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Author Francesco De Gregori

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Vento dal nulla

Vento dal nulla
(da "Miramare 19.4.89")

Non sono sicuro che qui la guerra sia il tema principale. E' una proposta.
Passa la tramontana sotto al ponte,
(Continues)
Contributed by andrea 2004/12/17 - 19:19
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Stelutis Alpinis

Stelutis Alpinis
(dall'album "Prendere e lasciare")

STELUTIS ALPINIS
(Continues)
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Sotto una bandiera

Sotto una bandiera
Da "Come state?" (1979).
Testo e musica di Luigi Grechi e Francesco de Gregori. I due fratelli, insomma.
Ho visto un teschio sotto una bandiera
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi
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Saigon

Saigon
Dall'album "Alice non lo sa" (1973).


SAIGON
di Antonio Piccolo

A causa della prossima pubblicazione de "La Storia siamo noi" riportiamo solo alcuni brani dell'analisi di Antonio

Una canzone sicuramente politica anche se non lo è in maniera aperta ed inequivocabile. È composta nel 1973: la guerra del Vietnam, iniziata ufficialmente nel’64, ma la cui data di inizio è collocabile anche prima, siavvia alla fine. Il coinvolgimento degli Stati Uniti, che avevano sostenuto economicamente e militarmente il Vietnam del Sud, è un’esperienza ormai conclusa e, per questo, ad Henry Kissinger verrà regalato il Premio Nobel per la pace. Il 30 aprile di due anni dopo Saigon andrà nelle mani dei Nordvietnamiti.

[...]

A Saigon va riconosciuto che rispecchia dei sentimenti e il sogno che una generazione di ragazzi sentiva, che erano diventati una componente fondamentale della sinistra italiana e mondiale.... (Continues)
Donna giovane del Vietnam
(Continues)
Contributed by Luigi
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Sfiorisci bel fiore

Sfiorisci bel fiore
1964
Testo e Musica di Enzo Jannacci

Una delle più belle canzoni del folk italiano. Incisa da Enzo Jannacci e da Gigliola Cinquetti, Mina Mazzini, Pierangelo Bertoli e Francesco De Gregori

Testo e musica di "Sfiorisci bel fiore" sono del solo Enzo Jannacci, almeno stando ai credits del disco nel quale originariamente questo brano comparve per la prima volta, ossia il LP "Enzo Jannacci in teatro" (pubblicato nel 1965 su etichetta Jolly e ristampato nel 1971 su etichetta Joker).
Il brano, nella sua versione originale del 1965, è solo da poco reperibile su supporto CD; per la precisione è contenuto in una peculiare compilation della Warner, uscita nel 2005 ed intitolata "Le più belle canzoni di Enzo Jannacci", contenente solo brani dello Jannacci antecedente al grande successo popolare ottenuto nel 1968 con "Vengo anch'io, no tu no":

Jannacci lo ha poi ricantato - e fatto riarrangiare ex... (Continues)
C'è un fiore di campo che è nato in miniera
(Continues)
Contributed by Piersante Sestini
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[Hiroshima]

[Hiroshima]
Questa è una canzone bellissima non pubblicata di Francesco De Gregori. Il titolo non si conosce, ma sarebbe possibile questo di "Hiroshima".

A splendid but still unpublished and unreleased Italian song by Francesco De Gregori. Even the title is unknown, but "Hiroshima" could do.
(Antonio Piccolo)

Per questa canzone proponiamo un esteso commento di Antonio Piccolo
“Questo qui è soltanto un trucco”,
(Continues)
Contributed by Antonio Piccolo
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Spiro Agnew

Spiro Agnew
Questa è una canzone non pubblicata scritta da Francesco De Gregori e dedicata a Spiro Agnew, (vice-presidente degli Stati Uniti dal 1969 al 1973) come da titolo.



Un brano assolutamente insolito per De Gregori, dove non c’è quasi nulla da spiegare, a parte i nomi ed il contesto storico. È chiaramente una canzone sulla guerra del Vietnam, contro gli Stati Uniti. Infatti, Spiro Theodore Agnew (1918-1996) fu vicepresidente degli Stati Uniti sotto la presidenza di Nixon dal 1969 al 1973, quando si dovette dimettere per evasione fiscale su alcuni contributi elettorali.

C’è un’ironia di base continua, uno scagliarsi contro l’ipocrisia dei valori americani sbandierati al vento e presi senza alcun pudore in giro: libertà, verità, amor di patria etc. Spiro Agnew non è altro che un simbolo, uno dei tanti esemplari, non rappresenta se stesso ma l’intera Casa Bianca, l’“America pulita”

(Antonio Piccolo)
Questa è una canzone dedicata a Spiro Agnew,
(Continues)
Contributed by Antonio Piccolo
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Sangue su sangue

Sangue su sangue
da "Canzoni d'amore" (1992)
E adesso puoi sentirne il respiro sul collo,
(Continues)
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Sento il fischio del vapore

Anonymous
Sento il fischio del vapore
Probabilmente ispirato dalla spedizione italiana in Albania del 1914 ed inserito nel clima antimilitarista della Settimana Rossa questo canto ci viene tramandato da Giovanna Daffini, mondina e cantastorie.
Il duro lavoro nelle risaie della pianura Padana produsse solidarietà di classe, coscienza politica ed emancipazione femminile. Molte delle più belle canzoni popolari dell'Italia settentrionale, legate alla quotidianità, alla cronaca, alla vita privata e collettiva, nascono e vengono cantate proprio nelle risaie.
(dalle note alle canzone nel disco "Il fischio del Vapore" di Francesco De Gregori e Giovanna Marini)
Sento il fischio del vapore del mio amore che 'l va via,
(Continues)
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O Venezia

Anonymous
O Venezia
Entrata stabilmente nel repertorio delle mondine e in particolare in quello di Giovanna Daffini, questa canzone, cantata su una melodia molto vicina alle arie del melodramma e ricca di echi e suggestioni Verdiane, si riferisce al coraggioso biennio repubblicano (1848-49) di Venezia ribellatasi all'impero austriaco, e alla drammatica repressione con cui gli austriaci annegarono nel sangue l'insurrezione del popolo veneziano.
L'ultima strofa, delicata e misteriosa, di rara intensità poetica, sembra in qualche modo evocare il sogno dell'Unità d'Italia.
(dalle note del libretto del disco "Il Fischio del Vapore" di Francesco De Gregori e Giovanna Marini)

La strofa "traditori signori ufficiali" - spesso inserita anche nell'impianto musicale di "O Gorizia, tu sei maledetta" - fu causa di celebri scandali nei teatri in cui la Daffini, o altri interpreti, la eseguivano coraggiosamente alla presenza dell'alta borghesia e della nobiltà dell'epoca.

O Venezia che sei la più bella
(Continues)
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Rumore di niente

Rumore di niente
(1992)

Dall'album Canzoni d'amore.

ANALISI E COMMENTO di Antonio Piccolo

Antonio Piccolo, diplomato con il massimo dei voti al Liceo Classico "Antonio Genovesi" di Napoli, ha scritto per la maturità un'interessante tesina (poi diventata libro) dove si analizzano i nessi fra l'opera del cantautore Francesco De Gregori e la Storia e, in particolare, i nessi di alcune canzoni della sua opera con alcuni periodi storici.


Contro il neonazismo
di Antonio Piccolo
tratto dal libro "La storia siamo noi"

A causa della pubblicazione de "La Storia siamo noi" riportiamo solo alcuni brani dell'analisi di Antonio

Il pericolo della perdita della memoria storica: questo l’argomento di Rumore di niente, che cerca l’aiuto di chi è stato testimone delle tragedie di ieri (“babbo”) per rialimentare la coscienza storica dell’oggi.

[...]

L’io lirico si rivolge ad un tu ignoto, che ci può fare immaginare... (Continues)
L'avevi creduto davvero
(Continues)
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Il feroce monarchico Bava o Inno del sangue

Anonymous
Il feroce monarchico Bava <i>o</i> Inno del sangue
Canzone popolare
(1898)

"La sanguinosa repressione dei tumulti milanesi del 1898 valse al generale Bava Beccaris la croce di Grand'ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia. Lo stile aulico del testo lascia intendere come l'anonimo autore fosse di buona cultura borghese e padroneggiasse il linguaggio letterario dell'epoca. Sulla stessa linea melodica fu scritta la Ballata del Pinelli, dopo la misteriosa morte dell'anarchico precipitato da una finestra della Questura di Milano nel corso delle indagini per l'attentato di Piazza Fontana del dicembre 1969"
(dalle note alla canzone nell'album "Il fischio del vapore" di Francesco De Gregori e Giovanna Marini)

Il canto, scritto in seguito ai fatti di Milano e noto col titolo "Il feroce monarchico Bava", viene solitamente classificato fra gli inni socialisti. Esiste però una copia manoscritta, sequestrata all'anarchico Luigi Fabbri durante il... (Continues)
Alle grida strazianti e dolenti
(Continues)
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Centocinquanta stelle

Centocinquanta stelle
[1982]
Testo e musica di Francesco De Gregori
Lyrics and music by Francesco De Gregori
Album: Titanic

Durante i tre anni che separano questo disco dal precedente, De Gregori aveva elaborato un progetto duplice: da un lato, musicalmente, voleva portare avanti il discorso del recupero della tradizione popolare italiana (accennato in Terra e acqua da Viva l'Italia), mentre per quel che riguarda l'aspetto tematico voleva scrivere un concept album che affrontasse il problema dell'apocalisse, del disastro incombente sull'umanità.

È appunto con questi obiettivi che sviluppa la trilogia del RMS Titanic, la nota nave passeggeri britannica affondata per la collisione con un iceberg il 14 aprile 1912, che nel disco diventa una metafora dell'umanità che, divisa in classi, si dirige verso il disastro; l'idea di adoperare proprio questa metafora era nata nel cantautore dopo la lettura del volume di... (Continues)
Centocinquanta stelle in fila indiana,
(Continues)
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San Lorenzo

San Lorenzo
[1982]
Testo e musica di Francesco De Gregori
Lyrics and music by Francesco De Gregori
Album: Titanic

Il 19 luglio 1943 Roma viene bombardata per la prima volta dagli alleati: l'attacco è inaspettato perché Roma era stata dichiarata città aperta. La Basilica di San Lorenzo viene dannegiata; Papa Pio XII lascia il Vaticano e visita le vittime.

Per approfondimenti:

* Il bombardamento del 19 luglio 1943
* Roma colpita, Roma brucia! da cronologia.it

«Ma è alle 11,02 minuti che nella città si ode il suono acuto delle sirene, il segnale minaccioso dell’attacco aereo. Molti romani che pure hanno notizia dei tremendi bombardamenti sulle altre città italiane non se ne preoccupano: l’Urbe, la “città santa”non può essere attaccata dal cielo, Roma è patrimonio dell’umanità, a Roma c’è il Papa, anche gli alleati lo sanno. Che Roma sia inviolabile lo crede l’uomo della strada ma lo credono anche... (Continues)
Cadevano le bombe come neve
(Continues)
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Pilota di guerra

Pilota di guerra
[1987]
Testo e musica di Francesco De Gregori
Da "Terra di nessuno"


TERRA DI NESSUNO
di Grasshopper, da DeBaser, recensioni musicali scritte da chi vuole.

Ascoltando questo disco la mia memoria torna al 1987, ad un giovane e già grassoccio obiettore di coscienza, parcheggiato in una biblioteca comunale a scontare 20 mesi di vita da regalare allo Stato, senza aver commesso nessun reato. L'arrivo in biblioteca di una rivista musicale dal titolo che iniziava con "rock" (Rockstar? Rockland? Rock'n roll? Boh, robetta comunque) era attesa con trepidazione un po' da tutti noi, e da me in particolare, ansioso già allora di leggere recensioni, che poi non erano un granché. Una di queste mi dette una vera pugnalata: "Terra di nessuno" di Francesco De Gregori era massacrato senza ritegno, e soprattutto senza nessuna argomentazione, ma solo con una serie di "basta" "è finito" e slogan del genere,... (Continues)
Non per entrare nel merito del motore,
(Continues)




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