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Six Days War

Six Days War
La canzone è stata remixata e combinata con samples di I Cry In the Morning di Dennis Olivieri nel pezzo del 2002 di DJ Shadow Six Days, al quale quelli della mia generazione riconducono inevitabilmente questo ritornello trascinante... io non avevo mai sentito il pezzo originale e l'ho ascoltato stasera per la prima volta.

DJ Shadow è indubbiamente un grande della musica moderna ma come tanti suoi colleghi anche un grande saccheggiatore di pezzi del passato e riesce a scovare delle perle anche in brani di artisti ormai quasi dimenticati.

Lorenzo 28/1/2019 - 00:06
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Lengenfeld

Lengenfeld
2019
"La fisarmonica verde"

La denuncia di una strage avvenuta in Germania nel 1945, una fisarmonica verde smeraldo, dischi di musica italiana degli anni Sessanta e un cappottone russo. Con una bicicletta in giro per la Sardegna sulle tracce del padre, i ricordi diventano più precisi, i racconti della guerra più chiari... In anteprima il videoclip di 'Lengenfeld', la canzone nata da una storia vera, la storia dei due anni di prigionia in Germania del padre di Andrea Satta, raccontata nello spettacolo teatrale 'La fisarmonica verde', in scena nei giorni della memoria, il 26 e 27 gennaio, al Teatro di Villa Torlonia di Roma nella programmazione del Teatro di Roma.
repubblica.it
Patate, salme e vermi
(continua)
inviata da Dq82 + adriana 27/1/2019 - 17:42
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Kill For Peace

Kill For Peace
Lo scorso 25 gennaio è morto a Belgrado il regista jugoslavo Dušan Makavejev. Aveva 87 anni.

Forse il suo film più famoso è W.R.: Mysteries of the Organism (W.R. – Misterije organizma) del 1971 per cui fu censurato e esiliato dalla Jugoslavia comunista.

Una celebre scena del film, incentrato sulle teorie dello psicologo Wilhelm Reich sulla relazione tra frustrazione sessuale, repressione della sessualità e violenza, vede Tuli Kupferberg, cantante dei Fugs, che masturba il suo fucile giocattolo, con la colonna sonora di Kill For Peace.
27/1/2019 - 16:35

Les Graffitis

Les Graffitis
Les Graffitis

Lettre de Prison 7
1 avril 1934


Dialogue Maïeutique


Tu sais, Lucien l’âne mon ami, que l’homme enfermé a l’étrange habitude de marquer les lieux de son passage : un signe, un nom, un dessin ; on appelle ça des graffitis.

Oh, dit Lucien l’âne, personnellement, je ne fréquente pas ces lieux, mais j’en ai déjà vus sur les dans les rues ou sur des arbres.

En effet, reprend Marco Valdo M.I., généralement, il griffe la pierre, le bois ; il tente de graver son souvenir (le souvenir de lui-même), parfois, c’est le dernier, comme si cette trace allait le faire perdurer. C’est une fameuse illusion, la trace ne fait perdurer que la trace.

Certes, dit Lucien l’âne, mais c’est déjà quelque chose. Comme je viens de te le dire, je sais très bien tout cela, moi qui en ai vu tellement depuis le temps que je parcours le monde à la poursuite de moi-même ou de mon ombre, que sais-je ?... (continua)
Avec ses souvenirs familiers,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/1/2019 - 15:04
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Stalker

Stalker
La zona
di Paolo Nori

Che voi, mi rendo conto, potreste chiedermi "Ma cos’è, di preciso, questa zona, che non si capisce molto bene?!", e io potrei rispondervi che non si sa bene, o meglio che io, non lo so bene, che posso dire soltanto che, dopo che ho letto il romanzo dei fratelli Strugackij, la Zona per me sono stati i campi di lavoro sovietici descritti da Sergei Dovlatov nel suo romanzo Regime speciale, che nell’originale si intitola Zona, così si chiamavano, in gergo, i lager controllati dall’esercito; dopo che ho letto questo romanzo la Zona per me è stata il campo di concentramento di Birkenau quando mi han raccontato che a Birkenau, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, dei civili entravano abusivamente nel campo e scavavano delle buche per cercare i tesori sepolti degli ebrei, e trovavano invece delle bottiglie con dentro delle testimonianze di quelli che erano morti, i... (continua)
daniela -k.d.- 27/1/2019 - 13:22
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أَنا يُوسفٌ يَا أَبِي .‏

أَنا يُوسفٌ يَا أَبِي .‏
Bravi, grazie. Avevo bisogno di una poesia di Mahmoud Darwish in italiano con testo a fronte. Devo ringraziare anche il cantante Kahlife che l'ha messa in musica perché diversamente non l'avrei trovata!
Patrizia 27/1/2019 - 12:27
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Le Drapeau Rouge

Le Drapeau Rouge
SARKANAIS KAROGS
(continua)
inviata da Paweł Dembowski 27/1/2019 - 01:53
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Leicht Gepäck

Leicht Gepäck
[1840]
Versi di Georg Herwegh, nella prima edizione della raccolta "Gedichte eines Lebendigen", 1841
Con il titolo "Ich bin ein freier Mann und singe", nell'album "Fegefeuer" (2002) della folk rock band tedesca Die Schnitter.
Ich bin ein freier Mann und singe
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/1/2019 - 21:13
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Mein Gefängnis

Mein Gefängnis
[1914]
Versi di Erich Mühsam, nella raccolta intitolata “Wüste-Krater-Wolken” pubblicata nel 1914
Una poesia messa in musica da parecchi artisti, ad esempio Gregor Hause, nel suo album "Das Herz in der Hand" del 1998, o dalla folk rock band tedesca Die Schnitter, nel loro album del 2002 intitolato "Fegefeuer". Più recentemente ci si è cimentato anche Christoph Holzhöfer


Auf dem Meere tanzt die Welle
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/1/2019 - 20:38
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Normandia

2000
Oggi non mi va di essere un soldato non mi va
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2019 - 19:29
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Afghamerica

Afghamerica
2002
La canzone è apparsa originariamente sul disco Radio Corneliani Music Club del 2004.
Vorrei vedere l’effetto che fa la luna piena sopra Jalalabad
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2019 - 19:12
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Cappuccio rosso

Cappuccio rosso
2017
L'abbiamo battezzata Cappuccio rosso e così la vogliamo ricordare. Ayse Deniz Karacagil, che alla condanna a 103 anni di carcere ha preferito il fronte: il Kurdistan, la lotta contro l'Isis. E ora l'onore di poterla celebrare con questa canzone. Ti sia lieve la terra, grandioso simbolo di libertà…
Sembrano luci di un giorno a Natale
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2019 - 19:05
Percorsi: Dal Kurdistan
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Beviti un Fernet

Beviti un Fernet
dall'album L’Italia è fuori dal Mondiale (2018)
Questo è un annuncio di pubblico servizio.
(continua)
26/1/2019 - 18:47
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El viento trae una copla

El viento trae una copla
[2004]
Album “La argentinidad al palo”

Con una melodía que remite al repiquetear de las marchas militares, Bersuit también recuerda el horror de la guerra en las islas Malvinas, como parte de un disco (La argentinidad al palo) que incluyó algunas de sus letras más crudas.

16 canciones sobra la guerra
El viento trae una copla,
(continua)
26/1/2019 - 18:34
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El Visitante

El Visitante
Album: A fondo blanco - 1999

La guerra de Malvinas dejó una lección imborrable: la desprotección y el aislamiento que sufrieron los excombatientes al volver al continente dejó más secuelas que el propio conflicto bélico. “Olvidar yo sé bien que no podés, cómo la sociedad olvida que fuiste obligado a marchar en su defensa”, canta Ricardo Iorio.

16 canciones sobre la guerra
Olvidar
(continua)
26/1/2019 - 18:27
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Perché gli va

Perché gli va
La versione recitata da Valerio Mastandrea

Dq82 26/1/2019 - 17:18
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Bandiere migliori

Bandiere migliori
2018
La Storia è Adesso
(testo di Antonio di Martino)

'La Storia è Adesso" è il mio nuovo progetto musicale. Un lavoro al quale sono particolarmente legato, perché incentrato sulla figura di Valeriano Malfatti, mio prozio e sindaco di Rovereto per 40 anni, dal 1880 al 1920, nonché deputato alla Dieta di Vienna durante il dominio austriaco.
Prima dell’entrata in guerra dell'Italia, Valeriano si impegnò per preservare le terre trentine dalla distruzione attraverso una risoluzione pacifica. Durante la guerra tutta la città di Rovereto fu evacuata, lui fu prima mandato al confino a Salisburgo ma poi, dopo essere stato denunciato per irredentismo fu, assieme a molti altri trentini, internato nel campo di prigionia di Katzenau. Al termine della Grande Guerra, fu poi eletto senatore del Regno d’Italia.
La biografia di Valeriano diventa, così, il punto di partenza per sviluppare un ragionamento... (continua)
Lascio un fiore davanti al portone una carta d'identità bruciata in un cortile
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2019 - 16:56
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Chiedilo ai pesci

Chiedilo ai pesci
2018
La Storia è Adesso
(testo di Dany Greggio)

'La Storia è Adesso" è il mio nuovo progetto musicale. Un lavoro al quale sono particolarmente legato, perché incentrato sulla figura di Valeriano Malfatti, mio prozio e sindaco di Rovereto per 40 anni, dal 1880 al 1920, nonché deputato alla Dieta di Vienna durante il dominio austriaco.
Prima dell’entrata in guerra dell'Italia, Valeriano si impegnò per preservare le terre trentine dalla distruzione attraverso una risoluzione pacifica. Durante la guerra tutta la città di Rovereto fu evacuata, lui fu prima mandato al confino a Salisburgo ma poi, dopo essere stato denunciato per irredentismo fu, assieme a molti altri trentini, internato nel campo di prigionia di Katzenau. Al termine della Grande Guerra, fu poi eletto senatore del Regno d’Italia.
La biografia di Valeriano diventa, così, il punto di partenza per sviluppare un ragionamento che... (continua)
Ti confonde la riva oscura L’altra sponda del fiume che segna il confine tra noi
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2019 - 16:53
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Katzenau

Katzenau
2018
La Storia è Adesso
(testo di Gianluca Massaroni)

'La Storia è Adesso" è il mio nuovo progetto musicale. Un lavoro al quale sono particolarmente legato, perché incentrato sulla figura di Valeriano Malfatti, mio prozio e sindaco di Rovereto per 40 anni, dal 1880 al 1920, nonché deputato alla Dieta di Vienna durante il dominio austriaco.
Prima dell’entrata in guerra dell'Italia, Valeriano si impegnò per preservare le terre trentine dalla distruzione attraverso una risoluzione pacifica. Durante la guerra tutta la città di Rovereto fu evacuata, lui fu prima mandato al confino a Salisburgo ma poi, dopo essere stato denunciato per irredentismo fu, assieme a molti altri trentini, internato nel campo di prigionia di Katzenau. Al termine della Grande Guerra, fu poi eletto senatore del Regno d’Italia.
La biografia di Valeriano diventa, così, il punto di partenza per sviluppare un ragionamento... (continua)
Quante campagne sai sono battaglie ormai
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2019 - 16:50
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Quale patria

Quale patria
2018
La Storia è Adesso
(testo di Giulio Casale)

'La Storia è Adesso" è il mio nuovo progetto musicale. Un lavoro al quale sono particolarmente legato, perché incentrato sulla figura di Valeriano Malfatti, mio prozio e sindaco di Rovereto per 40 anni, dal 1880 al 1920, nonché deputato alla Dieta di Vienna durante il dominio austriaco.
Prima dell’entrata in guerra dell'Italia, Valeriano si impegnò per preservare le terre trentine dalla distruzione attraverso una risoluzione pacifica. Durante la guerra tutta la città di Rovereto fu evacuata, lui fu prima mandato al confino a Salisburgo ma poi, dopo essere stato denunciato per irredentismo fu, assieme a molti altri trentini, internato nel campo di prigionia di Katzenau. Al termine della Grande Guerra, fu poi eletto senatore del Regno d’Italia.
La biografia di Valeriano diventa, così, il punto di partenza per sviluppare un ragionamento che... (continua)
Non dire mai quello che provi
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2019 - 16:48
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L'internamento del Malfatti

L'internamento del Malfatti
2018
La Storia è Adesso
(sonetti da “Katzenau” di Gustavo Chiesa)

'La Storia è Adesso" è il mio nuovo progetto musicale. Un lavoro al quale sono particolarmente legato, perché incentrato sulla figura di Valeriano Malfatti, mio prozio e sindaco di Rovereto per 40 anni, dal 1880 al 1920, nonché deputato alla Dieta di Vienna durante il dominio austriaco.
Prima dell’entrata in guerra dell'Italia, Valeriano si impegnò per preservare le terre trentine dalla distruzione attraverso una risoluzione pacifica. Durante la guerra tutta la città di Rovereto fu evacuata, lui fu prima mandato al confino a Salisburgo ma poi, dopo essere stato denunciato per irredentismo fu, assieme a molti altri trentini, internato nel campo di prigionia di Katzenau. Al termine della Grande Guerra, fu poi eletto senatore del Regno d’Italia.
La biografia di Valeriano diventa, così, il punto di partenza per sviluppare... (continua)
Mandar lì el Timba, el Campostrini e tanti altri pari remenghi e preti e frati inazenti del tut, mandar lì quanti taliani gh’ era ancor, mandar dei mati, zent senza gambe, orbi del tut, e avanti fin che ghe n’ era e sani e mutilati l’era da veder…ma però ignoranti i s’è mostrai ’n te ’l mandar lì ’l Malfati.
(continua)
inviata da Dq82 26/1/2019 - 16:41
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Un capretto [Dona, dona]

Un capretto [Dona, dona]
Rocco Rosignoli Feat. Lee Colbert

La prima strofa, cantata in lingua yiddish da Lee Colbert, voce della Moni Ovadia Stage Orkestra, è quella originale del testo di Segunda, tradotto e adattato in italiano da Herbert Pagani.

C'è nel disco una terza traduzione, o meglio un adattamento: la notissima canzone Dona dona, composta da Sholom Segunda e Aaron Zeitlin in yiddish, era già stata cantata meravigliosamente in italiano dal grande Herbert Pagani, che tra l'altro inserì anche una strofa che parla esplicitamente della Shoah, che non è presente nella canzone originale (che risale al 1936). Non ho ritenuto opportuno rifare qualcosa che prima di me qualcuno di ben più autorevole aveva già fatto così magistralmente, dunque mi sono limitato a cantare la sua versione, che mi offre anche l'occasione di rendere omaggio a un grande artista, che purtroppo una malattia ci portò via giovanissimo, ad appena 44 anni.

adriana 26/1/2019 - 10:49
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Ligabue: Una vita da mediano

Ligabue: Una vita da mediano
[1999]
Parole e musica di Luciano Ligabue
Nell'album "Miss Mondo"

Una bellissima canzone, su di un ruolo calcistico che è stato sempre quello dell'antieroe rispetto ai numeri 10, ai bomber... Ma non basterebbe questo per provare a proporre questo brano all'interno delle CCG/AWS. C'è che mi offre il destro per raccontare la storia, purtroppo tragica, di un grande e oggi misconosciuto mediano nativo della mia città, Torino, uno che rimase sempre lì, lì nel mezzo, fino alla fine, nel mezzo di un campo da pallone e poi di un campo di concentramento...

Si chiamava Vittorio Staccione, classe 1904. Crebbe nel vivaio del Torino ed esordì nella massima divisione a 20 anni, nel 1924. Dopo una brevissima parentesi nella Cremonese, fu di nuovo al Torino con cui nel 1926-27 vinse il campionato, ma il titolo fu poi revocato (pare addirittura che il Toro si fosse comprato un derby della Mole!). Poi... (continua)
Una vita da mediano
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2019 - 22:30
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Le Drapeau Rouge

Le Drapeau Rouge
THE STANDARD OF REVOLT
(continua)
inviata da Paweł Dembowski 25/1/2019 - 19:07
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Course contre la honte

Course contre la honte
Paroliers : Fabien Marsaud / Ibrahim Maalouf / Richard Bohringer (SLAM)

Album: Funambule (2013)
Eh Tonton, est-ce que t’as regardé dehors?
(continua)
25/1/2019 - 18:05
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Little Bit

Little Bit
Album: If All I Was Was Black (2017)

“The song is a cautionary anthem of all the ways in which those regarded as suspicious have to weigh their actions just to survive day to day.”
Mavis Staples
This life surrounds you
(continua)
25/1/2019 - 15:08
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Stornelli d’esilio

Stornelli d’esilio
Un fatto che non è stato messo in luce in questa pagina (ma correttamente riportato su Wikipedia e altrove) è che il celeberrimo verso "Nostra patria è il mondo intero" fu ripreso integralmente da Pietro Gori dall'aria introduttiva all'opera buffa di Gioacchino Rossini (su libretto di Felice Romani) Il Turco in Italia (in seguito spesso erroneamente riportata come "Un Turco in Italia"), del 1814. Nell'aria introduttiva, la prima strofa che contiene il verso è cantata da un coro di zingari, a Napoli:




(Zingari)
Nostra patria è il mondo intero,
e nel sen dell’abbondanza
l’altrui credula ignoranza
ci fa vivere e sguazzar.

(Zaida)
Hanno tutti il cor contento,
sol la misera son io!
Ho perduto l’amor mio,
e nol posso ritrovar.

(Albazar)
Consolatevi una volta;
divertitevi con noi.
Via... coraggio! tocca a voi
la canzone a cominciar.




Del resto, il legame assolutamente indissolubile... (continua)
Riccardo Venturi 25/1/2019 - 10:13

Andemo in Transilvania [Domani se imbarchemo]

anonimo
[ca 2a metà del XIX secolo]
[ab. 2nd half of 19th century]
Canto popolare triestino
A folksong from Trieste
Interpretata da / Performed by
Coro Pane e Guerra


Quando i "Rumeni" erano gli italiani
di Mirela Baciu, dal Blog cu două fet(z)e

Andemo in Transilvania
a menar la carioleta
che l'Italia povareta
no ga i bessi de pagar.
È davvero difficile da credere oggi, ma così canticchiava il ricco nord del Triveneto all’inizio del ‘900, quando la madrepatria italiana non aveva abbastanza soldi (“i bezzi”) per pagare gli stipendi e il sogno americano era costituito nientemeno che dalla Transilvania, in Romania!

L’Italia, si sa, è spesso terra dalla memoria corta e la locuzione di Cicerone “historia magistra vitae” non accompagna sempre un popolo nella sua memoria collettiva. Gli stranieri vengono a “rubare” lavoro, portano delinquenza, “invadono” le città… eppure non molto tempo fa... (continua)
Andemo in Transilvania
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/1/2019 - 09:30
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A.D.D. (American Dream Denial)

A.D.D. (American Dream Denial)
A.D.D. (Negazione del sogno americano)*
(continua)
inviata da Andrea Marconi 25/1/2019 - 06:27
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Ellerinde Pankartlar

Ellerinde Pankartlar
Ellerinde Pankartlar,
(continua)
inviata da ceyhan 24/1/2019 - 12:42
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Paolo Conte: Bartali

Paolo Conte: Bartali

Bartali

Quando i fascisti lo convocano, quel giorno, Gino Bartali ha paura.
Ma non può non andare, sanno dove abita, ha un bimbo piccolo.
Non che non lo abbiano mai controllato, dopo lo scoppio della guerra: durante gli allenamenti tra Firenze e Assisi era facilissimo che lo fermassero. Ma ogni volta che vedevano la sua faccia e riconoscevano il campione già vincitore del Giro d'Italia e del Tour de France e della Milano Sanremo e di tante altre gare, tutto filava liscio.
Quel giorno è diverso, perché lo hanno convocato a Villa Triste, come è soprannominato il palazzo dove è alloggiata la Banda Carità che lo cerca.

La banda, che prende il nome dal comandante Mario Carità, è una delle più crudeli formazioni fasciste, specializzata in rastrellamenti, torture e infiltrazioni dentro i gruppi partigiani per arrestarne e ucciderne i componenti.
Villa Triste è famosa per le grida che provengono... (continua)
24/1/2019 - 11:19
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Le déserteur

Le déserteur
ROMENO / ROMANIAN / ROUMAIN [2] - Cindrel Lupe

Dal blog Poésie francophone
From the blog Poésie francophone
Tirée du blog Poésie francophone

DEZERTORUL
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/1/2019 - 03:16
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Le déserteur

Le déserteur
CECO / CZECH / TCHÈQUE [3] - Tom Cortés [Tomáš Dvořák]

"Můj překlad slavné písně Borise Viana Le Déserteur.
psanci.cz
tomcortes.com
DEZERTÉR
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/1/2019 - 02:57
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Le déserteur

Le déserteur
CECO / CZECH / TCHÈQUE [2] - Jiří Dědeček



"Vianovu básnickou tvorbu označuje Dědeček za "elegantně nedbalou". Na základě vlastních překladatelských zkušeností píše: "Po zkušenosti s formálně vycizelovanou poezií Georgese Brassense, s propracovanou dramatickou lyrikou Jacquese Brela nebo s ostře pointovanými absurditami Serge Gainsbourga působí Vianovy verše na první přečtení jako polotovary... Výborný nápad se co nejrychleji zpracuje a odloží, protože na jeho místo se neodbytně dere další, stejně geniální." - Poetický bouřlivák Boris Vian odhaluje svou nejméně známou tvář
DEZERTÉR
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/1/2019 - 01:53
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Le déserteur

INDONESIANO / INDONESIAN / INDONÉSIEN

Da una pagina di Mozaik el Maula (traduzione letterale dell'originale francese).

Traduction à la lettre de l'original français tirée d'une pagine de Mozaik el Maula.

A word-for-word translation of the French original reproduced from a page of Mozaik el Maula.

"Pernahkah kita melanggar peraturan? jawabannya tentu berbeda pada setiap individu, terlepas dari apakah melanggar dengan alasan yang lebih kuat atau hanya sekedar apologi kita sebagai makhluk yang -katanya- dicetak untuk merasakan ‘nikmatnya’ membangkang. Namun saya yakin dalam keadaan itu hati kecil kita merasa bersalah atau minimal berasa tak nyaman. nah bisa di bayangkan jika keadaan ini dialami oleh seorang prajurit pasti dilematisnya lebih bergejolak. Boris Vian, seorang sastrawan Perancis menggambarkan keadaan ini dalam sebuah puisi panjang dengan judul Le Déserteur (Sang Pembelot)"
SANG PEMBELOT
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/1/2019 - 01:25
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Je cherche une guerre

Je cherche une guerre
Riceviamo da Annamaria:

Sabato ho scoperto questa bellissima canzone grazie all'Assemblea Antimilitarista Torinese. E dopo una ricerca sono riuscita a decifrare il testo intero.

Grazie ad Annamaria. Abbiamo integrato il testo e anche la traduzione.
CCG Staff 23/1/2019 - 22:18

La Maison de Santé

La Maison de Santé
La Maison de Santé

Lettre de prison 6
Canzone léviane – La Maison de Santé – Marco Valdo M.I. – 2019
27 mars 1934


Dialogue Maïeutique

Parfois, Lucien l’âne mon ami, je me dis qu’il serait plus simple de ne pas commenter les chansons et en vérité, elles n’en ont pas besoin. Elles disent toutes seules ce qu’elles ont à dire ; d’autant plus pour celles-ci qui n’ont d’autre objet que de faire le lien, de faire la liaison entre des gens qu’une barrière sépare.

Qu’est-ce qui t’arrive Marco Valdo M.I. mon ami ? Aurais-tu perdu me goût de parler, le plaisir de noter ces conversations de bonne compagnie ? As-tu seulement songé à ce fait irrémédiable que sans elles, nous n’existerions simplement pas l’un pour l’autre ?

J’y pense, Lucien l’âne mon ami, j’y pense souvent à nos dialogues et à leur maïeutique. Sans eux, nous ne serions pas là à nous disputer autour de tout, de rien, d’un mot qui... (continua)
Ici, il faut s’occuper : balayer, ranger ;
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 23/1/2019 - 22:06
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Le déserteur

Le déserteur
BULGARO / BULGARIAN / BULGARE

Traduzione bulgara ripresa dal blog Избрана поезия ("Poesia scelta"). Si tratta di una traduzione artistica e in versi, ma l'autore non è indicato.
Bulgarian translation reproduced from the blog [[Избрана поезия ("Selected Poetry"). The translation is poetic and versified, but the author is not stated.
Traduction bulgare tirée du blog Избрана поезия ("Choix de poèmes"). Il s'agit d'una traduction poétique en vers, mais l'auteur n'est pas indiqué.

ДЕЗЕРТЬОРЪТ [1]
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/1/2019 - 20:49
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Heimweh, wonach?

Heimweh, wonach?
scusate la maldestraggine: il titolo è
NOSTALGIA, DI COSA?
ma non riesco a capire come inserirlo
Francesco Mazzocchi 23/1/2019 - 19:53




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