Canzone che veniva cantata la mattina all'alza bandiera dai componenti della Divisione d'Assalto "Garibaldi-Natisone". Per testimonianza diretta del partigano Walter Zorzenone "Vipera" già componente della stessa Divisione, gli stessi partigiani la chiamavano scherzosamente "il caffè" in quanto era in qualche modo sostitutivo della bevanda logicamente non disponibile (Luciano Marcolini Provenza , segretario ANPI di Cividale del Friuli)
Le parole di questa canzone sono dovute al poeta friulano Adelgiso Fior, mentre Felice Cimatti e Luigi Vriz hanno composto la musica. Essa ricorda la difesa del monte Grappa e del monte Rossa da parte della divisione Osoppo-Friuli.
canzone in friulano delle anticomuniste Brigate Osoppo. Malgrado i toni nazional-patriottici e addirittura religiosi Battaglia ne scrive in termini entusiastici, ed effettivamente il tono quasi cinematografico con cui viene descritta la battaglia per la difesa della Zona Libera della Carnia ne fa forse il testo più bello di tutta la innodia partigiana italiana. Però non è stata praticamente mai incisa, e su YouTube risulta solo l’esecuzione di una corale che peraltro la mette in coda a un canto delle brigate Garibaldi Natisone, e in una atmosfera di fazzoletti rossi forse non troppo in sintonia con una storia in cui partigiani osovani furono addirittura trucidati... (Continues)
“La cosa veramente divertente è che c’è stato un tempo in cui i fascisti erano più autentici, più spavaldi, erano leoni, anche se solo per un giorno. Rivendicavano la loro identità senza paura di essere accusati di essere traditori e assassini della patria. Oggi, invece, hanno paura di definirsi, di rivendicare la loro fede”, scrive l’attore, che è anche direttore artistico del concertone del Primo Maggio di Taranto, nel post. E poi, si legge ancora: “Tradiscono la loro identità giurando sulla Costituzione antifascista e poi per stare seduti sulla poltrona diventano campioni della super Cazzola, cintura nera di arrampicata sugli specchi”. Infine: “Lo dico sinceramente: non ci sono più i fascisti di una volta. Solo pecore. Ecco cosa sono i fascisti di ieri che sono diventati i governanti di oggi. Meglio una vita da pecora che un giorno da leoni. Viva la Resistenza”. - Michele Riondino, 28 aprile 2024.
Comrade Lazlo’s Letter to Colonel Valerio (Continues)