Η ζωή μας είναι σουγιαδιές
Katerina Gogou / Κατερίνα ΓώγουVersion française — NOS VIES EN PÂTISSÌON — Marco Valdo M.I. —... | |
La nostra vita è fare a coltellate La nostra vita è fare a coltellate in vicoli schifosi, denti marci, slogan triti e ritriti, vestiti da due soldi, [1] puzza di piscio, antisettici e sperma rancido, manifesti strappati via. Su e giù, su e giù per Patissìon, la nostra vita è Patissìon. (Il ROL [2] che non inquina il mare e Mitropanos [3] è entrato nella nostra vita il “Serbatoio” [4] ci ha pappato pure lui come quelle col culo ritto. [5]) Noialtri qui, tutta una vita a viaggiare da poveri sulla stessa strada: miseria, solitudine, disperazione e giù daccapo. D'accordo, non piangiamo, siamo adulti. Soltanto quando piove ci succhiamo il pollice di nascosto e fumiamo. La nostra vita è ansimare inutilmente facendo scontri nei soliti scioperi e finire nei cellulari della polizia. Perciò ti dico: la prossima volta che ci spareranno addosso non scappiamo via, facciamo a mazzate con loro, eh, vendiamo cara la pellaccia, Eh no. Piove. Dammi una sigaretta. | NOS VIES EN PÂTISSÌON Nos vies sont des pâtisseries Dans des culs-de-sac déprimés, Faites de dents pourries, De slogans éculés, D’habits étiques, Fleurant la pisse, l’antiseptique, Le sperme gâché, Et fardées d’affiches squelettiques. De bas en haut, de haut en bas, Patissìon, Notre vie est Patissìon. (Le détergent qui ne pollue pas la mer Et les voix sont entrés dans nos vies Et le boui-boui nous a accueillies Comme celles qui ont le cul à l'air.) [1] Nous voici, une vie À traîner nos envies Sur le même itinéraire, La solitude, le désespoir, le déni Et nos retours en arrière. Soit, on ne pleure pas, on a grandi. Sous la pluie, la journée, On suçote nos pouces jaunis Et la fumée. Nos vies, ce sont Des gesticulations inutiles À lutter dans les grèves habituelles Et se retrouver dans les fourgons. Alors je vous le dis, moi : La prochaine fois qu’ils nous chargeront, On ne s’enfuira pas, On se battra, On vendra très cher nos têtes. Non. Il pleut. Donne-moi une cigarette. |
[2] Il ROL è un detersivo, αστραφτερή καθαριότητα (pulizia lampo!).
[3] Dimitris Mitropanos (1948-2012), notissimo cantante greco e “re” del λαϊκό, la musica pop greca (ma non bisogna confondersi: Mitropanos ha lavorato con Mikis Theodorakis, Stavros Xarchakos, Manos Hatzidakis (o Hadjidakis) e Thanos Mikroutsikos). Nel sito, Gian Piero Testa ce lo ha fatto conoscere con l'Άγιος Φεβρουάριος, il “Santo Febbraio” che lo rese celebre nel 1972 su testi di Manos Eleftheriou e musiche di Dimos Moutsis.
[4] Il “Serbatoio” (Η Δεξαμενή /I Dexamenί/) è uno storico Cafè Chantant di Atene, che si trova nell'elegante e costoso quartiere di Kolonaki, appunto in Πλατεία Δεξαμενής (“Piazza del Serbatoio”). Qui Katerina Gogou sembra voler dire che il locale alla moda, frequentato dai ricchi, si è pappato pure Mitropanos, artista popolare.
[5] Qui si ha probabilmente una creazione lessicale di Katerina Gogou. In slang, una χαμηλόκωλα /hamilókola/ è una “donna col culo basso”, una “chiattona”; una ψηλόκωλα /psilókola/ dovrebbe quindi essere il suo contrario, ovvero una “col culo alto”, o meglio, “col culo ritto”. Come dire: le donne col culo basso e sfatto non vanno al “Serbatoio”, mentre ci vanno quelle col culo ritto, presumibilmente belle e danarose. Il termine, ribadisco, non è reperibile da nessuna parte, neanche sulla “bibbia” in rete dello slang ellenico, slang.gr e neppure nel monumentale ΑΡΓΚΟ – Λεξικό της Πιάτσας di Evángelos Papazakariou, con in copertina un cane randagio col berretto di lana in testa (914 pagine di parolacce, volgarità, bestemmie, insulti, tutta la “Kaliardà” dei bassifondi gay ateniesi, rutti, sputi, coregge e mòccoli, il gergo dei picchiatori fascisti ateniesi e quello degli anarchici, e quant'altro: un libro di cui nessuno che dica di voler conoscere il greco può fare a meno). Lì, però, c'è χαμηλόκωλα.