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Autore Roberto Vecchioni

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Roberto Vecchioni: Figlia

Roberto Vecchioni: Figlia
[1976]
Testo e musica di Roberto Vecchioni
Lyrics and music by Roberto Vecchioni
Album: Elisir

In generale, io sono per la sterilizzazione preventiva dei cantautori italiani; ciò impedirebbe che, prima o poi, ci ammannissero l'immancabile canzone sul figlio o sulla figlia. Nessuno è sfuggito alla regola; ma poiché la regola ha sempre le sue eccezioni, quella che faccio -e volentieri- è per quella che è forse la capostipite di tutte le canzoni cantautorali sui figli: "Figlia" di Roberto Vecchioni, appunto. Del 1976, dall'album "Elisir"; è stata, sembra, anche una delle prime canzoni ad essere trasmesse "a bandello" dalle prime radio libere. Stamani l'ho vista per caso e non so esattamente per quale motivo nominata dal Webmaster nelle "chiacchiere" del sito (la chat interna); Lorenzo si chiedeva se l' "amico che non aveva mai tradito" fosse Francesco Guccini. Ricordo che ci sono state parecchie... (continua)
Sapeva tutta la verità
(continua)
inviata da Ahmed il Lavavetri 25/10/2013 - 10:12
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Due madri

Due madri
Album: "Io non appartengo più" (2013)

Dedicata da nonno Roberto alle nipotine Nina e Cloe e alle loro due madri: la figlia di Vecchioni, Francesca e la sua compagna Alessandra.
Nina due madri ti seguono,
(continua)
inviata da Anna 24/10/2013 - 19:35
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Il castello

Il castello
Calabuig Stranamore E Altri (1978)
E se passate fate piano
(continua)
inviata da DoNQuijote82 9/3/2013 - 14:50
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Isola ribelle

Isola ribelle
Dedicata ai lavoratori dell'ALCOA

Saluta i sardi, Roberto Vecchioni. Il tour estivo con gli Istentales è finito, stagione chiusa. «Ma tornerò, devo tornare» promette. «Lotterò con voi sardi, con i pastori, con gli operai, non vi dimentico, e se necessario scenderò ancora una volta in piazza come ho già fatto nel 1977 quando in Lombardia rischiava di chiudere lo stabilimento di Arese dell'Alfa Romeo».

Intanto, l'autore di Samarcanda, un regalo ai sardi lo ha già fatto, cantando con gli Istentales l'inno di protesta dell'isola che non si dà per vinta: l'Isola ribelle, appunto... colonna sonora di un'estate davvero calda per l'economia sarda.
Costretti ad occupare
(continua)
inviata da DoNQuijote82 8/12/2012 - 14:26
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Porta Romana bella

anonimo
Porta Romana bella
Canzone popolare milanese [XIX secolo]
A Folksong from Milan [19th Century]
Chanson populaire milanaise [19ème siècle]



Dicono che la più famosa canzone popolare milanese sia O mia bèla Madunina (che poi, a dire il vero, un autore ce l'ha: Giovanni D'Anzi, che la compose nel 1935); sarà. A mio immodestissimo parere, è invece Porta Romana bella. La quale è, peraltro, una canzone popolare sul serio, ed è una canzone di galera. Chi la conosce superficialmente si ferma alla prima strofa, con le sue famose ragazzine che te la danno (prima la buonasera e poi la mano); bisognerebbe invece conoscerla tutta e perbene, questa canzone. Vicino a Porta Romana c'è piazza Filangieri; in piazza Filangieri c'è il numero 2; e al numero 2 di piazza Filangieri, c'è il carcere di San Vittore; il resto lo dice questa canzone, che è ben lungi dall'essere una canzone allegra e da cabaret. Non credo che esista... (continua)
Porta Romana bella, porta Romana,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 30/4/2012 - 17:47
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Celia de la Serna

Celia de la Serna
Celia de la Cerna è il nome della mamma del Che. Nel testo si fa riferimento alla "poderosa", il nome con cui erano stati batezzati sia il ciclomotore degli anni dell'adolescenza che l'antiquata Norton 500 con cui, insieme all'amico Alberto Granado, compie nel 1951 il suo primo viaggio per il Sudamerica. "Fuser" (abbrevazione di Furibondo de la Serna) era il soprannome che si era scelto come giocatore di rugby militando nel SIC e nell'Altalaye.
da canzoni per il Che
Non scrivi più
(continua)
inviata da Gianna 26/2/2011 - 14:49
Percorsi: Che Guevara
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La casa delle farfalle

La casa delle farfalle
[2011]
Album: "Chiamami ancora amore"

Narra di un giovane soldato ferito, che scambia l'infermiera che lo sta curando per sua madre.
Alla fine della notte
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 23/2/2011 - 21:53

Riccardo Scocciante: Luci a San Remo

Riccardo Scocciante: Luci a San Remo
Riccardo, la tua parodia è bella, non ho dubbi, e se fosse venuta in mente a me, l'avrei scritta io: perché quando mi viene di fare una battuta (un tempo facevo pure le vignette), anche se è "scorretta", non mi so tenere. Però, con il mio vecchio Vecchioni si stato nu poco stronzo. D'accordo, Sanremo è quel posto che è (e per me è come il grande fratello: non ci resisto più di un minuto e venti secondi): poteva benissimo non andarci, poteva far girare la sua canzone per le altre solite vie e, se era buona, lo si vedeva lo stesso. Ma - posso sbagliarmi, e ho sbagliato troppe volte ormai anch'io - Vecchioni mi ha sempre dato la buona impressione di buttar fuori quello che gli passa dentro; e anche in questa canzone, Sanremo o no, io ci ho sentito la sua antica sincerità. O parlo solo per colleganza di età (ho solo due anni più di lui: ci spetterebbe un posto alla Baggina, se non fosse già tutto... (continua)
Gian Piero Testa 21/2/2011 - 01:21
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Canzone per Alda Merini

Canzone per Alda Merini
[1999]
Album: Sogna, ragazzo sogna

Canzone per Alda Merini
Noi qui dentro si vive in un lungo letargo,
(continua)
inviata da adriana 12/2/2009 - 14:53
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Titanic

Titanic
da Titanic [1982]
Testo e musica di Francesco De Gregori
Lyrics and Music by Francesco De Gregori

Festaiola, irriverente, metà rumba, metà fox trot, intrisa della stessa falsa allegria che circola fra i saloni del "Titanic" è la canzone che dà titolo all'album. Anche qui si procede per contrasti evidenti, anche qui due sono le umanità rappresentate, quella di terza classe e quella di lusso. Gran parte della narrazione è occupata dai pensieri liberi del "cafone", dell'emigrante che in felice ironia, quasi non si accorge del trattamento spaventoso che sta subendo, emozionato com'è per cose che non ha mai visto e per la prospettiva di un futuro migliore ("Ma chi l'ha detto che in terza classe si viaggia male? Questa cuccetta sembra un letto a due piazze ci si sta meglio che in ospedale"); più la descrizione va avanti e più appare fantozziana, grottesca da un lato, patetica dall'altro ("A... (continua)
La prima classe costa mille lire,
(continua)
inviata da Renato Stecca 6/5/2007 - 23:26
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L'abbigliamento di un fuochista

L'abbigliamento di un fuochista
[1982]
dal disco "Titanic"
Testo e musica di Francesco De Gregori
Interpretata assieme a Giovanna Marini



[...]De Gregori si sofferma ancora su quella notte calma è tranquilla all'apparenza, prima della tragedia, con Centocinquanta stelle, "una notte così amichevole da dormire in un sacco a pelo" recita la canzone; ma più di tutte rende l'idea la bellissima L'abbigliamento di un fuochista, che fa il verso alle grandi canzoni popolari dell'Italia d'inizio secolo: "Ma mamma a me mi rubano la vita quando mi mettono a faticare per pochi dollari le caldaie sotto il livello del mare" dell'illusione di un ragazzo "in questa nera nera nave che mi dicono che non può affondare" alla disperazione di una madre "in questo Atlantico cattivo figlio mai dimenticato". Un vero capolavoro che de gregori canta quasi sempre nei suoi concerti.

Dalla recensione di T.V. su DeBaser

Tre, si è detto, sono... (continua)
Figlio con quali occhi,
(continua)
inviata da Renato Stecca 6/5/2007 - 23:21
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Pani e pesci

Pani e pesci
[1976]
Testo e musica di Roberto Vecchioni
dall'album "Elisir"

La inserisco tra le CCG per via del riferimento satirico alla battaglia di Adua del 1/3/1896, una pesante sconfitta, che arrestò per molti anni le ambizioni coloniali italiane sul corno d'Africa.
Naturalmente la "Storia Ufficiale" in Italia ha sempre cercato di sminuire la sconfitta. Smascherare e ridicolizzare questi revisionismi è importante per combattere la retorica nazionalista e militarista.

P.S. La versione di Wikipedia è in netto contrasto con le cifre date da Vecchioni (anche considerando solo il rapporto di forze e non i numeri assoluti), viene infatti detto che il numero degli etiopi era "cinque o sei volte quindi le forze italiane". Non so se anche Wikipedia si sia allineata alla "versione ufficiale" o se Vecchioni abbia volutamente esagerato...
E Cesare tirò
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 19/4/2007 - 16:22
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Dove andate?

Dove andate?
Testo e musica di Virgilio Savona
Lyrics and music by Virgilio Savona

Dall'Epodo VII di Quinto Orazio Flacco
From Horace, Epodus VII

Da Sexus Et Politica (1972), disco a lungo dimenticato e recentemente riproposto, basato su testi di autori latini. Il testo è stato ricopiato dalla riproduzione fotografica del libretto dell'album disponibile a questa pagina. Dall'antichità una delle più belle poesie contro la guerra mai scritte in tutti i tempi. La canzone è stata recentemente reinterpretata da Roberto Vecchioni.

Dove, dove andate?
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 29/4/2006 - 11:35
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Dove si va

Dove si va
(C. Cattini, D. Sacco, M. Vecchi, G. Carletti, C. Cattini, G. Carletti, M. Vecchi)
2006
Con me o contro di me

Direttamente dal Festival di Sanremo 2006, che è stato vinto da una canzone più adatta allo Zecchino d'Oro.
Non che questa sia un capolavoro, ma a sentirla in mezzo alle altre poteva sembrarlo...
Al Festival è stata interpretata anche insieme a Roberto Vecchioni.
Sai, scriverti una lettera
(continua)
6/3/2006 - 09:46
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Fratelli?

Fratelli?
da "L'uomo che si gioca il cielo a dadi" (1973)
Partire insieme ed esser tanti
(continua)
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Il cuoco di Salò

Il cuoco di Salò
da "Amore nel pomeriggio" (2001)
Testo e musica di Francesco De Gregori
Arrangiamento di Franco Battiato


COMMENTO DI ROBERTO VECCHIONI
da Il linguaggio in canzone (ciclo di lezioni sui cantautori italiani che Vecchioni ha tenuto nelle università italiane)

Il cuoco di Salò (Amore nel pomeriggio, 2001) è una canzone inimmaginabile e fuori da ogni canone. Primo straordinario coup de théâtre è il corner storico da cui viene guardata la vicenda, perché di vicenda storica si tratta e così recente che la ferita fa ancora male. La trovata del corner per raccontare un grand affair non è nuova in arte. Il personaggio minore, angolare, che fa da protagonista e racconta dal suo punto di vista un evento più grande di lui c'è già in Shakespeare, c'è in molto cinema (La Tunica, Ben Hur, Il mondo nuovo, etc.), esiste in parecchie opere letterarie. Nella canzone in esame il trucco di lasciar... (continua)
Alla sera vedo donne bellissime
(continua)
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Generale

Generale
[1978]
Testo e musica di Francesco De Gregori
Lyrics and Music by Francesco De Gregori
Dall'album / From the album "De Gregori", 1978

Interpretata anche da Vasco Rossi



"Perché questo è Generale , di là del suo lampante antimilitarismo: una gran canzone di pace. E gran canzone è già nella fusione inscindibile di musica e testo, con quell'incalzare battuto che non lascia un attimo di respiro, con quell'accavallarsi d'immagini che sfumano una nell altra, con il riff, il solito riff trascinante in cui è come se scoppiasse, parlasse, si facesse sentire tutta la gioia di chi torna a casa, alla vita vera, dopo mesi di finta guerra.

In mezzo a tutto questo c'è un mare di immagini di altissimo linguaggio poetico in canzone, violente, esplosive, immediate, da non starci a pensare su, proprio il contrario di certa concelebrata poesia scritta. E allora vedi. Vedi il treno e chi ci sta... (continua)
Generale dietro alla collina,
(continua)




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