera.
E gli studenti all'università dormivano di notte pacificamente
vennero i soldati e li colpirono nei loro letti
e il terrore invase il dormitorio, destando urla di paura
e le forme silenziose ed immobili e i cuscini intrisi di rosso.
Hai letto della preghiera dell'ufficiale dell'armata
per i donatori di sangue - e fu donato volontariamente
da ragazzi che infilarono l'ago nelle loro vene
e dai loro corpi ogni goccia di sangue fu estratta
non c'è tempo per capire e c'era poco dolore.
La storia del Bangladesh
E' una cosa antica resa fresca di nuovo
di uomini ciechi che comandano
che travalicano le leggi poste sopra le nazioni
che dicono di sacrificare un popolo per una terra
Bangladesh, Bangladesh,
Quando il sole tramonta ad ovest
muoiono milioni di persone del Bangladesh
Ancora una volta ci teniamo in disparte
e guardiamo le famiglie crocifisse
vediamo una ragazza madre dagli occhi assenti
mentre guarda il suo debole bambino
che cerca di combattere le piogge monsoniche e le mosche del colera.
E gli studenti all'università dormivano di notte pacificamente
vennero i soldati e li colpirono nei loro letti
e il terrore invase il dormitorio, destando urla di paura
e le forme silenziose ed immobili e i cuscini intrisi di rosso.
Hai letto della preghiera dell'ufficiale dell'armata
per i donatori di sangue - e fu donato volontariamente
da ragazzi che infilarono l'ago nelle loro vene
e dai loro corpi ogni goccia di sangue fu estratta
non c'è tempo per capire e c'era poco dolore.
inviata da Riccardo Venturi - 8/4/2005 - 18:28
Lingua: Tedesco
Versione tedesca di Hans-Ulrich Weige interpretata da Juliane Werding nel suo disco d’esordio, “In tiefer Trauer”, pubblicato nel 1972.
BANGLA-DESH
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Sag', wie fern liegt Bangla-Desh,
Daß es uns bei Nacht noch
Ruhig schlafen läßt.
Die Geschichte von Bangla-Desh
Klingt unglaublich, doch sie ist echt.
Wir alle waren Zeugen,
Wir sahen hilflos an,
Was der Hunger und der Haß
Aus Menschen machen kann,
Und konnten schweigen.
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Hört mein Lied von Bangla-Desh,
Daß ihr diese Bilder nie mehr vergeßt.
Seht, wie ein Land im Krieg ertrinkt,
Und die Soldaten gehorchen blind.
Eine Mutter gibt ihr letztes Blut,
Damit ihr Kind nicht stirbt,
Doch als es Abend wird,
Ist der Monsun da
Und die Cholera.
Und die letzten, die für den Frieden sind,
Ihre Warnung schlug man in den Wind,
Soldaten kamen im Morgengraun,
Drangen in die Häuser ein,
Erschossen sie im Schlaf.
Der Himmel wurde blaß
Von erstickten Todesschrei'n.
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Sag', wie fern liegt Bangla-Desh,
Daß es uns bei Nacht noch
Ruhig schlafen läßt.
Doch unser Leben geht weiter wie bisher,
Die Studenten protestieren längst nicht mehr,
Und täglich wächst die Zahl von jenen,
Die sich eine Nadel
In die Venen jagen,
Als letzte Möglichkeit,
Dies zu ertragen.
Denn die Geschichte von Bangla-Desh
Ist so alt wie die Erde selbst,
Vom Soldaten, der den Befehl erfüllt,
Der tötet, und der stirbt,
Vom Mensch zur Bestie wird,
Und das ein Opfer nennt
Für sein Vaterland.
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Hört mein Lied von Bangla-Desh,
Daß ihr diese Bilder nie mehr vergeßt.
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Sag', wie fern liegt Bangla-Desh,
Daß es uns bei Nacht noch
Ruhig schlafen läßt.
Die Geschichte von Bangla-Desh
Klingt unglaublich, doch sie ist echt.
Wir alle waren Zeugen,
Wir sahen hilflos an,
Was der Hunger und der Haß
Aus Menschen machen kann,
Und konnten schweigen.
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Hört mein Lied von Bangla-Desh,
Daß ihr diese Bilder nie mehr vergeßt.
Seht, wie ein Land im Krieg ertrinkt,
Und die Soldaten gehorchen blind.
Eine Mutter gibt ihr letztes Blut,
Damit ihr Kind nicht stirbt,
Doch als es Abend wird,
Ist der Monsun da
Und die Cholera.
Und die letzten, die für den Frieden sind,
Ihre Warnung schlug man in den Wind,
Soldaten kamen im Morgengraun,
Drangen in die Häuser ein,
Erschossen sie im Schlaf.
Der Himmel wurde blaß
Von erstickten Todesschrei'n.
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Sag', wie fern liegt Bangla-Desh,
Daß es uns bei Nacht noch
Ruhig schlafen läßt.
Doch unser Leben geht weiter wie bisher,
Die Studenten protestieren längst nicht mehr,
Und täglich wächst die Zahl von jenen,
Die sich eine Nadel
In die Venen jagen,
Als letzte Möglichkeit,
Dies zu ertragen.
Denn die Geschichte von Bangla-Desh
Ist so alt wie die Erde selbst,
Vom Soldaten, der den Befehl erfüllt,
Der tötet, und der stirbt,
Vom Mensch zur Bestie wird,
Und das ein Opfer nennt
Für sein Vaterland.
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Bangla-Desh, Bangla-Desh,
Hört mein Lied von Bangla-Desh,
Daß ihr diese Bilder nie mehr vergeßt.
inviata da Bernart Bartleby - 17/2/2015 - 09:57
BANGLADESH: SCIOPERI E MANIFESTAZIONI PER AUMENTI SALARIALI NELLE AZIENDE DELL’ABBIGLIAMENTO
Gianni Sartori
Le proteste dei lavoratori del tessile in Bangladesh sono ricorrenti per cui non è il caso di stabilire quale sia stato l’inizio dell’ultima fase, abbastanza radicale da forare il muro dell’informazione.
Considerando soltanto gli ultimi quindici giorni va ricordato che nella mattinata del 30 ottobre gli operai di alcune aziende di Gazipur, Ashulia e Savar (ma le lotte si erano presto estese ad altre località) avevano protestato vigorosamente con manifestazioni, picchetti e anche bloccando l’autostrada.
Da tempo i lavoratori (in maggioranza donne) chiedono un aumento: il triplo dell’attuale salario mensile minimo di 8300 takas (70 euro). Con la richiesta di arrivare a 23mila takas (190 euro) indispensabili per affrontare l’aumento del costo della vita.
Fatalmente erano scoppiati duri scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine. Le cariche si intensificavano nel pomeriggio con ampio uso di manganelli e gas lacrimogeni.
Nel corso degli incidenti un lavoratore di un’azienda del gruppo Energy Pack (Rasel Hawlader) rimaneva a terra cadavere per un colpo di arma da fuoco. Il fatto non poteva che infiammare ulteriormente la protesta. Gli operai in lotta, dopo aver incendiato un furgone della polizia, avevano forzato l’ingresso della Jamuma Fashion e di qualche altra azienda. Compiendo all’interno azioni di sabotaggio e devastazione. In particolare la fabbrica di confezioni ABM di Konabari veniva data alle fiamme risultando completamente distrutta.
Altri scontri si registravano nella prima settimana di novembre nella città di Ashulia (a ovest di Dacca) quando circa diecimila operai hanno tentato di impedire la ripresa del lavoro nel corso di uno sciopero di massa che aveva coinvolto oltre seicento aziende. I manifestanti, oltre a scagliare pietre e mattoni sulla polizia che sparava proiettili di plastica, tentavano di bloccare le strade.
Tra i feriti più gravi, una donna di 35 anni colpita al volto durante la protesta che si svolgeva a Sreepur (una sessantina di chilometri da Dacca).
Le aziende coinvolte nello sciopero erano centinaia, comprese alcune delle più grandi del Paese (Gap, Walmart, H&M, Zara, Bestseller, Levi’s, Marks and Spencer, Primark, Aldi…).
Per sopire le proteste gli industriali avevano garantito un congruo aumento dei salari entro una settimana. Aumento che alla prova dei fatti risulterà comunque inconsistente (se non addirittura “ridicolo” stando ad alcune fonti sindacali).
Secondo soltanto alla Cina, il Bangladesh al momento risulta essere uno dei maggiori esportatori nel campo dell’abbigliamento. Con oltre 3500 aziende e quasi quattro milioni di lavoratori, in maggioranza donne.
Ancora lanci di gas lacrimogeni e di pallottole di plastica il 9 novembre contro gli operai che a migliaia manifestavano per l'inconsistenza dei previsti aumenti. Da parte dei sindacati inoltre venivano denunciati arresti e intimidazioni.
Il 7 novembre il comitato del salario minimo aveva fornito i dati dell'aumento salariale per circa quattro milioni di lavoratori del tessile. Si trattava del 56,25% del salario mensile di base, per cui si arrivava a 12.500 takas (104 euro). Cifra giudicata irrilevante di fronte all’aumento del costo della vita e quindi rigettata da lavoratori e sindacati.
Tra le maggiori proteste, quella di Gazipur dove venivano nuovamente bloccate alcune strade. Venivano erette barricate, poi date alle fiamme e lanciate pietre contro le forze dell’ordine. Anche nella periferia nord di Dacca migliaia di operai erano usciti dalle fabbriche di Ashulia e scesi nelle strade per protestare. Un esponete della Federazione indipendente degli operai dell’abbigliamento del Bangladesh, Mohammad Jewel, veniva arrestato e tre operai (quelli finora accertati) perdevano la vita nel corso della protesta.
Gianni Sartori
Gianni Sartori
Le proteste dei lavoratori del tessile in Bangladesh sono ricorrenti per cui non è il caso di stabilire quale sia stato l’inizio dell’ultima fase, abbastanza radicale da forare il muro dell’informazione.
Considerando soltanto gli ultimi quindici giorni va ricordato che nella mattinata del 30 ottobre gli operai di alcune aziende di Gazipur, Ashulia e Savar (ma le lotte si erano presto estese ad altre località) avevano protestato vigorosamente con manifestazioni, picchetti e anche bloccando l’autostrada.
Da tempo i lavoratori (in maggioranza donne) chiedono un aumento: il triplo dell’attuale salario mensile minimo di 8300 takas (70 euro). Con la richiesta di arrivare a 23mila takas (190 euro) indispensabili per affrontare l’aumento del costo della vita.
Fatalmente erano scoppiati duri scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine. Le cariche si intensificavano nel pomeriggio con ampio uso di manganelli e gas lacrimogeni.
Nel corso degli incidenti un lavoratore di un’azienda del gruppo Energy Pack (Rasel Hawlader) rimaneva a terra cadavere per un colpo di arma da fuoco. Il fatto non poteva che infiammare ulteriormente la protesta. Gli operai in lotta, dopo aver incendiato un furgone della polizia, avevano forzato l’ingresso della Jamuma Fashion e di qualche altra azienda. Compiendo all’interno azioni di sabotaggio e devastazione. In particolare la fabbrica di confezioni ABM di Konabari veniva data alle fiamme risultando completamente distrutta.
Altri scontri si registravano nella prima settimana di novembre nella città di Ashulia (a ovest di Dacca) quando circa diecimila operai hanno tentato di impedire la ripresa del lavoro nel corso di uno sciopero di massa che aveva coinvolto oltre seicento aziende. I manifestanti, oltre a scagliare pietre e mattoni sulla polizia che sparava proiettili di plastica, tentavano di bloccare le strade.
Tra i feriti più gravi, una donna di 35 anni colpita al volto durante la protesta che si svolgeva a Sreepur (una sessantina di chilometri da Dacca).
Le aziende coinvolte nello sciopero erano centinaia, comprese alcune delle più grandi del Paese (Gap, Walmart, H&M, Zara, Bestseller, Levi’s, Marks and Spencer, Primark, Aldi…).
Per sopire le proteste gli industriali avevano garantito un congruo aumento dei salari entro una settimana. Aumento che alla prova dei fatti risulterà comunque inconsistente (se non addirittura “ridicolo” stando ad alcune fonti sindacali).
Secondo soltanto alla Cina, il Bangladesh al momento risulta essere uno dei maggiori esportatori nel campo dell’abbigliamento. Con oltre 3500 aziende e quasi quattro milioni di lavoratori, in maggioranza donne.
Ancora lanci di gas lacrimogeni e di pallottole di plastica il 9 novembre contro gli operai che a migliaia manifestavano per l'inconsistenza dei previsti aumenti. Da parte dei sindacati inoltre venivano denunciati arresti e intimidazioni.
Il 7 novembre il comitato del salario minimo aveva fornito i dati dell'aumento salariale per circa quattro milioni di lavoratori del tessile. Si trattava del 56,25% del salario mensile di base, per cui si arrivava a 12.500 takas (104 euro). Cifra giudicata irrilevante di fronte all’aumento del costo della vita e quindi rigettata da lavoratori e sindacati.
Tra le maggiori proteste, quella di Gazipur dove venivano nuovamente bloccate alcune strade. Venivano erette barricate, poi date alle fiamme e lanciate pietre contro le forze dell’ordine. Anche nella periferia nord di Dacca migliaia di operai erano usciti dalle fabbriche di Ashulia e scesi nelle strade per protestare. Un esponete della Federazione indipendente degli operai dell’abbigliamento del Bangladesh, Mohammad Jewel, veniva arrestato e tre operai (quelli finora accertati) perdevano la vita nel corso della protesta.
Gianni Sartori
Gianni Sartori - 11/11/2023 - 11:06
A 11 anni dalla strage di Dacca la classe operaia del Bangladesh ancora in lotta
BANGLADESH: MANIFESTAZIONI E SCONTRI A FATULLAH
Gianni Sartori
Coincidenza. Proprio nel giorno dell’undicesimo anniversario della strage del 2013, i lavoratori dell’abbigliamento (prêt-à-porter) del Bangladesh scendono in strada e si scontrano con la polizia.
Il 24 aprile 2013 un palazzo in Piazza Rana, a Dacca, era crollato sulle teste dei circa 4mila operai che vi lavoravano.
Alla fine si conteranno 1.138 morti e 2.500 feriti.
I piani superiori dello stabile, costruiti abusivamente, erano utilizzati come atelier per l’abbigliamento dove migliaia di operai, chini sulle macchine da cucire, producevano vestiti per le grandi marche occidentali e giapponesi (Zara, Primark, Walmart, Auchan, Carrefour…).
Inoltre le forniture elettriche provenivano da generatori piazzati sui tetti e le vibrazioni si trasmettevano all’intero edificio.
Il giorno prima i lavoratori, allarmati, avevano segnalata la comparsa di crepe nei muri, ma senza che la direzione prendesse qualche provvedimento. Anzi, minacciando i dipendenti di licenziamento in caso di ulteriori lamentele.
Dopo il tragico evento i lavoratoti di Dacca erano scesi in strada in quella che più che una protesta diventava presto una rivolta vera e propria. Al punto che il governo si trovava costretto a emettere una legislazione più severa in merito alla sicurezza nei posti di lavoro. Mentre per le autorità a distanza di un decennio, buona parte delle imprese si sarebbe adeguata alle nuove norme, per i sindacati in realtà tutto è rimasto sostanzialmente come allora. Sia per quanto riguarda i salari (insufficienti), sia per le condizioni di lavoro nel settore tessile che impiega circa 4,4 milioni di lavoratori (producendo l’80% delle esportazioni). Tra l’altro nessuna condanna è stata emessa per coloro che costrinsero i salariati a rientrare nello stabilimento di Piazza Rana nell’aprile 2023.
Quest'anno le prime proteste degli operai dell’abbigliamento della zona industriale di BSCIC a Fatullah (distretto di Narayanganj) risalivano al 21 aprile. Quando i dipendenti dell'Abanti Colour Tex Limited avevano denunciato la sospensione dell’attività dell’azienda senza che i salari del mese di marzo fossero stati corrisposti.
Nella mattinata del 24 aprile veniva bloccata la strada Dhaka-Munshiganj erigendo barricate di bambù, pali telefonici, tronchi d’albero…
Mentre si formava una fila di veivoli lunga qualche chilometro, la polizia (verso mezzogiorno) caricava i manifestanti per disperderli. Utilizzando sia granate lacrimogene che proiettili di plastica e cannoni ad acqua.
Bilancio provvisorio, oltre trenta feriti.
Gianni Sartori
BANGLADESH: MANIFESTAZIONI E SCONTRI A FATULLAH
Gianni Sartori
Coincidenza. Proprio nel giorno dell’undicesimo anniversario della strage del 2013, i lavoratori dell’abbigliamento (prêt-à-porter) del Bangladesh scendono in strada e si scontrano con la polizia.
Il 24 aprile 2013 un palazzo in Piazza Rana, a Dacca, era crollato sulle teste dei circa 4mila operai che vi lavoravano.
Alla fine si conteranno 1.138 morti e 2.500 feriti.
I piani superiori dello stabile, costruiti abusivamente, erano utilizzati come atelier per l’abbigliamento dove migliaia di operai, chini sulle macchine da cucire, producevano vestiti per le grandi marche occidentali e giapponesi (Zara, Primark, Walmart, Auchan, Carrefour…).
Inoltre le forniture elettriche provenivano da generatori piazzati sui tetti e le vibrazioni si trasmettevano all’intero edificio.
Il giorno prima i lavoratori, allarmati, avevano segnalata la comparsa di crepe nei muri, ma senza che la direzione prendesse qualche provvedimento. Anzi, minacciando i dipendenti di licenziamento in caso di ulteriori lamentele.
Dopo il tragico evento i lavoratoti di Dacca erano scesi in strada in quella che più che una protesta diventava presto una rivolta vera e propria. Al punto che il governo si trovava costretto a emettere una legislazione più severa in merito alla sicurezza nei posti di lavoro. Mentre per le autorità a distanza di un decennio, buona parte delle imprese si sarebbe adeguata alle nuove norme, per i sindacati in realtà tutto è rimasto sostanzialmente come allora. Sia per quanto riguarda i salari (insufficienti), sia per le condizioni di lavoro nel settore tessile che impiega circa 4,4 milioni di lavoratori (producendo l’80% delle esportazioni). Tra l’altro nessuna condanna è stata emessa per coloro che costrinsero i salariati a rientrare nello stabilimento di Piazza Rana nell’aprile 2023.
Quest'anno le prime proteste degli operai dell’abbigliamento della zona industriale di BSCIC a Fatullah (distretto di Narayanganj) risalivano al 21 aprile. Quando i dipendenti dell'Abanti Colour Tex Limited avevano denunciato la sospensione dell’attività dell’azienda senza che i salari del mese di marzo fossero stati corrisposti.
Nella mattinata del 24 aprile veniva bloccata la strada Dhaka-Munshiganj erigendo barricate di bambù, pali telefonici, tronchi d’albero…
Mentre si formava una fila di veivoli lunga qualche chilometro, la polizia (verso mezzogiorno) caricava i manifestanti per disperderli. Utilizzando sia granate lacrimogene che proiettili di plastica e cannoni ad acqua.
Bilancio provvisorio, oltre trenta feriti.
Gianni Sartori
Gianni Sartori - 28/4/2024 - 08:44
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Testo e musica di Joan Baez
La divisione del Bengala diede origine ad uno degli esodi numericamente più importanti della storia. Milioni di indù migrarono dal Pakistan orientale mentre migliaia di musulmani vi si trasferirono. L'immigrazione dei rifugiati fu la causa di una crisi abitativa e alimentare in Bengala Occidentale che durò per più di trent'anni. L'emergenza dei rifugiati fu al centro delle politiche bengalesi successive alla divisione del 1947, ma né la destra né la sinistra sono mai riuscite a risolvere completamente i problemi causati dalla divisione, che in alcuni casi hanno dato vita a movimenti politici, socio-economici ed etnici.
Nel 1950 venne attuata una riforma fondiaria con l'abolizione del sistema feudale (zamindari). Tuttavia, nonostante il peso economico e demografico della parte orientale, il governo politico e militare del Pakistan era in gran parte dominato dalle classi della parte occidentale. Il Movimento della lingua bengalese del 1952 fu il primo segno di attrito tra le due regioni del Pakistan.
Insoddisfazioni contro il governo centrale, oltre a questioni economiche e culturali continuarono a crescere nel successivo decennio, durante il quale la Lega Awami (Lega Popolare Bengalese) emerse come voce politica della popolazione di lingua bengalese. Negli anni ’60 chiese fortemente l'autonomia e nel 1966, il suo presidente Sheikh Mujibur Rahman venne incarcerato, per essere poi rilasciato nel 1969 dopo una rivolta popolare senza precedenti.
Nel 1970 un potente ciclone devastò la costa del Pakistan orientale, e il governo centrale reagì in maniera insufficiente. La rabbia della popolazione crebbe quando a Sheikh Mujibur Rahman, il cui partito Lega Awami (Lega Popolare Bengalese) aveva vinto le elezioni nel 1970, venne impedito di prendere mandato.
Dopo un tentativo di compromesso il presidente Yahya Khan arrestò Majibur nelle prime ore del 26 marzo 1971, e lanciò l’Operazione Searchlight, un attacco militare al Pakistan Orientale. I metodi di Yahya furono estremamente sanguinosi, e la violenza della guerra causò molti morti fra i civili.
Circa dieci milioni di rifugiati fuggirono nella vicina India. Le stime dei massacrati sono imprecise, ma sono comprese tra i 300.000 e i 3 milioni di morti.
La maggior parte dei leader della Lega Awami fuggirono e organizzarono un governo in esilio a Calcutta, in India. La guerra di liberazione del Bangladesh durò nove mesi, e infine ricevette il sostegno da parte delle forze armate indiane nel dicembre 1971. L'esercito indiano ottenne una decisiva vittoria sul Pakistan il 16 dicembre 1971, catturando oltre 90.000 prigionieri di guerra. Dopo la sua indipendenza, il Bangladesh divenne una democrazia parlamentare, con Mujib come Primo ministro. Nel 1973 alle elezioni parlamentari la Lega Awami ottenne la maggioranza assoluta.
fonte: wikipedia