«Se vuoi veder Trieste te la mando in cartolina»
Bom bom bom
al rombo del cannon
Il general Cadorna si mangia le bistecche
ai poveri soldati ci dà castagne secche
Bom bom bom
al rombo del cannon
Il general Cadorna è diventato matto
chiamà il '99 che l'è ancor ragazzo
Bom bom bom
al rombo del cannon
Il general Cadorna ha perso l'intelletto
chiamà il '99 che fa ancor pipì nel letto
Bom bom bom
al rombo del cannon
Il general Cadorna ha scritto la sentenza:
«Pigliatemi Gorizia, vi manderò in licenza»
Bom bom bom
al rombo del cannon
Il general Cadorna 'l mangia 'l beve 'l dorma
e il povero soldato va in guerra e non ritorna
Bom bom bom
al rombo del cannon.
inviata da Riccardo Venturi
"Bombacè come "cantacronache di guerra"
[...] Le strofe sembrano ritmare, di anno in anno, la terribile escalation con cui classi di giovani - sempre più giovani! - venivano risucchiate dall'implacabile mortale ingranaggio della guerra. La "bella gioventù" di tante canzoni popolari è qui spietatamente trasformata in "carne da macello":
mi hanno destinato l'è ín macelleria
Bim bim bom al rombo del cannon
Chi m'ha fatto abile l'è staito il colonnello
m'ha detto sulla faccia: Sei carne da macello!
Bim bim bom al rombo del cannon
Ma l'indignazione popolare tocca le stelle quando la macchina bellica, ossia l'orribile tritacarne, nel giugno del 1917, arriva ad arruolare i coscritti del 1899, e parallelamente quando vengono chiamati per le visite mediche anche i giovanissimi della classe 1900: ragazzi o poco più, su cui si riversa la commossa pietà collettiva in strofette che, definendoli scolari, bambini, poppanti, nel ritornello mimano singhiozzi disperati [seguono strofette diverse sul tema, ndr]:
chiamò il novantanove che andava ancora a scuola.
Bim bim bom al rombo del cannon.
Il general Cadorna n'à fanu üna dròla [ne ha fatta una sporca, ndr]
l'à ciamà novantanove ch'l'andava ancora a scola.
Bim bim bom al rombo del cannon.
Il general Cadorna è il re degli assassini
fece partire il novantanove che ancora son bambini
e bombe a man per quel villan.
Il generail Cadorna s'è mezzo 'mbicillito
chiamà il novantanove che ancora ciuccia il dito.
Bim bim bom al rombo del cannon.
Il general Cadorna è diventato pazzo
ha chiamato il novecento che era ancor ragazzo.
Bim bim bom al rombo del cannon.
Il general Cadorna ha fatto un gran dispetto
ha chiamato il novecento che fa ancor pipì nel letto.
Bim bim bom al rombo del cannon.
Il general Cadorna l'è diventato pazzo
la bella gioventù la fa morir sul Carso.
Bim bim bom al rombo del cannon.
Si sente una voce, una voce che si affanna
a l'è il novecento che chiama la sua mamma
Mauè mauè mauè, cara mama vénmi a piè.
E chi sarà che piange dallà dalla montagna
sarà il novecento che chiamerà la mamma
Uè uè uè, cara mama vénmí a piè.
Si sente una voce che viene dí lontano
a l'è il novecento che chiama la sua mama
Uè uè uè...
Povero novecento tu sei rivato a tempo
tu sei rivato a tempo lasciar la testa a Trento
Uè uè uè, cara mama vénmí a piè.
B.B. - 16/11/2018 - 21:11
ai poveri soldati ci danno i fichi secchi
bombardieri venitelo a bombardar
inviata da Fabrizio Tresca - 29/5/2007 - 14:32
La versione casentinese raccolta a Loro Ciuffenna (AR)
«Se vuoi vedè Trieste compra la cartolina!»
Bim bom bò
e i' rombo del cannò!
I' generà Cadorna le mangia le bistecche:
ai poveri soldati gli dà le castagne secche!
Bim bom bò
non ci dite di no!
La donna di Cecco Beppe la vestan la befana
e gli fanno un palazzo i-nel monte Col di Lana!
Bim bom bò
e i' rombo del cannò!
E la regina Elena a i' re gli fa le corna:
l'hanno trovata a letto col generà Cadorna!
Bim bom bò
e i' rombo del cannò!
I' generà Cadorna l'ha fatta una rivorta:
ha messo le drusiane (*) i-nella Croce Rossa!
Bim bom bò
e i' rombo del cannò!
inviata da CCG/AWS Staff - 23/7/2012 - 16:24
(Bim bim bon – al rombo del cannon)
riportate da Franco Castelli
A destra dell'Isonzo
ci sta Santa Maria
se stanco sei di vivere
t'insegnerò la via.
A destra dell'Isonzo
ci sta una passerella
se stanco sei di vivere
dovrai passar per quella.
Il nostro battaglione
è un pochettino scarso.
Abbiam lasciato il resto
a San Michel del Carso.
Dove passiam noialtri
col fuoco e la mitraglia
lavora il capomastro
ma ancor di più la balia.
I fregni che ogni giorno
li schiaffano un discorso
invece che sul Carso
poi marciano sul Corso.
Se metti in fila gli ossi
di Monte Sabotino
fai dieci volte il viaggio
da Tripoli a Torino.
Un tempo rinforzavano
il fante con la sgnappa.
Ti mandan ora il fante
a rinforzare il Grappa.
Il prode sessantotto
salito sul Tonale
è stato cinque mesi
grattandosi il piviale.
Ma dopo cinque mesi
il superior comando
ci disse: per riposo
sul San Michel vi mando.
In coppa al San Michele
ci sta la cima uno.
Vi mandano su tutti
non torna giù nessuno.
Là sopra cima tre
che torre di Babele!
Ragazzi, zaino in spalla,
facciamo San Michele!
Ci disse il generale:
Vi voglio dar la mancia.
Vi manderò in licenza
in cima a Bosco Lancia.
Lassù ci son doline
con tutti i suoi conforti :
c'è il buco per i vivi
e il buco per i morti.
Il nostro battaglione
ha fatto la battaglia.
A quei che stanno ad Udine
ci han dato la medaglia.
In cima a Monte Merzli
l'austriaco butta o' razzo.
Noi risparmiamo a' luce
non ce ne frega... niente.
tratto dal CD "Nanni Svampa - Antologia della Canzone Milanese e Lombarda - Vol.4 -. In Filanda, in Risaia, a Soldà"
Come giustamente sottolineato a suo tempo da Gian Piero Testa queste strofette sono da cantare sulla stessa aria de "La moglie di Cecco Beppe" (la quale era proprio la famosa Sissi).
La moglie di Cecco Beppe
L'andava in biciclètta
Ghe s'è stortaa el manuber
L'ha faa ona pirolètta:
bim bom bòm
al rombo del cannon.
La moglie di Cecco Beppe
L'è andada a la Bovina
A gh'è s'cioppaa ona bomba
Sott'a la camisa
Bim bom bòm
Al rombo del cannon.
La moglie di Cecco Beppe
Faceva la tranviera
L'hoo vista l'altra sera
In sul tram con la libera
Bim bom bòm
Al rombo del cannon.
'There is no soldier in whole Rome,
They are all on Mount Gabriel'
'General Cadorna is big aviator,
When he is short of fuel, he piss over the engine'
Please correct my version, I have heard it as a small kid.
Non trovium persalier
La mam sa di tutti sur
Monte Gabriel
Rim bom bam
Rombo del canon
Il general Cadorna
Faceva laviator
Mancansa di benzina
Pissava del motor
Rim bom bam
Rombo del canon
Se giri tutta Roma
non troviam bersaglier
l'han mandati tutti sul [???]
Monte [San] Gabriel
Rim bom bam
Rombo del cannon
Il general Cadorna
faceva l'aviator,
mancanza di benzina
pissava nel motor
Rim bom bam
Rombo del cannon
If you wander through Rome
you can see no "bersagliere" *
they sent them all to
Mount St. Gabriel
Woom boom boom
the cannon is roaring
General Cadorna
was an aviator,
if fuel was short
he pissed into the engine
Woom boom boom
the cannon is roaring
inviata da Jarmila Pankova - 3/6/2013 - 00:12
Il bulin è un grosso tegame.
Se ti vol veder Trieste te la mando in cartolina.
Il general Cadorna ga detto ai dalmatini
italiani e moscardini tutti quanti nel bulin.
inviata da Lucio Orlandini - 19/10/2009 - 11:25
Dal verbale dei RR.CC.(*), nonostante le denegazioni del caporale V.P., è emerso che il 7 aprile 1918 costui, trovandosi in licenza nel paese natale, unitamente ad altri militari, nella pubblica via cantava a squarciagola la canzone:
'Il generale Cadorna faceva il carrettiere
e per asinello aveva Vittorio Emanuele, ecc.
Dagli ufficiali siamo maltrattati e dal governo mal nutriti, ecc.
Vigliacchi quei signori che hanno fatto il prestito nazionale (**)
e in fin di guerra saranno massacrati'.
Da "Sentenze dei tribunali militari italiani durante la prima guerra mondiale". Documenti dell'archivio centrale dello Stato. Testo a cura di Gioacchino Maviglia. Luciano Manzuoli Editore, Firenze (1972/1973). Collana della Biblioteca del Lavoro, a cura de gruppo sperimentale coordinato da Mario Lodi. (Lire 1.250)
(*) I famigerati Carabinieri Reali, che avevano compiti di polizia militare... quanti ne hanno mandati davanti ai tribunali militari e poi ai plotoni di esecuzione! I loro degni eredi repubblicani sono quelli che, fino a non molti anni fa, non a caso, caricavano le manifestazioni mulinando il calcio dei moschetti...
(**) Riferimento ai prestiti milionari per finanziare la guerra, contratti dall'Italia con l'Inghilterra... un indebitamento colossale che il paese finirà di pagare solo nel 1984...
Alessandro - 5/2/2009 - 08:40
"P.A. della provincia di Vicenza, anni 23, contadino coniugato, soldato della 15ma fanteria, reparto zappatori; condannato a 10 anni di reclusione e lire 10.000 di multa per frasi sediziose.
Verso le 18 del 20 febbraio 1918, il tenente B.A., comandante del 1° reparto zappatori del 15° fanteria, riunì i propri uomini per spiegare loro le condizioni speciali fatte ai militari che avessero voluto sottoscrivere al Prestito Nazionale. Trovavasi tra i presenti lo zappatore P.A. Terminato di spiegare ai dipendenti i vantaggi della sottoscrizione, il tenente B.A. rivolse loro la domanda: "Vi è qualcuno forse che non intende concorrere?". Il P.A. interruppe dicendo: "Tutti". Il tenente lo redarguì allora per essersi permesso di attribuire anche agli altri compagni la propria intenzione, e gli domandò: "Sei un italiano, o forse un austriaco?". A ciò il P.A. rispose: "Sono un italiano, però se non fossi andato a lavorare in Austria sarei morto di fame". Il tenente di rimando gli chiese: "Vorresti che gli austriaci giungessero a Milano?"; e l'accusato: "Arrivassero anche a Roma, poco m'importa". L'ufficiale ordinò senz'altro al soldato di passare alla guardia al campo. Richiamatolo, in seguito per fargli notare che il suo modo di interloquire era indegno di un italiano, il P.A. ebbe a soggiungere: "La lira che dovrei sottoscrivere pel prestito la dò la vivandiere, altrimenti la guerra dura ancora tre mesi".
Da "Sentenze dei tribunali militari italiani durante la prima guerra mondiale". Documenti dell'archivio centrale dello Stato. Testo a cura di Gioacchino Maviglia. Luciano Manzuoli Editore, Firenze (1972/1973). Collana della Biblioteca del Lavoro, a cura de gruppo sperimentale coordinato da Mario Lodi. (Lire 1.250)
Alessandro - 5/2/2009 - 09:57
la moglie di Ceccobeppe faceva la tranviera
l'han vista in piazza Vetra insema a la lingera,
dove la lingera (o ligera) era la gente di poco conto, il popolaccio, e per ciò "leggera" in contrapposizione a quella importante e di peso, che non abitava nel rione della Porta dagli spagnoli detta Chica (e Cicca dai milanesi) e ufficialmente chiamata Ticinese (Cinés dai locali) in quanto per di lì si va a Pavia, un tempo detta Ticinum: ma si riservava ben altri altri quartieri.
Della moglie di Cecco Beppe, la canzone dice anche, con probabile anacronismo, che andava in bicicletta, ma senza averne la necessaria destrezza.
Gian Piero Testa - 19/10/2009 - 12:15
Quandu manca l'essenza, piscia nellu motore...
Zin boum boum, pulenda e macaron.
U General Cadorna a scrittu a la regina
che per fa a pulenda, ci vole la farina...
Zin boum boum, pulenda e macaron.
inviata da Marie COLLETTI - 22/7/2011 - 22:36
Ol general Cadorna l'è tri nocc chel dorma
sel dorma amò u tantì
i ghe porta via ol Trentì
colomboemilio@gmail.com - 31/1/2012 - 02:03
Il general Cadorna l'ha fato un gran peccato:
Ha messo sull'attenti un povero soldato
Davide - 5/2/2012 - 14:57
e tutto 'o reggimento
è senza nutrimento
Bom bom bom
al rombo del cannon
Stefano - 5/2/2012 - 15:52
"la moglie di Gambine la gli fa le corna
l'ha un sacco di figlioli, son tutti di Cadorna"
"la moglie di Gambine non sa come si fare
l'ha un sacco di figlioli, son tutti del generale"
Vania Garuglieri - 8/2/2012 - 19:06
invece l'e' a San Marco che la ramazza in terra
Mattia Carraro - 1/4/2012 - 22:11
a li sordàti passa, se c'è, patate lesse.
E commannò* Cadorna nascosto sotto un ponte:
"tutti li signori a casa e l'operai al fronte".
Bim-bum-bà, un górbu** a Cadorna e chi apprésso jé va.
Ma quel povero Lenìne l'ha fatto proprio grossa,
ce s'ha pulito il culo có' la bandiera rossa.
[...]
Bim-bum-bà, lui fa le carezze col suo bel pugnà'.
[...]
inviata da Carlo N. - 12/6/2012 - 09:34
alpini e bersaglieri so andati in osteria
la presa di gorizia la fa la fanteria
bom bom bom al rombo dei cannon
picet84 - 26/6/2012 - 15:54
chiamà il '99 che ancora ciuccia il dito
Leondina Barzetti - 9/9/2012 - 14:37
Ed anche Cecco Beppe
ga dito a la regina
se te vol veder Trieste
te la mando in cartolina
Silva - 3/6/2013 - 12:22
Lei ha vissuto fino a 90 anni, lui è morto 3 giorni prima della fine della guerra ucciso da una bomba degli Alleati lanciata da un aereo in piena campagna.
Mi bisnonno ha fatto la Campagna d'Africa come radiotelegrafista, risultando "disperso" lui non tornò più.
Non c'entra con la canzone del General Cadorna era solo un modo per far capire a tutti quelli che leggono che se abbiamo un po' di libertà lo dobbiamo a gente come loro che hanno perso tutto, anche la vita, per darci un futuro che loro speravano sarebbe stato più dignitoso per noi.
La strofa che si sente cantare da Renato Pozzetto nel film Porca Vacca è:
e la moglie del Cecco Beppe l'andava in bicicleta
ghè sè sciupà la goma l'ha fà na pirueta
pim pam pom al rombo del canon
(dialetto della bassa)
ciao
b0ni - 9/9/2013 - 18:08
inviata da anna maria danielli - 14/4/2014 - 20:19
"La mam sa di tutti sur", probabilmente è una storpiatura di "l'an mandati (o "mandai" in dialetto di area veneta) tutti sul"... e torna bene col verso seguente che fa riferimento al Monte San Gabriele
anna maria danielli - 14/4/2014 - 20:23
La moglie di Cecco Beppe l'è andata in aeroplano
Per far veder le gambe al popolo italiano
Bim bum bom, il rombo del canòn
Valentina - 21/4/2015 - 14:57
A mugè du Cecco Beppe
c'a lea in ta Cruse Russa
per fà guarì marotti (due volte)
a ghe dava un pò de mus...
non è chiara l'ultima parola, essendo il canto sfumato nel disco e
coperto dal ritornello nell'esuzione dal vivo, penso si tratti di una
medicina piuttosto diffusa quanto efficace.
saluti gianfranco
Luisa - 5/6/2015 - 17:46
luisa - 6/6/2015 - 14:16
se vuoi Trieste libera te la mando in cartolina
Elena - 27/11/2015 - 17:39
Antonella Angiolillo - 18/10/2016 - 22:59
"Bombe a man, carezze di pugnal"
Versione riportata da mio nonno, Cosimo Miccoli, classe 1890, combattente sul Carso.
CCG/AWS staff
Gino L. Di Mitri - 22/11/2016 - 08:40
U general' Cadornu quand'ellu era zitellu
Sgrinfiava li cumpagni
Tirava li capelli
E zim ben bò trè colpi di cannò
U general' Cadornu per parte à u suldatu
Un fece micca festa
Ne menu serenatu
E zim ben bò trè colpi di cannò
U general' Cadornu vulia parte in guerra
Senza purtà fucile
Ne menu cartuccera
E zim ben bò trè colpi di cannò
U general' Cadornu s'hè fattu aviatore
Un avia più benzina
Hà pisciatu in lu mutore
E zim ben bò trè colpi di cannò
U general' Cadornu s'hè fattu cavagliere
Un avia cavallu
S'hè cumpratu un sumere
E zim ben bò trè colpi di cannò
U general' Cadornu s'hè fattu carittere
Un avia più mula
Attaccatu à la mugliere
U general' Cadornu s'hè compru una cattrella
Un mette più benzina
Chì marchja da per ella
U general' Cadornu s'hè fattu marinaru
Cun la so barca merza
S'hè capulatu in mare
inviata da Dq82 - 8/12/2016 - 10:26
FINORA non ci sono riuscito: per citare la versione corsa in un libro sui canti della Grande Guerra, mi serve capire quale sia la loro FONTE.
FRANCO CASTELLI - 8/6/2017 - 10:49
Enzo Valeri - 16/7/2017 - 18:38
“Da Trento a Civita
ci sono gli imboscati,
Con le scarpe lucide
e i capelli profumati.
Bim bum bom
e la guera la fa i cujon
Bim bum bom
e la guera la fan da bon”
Anna Maria Broglia - 11/12/2017 - 08:27
ha chiamato il 900 che fa ancor la cacca a letto.
Bim , bum, ba qualchedun la pagherà.
La moglie di Cadorna è andata in areoplano
per far veder le gambe all'esercito italiano.
BIm , bum, ba qualchedun la pagherà.
Il General Cadorna è andato in bimotore,
mancanza di benzina ha pisciato nel motore,
bim , bum , ba qualchedun la pagherà.
inviata da giovanna - 2/1/2018 - 15:10
Mario Fabbri - 24/1/2018 - 17:05
Roberto Zac - 10/11/2018 - 09:41
il povero Cecco Beppe [Francesco Giuseppe = Franz Joseph] faceva l'aviatore, ma in mancanza di benzina pisciava nel motore! BIM BUM BOM al rombo del cannon.
another one which I have not found so far is the following:
Tra Caporetto e Udine ci stanno gli imboscati, con le scarpette lucide e i capelli impomatati! BIM BUM BOM al rombo del cannon.
Sadly I only remeber these 2.
Eugenio - 5/4/2019 - 17:14
Invese della mussa gaveva so mojere
BOM BOM BOM al Rombo del Canon
Il general Cadorna faceva il Mulattiere
Al posto della mula c'ha Vittorio Emanuele
BOM BOM BOM al Rombo del Canon
Paolo - 5/8/2019 - 13:30
Me la cantava mio padre reduce dalla guerra 15/18 diceva...
Le ho creduto poco ed ora grazie ad internet ...scopro che ...la canzone esiste
Scusa mamma e scusatemi anche voi che leggete x il tempo che vi rubo....
Rossella gallori - 2/4/2020 - 08:47
Riccardo Venturi - 2/4/2020 - 13:13
Gianluca Paciucci - 22/9/2020 - 10:30
chiama' i '99 senza velo
chiama' i '99 senza velo
Lo general Cadorna l'ha fatto pe dispetto
chiama' i '99 che piscia so lo letto
Lo general Cadorna le mangia le bistecche
i poveri solda' castagne secche
i poveri solda' castagne secche
Sopra lo monte Grappa c'è na capanna
ci sta i '99 piagne e chiama mamma
ci sta i '99 piagne e chiama mamma
ci sta i '99 piagne e chiama mamma
inviata da Dq82 - 3/12/2020 - 16:47
General Cadorna mangia la polpeta. Bombardear mangia la castagna secca.
Alguém conhece esse verso?
Valentina - 22/9/2022 - 16:10
" Il general Cadorna è diventato pazzo
Perchè tutte le donne je vònjo anna' sur Carso"
Armando Lauri - 18/7/2023 - 23:52
[...] agli inizi del Novecento nei caffè concerto, ossia nei nuovi luoghi di ascolto di canzoni, imperversavano strofe dedicate o scritte dal Sor Capanna, un cantastorie trasteverino che dopo avere iniziato la carriera ironizzando sui fatti di cronaca, si accorse di ottenere maggiore successo occupandosi di fatti di attualità, rischiando di quando in quando anche la galera per eccesso di irriverenza, come quando durante le giornate di Caporetto, cantò:
ha scritto alla riggina:
"Si voj vedé Trieste
te la manno 'n cartolina".
Bombacé
aritirete che vié bé» [*]
[*] Giovanni Gigliozzi, La canzone romana, Newton, Roma, 1998
Riporto da "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
"Le ribalde strofette del Bombacè
Si tratta di un modulo linguistico-musicale molto semplice, paragonabile allo stornello, che per tradizione si fa risalire anch'esso al cantastorie romano Pietro Capanna detto Sor Capanna. Solitamente si definisce "aria del Bombacè", dai ritornelli da lui usati per le strofe satiriche: Bombacè, arífacce che viè bè o Bombacè, aritirate Cecco Pè. Dei tre moduli sopra descritti, è certamente quest'ultimo il più popolare fra i combattenti, dando voce alla straordinaria fioritura delle cosiddette "strofette del Bim bim bom", con cui i soldati cantavano sia il general Cadorna sia la moglie di Cecco Beppe. A questo modulo perciò sarà da noi dedicata una particolare attenzione, sia per l'eccezionale gamma di contenuti veicolati, sia per la durata nel tempo e l'insolita capacità di trasmigrare da un contesto all'altro. Se sottoponiamo a vaglio critico la struttura melodica su cui si cantano le strofette militari del Bim bím bom, riusciamo a individuare quale possa essere, con molta verosimiglianza, l'origine di tale modulo, ben prima dell'avvento del sorcapannesco Bombacè.
In realtà una serie di indizi, specie per le strofe sulla moglie di Cecco Beppe, attestate primariamente in Lombardia, ci fanno propendere a ipotizzare un'origine risorgimentale di quella melodia, come si può desumere sia dall'aria originaria decisamente da marcetta, sia dall'impronta dialettale dello sberleffo antiaustriaco, assimilabile a testi nati nella seconda guerra d'indipendenza (1859) come Varda Giulay o La bella Gigogin. Non sarà inutile ricordare che Francesco Giuseppe era salito al trono nel lontano 1848 e che da subito, col nomignolo di Cecco Beppe, era stato fatto bersaglio, nella Milano delle Cinque giornate, di frizzi, lazzi e sbertucciamenti popolari. Se così è, tale aria primaria ottocentesca, con poche varianti minime, fa da canovaccio ritmico su cui si dipana una serie infinita di varianti, quasi sempre di tono satirico-burlesco, che a partire dalla Grande Guerra, momento di massima fioritura ed espansione, si rinnova a ogni stagione e si autoalimenta con straordinaria facilità. Dentro al crogiuolo incandescente del primo conflitto mondiale, tali strofette diventano, per la loro struttura elementare che favorisce l'improvvisazione, il canale privilegiato per una sorta di "controinformazione dí guerra". Su questa rozza cantilena basata su una quartina di settenari ABCB scandita in distici monorimi, si canta il "rovescio della medaglia" sulla guerra patriottica e gloriosa, disvelando con un linguaggio crudo e diretto i meccanismi insensati, le ingiustizie, le discriminazioni, la ferocia inesorabile e gratuita della macchina bellica. La strofetta senz'altro più popolare resta quella sulla lettera di Cadorna alla regina, attribuita allo stesso Sor Capanna, declinata in tante microvarianti e con tante coloriture dialettali diverse."
(B.B.)