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Author Luigi Nono

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Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz

Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz
(1966)

Luigi Nono ha realizzato nel 1966 quest’opera per nastro magnetico a partire dalla musica di scena composta per “Die Ermittelung” di Peter Weiss. La pièce, che tratta del processo di Francoforte ai nazisti delle SS responsabili dei massacri – soprattutto di ebrei – nel campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, è stata creata nel 1965 a Berlino e messa in scena da Erwin Piscator.

“Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz”, nastro magnetico per coro, voce di soprano e materiale elettroacustico, è stato realizzato presso lo Studio di Fonologia della RAI di Milano, fondato da Luciano Berio e Bruno Maderna. L’opera si compone di tre parti: 1. Il canto dell’arrivo ad Auschwitz; 2. Il canto di Lili Tofler (clandestina della Resistenza, internata e assassinata); 3. Il canto della sopravvivenza.

“L’opera non comporta l’uso di testo. Ho utilizzato unicamente il materiale fonico del... (Continues)
(strum)
2023/1/27 - 21:44
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Canti di vita e d’amore: Sul ponte di Hiroshima

Canti di vita e d’amore: Sul ponte di Hiroshima
[1962]
Musica di Luigi Nono, per soprano, tenore e orchestra

Sui seguenti tre testi:
Günther Anders (1902-1992), “Sul punte di Hiroshima”, da “Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki” [titolo originale: “Der Mann auf der Brücke. Tagebuch aus Hiroshima und Nagasaki”, C.H. Beck, Monaco 1959], tr. it. di Renato Solmi, con una prefazione di Norberto Bobbio, Einaudi, Torino 1961;

Jesús López Pacheco, “Djamila Boupacha” [titolo originale: “Esta noche”, poesia del 1962];

Cesare Pavese, “Tu”, [titolo originale: “Passerò per Piazza di Spagna”, da “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, 1950 (1951).

Testo trovato sull'Archivio Luigi Nono

La prima esecuzione di quest’opera avvenne il 22 agosto 1962 a Edimburgo. Le tre parti, dice Nono stesso, sono tre situazioni proprie del nostro tempo, diverse tra loro ma tutte riconducibili alla tematica della follia criminale e dell’oppressione... (Continues)
I - Sul Ponte di Hiroshima
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/9/24 - 17:03
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Non consumiamo Marx (Musica-manifesto n.1)

Non consumiamo Marx (Musica-manifesto n.1)
[1969]
Testi tratti dai muri di Parigi durante il Maggio 68.

Musica di Luigi Nono costituita, “in larghissima misura, da materiali di strada, ossia registrazioni dal vivo delle lotte contestative, di suoni, canti, urla, vocii, equivalenti sonori di ‘gesti’ rivoluzionari, elaborati in sede di studio fonologico e frammisti, nel montaggio magmatico dei gruppi, a campioni di ‘musica’ nell’accezione convenzionale del termine.” (Fondazione Archivio Luigi Nono)
1 Ouvrez les fenêtres de votre coeur
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/11/25 - 13:52
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Prejera (Crist pietàt dal nustri pais)

Prejera (Crist pietàt dal nustri pais)
[1944]
Parole di Pier Paolo Pasolini, dall’incipit dell’opera teatrale «I Turcs tal Friûl» («I Turchi in Friuli»)
Musica composta da Luigi Nono nel 1976, per coro femminile (3 soprani, 3 contralti) e coro maschile (tenori, bassi) con timpani e percussioni (campane, gran cassa, piatti sospesi)
La prima dell’opera andò in scena nel novembre del 1976 nella chiesa di San Lorenzo a Venezia con il coro del teatro la Fenice, un anno esatto dopo l’assassinio di Pasolini ad Ostia.
La partitura andò perduta nel 1996 nel corso del’incendio doloso che devastò il teatro la Fenice. Fu ricostruita nel 2000 a cura di Daniele Zanettovich

Interpretata anche da 'Zuf de Žur, Giovanna Marini e da Luigi Maieron

Nel settembre del 1943 Pasolini fu costretto ad arruolarsi ma, dopo l’8 settembre, rifiutò di consegnare le armi ai tedeschi e riuscì a fuggire, travestito da contadino, ritornando a Casarsa della... (Continues)
A Casarsa nell’anno 1499. Dentro il portico della casa dei Colus, con il carro ed altri altrezzi per terra. [La preghiera è intonata da Pauli Colus]
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/11/11 - 14:42
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Intolleranza 1960‎

Intolleranza 1960‎
‎[1960-61]‎
Azione scenica in due parti per coro ed orchestra.‎
Libretto a cura di Angelo Maria Ripellino ‎
Musiche di Luigi Nono.‎
Prima esecuzione assoluta: Venezia, Teatro La Fenice 13.04.1961 (XXIV Festival Internazionale di ‎Musica Contemporanea, La Biennale di Venezia).‎
Testo trovato sul sito del Teatro La Fenice di Venezia‎

‎Intolleranza ‎‎60, nell’esecuzione di Bernhard Kontarsky con l’orchestra dello Staatstheater di Stoccarda.‎

Testi tratti dalle seguenti opere:‎

‎- Angelo Maria Ripellino, Non un giorno ma adesso, Roma, ‎Grafica 1960;‎
‎- Paul Éluard, ‎‎Liberté, in Choix de ‎Poemes, Paris, Gallimard 1951 [La selezione del testo è avvenuta sull’edizione francese e in ‎seguito sulla traduzione italiana a cura di Franco Fortini (La libertà, Torino, ‎Einaudi 1955, pp.290-295)];‎
‎- Vladimir Majakovskij, Opere, a cura di ‎Ignazio Ambrogio (traduzioni di I. Ambrogio, B. Carnevali,... (Continues)
Tempo Primo

(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/11/21 - 10:25
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La fabbrica illuminata

La fabbrica illuminata
‎[1964]‎
Per voce femminile e nastro magnetico
Testo (trovato sull’Archivio ‎Luigi Nono) del poeta e drammaturgo Giuliano ‎Scabia, salvo il finale costituito da frammento estratto da “Due poesie a T” di Cesare Pavese.‎
Composta nel 1964 per il concerto inaugurale del premio Italia non fu in quell’occasione eseguita, ‎perché censurata dalla direzione della RAI a causa dei testi fortemente politicizzati e ritenuti ‎offensivi nei confronti del Governo.
Prima esecuzione pubblica alla Biennale di Venezia del 1964 (Carla Henius, mezzosoprano e Coro ‎della RAI di Milano diretto da Giulio Bertola, con lo stesso Nono alla regia del suono) e dedicata ‎agli operai della Italsider di Genova, nei cui stabilimenti il maestro si recò di persona per registrarne ‎i rumori sulla base dei quali scrisse la partitura.‎


‎“[…] Allorché la Rai mi chiese una nuova composizione per il concerto ‎inaugurale... (Continues)
Fabbrica dei morti la chiamavano
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/11/14 - 15:15
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Το μπλόκο της Καισαριανής

Το μπλόκο της Καισαριανής
To blóko tis Kaisarianís

Ἀπό τό θεατρικό ἔργο τοῦ Νότη Περγιάλη Αυτό το δέντρο δεν το λέγανε υπομονή
Σύνθεση τοῦ Μίκη Θεοδωράκη, Ἀθήνα, 1974
Πρώτη ἡχογράφηση· Χάρις Ἀλεξίου "24 Τραγούδια", 1977
Dall'opera teatrale di Notis Peryialis Αυτό το δέντρο δεν το λέγανε υπομονή
Composizione di Mikis Theodorakis, Atene, 1974
Prima incisione: Haris (Haroula) Alexiou, "24 Canzoni", 1977

"Ecco che ho pensato io alla traduzione del Blocco di Kessarianì. Vi ho aggiunto anche una breve nota: purtroppo non sono venuto a capo dell'argomento della pièce per la quale la canzone fu composta. Si tratta di una delle prime, forse la prima, composizioni di Mikis dopo il suo ritorno in patria, alla caduta della Giunta: lui annota infatti di averla composta ad Atene nel 1974." - Gian Piero Testa




«Καλύτερα να πεθαίνει κανείς στον αγώνα για τη λευτεριά παρά να ζει σκλάβος!» - Νίκος Μαρκάκης.
"Meglio morire... (Continues)
Ποιόνε νὰ κλάψω πρώτονε
(Continues)
Contributed by Gian Piero Testa & CCG/AWS Staff 2009/4/20 - 10:43
Not only songs! A contemporary music work by Luigi Nono, Il canto sospeso, based on the letters of members of the European Resistance movement who were condemned to death.
Lorenzo Masetti 2005/7/11 - 11:13
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Se il cielo fosse bianco di carta

Se il cielo fosse bianco di carta
[1965]
Testo di Ivan della Mea
dalla Lettera di Chaim nelle Lettere di condannati a morte della Resistenza europea
Interpretata anche dagli 'Zuf de Žur (in "Prove tecniche di resistenza")

Le parole sono state tratte da una lettera scritta da Chaim, un ragazzo di 14 anni rinchiuso nel campo di sterminio di Pustków. Chaim fu ucciso nel 1944.
Chaim lanciò la lettera, scritta in yiddish, oltre il filo spinato del campo; fu fortunosamente raccolta e conservata fino alla liberazione.
(Virginia Niri)

The lyrics, by one of the most oustanding Italian folk and protet singers, are inspired (and partially taken) from a letter written by Chaim, a 14 years old Jewish boy from Galicia (Poland) who was deported to the Pustków concentration camp. Chaim died there in 1944.
The boy wrote a letter to his parents, in his native Yiddish, and managed to throw it outside the barbed wire of the camp; a... (Continues)
Se il cielo fosse bianco di carta
(Continues)




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