Maminsynek w koncentraku
Aleksander KulisiewiczFiglio di mamma in KZ | |
MAMINSYNEK W KONCENTRAKU Miała matka trzech synów, Volksdeutsche gnili w domu— A trzeci z braku laku Zdychał w koncentraku. Przybyli doń, przybyli, Anieli z ge-gestapo I wnet go pozdrowili W lewy ząbek łapą! Jechali z nim, jechali, Z trupkami—byle dalej... A on ich w pulmaniku Ślicznie, ślicznie chwalił. (verflucht!) Umyli go, umyli— Na zimno, na czerwono I miał on gołą swoją Wielce tym zdziwioną... I czuł się szczęśliw, syty, Po mordzie, w nerki bity— Jedyny Häftling w świecie W kulturnym kacecie! I wrócił do matuli Cichutko i potulnie... Reichspostem jako—popiół W posrebrzanej urnie. (jeszcze nie koniec!) I wisi u Marysi, Nad łóżkiem u Maniuli— I liczy, ile Mania Frajerów mu tuli... | FIGLIO DI MAMMA IN KZ Una mamma aveva tre figli: due erano Volksdeutscher e rammollivano a casa il terzo - che era sano - crepò in un campo di concentramento. Un giorno vennero a visitarlo gli angeli della Gestapo che gentilmente lo riverirono alla mascella sinistra. Lo presero per mano e insieme fecero un lungo viaggio: sul pullmann fu gentile con loro, non si stancò mai di lodarli. Poi lo lavarono, certo che lo lavarono e tutto rosso per il gelo il ragazzo restò così: nudo e pieno di stupore. Poi gli diedero, certo che gli diedero, un numero e una camicia a strisce e un robusto calcio affinché potesse lamentarsi con la sua mamma. Ora poteva dirsi veramente felice e sazio (picchiato sul viso e sul sedere) della propria privilegiata condizione di Haftling di un Kazet culturale. Tornò, sì, un giorno, dalla propria madre - quieto e devoto -; per tramite delle Reichposten e sotto forma di cenere in un'urna d'argento. Dall'urna, amorevolmente collocata nella stanza della sua Maniula può ora contare e ricontare a piacimento gli amici liberi che essa riceve nel suo letto. |